Intervista a Marco Villa, direttore di Missione SpaceX

Vi riporto questa interessante intervista apparsa su tuttoscienze di “La Stampa” del 5 ottobre, inoltre direi piu’ che interessante perche’ dai pochi indizi disponibili mi pare che la persona in questione sia frequentatore attivo di questo forum!!! :grin: :grin: :grin: :grin: :grin: :grin:

qui il link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=249&ID_articolo=649&ID_sezione=548
qui invece l’intervista:

Marco Villa, l’italiano che sarà
“Flight” per il lancio di Dragon

ROBERTO GIOVANNINI

Lo Shuttle va in museo, la Soyuz ogni tanto si blocca, la NASA appare in crisi, ma negli USA c’è un «altro spazio», quello delle società commerciali private cui l’amministrazione Obama e la NASA hanno affidato il compito di portare verso la Stazione Spaziale Internazionale materiale (prima) e astronauti (poi). Il «privato» sicuramente più avanti è SpaceX, la società fondata dall’innovativo magnate Elon Musk. L’8 dicembre scorso SpaceX è riuscita a lanciare in orbita a bordo del suo razzo vettore Falcon 9 una capsula spaziale di concezione propria, il Dragon, perfettamente recuperato in mare dopo due giri intorno alla Terra. Successo al primo tentativo in un’impresa riuscita solo a pochissime potenze statali. Il prossimo 30 novembre è previsto un nuovo lancio, con un altro obiettivo ambiziosissimo: spedire una capsula Dragon verso la Stazione Spaziale, farla attraccare e consegnare del materiale. E forse pochissimi sanno che quel giorno sulla poltrona più importante e più «calda» - quella di direttore di missione, per capirci colui che nel centro di controllo coordina tutto, ha la responsabilità di tutto e prende in tempo reale tutte le decisioni - siederà un italiano. Si chiama Marco Villa, ha 36 anni, e l’abbiamo intervistato.

D. Ingegner Villa, da dove si comincia per diventare il direttore di una missione spaziale?

R. «Sono cresciuto in Valsolda, un piccolo comune della provincia di Como sul Lago di Lugano, e ho sviluppato molto presto un interesse per qualsiasi cosa avesse a che vedere con il volo. Mentre studiavo all’Istituto Aeronautico di Como ho ottenuto la licenza di pilota privato su idrovolanti a 17 anni, e ho poi proseguito gli studi a Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano. Dopo un anno passato come istruttore di paracadutismo a Pisa, ho iniziato a lavorare alla Carlo Gavazzi Space a Milano. Anche se l’esperienza era molto bella, decisi di continuare il mio sviluppo professionale negli Stati Uniti con lo scopo di ottenere un Master in materiali compositi e strutture multifunzionali, per poi applicarli ai piccoli satelliti. La mia esperienza negli Stati Uniti andò cosi bene che decisi di continuare e ottenere un Dottorato in Ingegneria Aerospaziale, con specializzazione in disegno di satellite e management. Come parte del programma ho diretto lo sviluppo di alcuni piccoli satelliti (cubesat) fatti da studenti in collaborazione con l’industria».

D. E SpaceX? Come ci è arrivato?

R. Lavoravo in una società di satelliti, la Swales Aerospace come Lead System Engineer per alcuni satellite commerciali e governativi, e nel 2006 uno dei nostri esperimenti era montato sul secondo Falcon 1 lanciato da SpaceX. Il lancio andò bene, e nel 2007 sono stato assunto per sviluppare la squadra che che gestisce le operazioni della capsula Dragon durante le missioni. Ora che lo Shuttle è stato ritirato, NASA userà Dragon per portare cargo alla stazione spaziale internazionale (ISS), e la capsula sarà pronta a portare astronauti in pochi anni. Adesso ci stiamo preparando per l’imminente missione alla ISS, nella quale sarò direttore di missione. Il poco tempo libero lo dedico alla mia famiglia - mia moglie, un bimbo di 4 anni e una bimba di nove mesi - seguo l’allenamento per il triathlon e leggo».

D. Tutti si chiedono quale sia il segreto di SpaceX: offre lanci a prezzi molto bassi, e soprattutto è l’unico privato ad essere riuscito a lanciare una capsula in orbita e poi recuperarla in mare nel punto giusto. C’è chi dice che ad esempio un punto chiave sia la strategia di usare solo pezzi “on the shelf”, reperibili sul mercato, e un ciclo produttivo completamente integrato all’interno dello stabilimento di Hawthorne, in California. Insomma, l’opposto dell’outsourcing.

R. «È un fatto che i nostri prezzi per lancio siano i migliori al mondo; ma sono semplicemente il prodotto di buon senso ingegneristico e manageriale. La nostra filosofia è quella per cui semplicità, basso costo, e affidabilità devono andare di pari passo. Abbiamo ridotto la struttura di management in azienda, e limitato al massimo i subappalti scegliendo di produrre quasi tutto internamente. Così non solo acceleriamo i tempi e i passaggi decisionali, ma riduciamo i costi, abbiamo più controllo sulla qualità e c’è un colloquio immediato tra chi progetta e chi produce. Guardi, siamo così convinti del nostro modello da essere tra i pochi al mondo nel campo aerospaziale ad aver proposto contratti a prezzo fisso. Il che significa che se ci sono dei problemi o costi imprevisti, la differenza la paghiamo noi. E poi, abbiamo reclutato un gruppo impressionante di persone di talento. E se gli dai i mezzi giusti, le persone capaci possono fare di tutto».

D. Stavolta Dragon porterà solo materiale nell’ambito del programma NASA COTS. E gli astronauti?

R. «SpaceX è stata fondata con lo scopo di trasportare persone. In aprile, la NASA ci ha assegnato 75 milioni di dollari per sviluppare un sistema di sicurezza rivoluzionario per la capsula Dragon, garantendo sempre il salvataggio dei piloti in caso di problemi. Questo premio accelererà il nostro impegno per sviluppare la prossima generazione di razzi e capsule per il trasporto di persone. Sempre con il supporto della NASA, SpaceX sarà pronta a fare la sua prima missione “umana" nel 2014. Potremo portare astronauti della NASA o di altre agenzie, come l’ESA. Tra l’altro gli astronauti italiani Paolo Nespoli e Luca Parmitano hanno già visitato SpaceX per l’allenamento alle missioni cargo di Dragon sulla ISS».

D. E il Falcon Heavy, il vostro futuro razzo pesante? Quando sarà pronto?

R. «Falcon Heavy sarà il razzo più potente al mondo, almeno per qualche anno. Potrà portare 53 tonnellate (satelliti, veicoli, astronauti) in orbita bassa intorno alla Terra, quasi il doppio dello Shuttle o del vettore Delta IV Heavy. Il primo lancio dimostrativo del Falcon Heavy è previsto dalla base di Vandenberg, in California, dove stiamo attrezzando un rampa per la fine del 2012, mentre Il primo lancio dal nostro complesso a Cape Canaveral è pianificato per il tardo 2013 o 2014.

D. Ma sarà in grado di arrivare sulla Luna, con un equipaggio? E più in generale, non si rischierà di “battere” con il SLS della NASA appena presentato?

R. Anticipando i bisogni per il trasporto di astronauti, Falcon Heavy è anche progettato per rispettare i requisiti della NASA per i voli abitati, e fondamentalmente permetterà di lanciare missioni che fino ad ora non erano possibili. Ma non va confuso con il nuovo SLS della NASA. Quel veicolo è ideato per trasportare in orbita tra le 70 e le 130 tonnellate. SpaceX concorda con la necessità di sviluppare un razzo di quella classe, come mezzo migliore per condurremissioni interplanetarie, come ad esempio su Marte».

D. Ma c’è un mercato per una società privata come la vostra? I vostri critici ne dubitano, oppure sostengono che finirete per essere un’azienda che lavora con un solo committente, cioè il governo USA.

R. «Per ora SpaceX ha già firmato contratti per 40 missioni, un valore di più di 3 miliardi di dollari, e altri ne stanno arrivando. Siamo in attivo sin dal 2007, e abbiamo una clientela del tutto diversificata, con missioni private e governative, nazionali e internazionali. Questo include anche il contratto con Iridium, che vale 492 milioni di dollari, ed è il più grande contratto commerciale mai firmato. Secondo me questo è un momento molto promettente per le attività spaziali: nuove possibilità cominciano a diventare realtà grazie alla tecnologia disponibile, ed è difficile dire dove l’intelligenza umana e le capacità imprenditoriali a disposizione ci porteranno».

D. E l’esplorazione dello spazio ha senso? Quale deve essere l’obiettivo? La Luna, gli asteroidi, Marte?

R. «Io sono di parte, questo campo è la mia vita… ma penso che l’esplorazione spaziale umana sia una impresa fondamentale. Per ampliare le nostre conoscenze, per trovare nuovi materiali e nuove risorse. Gli esseri umani sono intrinsecamente spinti alla scoperta di ciò che è sconosciuto e ad ampliare le proprie conoscenze, e questo è vero in qualsiasi campo scientifico. Il grande vantaggio della esplorazione spaziale è che permette un viaggio senza frontiere, e quindi lo rende molto eccitante. Dove bisogna andare? Io faccio parte dei tanti che vedono Marte come un passo naturale. Un passo perfetto, una zona di sosta per fare il punto della situazione e iniziare una nuova parte del nostro viaggio».

Marco, se sei effettivamente tu a scrivere qui sul forum batti un colpo!! :slight_smile: Eta’ e nickname in dialetto coincidono con quanto trovato nell’intervista!! :grin: :grin:

Ciao!!

by Regulus

Molto interessante!

Ebbravo il nostro Vecio!!!

Tutti i miei migliori auguri, di cuore. :smile:

I miei complimenti, sia per l’intervista, sia per la bella carriera che stai intrapprendendo.

penso che clausole contrattuali possano impedire un commento, comunque complimenti per la bella esperienza

Non capisco il tuo post. Non credo esistano clausole contrattuali che vietano di scrivere in un forum pubblico, e tanto meno avrebbero senso per un’azienda privata che cerca di farsi pubblicità… è ovvio che bisogna stare attenti a non andare nei dettagli, ma non vedo cosa potrebbe impedire di postare un commento generico.

In ogni caso, tornando IT, non mi dispiacerebbe sapere qualcosa di piú sull’ambiente “operations” privato, per fare un paragone con NASA ed ESA. Chissà che anche da questo punto di vista SpaceX non abbia soluzioni innovative

Me lo stavo giusto chiedendo anche io…

Pensavo che vi fossero limitazioni oltre il generico “lavoro presso XYZ” non si potesse dire, in certe nazioni , in certi ambienti.
tutto qui

Io già mi accontenterei che incomincino a fare bene il lavoro di cargo.
L’anno prossimo al MARS abbiamo 2 esperimenti (FASES e FASTER) da portare su con SpX-3 e già ci sono un po’ di ritardi.
Dopo si potrà parlare di astronauti!

Che poi, Parmitano salira’ con la Soyuz, gia’ si sa.

Ma la Cristoforetti? Soyuz? Dragon? Orion? Una bella Pinnace Mk. 28 Condor della RMN?

Grazie per le belle parole di incoraggiamento :flushed:
…e adesso si torna al lavoro… non voglio far aspettare Buran e i suoi esperimenti… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Tu sei Marco Villa? Da questo topic non ho capito (spero di non farti violare le policy SpaceX se rispondi a questa domanda :slight_smile:

Sicuramente la Policy di SpaceX non arriva ai livelli dei MIB dove ti cambiano anche le impronte digitali… XD
Nome e cognome dovrebbero ancora essere liberamente utilizzabili da parte dell’intestatario :sunglasses:

Mica detto…
Io non posso dire che lavoro per “l’aziendachenondeveessenominata” anche se è solo un cliente…
Anche nella documentazione interna usiamo un acronimo comprensibile solo a noi per nominarla
E ci occupiamo di e-learning pensa un pò…

Ah… ovviamente anche i dipendenti dell’“aziendachenondeveesserenominata” non possono dire che lavorano per " l’aziendachenondeveesserenominata "

Ah, lavori per quelli

E’ quelli l’acronimo comprensibile solo internamente? :stuck_out_tongue_winking_eye:

“The first rule of Fight Club is: you do not talk about Fight Club”

La prima regola del Fight Maki: puoi parlare del Fight Maki.
La seconda regola del Fight Maki: DEVI parlare del Fight Maki.

Qualcuno ha un Alka Seltzer?