L'agenzia è spaziale, i costi stellari

[size=6pt]Houston, abbiamo un problema: l’agenzia spaziale[/size] [b] La sede era prevista per il 1999. Sarà pronta (forse) tra un anno. Niente appalto pubblico: i lavori furono secretati dall'ingegnere Angelo Balducci della "cricca". Il costo stimato era di 24 miliardi di lire, ora con le ultime modifiche sarà di 90 milioni di euro[/b] Doveva costare poco più di 24 miliardi di lire, secondo le previsioni della fine del ’99, e invece gli ultimi calcoli parlano di circa 90 milioni di euro. Doveva sorgere al quartiere Flaminio, riusando le strutture dell’ex Caserma Montello, e invece è stata costruita ex novo a Tor Vergata. Doveva servire per 250 dipendenti, e invece è stata faraonicamente dimensionata su 450, un valore che mai il ministero dell’Economia ha riconosciuto accettabile. Ma in cantiere ti confidano che a conti fatti ce ne staranno 100 in più. Poteva e doveva essere costruita con un pubblico appalto, e invece i lavori sono stati secretati da Angelo Balducci, l’ingegnere a capo della “cricca” delle opere pubbliche. È un altro duro colpo alle coronarie già così provate del cittadino-contribuente la storia della nuova sede dell’Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’ente pubblico (e feudo riconosciuto e conclamato degli ex An) incaricato di promuovere e sviluppare progetti nazionali e internazionali in campo aerospaziale.

Il palazzo non è ancora pronto, i lavori sono in ritardo di oltre un anno e bisognerà attendere almeno la fine del 2011, per l’ultimazione, ma già spicca maestoso, con la sua grande facciata a vetro semicircolare, davanti al cubo anonimo che ospita la facoltà di Ingegneria di Tor Vergata. A realizzare l’opera è la Sac, Società appalti e costruzioni di Claudio (padre) ed Emiliano Cerasi, quest’ultimo vicepresidente dei costruttori romani, grande collettore di opere pubbliche della capitale (dal Parco della Musica al Maxxi), considerato vicino al Pd. La Sac, poco dopo, avrebbe poi vinto anche la gara per la costruzione del nuovo teatro di Firenze, su cui si è sviluppata la ben nota indagine della magistratura fiorentina.

Invece di una normale procedura di affidamento, per la sede Asi venne imposta la segretezza (art. 33 della legge 104 del 1999) come se si stesse costruendo un’opera militare necessaria alla difesa della nazione, e non la sede di un ente di ricerca. Vero che dentro debbono essere anche custoditi alcuni documenti vincolati a segreto militare: quelli, ad esempio, del sistema civile-militare Cosmo-Skymed, con quattro satelliti in orbita polare che controllano il globo 24 ore su 24. Ma le necessità logistiche non investono certo la sede intera: si limitano a pochi locali, meno di dieci, quelli allo scopo destinati nella sistemazione attuale dell’Asi, che si articola su due distinti palazzi, a via di Villa Grazioli e a viale Liegi. È bastato però questo espediente per secretare la gara su una costruzione che sviluppa in tutto ben 130 mila metri cubi. Vennero riservatamente invitate dieci aziende, con la formula del massimo ribasso. Vittoria della Sac con un punto di vantaggio sulla Todini, nell’agosto del 2005. A siglare una convenzione con il Provveditorato del Lazio per la realizzazione della nuova sede (dalla progettazione alla stazione appaltante al collaudo) era stato l’allora presidente dell’Asi, Sergio Vetrella, oggi senatore del Pdl e assessore della nuova Giunta della Regione Campania, sempre per lo stesso partito.

Il progetto precedente e poi abbandonato, quello della Caserma Montello, era invece di Massimiliano Fuksas, vincitore di una gara europea, poi liquidato con una parcella di circa 4 miliardi di lire e con un successivo indennizzo di 550 mila euro, pur di chiudere il contenzioso. I lavori della nuova sede, invece, sarebbero dovuti costare inizialmente 43 milioni di euro, ma sono poi saliti, a forza di modifiche e integrazioni, a 89 milioni e mezzo di euro, secondo l’ultima ricognizione che comprende le opere infrastrutturali. Sembra prevista una sala convegni da 600 posti, un asilo nido con scuola materna per i dipendenti, mensa da 300 posti, una sala fitness, parcheggi interrati, un sovrappasso. Nel 2007 Vetrella se n’è andato, e al suo posto, prima come commissario poi come presidente, è subentrato Enrico Saggese, compagno di scuola di Gasparri e missino doc.

Intanto, nell’attesa che i 240 attuali dipendenti romani vadano a disperdersi in un palazzo che ne conterrebbe due volte e mezzo, sta esplodendo anche all’Asi il bubbone delle consulenze facili, dei favori agli “amici e sodali di partito” con un ispettore di finanza che da più di un mese scartabella documenti e analizza posizioni. Fra le più critiche, quella di Antonio Menè, funzionario della Camera distaccato all’Asi, come la legge prevede, per fare il segretario del Consiglio di amministrazione. Non previsto è invece che al suo lauto stipendio di 18 mila euro lordi al mese, si aggiunga un cadeau Asi di circa 65 mila euro. Una robusta indennità anche per l’avvocato dello Stato Pierluigi Di Palma, che ha pure fatto distaccare sua moglie, dal ministero delle Infrastrutture. Se i risultati dell’inchiesta non saranno secretati, come la gara per la nuova sede, ne vedremo delle belle.

da Il Fatto Quotidiano dell’ 8 gennaio 2011

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/08/houston-abbiamo-un-problema-l%E2%80%99agenzia-spaziale/85323/

Anche queste sono notizie che riguardano l’ASI… che, nonostante i successi, rimane sempre un ente italico, evidentemente. :frowning:

Esprimendomi solo dal punto di vista architettonico… a me sta nuova sede ASI piace un casino :slight_smile:

Qualche foto? :nerd:

http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=582044&page=2

:scream:

da sbavo :nerd: :ok_hand:

Quotissimo!
Allego la foto della nuova sede.


L’articolo omette completamente la presidenza Bignami… sembra si sia passati da Vetrella al commissariamento con Saggese.

Onestamente non mi piace il taglio troppo politico, troppo “di parte” di questa specie di articolo che tanto mi sa di attacco strumentale, aldilà del fatto in se e per se.

Tutte le amministrazioni pubbliche hanno i loro sprechi e le loro magagne, senza voler per questo giustificare ne gli ne le altre, ma questo articolo sputa veleno con il sottofondo del tipo “se il nostro paese non sperperasse tanti soldi con l’ASI allora potremmo fare altro, di meglio”.

Demagogia, pura e semplice demagogia, e ne ho francamente le scatole piene…

P.S. Questo è un paese in cui l’aviazione generale è stata letteralmente soppressa da qualcuno che, negli anni 80, sosteneva che fosse cosa da ricchi. Cosi’ facendo l’ha fatta diventare davvero tale. Lo stesso atteggiamento di sospetto con cui viene spesso vista la nostra Aeronautica Militare, spero che lo Spazio Italiano non abbia la stessa sorte.

caro Peppe purtroppo sono i fatti e non le chiacchiere ad essere importanti. E poi tu sai bene come funziona l’ASI… insomma sarebbe meglio dire “se il pubblico non sprecasse tanti soldi…in chiacchiere, le cose funzionerebbero meglio!”

Caro Stefano, hai ragione, entrambi conosciamo bene l’ASI.
Solo che in questo caso specifico se c’è stato dolo è compito della magistratura appurarne la natura. Viceversa un articolo di giornale cosi scritto sembra solo un attacco strumentale ad un’agenzia che gestisce tanti soldi ed ha un ruolo vitale per lo Spazio Italiano.

Ciò che leggo in quell’articolo lo vedo in prima persona in altre strutture pubbliche.
Non mi stupiscono affatto i mezzucci, le consulenze strane… non mi suonano nuove e francamente resto stupito che non se ne sia parlato prima.
E’ l’italico vizio che tutto ciò che è pubblico DEVE essere gestito in primis dalla politica trasformando gli enti pubblici in stipendifici per manager politicizzati.
Da una parte ti ritrovi ministri che per diminuire la spesa pubblica tagliano i bilanci, sperando che questo malaffare diminuisca perchè mancano i fondi per alimentarlo, dall’altra il malaffare TALGLIA L’OPERATIVITA’ per continuare a stipendificare fannulloni d’alto bordo.
Insomma, l’ASI non si salva neppure lei.
Qui non si discute sui risultati encommiabili, ma la gestione economica dell’Ente, che purtroppo per troppe persone sono la stessa cosa.
Si parla anche di un colore politico, ma con un colore diverso sarebbe stato diverso? Ne dubito.
Come sempre, una mela marcia fà marcire tutto il cesto.

Diciamo che l’ASI non è ottimizzato ad ottenere il massimo dei risultati sulla base dei fondi disponibili…
l’articolo non fa altro che descrivere questa situazione che è tipica del pubblico italiano

Passo davanti alla nuova sede dell’ASI praticamente tutti i giorni. Devo dire che è molto bella.
Ne ho parlato nel mio blog.
Da voci non ufficiali sembra che l’ASI non abbia intenzione di trasferirsi nella nuova sede (gli uffici attuali si trovano dall’altra parte di Roma) che quindi forse resterà inutilizzata.

Basta parlare con chi adesso ci lavora, in ASI :slight_smile: Passare dai Parioli a Tor Vergata e’ un po’ uno choc (anche se devo dire che la sede in costruzione e’ stupenda), e in molti (me compreso, per quel che puo’ valere) scommettono in pepensionamenti anticipati, se e quando l’Agenzia si dovesse trasferire.

Ah: segnalo che la questione e’ stata commentata -un po’ piu’ articolatamente- anche sul Blog della Di Giorgio.

M_D

Diciamo che la sede dell’ASI inutilizzata farebbe coppia con lo stadio del nuoto di Calatrava per i mondiali del 2009 che stanno ancora completando. Ma qui in zona abbiamo un altro paio di mega palazzi che sono stati abbandonati per anni, si vede che proprio non piace il posto.