Il secondo satellite Galileo,GIOVE-B,conclude la fase di test e vola a Baikonur

Il satellite europeo Giove-B, secondo satellite di test del sistema di navigazione europeo GALILEO, è pronto alla spedizione al sito di lancio dal suo luogo di integrazione e test, il centro ESA di ESTEC, in Olanda. La partenza da ESTEC, dopo il classico ciclo di test di sistema, avverrà il prossimo 11 marzo verso il cosmodromo russo-kazako di Baikonur, dove verrà integrato in un veicolo di lancio Soyuz/Fregat. Il lancio è attualmente previsto per le 4:16:02 ora locale del 27 aprile (00:16 CEST-Central Europe Summer Time e 22:16 UT-Universal Time(GMT)).

Il compito di Giove-B è testare nuove tecnologie per il sistema Galileo, come il triplo canale di trasmissione di segnali di navigazione e il sistema di orologi ad alta precisione. Gli strumenti a bordo del satellite misureranno le radiazioni e i mutamenti dell’ambiente esterno durante l’orbita per valutarne le prestazioni nei termini del funzionamento. Giove-B trasmetterà i segnali secondo un particolare standard, noto come MBOC, come da accordi conclusi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti per l’utilizzo separato e sicuro dei rispettivi sistemi.

Il satellite europeo è stato costruito da un consorzio guidato da Astrium GmbH (Germania) come prime contractor, con Thales Alenia Spazio (Italia) come subcontractor per l’assemblaggio, l’integrazione e la fase di test del sistema. La società italiana Telespazio, controllata da Finmeccanica, guiderà le operazioni in orbita.

Giove-B è il secondo satellite dell’ambizioso programma di navigazione satellitare GALILEO. I primi 4 satelliti che caratterizzeranno la costellazione operativa sono in fase di sviluppo, con dei lanci pianificati per il 2010, cui seguirà la vera e propria validazione e verifica del sistema Galileo.

Nel Novembre del 2007 il Consiglio dei Trasporti dell’Unione Europea ha tratto una serie conclusioni sullo stato di stallo in cui si trovava il programma, a causa delle controversie industriali dei partner coinvolti: la Commissione Europea è l’attuale responsabile dell’intero progetto, mentre ESA agisce come prime contractor. La piena capacità operativa dei 30 satelliti di Galileo è prevista per il 2013. I fondi allocati in sede UE sono di 3.4 miliardi di Euro.

Immagine: ESA

Notizie come questa sono consolanti, fino a qualche tempo fa il futuro del Sistema Galileo era tutt’altro che certo!
E’ davvero importante che l’Europa, attraverso la Commissione, l’Esa e le industrie del settore possano essere all’avanguardia in questo settore.
Forse riusciremo a mantenere una parte da protagonisti nel sistema economico globale vicono agli Usa, la Russia di Putin e i colossi asiatici…

Fantastico!
Finalmente anche l’Europa avrà un sistema GPS indipendente dagli USA e civile!

Benissimo! Bella notizia.
Ma questo mi ha fatto accorgere di una mia lacuna in merito ai sistemi GPS.
Quanti satelliti per il sistema GPS esistono? In particolare quanti USA?

Il GPS è 1 sistema di posizionamento, conta una 30ina di satelliti in orbita di cui mi pare 24 attivi. Poi esistono il GLONASS russo che si sta riportando operativo, il Galileo europeo e il COMPASS Cinese anche questo in fase di attivazione.
Il numero di satelliti è per tutti circa quello del GPS essendo alla stessa altezza, ogni paese comunque nel periodo di attivazione cerca di offrire maggiore copertura sul proprio territorio sacrificando la copertura globale, fino all’invio in orbita dell’intera costellazione.

Gli altri 6 sono quelli di scorta vero?

Penso che non si usi mai il numero di satelliti minimo per garantire la visibilità e la triangolazione, ma un numero lievemente superiore per considerare malfunzionamenti e periodi di stand-by, controlli, debug, etc… oltre al fatto che i saltelliti dei block recenti rimpiazzano via via quelli più vecchi, facendone temporaneamente aumentare il numero…

Ciao a tutti.
Faccio premessa che non sono assolutamente ferrato su astronomia e compagnia bella, ma mi troverete sufficientemente preparato sul sistema GPS (ed affini) che sono il motivo per cui mi trovo su questo forum…!
Intanto sono molto felice anche io di apprendere del procedere del progetto Galileo che pensavo veramente più in alto mare! Invece vedo che qualcosa si muove…!
Vorrei intanto solo completare alcune info…
Il Navstar-GPS si compone attualmente di 31 satelliti divisi su 6 orbite (12h/periodo) tutti operativi.
Come detto saltuariamente qualcuno viene disattivato per manutenzioni o correzioni di orbira, ma sono tutti attivi.
La lista la trovate quì:
Lista satelliti GPS attivi

L’America ha già messo in funzione un paio di satelliti della GPS IIF, che hanno un segnale più potente ed una nuova frequenza di trasmissione L5 affiancata alla L1 ed alla L2 già presenti.

n.b: Un ricevitore gps normale (da trekking o auto… ecc…) è in grado di ricevere solo la frequenza L1.

L’“unione” di tutti i sistemi sopra citati darà invece vita al futuro del posizionamento che sarà il GNSS che tramite i suoi ricevitori (per altro già operativi in alcuni casi a livello professionale) sarà in grado di sfruttare tutti i sistemi di posizionamento presenti e che saranno presenti in orbita (frutto appunto anche dell’accordo tra Stati Uniti ed Europa sul tipo di frequenze da utilizzare per la trasmissione dei segnali a terra).

Vedo che è il tuo primo post. Innanzitutto benvenuto sul forum e grazie per questo tuo contributo. Se ti va puoi anche presentarti “ufficialmente” nella apposita sezione.

Ciao Spock :colonial:
Grazie per il benvenuto e scusa per il ritardo della mia risposta.
Spero di imparare da voi molto su terminologie e su come “funziona” il sistema spazio…!

GIOVE B pronto a iniziare il lungo viaggio verso Baikonour


I test su GIOVE B presso ESTEC

Giove B, il secondo satellite per la convalida in orbita di Galileo – il sistema di navigazione satellitare che la Commissione Europea sta sviluppando in collaborazione con l’ESA - è ora pronto per essere trasferito a Baikonour, in Kazhakstan, da dove sarà lanciato a fine aprile.

È un buon segno per il programma nel suo complesso, no?

Il lancio e la messa in opera di Giove B terminano la fase di convalida in orbita e apre una nuova fase, che prevede il lancio di un terzo satellite, Giove-A2, e che si concluderà – stando alle previsioni attuali - nel 2010 con il lancio di 4 satelliti che consentiranno di mettere alla prova l’intero sistema di navigazione.

Se i tempi saranno rispettati, si prevede che nel 2013 l’Europa entrerà in possesso di un sistema autonomo e indipendente per la navigazione da satellite, Galileo appunto, che potrà contare su 30 satelliti in tre orbite diverse, e di una serie di stazioni di terra associate.

Nel frattempo, ESA e EC stanno mettendo a punto un accordo di collaborazione, secondo il quale, la Commissione Europea sarà responsabile della gestione generale del GNSS, cioè del Sistema Satellitare Europeo per la Navigazione Globale. L’ESA, da parte sua, sarà responsabile in qualità di capocommessa e di agente del progetto Galileo.

Lo sviluppo di Galileo e le operazioni legate al progetto preliminare EGNOS, saranno completamente finanziate dalla Commissione Europea. Nel periodo 2007-2013 è stato previsto un finanziamento di ben 3,4 miliardi di euro. E nel frattempo Europa ed USA hanno trovato un accordo per adottare uno standard comune (il MBOC) per la trasmissione del segnale di navigazione dei loro rispettivi sistemi.


EGNOS migliorerà i servizi di trasporto e il rintracciamento dei veicoli

Parliamo di questo satellite, che è stato assemblato in Italia, con Thales Alenia Spazio a fare da capordata. Quali sono le caratteristiche che lo rendono particolare?

Giove B trasporta un carico tecnologicamente fondamentale per lo sviluppo dell’intero progetto. Per esempio, è la prima navicella a portare nello spazio un orologio atomico a maser passivo di alta precisione. A bordo, naturalmente, ci sono anche tutti gli strumenti per la trasmissione a triplo canale dei segnali per la navigazione satellitare.

Il satellite è provvisto infine di strumenti scientifici per lo studio delle caratteristiche fisiche dell’ambiente nel quale si troverà ad operare. Non dimentichiamo che la quota prevista per questi satelliti è di circa 23220 km.

Tecnicamente si tratta di un’orbita definita di quota media, ma di fatto è l’orbita più alta a cui un satellite dell’ESA si trovi a lavorare, se si escludono naturalmente i satelliti geostazionari, come per esempio i Meteosat o i nuovi satelliti per telecomunicazioni che saranno lanciati nel corso dell’anno, come per esempio AlphaSat o Small GeoSat, e i quattro satelliti Cluster per lo studio del Sole.

A una quota di 23330 km, l’atmosfera è ovviamente nulla, ma l’ambiente è molto ionizzante a causa dei raggi solari di alta energia, delle particelle di vento solare e dei raggi cosmici. Non solo Giove B raccoglierà informazioni sull’ambiente spaziale, ma anche sull’effetto che le particelle ionizzanti hanno sulla struttura della navicella stessa. Si tratta di studi fondamentali per il funzionamento del sistema, ma di un notevole interesse anche dal punto di vista scientifico. Un sottoprodotto che non guasta mai.


Orologio a maser passivo a idrogeno

Spendiamo qualche parola sull’orologio atomico di alta precisione. Ci sono rischi a mandare un dispositivo del genere nello spazio?

In nessun modo. Un orologio atomico non ha niente a che fare con un dispositivo nucleare o con una sorgente radioattiva. Si tratta invece di un dispositivo che misura il tempo sfruttando le proprietà naturali degli atomi.

Non è certo una novità: la definizione del secondo si basa proprio sulle proprietà atomiche di un atomo, il cesio: un secondo è “la durata di 9 192 631 770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, da (F=4, MF=0) a (F=3, MF=0), dello stato fondamentale dell’atomo di cesio 133”.

Per esempio, nell’orologio di Giove B, un maser passivo a idrogeno sfrutta il fatto che l’atomo di idrogeno può essere stimolato a emettere una frequenza ben definita nell’intervallo delle microonde. Quando questa frequenza viene “riconosciuta” da un opportuno circuito, nuovi atomi di idrogeno sono stimolati ad emetterla.

In questo modo si genera un controllo per amplificare l’emissione stessa. In altri termini: ci costruiamo, attraverso questo meccanismo, un “pendolo” atomico con oscillazioni molto regolari, che può essere utilizzata come base di un conteggio del tempo molto preciso, con un errore di circa 10 miliardesimi di secondo in 24 ore, che corrisponde a un errore dell’ordine del secondo dopo circa 3 milioni di anni.

A bordo di Giove B ci saranno tre orologi atomici: un orologio a maser passivo a idrogeno e due orologi atomici al rubidio, di cui uno operativo e l’altro di riserva. I satelliti del sistema Galileo nel suo schieramento definitivo utilizzeranno invece due orologi a maser passivo a idrogeno, uno che segna l’ora e l’altro di riserva, più due a rubidio anch’essi uno acceso e l’altro spento. L’orologoi atomico al rubidio avrà il compito di controllare l’ora esatta fornita dall’orologio a maser passivo a idrogeno e a intervenire in caso di malfunzionamento.


Simulazione per il confronto della precisione nel rilevamento di posizione da GPS, EGNOS e Galileo

Ma perché è così importante fornire una misura del tempo esatta al miliardesimo di secondo?

È colpa di Einstein, naturalmente. Anche se non appare ovvio, Einstein è una specie di padre putativo del progetto Galileo. Da una parte il suo principio di equivalenza ci assicura che gli orologi atomici hanno lo stesso funzionamento sulla Terra e nello spazio, mentre l’invarianza della velocità della luce ci permette di usare satelliti come quelli descritti, che si muovono alla velocità di circa 3,7 km/s ovvero circa 13 mila km/h.

Quando un satellite identifica un navigatore satellitare, lo fa perché riceve un segnale elettromagnetico, cioè luminoso (non visibile). Il segnale elettromagnetico viaggia alla velocità della luce, identica in ogni sistema di riferimento. È questo che permette di capire la distanza del navigatore dal satellite: il satellite è in grado di misurare il tempo che la luce impiega per percorrere la distanza che lo separa dal navigatore.

Sapendo la velocità della luce l’informazione sul tempo (ottenuta con gli orologi) si trasforma in misura di distanza. E più è precisa la prima, più lo è anche la seconda. Considera che la luce percorre 300 milioni di metri in un secondo e dunque circa 30 centimetri in un miliardesimo di secondo. Ecco perché è indispensabile una precisione migliore di un nanosecondo: in caso contrario la declamata maggior precisione di Galileo rispetto al GPS non avrebbe nessun seguito!

Concludo ricordando che anche questo satellite è, almeno parzialmente, un nuovo successo italiano. Il satellite è stato costruito da una cordata industriale guidata da Astrium GmbH (Germania), mentre la Thales Alenia Spazio è stata subcontractor per l’assemblaggio del satellite, per l’integrazione e per i test. Per le operazioni in orbita invece, potremo contare sull’italiana Telespazio.

Credits: ESA

Bell’articolo!
complimenti!
Posso solo permettermi di fare una correzione??!

Quando un satellite identifica un navigatore satellitare, lo fa perché riceve un segnale elettromagnetico, cioè luminoso (non visibile). Il segnale elettromagnetico viaggia alla velocità della luce, identica in ogni sistema di riferimento. È questo che permette di capire la distanza del navigatore dal satellite: il satellite è in grado di misurare il tempo che la luce impiega per percorrere la distanza che lo separa dal navigatore.

Non sono mai i satelliti a sapere dove è il navigatore ma esattamente il contrario…
Il navigatore identifica il satellite ed è in grado di fare tutte le misurazioni…
I satelliti nei confronti dei ricevitori gps sono praticamente “passivi”… si limitano ad inviare i segnali, tra cui la il codice C/A (in realtà un “rumore”) che modula sulla portante L1 che contiene appunto l’orario di partenza del segnale dato dagli orologi!

Grazie della correzione eekk1071, in effetti i traduttori di ESA - o chi ha scritto l’articolo - hanno scritto una bella boiata :facepunch: :stuck_out_tongue_winking_eye:

Sito della missione:

Consegnato a Starsem:
http://www.arianespace.com/site/news/news_sub_featurestory_index.html

E’ la prima volta che mi capita di seguire “in diretta” la fase di preparazione ad un lancio di un satellite…
Poi essendo un satellite che fa parte di un progetto che mi interessa moltissimo la cosa mi prende veramente tanto.
Grazie mille per le info!!! :smiley:

Quindi la data ufficiale del lancio è il 27 Aprile?
ma lo faranno vedere da qualche parte?
[move]GRAZIE![/move]

La data di lancio è il 27 Aprile alle 00:16 ora italiana, la diretta dovrebbe essere sul sito Ariane in streaming:
http://www.videocorner.tv/index.php?langue=en