Le palle di neve sporca inseguono Giove

SCOPERTA DELL’OSSERVATORIO KECK ALLE HAWAII: SONO ASTEROIDI CHE ASSOMIGLIANO A COMETE SI SONO FORMATI ALLA PERIFERIA DEL SISTEMA SOLARE E DOPO SONO STATI SCAGLIATI VERSO IL SOLE

15/3/2006

UNA scoperta ha fatto sorgere dubbi sulla reale natura degli oggetti che formano due grandi raggruppamenti di asteroidi, i cosiddetti «Troiani», che precedono e seguono Giove lungo la sua orbita. Un’équipe internazionale di astronomi è riuscita a determinare la densità di un asteroide doppio, (617) Patroclus, appartenente a questa popolazione. Il risultato è stato sorprendente: la densità dei due componenti del sistema binario è risultata incredibilmente bassa, 0,8 g/cm3, inferiore alla densità dell’acqua e circa un terzo quella delle rocce comuni. Per spiegare una così bassa densità i due oggetti devono essere costituiti essenzialmente da blocchi di ghiaccio d’acqua, uniti tra loro dalla reciproca attrazione gravitazionale e con un 15-20% di spazi vuoti, una struttura e una densità compatibili con quella dei nuclei cometari. In altre parole, i due «asteroidi» non sarebbero altro che enormi «palle di neve sporca», la denominazione che Fred Whipple propose negli Anni '50 per il suo modello dei nuclei delle comete. Se anche gli altri «Troiani» avessero una tale densità, ciò significherebbe che la loro natura è di tipo cometario e, quindi, non potrebbero essersi formati dove si trovano, bensì alla periferia del Sistema Solare. Da questa regione sarebbero stati strappati dalle perturbazioni dei pianeti esterni, in particolare Nettuno, e spinti nelle regioni più interne del nostro sistema. Molti di questi oggetti, avvicinandosi al Sole, si sarebbero trasformati in comete, mentre altri, catturati dal campo gravitazionale di Giove, si sarebbero disposti nei punti lagrangiani L4 ed L5 del pianeta gigante, dove la sua influenza gravitazionale si equilibra con quella del Sole, risultando così in regioni dinamicamente stabili. La scoperta è stata possibile grazie al telescopio Keck II dell’Osservatorio di Mauna Kea, alle Hawaii, equipaggiato con ottiche speciali con cui è stata determinata l’orbita attorno al baricentro dei due oggetti che formano il sistema binario. Una volta noti i parametri orbitali del sistema, applicando le leggi di Keplero, è possibile determinare la sua massa totale. Stimando infine le dimensioni dei due oggetti, tramite la misura della loro riflettività superficiale (albedo), è semplice ricavarne la densità. Per osservare Patroclus è stata impiegata la tecnica dell’ottica adattiva, che permette di eliminare buona parte del disturbo provocato dall’atmosfera. I dati raccolti, misurando le variazioni del fronte d’onda della luce proveniente da una stella brillante vicina all’oggetto osservato o da una stella artificiale prodotta in cielo con un raggio laser, vengono elaborati da un computer che invia le correzioni ad uno specchio deformabile posizionato lungo il percorso ottico. I suoi movimenti permettono di compensare le perturbazioni indotte dalla turbolenza dell’aria e ottenere immagini di altissima qualità, paragonabili a quelle riprese dallo spazio. I due «asteroidi» orbitano attorno al comune centro di massa in poco più di 4 giorni e 7 ore e distano tra loro circa 680 km. Patroclus fu scoperto nel 1906, mentre il suo compagno nel 2001; si tratta dell’unico sistema binario sinora conosciuto fra i «Troiani». Riguardo al nome del compagno di Patroclus, sarebbe stato logico battezzarlo Achilles, il suo migliore amico durante la guerra di Troia. Ma un asteroide con questo nome esiste già e così è stato proposto il nome di Menoetius, il padre di Patroclus.

da La Stampa Web