Lavoro astrofisico in un'agenzia aerospaziale

Buongiorno a tutti,
sono una studentessa di Fisica e vorrei specializzarmi in astrofisica per poi lavorare in un’agenzia aerospaziale, però mi piacerebbe conoscere più dettagli rispetto alla “giornata tipo” di un astrofisico che lavora in questo settore. Mi piacerebbe proprio conoscere nel particolare i compiti di un astrofisico che lavora in un’agenzia aerospaziale, spero possiate aiutarmi!!! :slight_smile:

Benvenuta, puoi cominciare a farti un’idea da questa discussione:

Per ulteriori informazioni puoi chiedere al nostro astrofisico di fiducia @Paky.

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Grazie mille, allora in caso aspetto una sua risposta in merito, sono nuova quindi non ho ben capito come dovrei riuscire a contattarlo, grazie di cuore

Ciao @Sassa ,
eccomi qui.
Se espandi il testo che @amoroso ha messo qui sopra, c’e’ una descrizione che dovrebbe chiarirti come funziona. Se hai qualche altra domanda, chiedi pure!

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Buongiorno!
Si ho visto e sicuramente ciò chiarisce diversi miei dubbi, però mi piacerebbe sapere di più sull’analisi dati, credo che sia il fulcro di questo lavoro per cui vorrei capire se effettivamente è ciò che mi interessa fare…inoltre vorrei sapere se un astrofisico che lavora in un’agenzia aerospaziale ha la possibilità anche di partecipare ad osservazioni astronomiche ed infine cosa si intende per progettazione della missione spaziale, anche questo aspetto mi sembra molto stimolante.
Grazie per la disponibilità! :slight_smile:

Dunque, e’ una cosa molto vasta ed e’ effettivamente al centro del lavoro dell’astronomo di oggi.

Tutte le sonde, satelliti e telescopi (che siano in orbita o in cima ad una montagna) producono dati “grezzi”, che devono essere elaborati, calibrati, e ripuliti, per generare dati che possano essere usati per fare scienza.

Faccio un esempio: vogliamo determinare l’evoluzione della luminosita’ delle galassie lungo la storia dell’universo, usando il telescopio spaziale Hubble.

Il telescopio fara’ delle “foto” della regione di cielo che ci interessa e, una volta nelle mani dell’astronomo, si inizia una lunga procedura di analisi dei dati.
Innanzitutto bisognera’ ripulire le immagini dai difetti dovuti ai raggi cosmici, ai pixel difettori e cose del genere. Poi bisognera’ calibrare le immagini per trasformare il valore di ogni pixel in flusso luminoso. Poi bisognera’ calcolare la proiezione di ogni immagine sul cielo, in modo da sapere che coordinate celesti corrispondano ad ogni pixel. Poi bisognera’ sommare le immagini ottenute in diverse esposizioni della stessa regione, ed incollarle poi assieme per farne un mosaico. E questo va ripetuto per ogni filtro usato da Hubble, ottenendo un’immagine finale per ogni banda fotometrica (o colore).
Poi bisogna identificare ogni oggetto in questa immagine finale, misurarne la magnitudine (o brillanza), discriminare oggetti veri da difetti, e classificare gli oggetti a seconda che siano galassie, stelle o asteroidi.
A questo punto abbiamo un catalogo di galassie, di cui abbiamo misurato la magnitudine in ognuna banda. Ora bisogna confrontare questi risultati con dei modelli per stimarne la distanza e trovare la luminosita’ intrinseca e le altre proprieta’ intrinseche.
Tutto questo e’ l’analisi dati. Ora pero’ entra in gioco la parte di confronto con i modelli di evoluzione dell’universo e il lavoro di interpretazione, per arrivare infine alla pubblicazione dei risultati in un articolo su una rivista specializzata.
Come si puo’ vedere, e’ una procedura molto lunga e complessa, che richiede numerose competenze e persone. Inoltre tutti gli algoritmi e il software necessario non si trovano sugli scaffali di un negozio ma deve essere di solito sviluppato dal team stesso.

ovviamente si. Ma, come dicevo, gli astrofisici che lavorano in un’agenzia spaziale sono una piccola minoranza rispetto all’intera comunita’ astronomica, e non e’ necessario essere in un’agenzia spaziale per lavorare su una missione spaziale.

funziona cosi’:
Le agenzie spaziali, ogni tot anni, dicono alla comunita’ scientifica cose del tipo: “vogliamo fare 3 missioni spaziali scientifiche nel decennio 2030-2040, che cosa vi piacerebbe fare?”
Gli astronomi interessati ne discutono, si organizzano in gruppi, e ogni gruppo presenta un progetto di missione (un rover su Marte, un telescopio raggi gamma,…).
Le agenzie raccolgono le idee, selezionano le migliori, e i gruppi che le hanno presentate portano avanti la definizione del progetto, definendo che strumenti scientifici portare a bordo, quali sono gli obbiettivi, etc.
Inizia quindi una lunga procedura di definizione delle missioni, con l’agenzia che pone le condizioni (limite di costo, limite di massa, disponibilita’ delle tecnologie) e i gruppi proponenti che cercano soluzioni, con una serie successiva di review e selezioni (perche’ ovviamente solo i progetti migliori possono essere finanziati). Alla fine di questa procedura, si decide se la missione verra’ fatta o meno, e se si’, si inizia la costruzione.

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E dunque gli astrofisici che si occupano di questi ambiti, oltre che ovviamente nelle agenzie aerospaziali stesse, dove lavorano solitamente? Non so, osservatori, università…

Per farti un’idea dell’analisi dei dati in astrofisica puoi leggere questa introduzione: A Beginner’s Guide to Working with Astronomical Data.

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Grazie mille per il link :slight_smile:

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esattamente!

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Aggiungo a questa ottima discussione il racconto di Giuliano Giuffrida, data scientist, a intervistato da @zzambot per gli amici del podcast Scientificast. Giuffrida arriva dal mondo dell’analisi dati di Gaia ( :heart: ) anche se ora si occupa di… incredibili scansioni del materiale conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.

Te lo posto come esempio di analisi dati fatti su un dataset molto complesso,

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Grazie mille a tutti per la disponibilità!! :slight_smile:

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Giuliano ancora Gaieggia (aggratiss) . La parte sul Vaticano la trovate qui

ciao!

Marco

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Anche il percorso dopo la selezione fino all’integrazione dello strumento nella piattaforma del satellite è lungo e pieno di ostacoli :smile:

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