Lost cosmonauts - parte II

Ho una proposta da fare.Lorlandi,se ti va, potresti aprire nella sezione dedicata all’Astronautica sovietica un Thread sui “lost cosmonaut”,dove inserire i risultati delle tue ricerche ed il materiale in tuo possesso.A fare da contraltare potrebbe esserci un commento del nostro amministratore.Saranno poi i lettori del forum a trarre eventuali conclusioni.Nessuna contrapposizione,nè alcuna polemica,solo una semplice esposizione dei fatti e dei dati a disposizione.

L'articolo sopraelencato, come avrete capito, non è interessante per come è intitolato ma per il suo contenuto "finale". Lo riporto nella sua interezza: "Di rincalzo, il columnist americano Drew Pearson ha indicato in SEI gli astronauti russi perduti nel cosmo." Ma già immagino la risposta: .

Il 24 ottobre 1960, vi fu un grandissimo incidente su un monte di lancio di razzi R-16, durante il quale persero la vita oltre 100 persone. L’esplosione fu immane, ed uccise anche alcuni personaggi chiave del programma di sviluppo di razzi sovietici (l’R-16 era un ICBM concorrente dell’R-7 di Korolev) tra cui addirittura il Maresciallo Mitrofan Nedelin, comandante delle Forze Missilistiche Strategiche dell’Unione Sovietica.

Questo è certamente l’incidente ripreso dal tuo articolo, che come tutti i pezzi comparsi sui mass media risalenti agli anni della guerra fredda, sono intrisi di mezze verità e di incidenti “addomesticati”.
La morte di Nedelin fu addirittura attribuita “ufficialmente” ad un incidente aereo.

Alcune pagine per approfondire:

Quindi la tua fonte è troppo vecchia per essere attendibile. Devi indagare con e su materiale più recente, rilasciato dopo l’apertura di molti archivi ex segretissimi.
In particolare, torno a consigliarti l’acquisto e la lettura attenta del volume di Siddiqui, di cui ho già detto in altri posts.

Sennò, e lo dico anche in relazione alla proposta di Carmelo, stiamo qui a parlare di aria fritta.

Salve a tutti.
Non desidero parlare molto su questo argomento perchè anche io non credo molto a questi “fantomatici” eroi Russi morti prima di Yuri.
Ma, dato che come sapete mi occupo anche di ufologia, posso dirvi che su molti siti ufologi si parla spesso di astronauti perduti, morti o dispersi.
Vi posto questo articolo tratto dal sito “Non solo UFO” e ripreso da Edicola Web http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/luna_ret.htm tanto per farvi un’idea di quello che intendo.
A voi giudicare… :?

"Prima di iniziare questo importante capitolo, è bene ricordare un fatto clamoroso accaduto durante la Conferenza di Ginevra del 1955.
La seduta tra i “quattro grandi” fu dedicata, con sofisticata diplomazia, al problema: “oggetto volante non identificato”.
Naturalmente, fu una riunione ultra segreta che diede l’avvio alla reazione terrestre, la quale iniziò appunto con un programma congiunto tra USA e URSS, capace di scoprire le origini del misterioso oggetto che circumnavigava la Terra e contrastarne le eventuali azioni o almeno si cercò di farlo.
Il fatto clamoroso di questa conferenza al vertice fu che tutti gli incartamenti furono bruciati il 18 Luglio 1955. Di conseguenza, fu pure deciso di non dare notizia alcuna all’opinione pubblica, nei rispettivi paesi, della presenza degli intrusi.
L’inizio della corsa verso lo spazio mostrò poi che tutti i missili, le sonde, le capsule spaziali erano costantemente seguite e quindi sorvegliate da oggetti pilotati da personaggi molto intelligenti e soprattutto a livello etico-morale dimostravano un’imparzialità quasi matematica, cioè una giustizia che lasciava quasi sempre esterrefatti i terrestri.
La storia del resto ci dimostra che la civiltà extraterrestre non ha mai parteggiato né per l’est né per l’ovest, come pure per il nord o per il sud.
I sovietici, galvanizzati dall’enorme successo politico raggiunto con il lancio degli Sputnik I e II, cercarono di accelerare i tempi per la conquista della Luna.
A questo punto le notizie ufficiali hanno taciuto, ma ci sono documentazioni e testimonianze che asseriscono come il programma spaziale sovietico si fosse sviluppato in gran segreto, tanto è vero che solo a volo compiuto la TASS dava l’annuncio ufficiale.
Non tutto, come vedremo, andò per il verso giusto. Furono captate da vari radioamatori misteriose voci d’astronauti russi, piene d’angoscia e di lamenti, che sono la testimonianza di tragedie cosmiche.
Il primo cosmonauta della serie, deceduto in volo suborbitale il 1 Novembre del 1957, probabilmente è stato Aleksei Ledovskiy, lanciato nello spazio a bordo di un missile R-5A. Infatti, Korolev decise di sperimentare un volo suborbitale, tramite il missile intercontinentale R5 modificato, con un uomo a bordo.
La decisione definitiva però risultò quella di fare un volo orbitale diretto, con un uomo a bordo della navicella “Vostok”. Purtroppo il carico utile per questi voli era assai limitato, tanto che il missile non riuscì a portare il passeggero nello spazio e non ci fu speranza alcuna per l’ignaro cosmonauta.
Il successivo decesso fu registrato l’1 Febbraio 1958. Il nome del cosmonauta era Serenti Shiborin ed anche lui morì durante un volo suborbitale. In occidente la notizia fu divulgata dal pioniere dell’astronautica tedesca Hermann Oberth nel 1959, aggiungendo che il volo era partito da Kapustin Yar.
Il terzo cosmonauta sovietico, perito l’1 Gennaio 1959 sempre durante un volo suborbitale, è stato Andrei Mitkov. Si è saputo inoltre che una donna, Mirya Gromova, abbia perso la vita durante un lancio sperimentale dell’aereo-razzo “Burya”, lanciato sempre dal cosmodromo di Kapustin Yar nel 1959
Successivamente c’è stata la controversa sorte del colonnello Piotr Dolgov, che si ritiene sia deceduto l’11 Ottobre 1960 durante un volo orbitale, mentre per altri testimoni la sua morte risale all’1 Novembre 1962 durante la sperimentazione della capsula che doveva essere espulsa dalla navicella Vostok.
È stato detto pure che il cosmonauta ebbe un’esitazione durante la manovra di rientro che causò la rottura dell’elmetto, permettendo la fatale depressurizzazione della tuta che lo portò alla morte, essendo partito da un’altezza di 28.650 metri.
Prima di questo fatto c’è stata la scomparsa di un altro cosmonauta, conosciuto col nome di Alexis Graciov che sarebbe avvenuta il 28 Novembre 1960. La storia si è potuta conoscere solo perché i fratelli italiani Judica-Cordiglia, radioamatori di Torino, hanno captato un segnale radio criptato che ripeteva: “SOS - SOS - SOS al mondo intero”. Costoro conclusero che il segnale provenisse da un cosmonauta mentre circumnavigava la Luna.
Tale storia seguiva un altro enigma, tuttora irrisolto, il cui protagonista è stato Ivan Kachur, dato per morto in un volo orbitale il 27 Settembre 1960. Nell’anno successivo, esattamente il 15 Maggio 1960, si ebbe la presunta scomparsa del cosmonauta V. Zavadovskiy, il quale molto probabilmente iniziò la serie di lanci orbitali intorno alla Terra.
Dopo questi drammatici eventi per la cosmonautica sovietica, avvenuti nel 1960, furono ripresi i lanci di missili con uomini a bordo già nei primi mesi del 1961. Molti di questi casi rimangono tuttora un mistero, specificando che le notizie disponibili non sono molte e che parecchi testimoni viventi non hanno cambiato modo di interpretare la vita rispetto a quella vissuta sotto il totalitarismo politico sovietico.
Resta il sospetto che il 1961 sia stato un anno cardine per la cosmonautica sovietica, sia per la parte positiva ma soprattutto per la parte negativa, anno in cui si è evidenziato il pegno pagato per il cinismo politico.
Iniziamo col descrivere il lancio del 2 Febbraio 1961: un cosmonauta fu segretamente lanciato nello spazio ed il suo nome era Gennady Mikhailov. Già nella prima parte di questa missione qualche cosa non funzionò: il pilota perse i sensi e, impossibilitato a rientrare sul nostro pianeta prima dell’inizio della seconda orbita, fu costretto a rimanere nello spazio fino alla diciassettesima, onde evitare un suo rientro in terra straniera.
La missione si concluse perciò con la morte nello spazio del cosmonauta, avvenuta il 4 Febbraio 1961. Le sofferenze di quest’uomo e i lamenti furono nitidamente registrate da molti radioamatori.
Il 7 aprile 1961 fu compiuto un successivo tentativo di mandare il primo uomo nello spazio e la sorte toccò al figlio del famoso costruttore d’aerei Vladimir Ilyushin.
Costui era uno fra i migliori piloti collaudatori dell’URSS, tanto è vero che nel 1959 conquistò il record mondiale d’altezza quando, con un aereo da caccia “Sukhoi-9”, raggiunse la quota di 30.000 metri nella nostra atmosfera.
In un primo tempo Ilyushin non faceva parte del gruppo dei cosmonauti, ma poi gli fu permesso di inserirsi probabilmente grazie all’intervento di suo padre. Nel programma di addestramento intensivo mostrò ben presto il suo straordinario talento anche come cosmonauta, tanto che fu inserito nella missione seguente a quella fallita del 2 Febbraio ’61.
I tecnici erano convinti di aver risolto tutti i problemi comparsi nel volo precedente, ma anche in quell’occasione la capsula “Rossyia” non funzionò come previsto. Prima del completamento della propria orbita, s’interruppero le comunicazioni radio con il controllo a terra. Il cosmonauta perse conoscenza e c’erano le premesse che si ripetesse la stessa situazione del volo precedente. Considerata l’importanza del pilota, fu deciso di tentare un atterraggio di fortuna durante la terza orbita. La capsula cadde proprio in territorio cinese. La normale procedura di rientro prevedeva l’eiezione del pilota dalla capsula ad un’altezza di 6.000 metri ed egli doveva atterrare autonomamente col proprio paracadute.
Ilyushin, essendo privo di sensi, non fu più in grado d’eiettarsi e perciò precipitò al suolo rimanendo all’interno della capsula. Riportò seri danni fisici, giacché rimase gravemente ferito, ma uscì vivo.
Le autorità cinesi lo trattennero in ospedale per un anno come “ospite di riguardo”, considerando che tra il Cina e l’URSS in quel momento non c’erano sicuramente buoni rapporti.
Soltanto il giorno successivo al fallimento della missione Ilyushin, fu presa la decisione di lanciare un pilota di riserva: Yuri Gagarin.
Sembra che neppure il Premier N. Kruscev fosse stato avvertito di questa decisione. Anche il volo di Gagarin rischiò di finire in tragedia: al momento del rientro la capsula di discesa non riusciva a staccarsi dal modulo di servizio. Dopo diversi tentativi inutili, il modulo riuscì a separarsi senza un motivo logico. Tale operazione comportò un ritardo di circa dieci minuti nella procedura di rientro e Gagarin dovette atterrare in una remota area, assai lontana dal punto previsto per l’atterraggio.
Nonostante tutto, il volo di Gagarin alimentò talmente l’orgoglio dei dirigenti della cosmonautica sovietica, che furono spinti a dare un’ulteriore dimostrazione della loro superiorità tecnologica.
Decisero quindi di mandare nello spazio la prima donna cosmonauta della storia ed il lancio ebbe luogo il 16 Maggio 1961. Un avvenimento che risultò un altro mistero, anche perché non sì conosce il suo nome se non quello presunto di Ludmila. Pure lei fa parte perciò della schiera dei cosmonauti fantasmi. Stando alle deduzioni e dichiarazioni dei fratelli Judica-Cordiglia, furono captate trasmissioni radio provenienti da un veicolo spaziale che iniziarono il 16 Maggio e terminarono il 23 Maggio del 1961.
Tra le altre cose, la donna dichiarò molto preoccupata l’incremento di temperatura della sua capsula dovuto all’attrito con l’atmosfera durante il rientro. Si può pensare che la prima cosmonauta fosse stata lanciata nello spazio il 16 Maggio con direzione Luna e che, dopo il viaggio circumlunare, la capsula avesse imboccato un angolo sbagliato nel suo rientro, il cui effetto avesse portato alla morte la sventurata. Può essere successo che la protezione ignifuga della capsula si fosse danneggiata già alla partenza, ma restano tutte supposizioni.
Un fatto ancora più grave si è verificato nel Maggio del 1962 quando, probabilmente, furono lanciate nello spazio due capsule con tre cosmonauti, due uomini e una donna, che perirono in volo il 15 Maggio. Tra di loro c’era Alexis Belokonyov, ma non lo sappiamo con certezza.
Furono registrate pure in questo caso le varie comunicazioni, alcune delle quali dicevano:

* Uomo: Ho capito, capito, capito... abbiamo già fatto questo! ...Pronto...? Tentate almeno! Non è possibile perdere la rotta! Il punto è esatto e chiaro, confermate!
* Donna: ...Sarò capace di tenere la destra. Lo ritengo necessario. Mantieni la stessa posizione.
* Uomo: Siamo in difficoltà. Mentre noi studiamo il programma, voi andrete... Già, tanto questo il mondo non lo saprà! C’è qualcosa... pronto... cambiamo la posizione. Tu saprai ciò che si deve fare... Andiamo con calma. Che cosa... Che cosa!
* Donna: Guardo l’oblò, proprio nel cielo... troppo scuro... non c’è visibilità...

Dal dialogo si può ipotizzare che in quell’occasione siano state mandate nello spazio due capsule, probabilmente una contenente due cosmonauti e sull’altra solo uno, che avrebbero dovuto raggiungere lo stesso obiettivo. È stato ipotizzato inoltre che uno di questi cosmonauti sia stato sempre Alexis Belokonyov e l’altro Gennady Mikhailov, con un donna di cui non si conosce nemmeno il nome.
Ho voluto riportare queste storie presunte per il semplice motivo che non si deve assolutamente dimenticare il sacrificio di molti uomini che vollero compiere il loro dovere animati semplicemente da un alto ideale. Il tragico esito delle loro missioni è stato sistematicamente occultato e nascosto nel nome dell’orgoglio comunista.
Pure da parte americana ci sono stati decessi di un certo numero di cosmonauti, ma almeno in questo caso si conoscono i loro nomi e il loro sacrificio non è stato dimenticato.
Come mai i sovietici si sono comportati in questa maniera?"

Salve a tutti. Non desidero parlare molto su questo argomento perchè anche io non credo molto a questi "fantomatici" eroi Russi morti prima di Yuri. Ma, dato che come sapete mi occupo anche di ufologia, posso dirvi che su molti siti ufologi si parla spesso di astronauti perduti, morti o dispersi. Vi posto questo articolo tratto dal sito "Non solo UFO" e ripreso da Edicola Web http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/luna_ret.htm tanto per farvi un'idea di quello che intendo. A voi giudicare.... :? ......

Ciao Lady,
si tratta della solita solfa con i soliti nomi ed i soliti episodi che ormai sopravvivono nel contesto delle leggende metropolitane.
Dei fatti, dei nomi, delle circostanze citate nell’articolo non esiste prova alcuna, nè se ne sono trovate nei documenti ora accessibili sul programma spaziale sovietico, e che sono alla base del monumentale lavoro di Asif A. Siddiqui già citato in altri threads.

Decisamente fantapolitica e fantascienza… :smiley:

Il 24 ottobre 1960, vi fu un grandissimo incidente su un monte di lancio di razzi R-16, durante il quale persero la vita oltre 100 persone. L'esplosione fu immane, ed uccise anche alcuni personaggi chiave del programma di sviluppo di razzi sovietici (l'R-16 era un ICBM concorrente dell'R-7 di Korolev) tra cui addirittura il Maresciallo Mitrofan Nedelin, comandante delle Forze Missilistiche Strategiche dell'Unione Sovietica.

…E meno male che avevo scritto:
<L’articolo sopraelencato, come avrete capito, non è interessante per come è intitolato ma per il suo contenuto “finale”.
Lo riporto nella sua interezza: “Di rincalzo, il columnist americano Drew Pearson ha indicato in SEI gli astronauti russi perduti nel cosmo.”

…E tu mi descrivi il conosciutissimo “disastro di Nedelin” ??
Io avevo dato importanza al contenuto finale dell’articolo, cioè:

“Di rincalzo, il columnist americano Drew Pearson ha indicato in SEI gli astronauti russi perduti nel cosmo.”

Non al “disastro di Nedelin”.

L’avevo preannunciato, ricordi ??

“Ma già immagino la risposta: ”

Invece, ora mi rispondi : <la fonte è troppo vecchia>…

...E meno male che avevo scritto: <L'articolo sopraelencato, come avrete capito, non è interessante per come è intitolato ma per il suo contenuto "finale". Lo riporto nella sua interezza: "Di rincalzo, il columnist americano Drew Pearson ha indicato in SEI gli astronauti russi perduti nel cosmo." ... Invece, ora mi rispondi : ...

Luigi,
a costo di risultarti noioso ribadisco che:

a) le verità storiche vanno confutate con documenti che indichino fatti, nomi, circostanze. Hai a disposizione solo riviste anni '60? E io che ci posso fare se il loro valore storico è pressochè nullo, in riferimento al programma spaziale sovietico? Ti ricordo che contrariamente a quello USA (praticamente sempre in diretta TV) l’atteggiamento della potenza sovietica è sempre stato quello di manipolare ogni evento e ogni notizia, comprese quelle dei successi, avvolgendo il tutto in una mistica nebbia di segretezza.

b) Come ti ho già chiesto una volta (una delle tante tante domande rimaste senza risposta) come è mai possibile che ti bastino 4 righe di vecchie riviste per cadere nel mito, e le numerosissime obiezioni e link a materiale storico recente ed attendibile non ti scalfiscono neppure?

Al di fuori di questi due presupposti, si sta parlando di aria fritta. Mi chiedo dove vuoi arrivare esattamente con questa continua insistenza…

Ciao Lady, si tratta della solita solfa con i soliti nomi ed i soliti episodi che ormai sopravvivono nel contesto delle leggende metropolitane. Dei fatti, dei nomi, delle circostanze citate nell'articolo non esiste prova alcuna, nè se ne sono trovate nei documenti ora accessibili sul programma spaziale sovietico, e che sono alla base del monumentale lavoro di Asif A. Siddiqui già citato in altri threads.

Decisamente fantapolitica e fantascienza… :smiley:

Penso proprio che tu abbia ragione!
Infatti è proprio per questo che nel mio sito non ho mai inserito alcun articolo riguardante questa storia: penso anche io che queste siano “fantascienza”! :smiley:
Molto “guerra fredda” quanto tutti sparlavano di tutti e di tutto…

Al di fuori di questi due presupposti, si sta parlando di aria fritta. Mi chiedo dove vuoi arrivare esattamente con questa continua insistenza...

…Dove voglio arrivare, mi chiedi ??
Questo signore che vedi in questa foto allegata ha impiegato UNA VITA a ricevere segnali provenienti dallo spazio.
Ha captato e registrato il famoso proveniente da “qualche essere umano” che transitava sopra le teste dei nostri genitori nel 1961, esattamente come fecero i fratelli JC ed il prof.Heinz Kaminski del centro spaziale di Bochum, in Germania.
Ma, a differenza di loro, lui non ha ottenuto la fama che giustamente merita per il suo incredibile lavoro compiuto.
Io sono qui per rendere noto a tutti il magnifico operato del mio amico radioamatore rimasto purtroppo in ombra per troppi anni.


Indagatore.jpg

[quote=“marcozambi”] a costo di risultarti noioso

…Ma quale noioso, per me è un piacere poter dialogare con te.
Un gruppo di discussione si definisce così appunto perchè è un gruppo formato da persone che discutono, giusto o no ??

[quote=“marcozambi”] ribadisco che:

a) le verità storiche vanno confutate con documenti che indichino fatti, nomi, circostanze. Hai a disposizione solo riviste anni '60?

…E ti sembra poco ?!?
…“Hai a disposizione SOLO riviste anni '60?”…Sai benissimo QUANTO sono rare le riviste aerospaziali anni '60 ed io posso essere definito come uno dei pochi ad avere la fortuna di possederle.
E poi, dove dovrei se non nelle riviste, nei libri e nelle pubblicazioni di quell’epoca ??

b) Come ti ho già chiesto una volta (una delle tante tante domande rimaste senza risposta) come è mai possibile che ti bastino 4 righe di vecchie riviste per cadere nel mito, e le numerosissime obiezioni e link a materiale storico recente ed attendibile non ti scalfiscono neppure?

Ti parlo sinceramente, Marco… quindi presta la massima attenzione a ciò che ti scrivo.
Io ho ascoltato con le mie orecchie ciò che il mio amico radioamatore ha captato con il suo apparato radioricevente.
Sarà perchè probabilmente sono troppo sensibile caratterialmente, ma nell’ascoltare quel respiro affannoso di un essere morente mi si è accapponata la pelle… e da allora un solo pensiero mi pervade costantemente… <qualcuno, lassù è sicuramente morto…>.
Ora pensala come vuoi, rispondimi ciò che vuoi… potrai consigliarmi nuovamente di in qualche altro forum… questa è la mia personale visione dei fatti.
Ripeto, PERSONALE VISIONE DEI FATTI, niente più.

Salve a tutti.

Grazie del contributo, Lady Vampire.
Credo che il tuo link sia da prendere in considerazione da un certo punto in poi… lasciamo stare gli UFO, Loro non c’entrano nulla.

Ecco, questa è la parte che reputo interessante:

I sovietici, galvanizzati dall’enorme successo politico raggiunto con il lancio degli Sputnik I e II, cercarono di accelerare i tempi per la conquista della Luna.
A questo punto le notizie ufficiali hanno taciuto, ma ci sono documentazioni e testimonianze che asseriscono come il programma spaziale sovietico si fosse sviluppato in gran segreto, tanto è vero che solo a volo compiuto la TASS dava l’annuncio ufficiale.
Non tutto, come vedremo, andò per il verso giusto. Furono captate da vari radioamatori misteriose voci d’astronauti russi, piene d’angoscia e di lamenti, che sono la testimonianza di tragedie cosmiche.
Il primo cosmonauta della serie, deceduto in volo suborbitale il 1 Novembre del 1957, probabilmente è stato Aleksei Ledovskiy, lanciato nello spazio a bordo di un missile R-5A. Infatti, Korolev decise di sperimentare un volo suborbitale, tramite il missile intercontinentale R5 modificato, con un uomo a bordo.
La decisione definitiva però risultò quella di fare un volo orbitale diretto, con un uomo a bordo della navicella “Vostok”. Purtroppo il carico utile per questi voli era assai limitato, tanto che il missile non riuscì a portare il passeggero nello spazio e non ci fu speranza alcuna per l’ignaro cosmonauta.
Il successivo decesso fu registrato l’1 Febbraio 1958. Il nome del cosmonauta era Serenti Shiborin ed anche lui morì durante un volo suborbitale. In occidente la notizia fu divulgata dal pioniere dell’astronautica tedesca Hermann Oberth nel 1959, aggiungendo che il volo era partito da Kapustin Yar.
Il terzo cosmonauta sovietico, perito l’1 Gennaio 1959 sempre durante un volo suborbitale, è stato Andrei Mitkov. Si è saputo inoltre che una donna, Mirya Gromova, abbia perso la vita durante un lancio sperimentale dell’aereo-razzo “Burya”, lanciato sempre dal cosmodromo di Kapustin Yar nel 1959
Successivamente c’è stata la controversa sorte del colonnello Piotr Dolgov, che si ritiene sia deceduto l’11 Ottobre 1960 durante un volo orbitale, mentre per altri testimoni la sua morte risale all’1 Novembre 1962 durante la sperimentazione della capsula che doveva essere espulsa dalla navicella Vostok.
È stato detto pure che il cosmonauta ebbe un’esitazione durante la manovra di rientro che causò la rottura dell’elmetto, permettendo la fatale depressurizzazione della tuta che lo portò alla morte, essendo partito da un’altezza di 28.650 metri.
Prima di questo fatto c’è stata la scomparsa di un altro cosmonauta, conosciuto col nome di Alexis Graciov che sarebbe avvenuta il 28 Novembre 1960. La storia si è potuta conoscere solo perché i fratelli italiani Judica-Cordiglia, radioamatori di Torino, hanno captato un segnale radio criptato che ripeteva: “SOS - SOS - SOS al mondo intero”. Costoro conclusero che il segnale provenisse da un cosmonauta mentre circumnavigava la Luna.
Tale storia seguiva un altro enigma, tuttora irrisolto, il cui protagonista è stato Ivan Kachur, dato per morto in un volo orbitale il 27 Settembre 1960. Nell’anno successivo, esattamente il 15 Maggio 1960, si ebbe la presunta scomparsa del cosmonauta V. Zavadovskiy, il quale molto probabilmente iniziò la serie di lanci orbitali intorno alla Terra.
Dopo questi drammatici eventi per la cosmonautica sovietica, avvenuti nel 1960, furono ripresi i lanci di missili con uomini a bordo già nei primi mesi del 1961. Molti di questi casi rimangono tuttora un mistero, specificando che le notizie disponibili non sono molte e che parecchi testimoni viventi non hanno cambiato modo di interpretare la vita rispetto a quella vissuta sotto il totalitarismo politico sovietico.
Resta il sospetto che il 1961 sia stato un anno cardine per la cosmonautica sovietica, sia per la parte positiva ma soprattutto per la parte negativa, anno in cui si è evidenziato il pegno pagato per il cinismo politico.
Iniziamo col descrivere il lancio del 2 Febbraio 1961: un cosmonauta fu segretamente lanciato nello spazio ed il suo nome era Gennady Mikhailov. Già nella prima parte di questa missione qualche cosa non funzionò: il pilota perse i sensi e, impossibilitato a rientrare sul nostro pianeta prima dell’inizio della seconda orbita, fu costretto a rimanere nello spazio fino alla diciassettesima, onde evitare un suo rientro in terra straniera.
La missione si concluse perciò con la morte nello spazio del cosmonauta, avvenuta il 4 Febbraio 1961. Le sofferenze di quest’uomo e i lamenti furono nitidamente registrate da molti radioamatori.
Il 7 aprile 1961 fu compiuto un successivo tentativo di mandare il primo uomo nello spazio e la sorte toccò al figlio del famoso costruttore d’aerei Vladimir Ilyushin.
Costui era uno fra i migliori piloti collaudatori dell’URSS, tanto è vero che nel 1959 conquistò il record mondiale d’altezza quando, con un aereo da caccia “Sukhoi-9”, raggiunse la quota di 30.000 metri nella nostra atmosfera.
In un primo tempo Ilyushin non faceva parte del gruppo dei cosmonauti, ma poi gli fu permesso di inserirsi probabilmente grazie all’intervento di suo padre. Nel programma di addestramento intensivo mostrò ben presto il suo straordinario talento anche come cosmonauta, tanto che fu inserito nella missione seguente a quella fallita del 2 Febbraio ’61.
I tecnici erano convinti di aver risolto tutti i problemi comparsi nel volo precedente, ma anche in quell’occasione la capsula “Rossyia” non funzionò come previsto. Prima del completamento della propria orbita, s’interruppero le comunicazioni radio con il controllo a terra. Il cosmonauta perse conoscenza e c’erano le premesse che si ripetesse la stessa situazione del volo precedente. Considerata l’importanza del pilota, fu deciso di tentare un atterraggio di fortuna durante la terza orbita. La capsula cadde proprio in territorio cinese. La normale procedura di rientro prevedeva l’eiezione del pilota dalla capsula ad un’altezza di 6.000 metri ed egli doveva atterrare autonomamente col proprio paracadute.
Ilyushin, essendo privo di sensi, non fu più in grado d’eiettarsi e perciò precipitò al suolo rimanendo all’interno della capsula. Riportò seri danni fisici, giacché rimase gravemente ferito, ma uscì vivo.
Le autorità cinesi lo trattennero in ospedale per un anno come “ospite di riguardo”, considerando che tra il Cina e l’URSS in quel momento non c’erano sicuramente buoni rapporti.
Soltanto il giorno successivo al fallimento della missione Ilyushin, fu presa la decisione di lanciare un pilota di riserva: Yuri Gagarin.
Sembra che neppure il Premier N. Kruscev fosse stato avvertito di questa decisione. Anche il volo di Gagarin rischiò di finire in tragedia: al momento del rientro la capsula di discesa non riusciva a staccarsi dal modulo di servizio. Dopo diversi tentativi inutili, il modulo riuscì a separarsi senza un motivo logico. Tale operazione comportò un ritardo di circa dieci minuti nella procedura di rientro e Gagarin dovette atterrare in una remota area, assai lontana dal punto previsto per l’atterraggio.
Nonostante tutto, il volo di Gagarin alimentò talmente l’orgoglio dei dirigenti della cosmonautica sovietica, che furono spinti a dare un’ulteriore dimostrazione della loro superiorità tecnologica.
Decisero quindi di mandare nello spazio la prima donna cosmonauta della storia ed il lancio ebbe luogo il 16 Maggio 1961. Un avvenimento che risultò un altro mistero, anche perché non sì conosce il suo nome se non quello presunto di Ludmila. Pure lei fa parte perciò della schiera dei cosmonauti fantasmi. Stando alle deduzioni e dichiarazioni dei fratelli Judica-Cordiglia, furono captate trasmissioni radio provenienti da un veicolo spaziale che iniziarono il 16 Maggio e terminarono il 23 Maggio del 1961.
Tra le altre cose, la donna dichiarò molto preoccupata l’incremento di temperatura della sua capsula dovuto all’attrito con l’atmosfera durante il rientro. Si può pensare che la prima cosmonauta fosse stata lanciata nello spazio il 16 Maggio con direzione Luna e che, dopo il viaggio circumlunare, la capsula avesse imboccato un angolo sbagliato nel suo rientro, il cui effetto avesse portato alla morte la sventurata. Può essere successo che la protezione ignifuga della capsula si fosse danneggiata già alla partenza, ma restano tutte supposizioni.
Un fatto ancora più grave si è verificato nel Maggio del 1962 quando, probabilmente, furono lanciate nello spazio due capsule con tre cosmonauti, due uomini e una donna, che perirono in volo il 15 Maggio. Tra di loro c’era Alexis Belokonyov, ma non lo sappiamo con certezza.
Furono registrate pure in questo caso le varie comunicazioni, alcune delle quali dicevano:

  • Uomo: Ho capito, capito, capito… abbiamo già fatto questo! …Pronto…? Tentate almeno! Non è possibile perdere la rotta! Il punto è esatto e chiaro, confermate!
  • Donna: …Sarò capace di tenere la destra. Lo ritengo necessario. Mantieni la stessa posizione.
  • Uomo: Siamo in difficoltà. Mentre noi studiamo il programma, voi andrete… Già, tanto questo il mondo non lo saprà! C’è qualcosa… pronto… cambiamo la posizione. Tu saprai ciò che si deve fare… Andiamo con calma. Che cosa… Che cosa!
  • Donna: Guardo l’oblò, proprio nel cielo… troppo scuro… non c’è visibilità…

Dal dialogo si può ipotizzare che in quell’occasione siano state mandate nello spazio due capsule, probabilmente una contenente due cosmonauti e sull’altra solo uno, che avrebbero dovuto raggiungere lo stesso obiettivo. È stato ipotizzato inoltre che uno di questi cosmonauti sia stato sempre Alexis Belokonyov e l’altro Gennady Mikhailov, con un donna di cui non si conosce nemmeno il nome.
Ho voluto riportare queste storie presunte per il semplice motivo che non si deve assolutamente dimenticare il sacrificio di molti uomini che vollero compiere il loro dovere animati semplicemente da un alto ideale. Il tragico esito delle loro missioni è stato sistematicamente occultato e nascosto nel nome dell’orgoglio comunista.
Pure da parte americana ci sono stati decessi di un certo numero di cosmonauti, ma almeno in questo caso si conoscono i loro nomi e il loro sacrificio non è stato dimenticato.

... Io ho ascoltato con le mie orecchie ciò che il mio amico radioamatore ha captato con il suo apparato radioricevente. Sarà perchè probabilmente sono troppo sensibile caratterialmente, ma nell'ascoltare quel respiro affannoso di un essere morente mi si è accapponata la pelle... e da allora un solo pensiero mi pervade costantemente... .

Riconoscendo a priori ogni buona fede al tuo amico, come mai, pur essendo in possesso di una registrazione che, se fosse veramente legata a missioni fallite dall’Unione Sovietica (e andrebbe dimostrato, non solo dichiarato, quindi con dovizia di commenti su date, frquenze di ascolto, attrezzatura utilizzata ecc ecc), sarebbe un documento storico di portata eccezionale, non si è rivolto alla stampa?

Ho paura, Luigi, che ciascuno di noi resterà sulle sue posizioni.
Sei liberissimo di indagare, ma nel tuo percorso di ricerca non puoi semplicamente “ignorare” le montagne di documenti che testimoniano che i Lost Cosmonauts non sono mai esistiti, aggrappandoti al contrario a qualunque trafiletto, anche evidentemente senza fondamento, possa confermare la tua speranza.
E’ un atteggiamento irrazionale, legittimo ma irrazionale.

L’invito ad indagare su altri forum te lo feci, e te lo rifarei, in relazione alle velate accuse che mi avevi fatto di “taroccare” o nascondere i tuoi messaggi. O si ha fiducia nell’admin, o si cambia forum.

Tempo fa lessi su una rivista che,tra la fine degli anni 50 ed il 1960,i Russi mandarono in orbita sui loro satelliti dei registratori con incise le voci di alcuni tecnici.Lo scopo era testare il sistema di comunicazione tra una futura capsula abitata e la terra.Si trattava di esperimenti che coinvolgevano una equipè relativamente ristretta.non è improbabile quindi degli “inside jokes”(potremmo tradurre “scherzi allusivi”).Ritengo che se le voci circa i “lost Cosmonauts” hanno un fondo di verità,questa vada cercata in quegli esperimenti.Non possiamo neanche escludere un attività di “disinformatio” ad opera di qualche servizio occidentale allo scopo di screditare il programma Sovietico che ai tempi aveva una dirompente forza propagandistica.In ogni caso il segreto mantenuto fino ad oggi su queste presunte prime vittime dello spazio sarebbe incomprensibile.Che vantaggio avrebbe una Russia non più comunista ed impegnata in una cooperazione astronautica con gli occidentali a continuare a tenere nascosti questi martiri? sarebbe non soltanto stupido,ma anche totalmente assurdo.

Ecco, questa è la parte che reputo interessante: ... ... Il primo cosmonauta della serie, deceduto in volo suborbitale il 1 Novembre del 1957, probabilmente è stato Aleksei Ledovskiy, lanciato nello spazio a bordo di un missile R-5A. Infatti, Korolev decise di sperimentare un volo suborbitale, tramite il missile intercontinentale R5 modificato, con un uomo a bordo.

Entriamo un pochino nel merito, tanto per vedere se per caso le cifre e i nomi contano qualcosa o basta buttarli là in qualche modo, per avere parvenza di credibilità (parlo dell’estensore dell’articolo).

Razzo R5
Lanciatore Nucleare Balistico di medio raggio.
Stadi: 1
Lunghezza del veicolo: 21 m
Diametro: 1,652 m
Peso a pieno carico: 28.57 t
Combustibile: Alcool
Ossidante: LOX
Primo lancio: 15 marzo 1953
Sito di lancio: Kapustin Yar
Raggio d’azione: fino a 1.200 km
Carico utile: 1.000 - 1.425 kg
Propulsore: RD-103

Capsula Vostok
Modulo di rientro (la parte sferica)
Diametro: 2.3 m
Massa: 2.460 kg
Massa del solo scudo termico: 837 kg

Modulo logistico
Diametro: 2,43 m
Massa: 2.270 kg

Massa Totale (modulo abitato + modulo di servizio): 4,730 kg

Conclusioni:
Per poter lanciare un fantomatico cosmonauta con un R5 si dovevano compiere le seguenti, semplici operazioni:
a) Adattare il “nose cone” per ospitare un oggetto di diametro 1 volta e 1/2 di quello del lanciatore;
b) Upgradare il propulsore per renderlo in grado di sollevare il 315% della massa per cui era stato progettato (tutti i calcoli sono approssimati per difetto).

Non senti una vocina che ti suggerisce che siamo già nel campo della fantascienza pura? :scream: :scream: :scream:

Riconoscendo a priori ogni buona fede al tuo amico, come mai, pur essendo in possesso di una registrazione che, se fosse veramente legata a missioni fallite dall'Unione Sovietica (e andrebbe dimostrato, non solo dichiarato, quindi con dovizia di commenti su date, frquenze di ascolto, attrezzatura utilizzata ecc ecc

Ecco le frequenze utilizzate e i dettagli degli ascolti effettuati, prelevati da una recente intervista da me eseguita:

-Quali furono le frequenze che venivano usate dalle capsule ?

-Veicoli sovietici: 19.995 Mhz per i dati telemetrici, 20.005 Mhz e 20.008 Mhz per la fonia dei cosmonauti.

-A che ora effettuava il collegamento ?

-Ore 10.30 am.

-Che tipo di ricevitore impiegava ?

-Diversi ricevitori con convertitori di frequenza e relativi preamplificatori a supereterodina professionali provenienti da surplus americano.

-Che tipo di antenna ?

-Per la fonica sovietica: due elementi direttiva composta da un radiatore ed un riflettore centrata sulla frequenza di 20 Mhz, antenna elicoidale a otto spire centrata a 137.50 Mhz, antenne direttive tipo Yagi.

-Su quale registratore effettuava le registrazioni ?

-Registratore a nastro Grundig a quattro piste.

Ecco le frequenze utilizzate e i dettagli degli ascolti effettuati, prelevati da una recente intervista da me eseguita: - Quali furono le frequenze che venivano usate dalle capsule ? - Veicoli sovietici: 19.995 Mhz per i dati telemetrici, 20.005 Mhz e 20.008 Mhz per la fonia dei cosmonauti.

Si, queste erano le frequenze standard più usate. Ovviamente il discorso fatto dal tuo amico si riferisce al caso / casi che afferma di aver registrato giusto?

-A che ora effettuava il collegamento ? -Ore 10.30 am.

Di quale giorno/mese/anno?

-Che tipo di ricevitore impiegava ? -Diversi ricevitori con convertitori di frequenza e relativi preamplificatori a supereterodina professionali provenienti da surplus americano.

-Che tipo di antenna ?
-Per la fonica sovietica: due elementi direttiva composta da un radiatore ed un riflettore centrata sulla frequenza di 20 Mhz, antenna elicoidale a otto spire centrata a 137.50 Mhz, antenne direttive tipo Yagi.

-Su quale registratore effettuava le registrazioni ?
-Registratore a nastro Grundig a quattro piste.

Qui passerei la palla agli iscritti al forum che magari sono anche radioamatori per approfondimenti relativi…

Aspetto un commento sul presunto razzo utilizzato per i lanci fantasma, ed ancora più importante, un perchè alla domanda sulla motivazione per la quale il tuo amico non si è rivolto alla stampa, o non abbia controconfermato le affermazioni dei fratelli Cordiglia a suo tempo.

Riconoscendo a priori ogni buona fede al tuo amico, come mai, pur essendo in possesso di una registrazione che, se fosse veramente legata a missioni fallite dall'Unione Sovietica (e andrebbe dimostrato, non solo dichiarato, quindi con dovizia di commenti su date, frquenze di ascolto, attrezzatura utilizzata ecc ecc), sarebbe un documento storico di portata eccezionale, non si è rivolto alla stampa?

Si è rivolto sia alla stampa che alla televisione ma non ha ottenuto sufficiente considerazione, purtroppo.
Recentemente (qualche anno fa) è stato intervistato in un programma televisivo dedicato esclusivamente al suo operato e mandato in onda da una locale rete televisiva privata.

Allora, questo articolo postato da Lady Vampire presenta (abilmente miscelati) elementi di verità con un cumulo di fandonie.
Vediamo di analizzarle in dettaglio:

  1. I russi hanno utilizzato i razzi della serie Vertikal (R1, R2 ed R5) in una serie di voli suborbitali nel corso degli anni '50. Nella prima parte degli anni '50 molti di questi voli hanno spesso ospitato dei cani in un contenitore pressurizzato all’interno dell’ogiva del razzo, dotata di paracadute e aerofreni a petalo.
    Contrariamente a quanto si crede i cani non indossavano alcuna tuta (anche se i russi ne hanno sperimentato qualche modello).

  2. Nonostante il fatto che Korolev abbia elaborato alcuni schizzi e disegni preliminari di capsule suborbitali (intorno al 1955) ha poi rapidamente abbandonato questa idea dal momento che lo sviluppo dell’R7 era talmente promettente da indurre Korolev a puntare direttamente ai voli orbitali.

  3. Il mito dei voli suborbitali sovietici prima di Gagarin è nato in America quando alcuni giornalisti hanno miscelato tra loro le poche informazioni disponibili: voli con i cani, foto di test di tute pressurizzate e qualche “rumor” di incidente proveniente da oltrecortina. Del resto la NASA stessa aveva realizzato dei voli suborbitali e sembrava normale che i russi ne avessero effettuati. D’altra parte il morale dell’opinione pubblica americana era a terra e quindi era un balsamo benefico sentir parlare di fallimenti russi nello Spazio.

  4. Iluyshin era un pilota collaudatore e non è mai stato un cosmonauta (tuttora vivente ha sempre smentito con forza questa circostanza). Contrariamente agli americani, che prelevavano dal corpo di piloti collaudatori i loro astronauti, i russi si affidavano a “normali” piloti da caccia di media esperienza perlopiù con qualche “skill” nel paracadutismo.

  5. Durante il volo di Gagarin il modulo di servizio e quello di rientro non si separarono correttamente per il mancato tranciamento dei cavi di comando. La loro separazione non è un mistero: i cavi si sono bruciati a causa dell’attrito per il rientro liberando in tal modo i due moduli.

  6. Nel periodo 1960-61 i russi avrebbero effettuato troppi lanci e a distanza troppo ravvicinata tra loro, semplicemente non avrebbero avuto abbastanza hardware disponibile per farlo (ed attualmente noi conosciamo il “serial number” di tutte le capsule Vostok prodotte). Ricordo a tutti che tra il volo di Titov sulla Vostok 2 e quello doppio delle Vostok 3 e 4 è passato più di un anno.

  7. Nel 1962 i russi non avevano le capacità di lanciare un veicolo spaziale abitato intorno alla Luna, dal momento che l’R7 non era abbastanza potente per fare questo lavoro (dovranno attendere il Proton). Inoltre la capsula Vostok ha un rapporto L/D (portanza/resistenza) troppo basso per consentire un rientro ad alta energia (11 km/sec) come quello dalla Luna. Un rientro balistico ad alta energia imporrebbe un carico proibitivo sull’equipaggio (20g ed oltre).

  8. Nel 1962 non avevano la tecnologia per effettuare un rendez-vous ed un docking come richiesto da una missione multipla con più cosmonauti in grado di passare da un veicolo all’altro. I voli “congiunti” delle Vostok 3 e 4 e delle Vostok 5 e 6 sono stati resi possibili solo da una straordinaria precisione dei parametri di lancio, che avrebbero “infilato” le capsule quasi nelle stesse orbite.

  9. Quando i russi hanno avuto DAVVERO i loro morti non li hanno tenuti nascosti. Perché i disastri delle Soyuz 1 ed 11 non sono stati occultati???
    Ed erano in piena “era Breznev”…

  10. Alla caduta dell’URSS gli archivi dell’RSC Energia sono stati resi pubblici, insieme ai diari di Kamanin, e da nessuna parte si parla di cosmonauti morti prima (escluso Bondarenko che è morto a terra) o di voli suborbitali precedenti al volo di Gagarin.
    Tenendo presente la fame di soldi dei russi, in caso di prove certe da dare in pasto ai media occidentali qualcuno dei protagonisti (o anche più di qualcuno) non avrebbe esitato a rendere pubblica la cosa.

Infine, Luigi hai tanto a cuore la memoria di questi presunti cosmonauti periti nell’adempimento del loro dovere, e non sembri curarti della memoria di Yuri Alekseievich Gagarin il primo (unico e vero) uomo ad andare in orbita, morto in circostanze ancora non del tutto chiare (visto che ti piace tanto indagare i misteri, perché non ti concentri su questo che è un mistero per davvero??).

Lasciamo questo grande piccolo e semplice uomo alla Storia, tutto il resto sono delle sciocchezze che servono solo a svilire e sminuire ciò che è stato a favore di ciò che non è stato (lo stesso identico discorso vale per la Moon Hoax).

Tempo fa lessi su una rivista che,tra la fine degli anni 50 ed il 1960,i Russi mandarono in orbita sui loro satelliti dei registratori con incise le voci di alcuni tecnici.

Le Zond lunari portavano a bordo dei registratori per provare la trasmissione della voce a grande distanza. Proprio per evitare che nascessero altre leggende di astronauti dispersi, pare che le registrazioni recitassero ricette di cucina :scream: