Isole nello spazio: una discussione interessante.

Definizione di fondamentalista religioso, fatta da un giornalista americano (cito a memoria): ‘un uomo terrorizzato dall’idea che da qualche parte possa esservi qualcuno felice’. :smiley:

Ma torniamo alle ns isole spaziali, altrimenti rischiamo davvero l’OT…

Salute e Latinum per tutti !

Confermo, a me non e’ stato richiesto di presentare la mia patente di guida per operare i rovers su Marte. :wink:

Paolo

Il libro di O’Neill è un CAPOLAVORO che purtroppo è stato scritto nel 1976… quando lo Space Shuttle sembrava poter aprire le porte dello spazio a basso costo e con voli settimanali… :disappointed: Ecco che l’idea di poter costruire immense stazioni abitate sfruttando il suolo lunare o gli asteroidi non era poi così peregrina… Certo ora (2007) pensando che torneremo sulla Luna (forse) fra altri 13 anni… è ovvio che gli scritti di O’Neill sembrino soltanto fantascienza…
Sapete benissimo il mio punto di vista sulla colonizzazione dello Spazio… è semplicemente INEVITABILE… oppure saremmo come i dinosauri… ESTINTI…
Certo magari la colonizzazione dell’Ultima Frontiera non avverrà come gli scienziati o gli scrittori avevano pensato soltanto trenta anni fa ma prima o poi accadrà perchè è questo che ci rende diversi dalle scimmie… e non è un discorso religioso… è semplicemente un discorso di evoluzione…
Quando sento dire che dobbiamo pensare a difendere il nostro pianeta mi piace pensare che la colonizzazione dello Spazio e lo sfruttamento delle risorse che si trovano là fuori è proprio per mantenere il nostro pianeta “abitabile”… Come si ferma il surriscaldamento del clima? Come si sfamano 6 (e più ) miliardi di abitanti senza distruggere l’habitat nel quale ci troviamo? Una delle risposte si trova a soltanto un’ora di automobile se le auto andassero verso l’alto… :wink:
Se invece saremmo condannati a rimanere qui vedo un futuro MOLTO difficile per la razza umana… NON IL PIANETA badate bene… ma l’uomo… il pianeta Terra infatti ha affrontato e superato centinaia di crisi climatiche… NOI NO!!
So benissimo che questi miei argomenti saranno MASSACRATI dai “terricoli adoratori dei robot” ma tant’è… :sunglasses:

Sarà una visione romantica, ma sono alquanto in sintonia con Maxi.

Salute e Latinum per tutti !

Si,sicuramente è un po’ romantica…però nn c’è nulla di malvagio in questo! A me piace molto pensare che nelle cose bisogna perseguire un certo equilibrio,in questo caso è sbagliato essere assolutamente razionali (o al contrario assolutamente romantici).Secondo me il limite fondamentale di O’Neill era di aver pensato che si potessero fare troppe cose (grandiose) in pochissimo tempo.Se vi sarà una colonizzazione dello spazio essa avverrà in modo molto lento nella fase iniziale.

Credo che, se mai ci espanderemo fuori da questo pianeta, si parla comunque di tempi davvero lunghi… Se riusciamo a sopravvivere (quanti ‘se’…) dubito si vedrà nulla di importante prima del 22° secolo.
Una considerazione…
Chi saranno i primi ‘pionieri’ ? Ovviamente parlo di grandi spostamenti di persone, di colonie in grado di ospitarne milioni e milioni.
Nel meraviglioso ‘La Luna è una severa maestra’, del grande Heinlein, osserviamo il ns satellite colonizzato dai discendenti di rifugiati, carcerati, esiliati e confinati… in modo non dissimile da quella che è stata la storia dell’Australia (anche se nel romanzo è evidente il riferimento alle colonie britanniche in America).
Anche nella saga di ‘Gundam’ i Sides vengono inizialmente popolati ‘a forza’ da una simile popolazione.
Curioso, vero ? Ma dovremmo in effetti chiederci chi, soprattutto nelle prime pionieristiche fasi, accetterebbe di trasferirsi ‘armi e bagagli’ in una ‘terra incognita’.
Ovviamente non parlo di molti di noi :wink: Ci andremmo anche a piedi…

Salute e Latinum per tutti !

Personalmente, per quanto affascinato dallo straordinario lavoro di O’Neill, sono alquanto scettico sul fatto che sia possibile costruire anche solo una dei giganteschi habitat spaziali tipo “Isola 3” (16 km di lunghezza!!!), e per vari motivi.
Il primo è senz’altro legato al costo astronomico (letteralmente) di un oggetto del genere, chi lo dovrebbe pagare? E perché? Che ritorno ci si aspetta di avere?? La risposta di O’Neill era semplicemente, e semplicisticamente basata, su quelle enormi centrali solari che da un lato dovevano servire a mandare energia a terra, dall’altro (con il surplus) si dovevano utilizzare i materiali lunari, posti in orbita circumlunare grazie agli “accelleratori di massa” per realizzare le colonia.

Questo assunto finora non ha avuto alcun riscontro.
Il secondo punto è la complessità tecnologica e costruttiva, semplicemente spaventosa, per un sistema del genere, molto aldilà della nostra attuale tecnologia. Le Colonie di O’Neill avevano dalla loro molta scienza ma pochissima ingegneria (e se lo dico io che sono un architetto…).

Inoltre uno dei motivi per cui (forse) non vedremo delle megastrutture del genere in orbita terrestre potrebbe essere nel fatto che l’Umanità abbia, o meno, in un periodo relativamente breve (1 secolo?) la possibilità di visitare ed eventualmente colonizzare altri sistemi planetari. Questa possibilità dipende, essenzialmente, da scoperte che potrebbero avvenire a breve nel campo della Fisica di base, con costi insignificanti rispetto alla costruzione di una colonia spaziale, permettendo così un accesso “rapido” alle risorse, ed agli spazi, offerti da altri sistemi solari.

In tal caso le possibilità di espansione sarebbero infinite e comunque costerebbero molto meno della realizzazione di anche solo una colonia spaziale.

Sono d’accordo con Maxi, e in parte con Archi, nel senso che per l’impossibilità di costruire strutture del genere… beh mai dire mai, c’era un esempio che girava tempo fa e rendeva bene l’idea di quello che “non” ci potremmo aspettare dal futuro, un propulsore del 747 oggi produce circa l’energia che nel 1700 producevano insieme tutti i mulini a vento della Gran Bretagna, beh cosa vi direbbe un abitante di quel periodo se voi gli diceste che per far volare qualche cosa era necessaria un’energia 4 volte quella prodotta da tutti i mulini a vento del suo paese? Probabilmente vi avrebbe riso in faccia… e non a torto… quindi mai dire mai… perchè non sappiamo cosa ci riservi il futuro…

Tu hai ragione Albyz, però in questo caso non è tanto solo una questione di tecnologie quanto di opportunità. Se l’Umanità avrà modo di spingersi oltre il Sistema Solare non ci sarà la necessità per costruire degli Habitat spaziali, dato che tutte le risorse disponibili per il programma spaziale, sia esso pubblico che privato, saranno indirizzate all’esplorazione ed alla colonizzazione dei nuovi mondi.

Viceversa, se non sarà possibile spingersi oltre il Sistema Solare allora si renderà necessario costrurire dei grossi Habitat spaziale tra la Terra e la Luna, nei cosidetti punti Lagrangiani. Più una serie di basi permanenti sulla Luna e qualche avamposto scientifico su Marte. Personalmente, ad esempio, se si verificasse questo scenario riterrei più probabile la costruizione di Habitat tipo O’Neill (magari tipo “Isola Uno” piuttosto che i mastodontici “Isola Tre”) che non una massiccia colonizzazione di Marte, la quale non mi sembra fattibile per tutta una serie di ragioni.

Marte sarà sempre oggetto di studio e curiosità umana, ma non ritengo che possa essere “colonizzato” nel senso classico del termine. Differente è il caso della Luna dove potrebbe essere possibile, in un certo futuro, avere anche delle grosse infrastrutture sulla sua (e soprattutto sotto la sua) superfice.

Certo, e sul fatto che sarà più realistico pensare ad avamposti scientifici su Marte e magari sulle lune di qualche pianeta gassoso sono completamente d’accordo con te. Anche io penso che lo scenario possa essere simile a quello che oggi è l’Antartide, e colonie stabili probabilmente potranno esserci solo se si inizierà nell’arco di secoli un processo di terraforming almeno su Marte altrimenti, proprio per la sua inospitalità sarebbe un enorme banco di ricerca per gli studiosi…

Personalmente ritengo il Terraforming un’appassionante idea fantascientifica, ma nulla di più.
Fino a quando non avremo imparato ALMENO a riparare casa nostra, ossia la Terra, reputo fortemente improbabile che si possa pensare di cambiare a nostro piacimento un qualsivoglia pianeta, foss’anche Marte (di cui in fondo sappiamo ancora meno della Terra).

Inoltre la Terraformazione, per sua natura, richiede tempi che sono incompatibili con la durata media della vita umana, e difficilmente l’Uomo si impegna in qualcosa che non potrà (ma nemmeno i suoi figli o i suoi nipoti) vedere. Questo è anche il motivo per cui non vedremo mai astronavi “generazionali”, si cercherà sempre una riposta “veloce” all’accesso ad altri sistemi solari, magari forzando i limiti della Fisica attuale, piuttosto che pensare di mandare della gente in un viaggio che durerebbe secoli.

Mi accodo … :stuck_out_tongue_winking_eye:

“Puritanism: The haunting fear that someone, somewhere, may be happy”H. L. Mencken

Paolo Amoroso

Probabilmente sarà così, ma l’idea di queste “mondi” generazionali che si spostano nello spazio mi affascina ovviamente saltando a piè pari tutti i problemi che vi possano essere per portare avanti una simile impresa. Ritengo però che se la scienza riuscirà a sviluppare e completare gli studi sulla criostasi e a renderla una pratica sicura da poter essere impiegata (Vedi 2001 odissea nello Spazio) forse queste navi generazionali e i progetti ad esse legati torneranno in auge.

Alle volte può capitare che studiando un fenomeno “alieno” si possa capire qualche cosa che nn saremmo riusciti a vedere studiando un fenomeno “terrestre”.Per esempio studiando Venere ed il suo effetto serra si può confrontarlo col nostro,magari ricavare qualche “regola fondamentale” che spieghi la generalità del fenomeno,così ipotetici studi sulla terraformazione di Marte potrebbero farci capire meglio come “riparare” il nostro pianeta.Per quanto riguarda le astronavi generazionali o quant’altro sono discorsi d’anticipazione che purtroppo si possono basare su molti se ma pochi dati ,soprattutto tecnici (quindi che riguardano il fare materialmente una cosa),ad ogni modo sono d’accordo con l’esempio fatto da Albyz.Per quanto riguarda gli umani, nella storia l’uomo si è imbarcato più di una volta in cose di cui nn era certo di vedere il risultato nell’arco di una vita soprattutto in ambito scientifico (Leonardo con gli elicotteri,paracadute etc,i molti scienziati che contribuirono alla formulazione delle leggi sull’elettromagnetismo),certo è difficile forse che uno stato si imbarchi in qualcosa la cui fine sia posta a secoli di distanza.Credo però che in base alle necessità e ai mezzi potrebbe cambiare anche la mentalità dell’uomo,di uno stato/società,guardate a quello che succede con Internet,i cambiamenti che ha portato e che porterà.

Questa possibilità dipende, essenzialmente, da scoperte che potrebbero avvenire a breve nel campo della Fisica di base

Non e la prima volta che ti sento dire una cosa del genere, non e che sai qualcosa che noi non sappiamo? :-s

Una frase di questo tipo la posso formulare pure io, basta leggersi dei testi di divulgazione scientifica.
Non lanciarti in elucubrazioni troppo ardite :wink: .

Quoto albyz e Maxi.Questo dimostra,se mai c’è ne fosse bisogno,che tra le Aspirazioni del Genere Umano,per quanto alte,e la verità materiale vi sia ancora una buona distanza(in U.A. :stuck_out_tongue_winking_eye:).
Tuttavia alimentarle,è l’unica maniera per produrre il “vero” progresso.
Per il terraforming,per quanto affascinante come idea,è semplicemente INNAPLICABILE.

Salute a Tutti
(detta alla Kruaxi) :slight_smile:

Ecco bravo… :wink:
Ahimé non ho nessuna informazione “segreta” in merito, la mia affermazione si basa da un lato sulla logica e dall’altro sulla mera speranza.

Ti stanno crescendo un paio di orecchie a punta per caso? :kissing_heart: