Stop alla discarica per i rifiuti elettronici. Con il recepimento di un paio di direttive europee dalla fine di luglio 2005 cambia decisamente il panorama per quanto riguarda la gestione di elettrodomestici ma anche pc e monitor.
In attesa dell’arrivo dei decreti attuativi il decreto legislativo N. 151/2005, che ha recepito le due direttive dell’Unione Europea 2002/95/Ce e 2002/96/Ce introduce il tema della responsabilità totale dei produttori. I vendor sono, infatti, responsabili dei prodotti anche dopo il momento della vendita e sono tenuti a organizzare tutte le attività necessarie a gestirli anche una volta concluso il ciclo di vita.
Il provvedimento si indirizza agli elettrodomestici grandi e piccoli, alle apparecchiature di illuminazione e di telefonia, a tutti gli strumenti elettrici ed elettronici, ai giocattoli e prodotti per il tempo libero dotati di strumentazione elettrica o elettronica, ai dispositivi medicali, agli strumenti di monitoraggio e controllo, ai distributori automatici e al tutte le apparecchiature informatiche, sia domestiche che professionali.
Le nuove norme impongono ai produttori di riutilizzare o riciclare i prodotti a fine vita provvedendo alla rimozione delle sostanze pericolose per l’ambiente, intervenendo nello stesso tempo a livello di produzione per contenere entro limiti prefissati la presenza di sostanze dannose per l’ambiente. La normativa non si preoccupa solo di gestire la fine del ciclo di vita dei prodotti, ma punta anche a definire nuovi modelli di riferimento per la progettazione e per la produzione di beni elettrici ed elettronici che prevedono un più intenso riutilizzo della componentistica, una più facile riparazione e che cercano nello stesso tempo di scoraggiarne il più possibile la dispersione nell’ambiente.
“In particolare - prosegue Criscione - per regolarizzare la loro posizione tutti i produttori italiani dovranno provvedere affinché dal 1 luglio 2006 i loro prodotti non contengano materiali pericolosi, come mercurio, piombo, cadmio, cromo esavalente, difenile polibromurato, etere di difenile polibromurato oltre i limiti consentiti”.
Ma quali sono esattamente i requirement della Direttiva? “Nella sostanza - ha spiegato Criscione - il primo punto riguarda la progettazione che deve prevedere e facilitare lo smontaggio, il recupero e il riciclo dei componenti. Il secondo punto è, invece, legato al trattamento a fine ciclo di vita. Dai prodotti devono essere rimossi tutti i fluidi e le sostanze pericolose, la rimozione deve avvenire per mano di operatori specializzati e qualificati. Gli impianti presso i quali verranno effettuati questi trattamenti dovranno essere adeguatamente attrezzati con aree di stoccaggio per sostanze e componenti”.
Ogni Stato deve provvedere a istituire un registro dei produttori di Aee (Apparecchiature elettriche ed elettroniche) e tenere traccia dei beni venduti sul mercato e dei livelli di riciclo ottenuti. Uno speciale simbolo relativo alla raccolta differenziata sarà obbligatorio per tutti i prodotti immessi nel mercato dal 13 agosto 2006. Un ruolo importante viene affidato alla comunicazione perché gli utenti devono essere informati sul loro ruolo nel contribuire al corretto smaltimento dei prodotti e devono essere adeguatamente informati su come operare al riguardo. Gli utenti devono essere anche informati delle eventuali sostanze pericolose contenute nelle apparecchiature.
Per quanto riguarda il mondo business, per i rifiuti “storici” immessi sul mercato prima del 13 agosto 2006 i produttori devono garantire il ritiro gratuito, nella forma uno contro uno, per tutti gli utenti che procedono al rinnovo del loro parco macchine. Nel caso in cui l’utente non procede con un nuovo acquisto deve farsi carico totalmente dell’onere relativo al recupero del prodotto. Per tutti i prodotti immessi sul mercato business dopo il 13 agosto 2006, invece, il produttore ha l’obbligo di provvedere alle operazioni di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento direttamente o tramite terze parti specializzate.