Le agenzie spaziali discutono del futuro dell'esplorazione

I dirigenti di 10 agenzie spaziali si sono incontrati a Kyoto, in Giappone, martedì 30 agosto 2011, per discutere di un piano di esplorazione spaziale coordinato a livello globale.

Durante l’anno in corso, l’International Space Exploration Coordination Group (ISECG) ha sviluppato una strategia di lungo termine per l’esplorazione umana che parta dall’attuale Stazione Spaziale Internazionale e preveda l’espansione della presenza umana nel sistema solare. L’obiettivo finale della strategia è l’esplorazione da parte dell’uomo della superficie di Marte. La strategia elaborata prende in considerazione due percorsi potenziali: “Asteroid Next” e “Moon Next”.

Ognuno dei due percorsi rappresenta uno scenario di missione distribuito su un periodo di 25 anni, descrivendo una sequenza logica di missioni robotiche ed umane. Entrambi gli approcci sono stati giudicati praticabili e capaci di raggiungere gli obiettivi di esplorazione posti dalle agenzie partecipanti, pur riconoscendo che le varie agenzie possano avere preferenze individuali verso un percorso o l’altro.

La prima iterazione del piano servirà a informare e focalizzare la pianificazione dei vari partner internazionali per quel che riguarda l’esplorazione robotica interplanetaria, lo sviluppo di tecnologie avanzate e l’utilizzo della ISS in preparazione all’esplorazione. Le varie agenzie hanno raggiunto un accordo che prevede la finalizzazione della versione iniziale del Global Exploration Roadmap, ed il suo rilascio al pubblico nelle prossime settimane.

L’ISECG è un forum di coordinamento internazionale, costituito su base volontaria e non vincolante, dove le agenzie spaziali che contribuiscono alla Global Exploration Strategy (GES) possono scambiarsi informazioni su interessi, piani e attività correlate all’esplorazione spaziale. La GES ha portato avanti una visione condivisa di future missioni robotiche e umane di esplorazione spaziale focalizzate verso destinazioni del sistema solare dove gli esseri umani potranno un giorno vivere e lavorare. Un altro obiettivo comune è incoraggiare i partners a lavorare insieme per rafforzare sia i programmi di esplorazione individuali sia gli sforzi comuni. Lo sviluppo della Global Exploration Roadmap rappresenta il secondo passo verso il raggiungimento di tale obiettivo, dopo lo sviluppo della ISECG Reference Architecture for Human Lunar Exploration, rilasciata nell’estate del 2010.

I paesi e le agenzie che hanno partecipato al meeting sono, in ordine alfabetico: Canada (CSA), Corea (KARI), Europa (ESA), Francia (CNES), Germania (DLR), Giappone (JAXA), Italia (ASI), Regno Unito (UKSA), Russia (Roscosmos) e Stati Uniti (NASA). Fanno inoltre parte dell’ISECG anche Australia (CSIRO), Cina (CNSA), India (ISRO) e Ucraina (NSAU).

Fonte: NASA

Ciao McCarpe
volevo chiederti una cosa che non ho capito: “moon next” e “asteroid next” sono alternativi o complementari? Nel senso: se scelgono l’asteroide, sulla luna ci vanno lo stesso dopo prima di andare su Marte o no? E poi, l’esperienza della ISS sarebbe comunque ripetuta dopo l 2020?

Ancora il documento non è stato ne’ finalizzato, ne’ rilasciato al pubblico, quindi ne so poco più di te. Io credo proprio che, in linea teorica, siano alternativi, quando verrà il momento di scegliere o si fa l’uno o si fa l’altro.
È anche vero che bisogna vedere quanto valore dare a queste dichiarazioni di intenti. Nulla vieta che alla fine le varie agenzie facciano un po’ come gli pare e ognuno decida di andare avante come vuole (…o come vogliono i politici).

Scusa, ma questa non l’ho capita. Che intendi? Comunque non credo si sia discusso niente relativamente ad altre stazioni spaziali, anche perché si sta parlando di esplorazione spaziale, non di laboratori orbitanti.

:smiley: :smiley: ecco, scritto così sembra una nuova offerta di Mcdonald per amanti del pesce…

Intendevo dire se dopo il deorbiting della ISS le agenzie spaziali pensano di costruirne un’altra, oppure no, oppure pensano di lasciare tutta l’orbita bassa in mano ai privati. Perdonami, ma è un punto che non mi è molto chiaro. A dire il vero non mi sembra abbiano le idee molto chiare nemmeno loro, per cui figurati io…

Innanzitutto non è detto che la stazione sia deorbitata nel 2020… gli americani spesso hanno parlato di 2028, anche se su carta non c’è ancora niente. I problemi non sarebbero di sicuro tecnici, la questione è pura politica.

Sinceramente quando leggo programmi sovranazionali così a lungo termine mi viene da sorridere. Quante legislazioni cambieranno nei prossimi dieci anni? E il mondo? Quanto cambierà il mondo? Stiamo assistendo in questi ultimi anni a un’accelerazione enorme nei cambiamenti delle relazioni tra le potenze, che potrebbero sconvolgere il mondo nei prossimi 20 anni. E come andrà a finire non lo sa nessuno, né noi né coloro che stanno lassù a muovere i fili… quindi parlare di programmi così a lungo termine per come la vedo io è pura aria fritta e non serve a nulla, a meno che non comincino a investire ora per ricerca in quella direzione. Così per lo meno anche se il mondo e le decisioni cambiano, questa ricerca è stata fatta e può essere utilizzata, qualunque sia la missione a cui va applicata…

Basta pensare a Cina e Russia di 20 anni fa e confrontarle con quelle di oggi.

Mi chiedo se lo scopo di questi “Concilii” sia tentare di ricreare all’interno delle agenzie le condizioni di motivazione e di “obiettivi” che si avevano (nella politica) durante corsa alla luna e anche nell’immediato periodo successivo.
Se così è, “they’re doing it wrong”, ma non saprei indicare modi per “doing it right” che esulino dalla politica.

Purtroppo i tempi di sviluppo oggigiorno sono non biblici, geologici ormai, e senza una strategia a lungo termine accettata e portata avanti con convinzione non si andrà mai da nessuna parte. Impossibile non essere d’accordo con voi che il guaio è che manca la volontà politica: i programmi della NASA sono sempre stati tagliati e cancellati con disinvoltura dai vari presidenti e congressi, che però si sono ben guardati dal toccare programmi lunghissimi e costosissimi come B-2, F-22 ed F-35, risparmiando sul numero di esemplari ma arrivando sempre a metterli in servizio. Un bombardiere stealth “serve”, tornare sulla luna no…

La parte divertente e’ che risparmiano sul numero di esemplari prodotti, alla fine poi il risparmio finale e’ veramente esiguo.

Per come la vedo io l’unico modo per farla giusta è, come ho scritto, di finanziare fin da ora lo sviluppo di queste missioni. In questo modo, anche se poi il mondo cambia e quelle missoni non si fanno più, per lo meno la ricerca fatta fino ad allora sarà appunto stata fatta, e i suoi risultati potranno essere applicata in altre missioni (o addirittura in altri campi)