Bell’articolo su un progetto di ampio respiro.
Non una “semplice” navetta ma un sistema logistico / abitativo per attività marziane.
Ed ora brainstorming, scusate e per favore correggete le mie castronerie.
Sulla scelta di utilizzare idrogeno invece del metano (come ipotizzato da SpaceX) mi sono sempre interrogato. Ho letto che lo stoccaggio dell’idrogeno è abbastanza complesso, anche per la sua tendenza a penetrare nei materiali delle superfici di confinamento dei serbatoi, alterandone le caratteristiche fisiche.
Il modulo per portare la Orion fino a Marte fa però uso di idrogeno e ossigeno criogenici, in pratica un secondo modulo di servizio per arrivare oltre la Luna.
Per gli ammartaggi e i decolli da Marte idrogeno ed ossigeno prodotti just in time in orbita a partire dall’acqua.
Però il modulo di servizio di Orion continua ad utilizzare monossidi di azoto e metil idrazina: ok, ma tanto è vincolato ai trasferimenti della Orion dall’orbita terrestre a quella lunare.
Non notate una certa ridondanza?
Bhe certo, il modulo di servizio esiste già, usiamolo.
Per l’ammartaggio un ulteriore veicolo con ampi spazi al proprio interno, per lo stoccaggio, il laboratorio e gli alloggi dell’equipaggio. Una piccola base concentrata in un solo veicolo, da far ridecollare dopo 15gg dall’ammartaggio ed in grado di sfuggire all’usura dell’ambiente marziano, ma non da quella degli ingressi in atmosfera ed i decolli dalla superfice marziana. Siamo al terzo veicolo con propulsori non elettrici propri.
La filosofia presentata è quella di utilizzare le tecnologie consolidate che già sono a disposizione, ignorando le nuove in arrivo.
Infatti notiamo nel rendering i pannelli autodispieganti della Orbital ATK, grande potenza a fronte di uno scarso ingombro, ma ancora moduli metallici che ignorano completamente i progressi fatti dagli espandibili della Bigelow, e quindi maggiori costi di lancio.
Ma veniamo al mio maggiore dubbio. Il costo di questo enorme progetto.
Il sistema farebbe uso di una flotta di veicoli riutilizzabile destinata a risiedere permanentemente nello spazio: ottimo.
Il lancio di tutto questo sistema ritengo sia concepito basandosi su SLS e vettori ULA non riutilizzabili e dagli enormi costi: in particolare SLS mi pare sia considerato così costoso da non prevederne più di due lanci l’anno.
Il lancio di una Orion è eseguibile solo da SLS, mi pare.
Quanti lanci allora:
Nodo centrale + 2 laboratori con serbatoi + 2 moduli alloggio + propulsori elettrici. = 5?
Trasporti per marte: 2 unità propulsive + 2 Orion = 4?
Moduli di atterraggio: 2 veicoli + 2 trasporti/fabbriche di combustibile = 4? Ma probabilmente molto in là da venire.
Quanti lanci con SLS? Almeno 2 Orion con relativo modulo di servizio.
I moduli di atterraggio appaiono giganteschi, dubito che possano essere contenuti nel fairing di una SLS. Dunque sarà previsto un nuovo lanciatore, speriamo riutilizzabile, non citato dal progetto. Siamo nel campo dell’aleatorietà di Musk.
Tutti questi lanci con lanciatori costosi e non riutilizzabili.
La mia impressione è che prendere le tecnologie adesso disponibili e partire non sia una strategia molto rispettosa dei soldi del contribuente.
Il rischio è di trovarci con oggetti inutili come rischia di diventare il modulo di servizio in questo progetto, relegato al trasporto della capsula di Orion fino alla Luna, o SLS tra qualche anno. Spero di sbagliarmi.
Il modulo di servizio è previsto che bruci al rientro in atmosfera terrestre, se non erro. La capsula Orion è riutilizzabile?
La trovo un’architettura di missione meno “yankee” rispetto a quella di Musk, più coi piedi per terra forse.
Trovo troppo ottimista che questo progetta veda la luce entro il 2030 ,oltre tutto se il congresso non aumenta drasticamente il budget della NASA tutto queste rimarranno solo fantasie ne più ne meno…
In realtà salvo le Orion e i MADV per cui sono eplicitamente previsti gli SLS, per gli altri moduli non ho trovato indicazione dei lanciatori. Probabilmente si suppone che (sia i lanci che i moduli) potrebbero essere contributi di altri partner commerciali o internazionali
Su questo punto c’è una risposta precisa. I MADV partiranno senza fairing in groppa ad un SLS 1B
Eccone un immagine (c) 2017 Lockheed Martin - All right reserved
Ok.
Ho rispolverato questo articolo:
Parla del progetto ORION: 40B$ spesi per lo sviluppo, e 3.6B$ a lancio.
Il seguente articolo stima 1B$ il costo di un lancio del vettore SLS.
“And this is where the SLS fails. By the mid-2020s, NASA only expects to launch its upcoming vehicle once a year — maybe twice at best. And each launch is expected to cost about $1 billion, according to NASA’s Bill Gerstenmaier. Compare that to the other heavy-lift rockets that are expected to be available by the end of the decade. SpaceX’s Falcon Heavy will be able to carry more than 100,000 pounds to lower Earth orbit. That’s about half of the capability of SLS, but SpaceX says the price tag per flight will start at only $90 million. It’s possible that the price may increase somewhat depending on each mission, but if the vehicle does just three flights a year, it can get more into space than the SLS for a fraction of the cost. Meanwhile, Blue Origin’s New Glenn and a heavy-lift version of ULA’s Vulcan are expected to lift about the same. ULA and Blue Origin haven’t said what it will cost to launch these vehicles. But even if the rockets each cost $500 million to launch and take off at least twice a year, they have already matched the SLS for a similar or lower cost.”
Sembra che ormai NASA prenda sempre più in considerazione l’idea di usare lanciatori privati e limitare l’uso di SLS allo stretto necessario, ovvero il minimo indispensabile a non cancellare il programma ORION/SLS su cui ha già investito più di 40B$.
Sembra inoltre e giustamente molto orientata a valorizzare i moduli Bigelow.
Su questo punto c'è una risposta precisa. I MADV partiranno senza fairing in groppa ad un SLS 1B
scusami ma se il MADV pesa 100 tonnellate serve SLS block 2 il block 1 non può alzare più di 70 tonnellate in LEO.
@Peter Pan con questo budget il programma SLS lo completano tra 20 anni basti pensare che hanno speso in 7 anni 7 miliardi per un programma che dovrebbe costare 35 miliardi circa e non sanno bene come usare il block 2 e block 3…
100 tonnellate quando è carico di propellenti, immagino che verrà lanciato scarico.
E’ interessante il concetto di modularità della stazione orbitante marziana, che è in linea con quello che penso io sull’esplorazione spaziale.
Non sono il Maestro dell’esplorazione spaziale, ben inteso, ma penso che la modularità possa essere una chiave importante.
Per il resto, a parte che sono contrario a questo spasmodico bisogno di sbarcare su Marte, credo che la romantica Luna vedrà un nuovo progetto atterrare trai suoi crateri e perdersi insieme a tutti gli altri progetti dimenticati.
Se ci sarà la volontà politica e quindi il finanziamento di questi progetti (magari mettendoci anche una cooperazione internazionale come sulla ISS) una base in orbita lunare negli anni 20 e una base sulla superficie negli anni 30 non è fantascienza ,anche perchè la ISS dovrebbe essere messa in “pensione” nel 2028.
Sembra che la modularità sia una strada obbligata per ogni progetto marziano, in quanto non esiste lanciatore che possa lanciare in LEO in una sola volta tutto l’hardware necessario ad una missione umana su Marte.
Di fatto Musk propone “solo” un veicolo di trasporto multiruolo. Cosa portare su Marte non lo riguarda, “pompe di benzina” a parte, al momento.
Riguardo a quanto da me asserito sui costi di un lancio ORION, preciso che Hill riportava 2B$ l’anno per costi di produzione ed operativi, per un volo ogni 2-3 anni, dunque 4-6B$ per volo. I voli previsti erano 2018, 2020 e nessuno per i successivi sette anni. Ora dal nuovo articolo sul nostro portale apprendiamo che il volo inaugurale sarà forse spostato al 2020.
Questi costi tengono conto di una componente fissa, per la conduzione delle attività a terra, e potrebbero essere ridotti aumentando il numero di lanci: un’ipotesi gradevole per Lockheed Martin che è uno dei contractor fornitori del progetto.
L’articolo riporta che NASA aveva 3.7B$ in bilancio nel 2016 alla voce “exploration systems development”.
Adesso tutto cambia con la visione lunare della nuova amministrazione.
Ma è auspicabile?
La riduzione dei costi dei lanci e le caratteristiche dei moduli Bigelow, la riduzione di volume e peso dei pannelli, fanno pensare che la sostituzione dei moduli obsoleti verrebbe a costare una frazione del costo originale della ISS.
Molti esperimenti in bassa gravità necessitano di rapidi ritorni a terra, e forse molte aziende non sarebbero in grado di affrontare i costi di una sperimentazione in orbita lunare. Forse andrebbe alleggerita la struttura operativa a terra.
Anche dopo questo ci sarebbero soldi in bilancio per 2 stazioni? Quasi sicuramente no.
Ci potrebbe essere la convenienza economica nel farla realizzare e gestire da privati? Con il contributo delle agenzie?
@Peter Pan attualmente la stazione (“per contratto”) verrà sostenuta fino al 2024 anche se molti ritengono che verrà sicuramente estesa la sua vita fino al 2028 per allora si presume che la deep space gateway o stazione lunare dovrebbe essere operativa e dato che la NASA insieme ai suoi partner russi ed europei(oltre ad altri probabilmente) non saranno in grado di sostenere economicamente due stazioni contemporaneamente oltre che tutto il discorso logistico ,poi se veramente si vuole puntare alla Luna e a Marte mi sembra illogico continuare a pensare solo al orbita terrestre bassa poi sei privati riescono a fare stazioni spaziali in quella zona ben venga anche se i privati si vorrebbero proiettare fuori dal quella zona tra chi preferisca la Luna(blue origin ,ULA e Bigelow) e chi Marte (space x e Lockheed Martin) volendo semplificare.Certo se la NASA rinuncia ad espandersi fuori dal orbita terrestre bassa il discorso cambia e quindi potremmo parlare di un ulteriore estensione di vita della ISS e di una ISS 2.0(ricordiamoci che il primo modulo della ISS fu lanciato nel 1998 quindi nel 2028 avrebbe 30 anni)ma quello è un altro discorso come dicevo prima.
Bel piano.
Ma di bei piani proposti dalle aziende aereospaziali alla NASA sono pieni i blog storici sull’esplorazione spaziale.
Che la NASA lo faccia propio e che il Congresso stanzi i fondi necessari è estremamente improbabile.
Poi,per carità,bel piano.
Ma è il congresso quello fissato con Marte e che stanzia i fondi non certo le aziende aerospaziali.
Il fatto di restare in orbita intorno a Marte agli inizi e di scendere sulla superficie occasionalmente, non comporterebbe una troppo prolungata esposizione all’assenza di peso?Forse avrebbero dovuto implementare il progetto con una struttura girevole, non per forza cose esagerate stile “The Martian”, sia chiaro.
Si, per Marte problemi irrisolti a non finire …
Ma non sottovalutiamo l’influenza della politica e delle lobbies.
Il problema della gravita insieme a quello delle radiazioni e fra i tanti problemi ancora irrisolti che bisogna affrontare prima di mandare degli esseri umani sul pianeta rosso, l’idea di una ruota per generare la gravità artificiale non è fantascienza ovviamente non di quella grandezza mi viene in mente un vecchio concept della NASA
https://www.youtube.com/embed/04HyXw-kcC0
https://www.youtube.com/embed/hObbL4DCesI
Si ritorna sempre sui soliti argomenti: la volontà politica deve solo vettorare le risorse economiche pubbliche alle imprese finanziatrici (dei partiti, almeno così è a casa nostra). l’opinione pubblica alle spalle dei partiti è di due tipi:
1) si beve tutte le fesserie della propaganda;
2) guida i partiti con i suoi secondo me, meglio noto come populismo.
C’è anche una terza via, che è la possibilità di fondere assieme i primi due tipi. Io non vedo tutta questa voglia di colonizzare Marte nell’opinione pubblica. Come ho detto altrove, lasciando all’opinione pubblica si rischia di chiudere baracca e burattini.
Chi come me spingerebbe per la colonizzazione dello spazio, nel dovuto modo, passa per ingenuo romantico con la testa tra le nuvole ed i piedi in M31.
Per ora chi fa la voce grossa sono meno di un pugno di magnati, ma non vedo folle oceaniche a loro sostegno.
Quanto alle ruote, da quella della bicicletta di von Braun ai cilindri di O’Neil, sono bei progetti, ma sono tecnicamente out, al momento, se ne è parlato diffusamente in un altro post. Certo, se nessuno ci sbatte la testa sopra, previo congruo finanziamento, il problema resterà insoluto. Il punto è trovare un finanziatore.