Marte: Lockheed Martin e’ pronta

In realtà il film in questione è stato girato con la consulenza tecnico scientifica di NASA.
Quindi può essere che alcuni progetti, sicuramente, sono in fase di studio.

anche questa proposta è un film che si sono fatti alcuni dirigenti della Lockheed alla ricerca che arrivi qualche major(NASA) che si interessi del copione e lo finanzi
a differenza di “The martian” credo che tutto ciò non succederà

Non è un film di Lockheed, come scritto è la risposta ad una RFP di NASA per delle proposte di DSH e con contratti assegnati a Lockheed, ATK, Bigelow e Boeing… https://www.astronautinews.it/2015/11/19/il-punto-della-situazione-sui-moduli-abitativi-per-missioni-a-lungo-termine/

albyz rimango della mia idea , questo film scritto così non lo gireranno mai
mi sbaglierò

Hai il 75% di possibilità di azzeccarci, probabilmente sarà cosi, a dire che tutto non si farà e tutto andrà male di solito ci si azzecca… è statistica :wink:

dal mio punto di vista va male se sprecano risorse in un progetto da B movie così limitante
ma non credo che ne terranno conto

e poi sui B movie per carità c’è a chi piacciono e chi li trova interessanti

Sarebbe interessante capire su cosa basi il fatto che secondo te “è così limitante” visto che è comunque un progetto preso in considerazione e con contratto di studio assegnato, a saperlo si risparmiavano tempo e soldi, diglielo…

Albyz è già stato spiegato perchè è limitante , anche nell’articolo
un viaggio verso Marte presuppone ben altre aspettative che un minuscolo laboratorio da spedire tra 12 anni verso marte per una osservazione diretta del suolo marziano
tradotto è un C movie

Invece sembrerebbe propio probabile che uno sbarco sul pianeta rosso verrebbe anticipato da altri step (si è parlato addirittura delle lune di Marte,ma un missione in orbita Marziana è un opzione più fattibile).
Considerando che per lo sbarco si parla degli anni 30 inoltrati,io vedrei un laboratorio in orbita Marziana tra soli 12 anni come un impresa straordinaria sia dal punto scientifico che esplorativo.
Capisco che taluni guardino alla “mission to mars” come una sorta di evento sportivo da godersi in maratona TV con “vestaglione di flanella, frittatona di cipolle e familiare di peroni gelata,tifo indiavolato e rutto libero” (cit.) ,per cui prima inizia la diretta e meglio è.
Ma c’è tutto un programma spaziale sia prima che possibilmente dopo la grande impresa.

sicuramente ci sarà un certo numero di step e probabilmente prima di scendere sulla superficie gli equipaggi vi orbiteranno solamente. per avere un’ idea approssimativa come la differenza fra Apollo 10 e Apollo 11.

Secondo me sarà un evento televisivo in tono minore rispetto allo sbarco sulla luna, che rappresentava una vera novità all’epoca. La nostra generazione é molto meno sensibile alle grandi imprese tecnologiche, é abituata. Peraltro non sarà una vera diretta, il segnale sarà molto differito. Mi spiace per la Peroni di Carmelo che diventerà calda

semmai un importante quesito, considerando le solite questioni, sarebbe:

quando sarà effettivamente possibile?

Una data ottimistica ma sempre nell’ambito del realismo?
il 2035.

…considerando finanziamenti ai livelli attuali,un programma exploration dalla timeline piuttosto dilatata,i vari step intermedi,lo sviluppo di tecnologie adatte alla missione,e gli inevitabili ritardi fisiologici vari.
Del resto anche alla NASA parlano “degli anni 30” del XXI secolo (nemmeno dell’inizio degli anni 30,ma genericamente di quel decennio).

insomma secondo loro può essere dal 01/01/2030 al 31/12/2039, secondo la Nasa.

2030 e dintorni non credo.
Diciamo dal 2034-35 in poi.
Sarebbe interessante vedere quali sono le date intorno alla metà degli anni 30 del XXI secolo (scusate se preciso XXI secolo,ma per me “gli anni 30” sono quelli di Fred Astaire e Ginger Rogers,come i 20 sono quelli del grande Gatsby e del Charleston…abbiate pazienza)…quali sono le date,dicevamo, in cui Marte sarà più vicino alla terra,posizione ideale per la finestra di lancio.
Prima di roba ce ne sarà da fare,nello spazio cislunare,e nell’orbita Marziana.
Tra l’altro avete mai pensato che sino ad ora nessun veicolo costruito dall’uomo è mai ridecollato da Marte per raggiungere almeno l’orbita?
Neanche una piccola sonda finora,figurarsi un “MEM”(Martian Excursion Module).
Una impresa del genere si che sarebbe stata davvero epica per Musk…non tanto far “ammartare” un mock up della Dragon,ma piuttosto farlo ripartire.
Ci vorrà quindi almeno una missione di un modulo di discesa (che ancora non esiste) senza equipaggio a bordo (e consideriamo i tempi per arrivare su Marte).
Poi c’è tutta la facenda della schermatura da mettere a punto in missioni preparatorie…
Almeno vent’anni di tempo,considerando anche il livello di finanziamento,sembrano richiesti per realizzare l’impresa,e del resto sono quelli preventivati dalla NASA,anno più anno meno (al netto di inevitabili ritardi e slittamenti).
Certo,forse puntare su una ripresa dell’esplorazione della luna,come proposto dagli Europei col “Villaggio lunare” e come sembra essere nelle intenzioni dei Cinesi,sarebbe stato un obiettivo più rapidamente conseguibile e maggiormente sostenibile…
In ogni caso,tutte le missioni intermedie dei prossimi vent’anni saranno interessantissime dal punto di vista scientifico,tecnico ed anche (non guasta) spettacolare.

è tutto molto chiaro, indubbiamente

Per tornare da Marte bisogna considerare il suo periodo sinodico (per avere il perigeo) che é di 25,6 anni, altrimenti l’ellisse di trasferimento di Hohmann si allunga di moltissimi mesi. Quindi o si potrebbe andare nel 33, o nel 35, o nel 37, ma poi occorrerà attendere 2 anni prima di ripartire, altrimenti il ritorno richiederà troppa energia.
Peertanto prima di mandare l’uomo su marte bisognerà saper prima costruire e mandare in loco degli habitat efficienti, riparati dalle radiazioni; difatti si era tentato l’esperimento “mars 500” che però ha avuto esito negativo.
Dico giusto?

Forse intendevi 2,56 anni :smile:

Per capire soltanto una delle sfide estremamente complesse che comporta uno sbarco umano su Marte (ripeto,solo una):

... la navicella spaziale che la NASA vuole costruire per questo, il Mars Ascent Vehicle (MAV), rappresenta una sfida ingegneristica formidabile. A pieno carico di carburante sarebbe troppo pesante per poterlo inviare direttamente dalla Terra e farlo arrivare su Marte in sicurezza. Il veicolo dovrebbe essere quindi pre-assemblato e inviato sul pianeta rosso qualche anno prima dell’arrivo degli astronauti. E lì dovrebbe autonomamente ricavare il proprio carburante estraendolo dall’atmosfera di Marte. Il MAV dovrà quindi essere abbastanza resistente da rimanere pienamente operativo sul pianeta rosso nonostante le massicce tempeste di polvere e le distruttive radiazioni UV. Quando il piccolo veicolo finalmente decollerà, poi, dovrà ospitare gli astronauti per giorni, durante le manovre di ritorno alla nave orbitante che li riporterà finalmente a casa. Il Mars Ascent Vehicle sarà una missione all'interno della missione: un veicolo spaziale con equipaggio lanciato in orbita dalla superficie di un pianeta alieno. E non c’è possibilità di fallimento.Per la prima carovana umana su Marte ci sarà bisogno di ben cinque veicoli spaziali separati, necessari per trasportare gli astronauti e il loro carico sul pianeta.Parte del carico potrebbe essere scomposto in componenti più piccole che gli astronauti potranno assemblare al loro arrivo. Ma non il MAV. “Non vogliamo ritrovarci su Marte a cercare di avvitare i motori, con la tuta e i guantoni addosso, in un ambiente così polveroso”, dice Michelle Rucker, ingegnere di sistema al Johnson Space Center dell’agenzia spaziale statunitense. Nel gergo NASA questo rende il MAV “il più grande elemento di carico indivisibile” della missione, del peso di circa 18 tonnellate.[b]Fino a oggi, l'oggetto più massiccio che abbiamo inviato alla superficie di Marte è stato il rover Curiosity, che di tonnellate ne pesava solo una[/b]. Far atterrare un oggetto su Marte, specialmente se pesa diverse tonnellate, non è facile come farlo sulla Terra, dove una capsula può cadere quasi letteralmente dal cielo sfruttando l’atmosfera per ridurre la velocità della sua discesa. Su Marte, dove l'aria è spessa un centesimo di quella della Terra, "c'è abbastanza atmosfera da creare problemi, ma non abbastanza da poterla sfruttare per qualcosa di utile", dice Rucker. O, per dirla in altro modo, l’impatto con l’atmosfera può farti bruciare ma non rallentare di molto la tua caduta. I motori del MAV saranno alimentati a metano e ossigeno liquido. Tutti gli ingredienti necessari per il carburante - carbonio, idrogeno e ossigeno - si possono trovare sul pianeta rosso....Perforare il terreno per l’acqua, però, vorrebbe dire aggiungere un elemento sgradito di incertezza in una missione già difficile. Scavare e lavorare il materiale è molto più complesso di quanto non sia prenderlo dall’atmosfera. Se l'idrogeno non verrà estratto dall’acqua marziana, il piano B sarebbe quello di inviare un carico di idrogeno su Marte come scorta di base per ottenere il metano. Ma, per la prima missione, anche questa idea è fuori discussione. Anche se l'idrogeno non è pesante, richiede infatti grandi serbatoi per lo stoccaggio e quindi un sacco di spazio prezioso. "In questo momento il MAV andrebbe a occupare la maggior parte dello spazio disponibile sul ponte, non ne rimarrebbe molto per un serbatoio di idrogeno”, dice Tara Polsgrove, ingegnere aerospaziale del Marshall Space Flight Center della NASA. Gli ingegneri della NASA potrebbero fare spazio per i serbatoi di idrogeno rendendo il MAV più alto invece che più largo. Ma aumentando l’altezza del veicolo spaziale aumenta il rischio di un suo ribaltamento dopo l’atterraggio. Stando così le cose, il piano attuale prevede l'invio di un veicolo con un carico di metano liquido e dotato di un impianto chimico per fabbricare ossigeno liquido dall'atmosfera marziana. Il processo dovrebbe durare per uno o due anni. Quando i serbatoi del MAV saranno pieni, l'equipaggio umano sarà inviato su Marte, con la certezza di trovarvi un veicolo con il pieno in grado di farli tornare nello spazio. Ma anche allora sarà troppo presto per esclamare "Missione compiuta". "Una delle maggiori sfide è che usiamo propellenti criogenici", dice Rucker. "Una volta ottenuto il propellente su Marte, bisogna mantenerlo al freddo per un paio di anni prima di utilizzarlo, senza farlo evaporare”. "Abbiamo i propellenti, ma in questo momento non abbiamo nessuna valvola a perdita zero", aggiunge Polsgrove. “È una cosa a cui bisogna pensare, ed è il motivo per cui stiamo dando priorità di ricerca allo sviluppo tecnologico nel settore delle valvole a bassa dispersione”. Più in generale, gli ingegneri sono preoccupati che il tempo non sia dalla loro parte. Il MAV ci metterà uno o due anni per produrre il suo combustibile. A quel punto l'equipaggio umano trascorrerà tra i 200 e i 350 giorni di viaggio verso Marte, al quale seguirà l’esplorazione del pianeta rosso, che potrebbe durare fino a 500 giorni. Una semplice somma indica che il MAV deve rimanere operativo e pronto per il decollo per almeno quattro anni dalla sua iniziale data di atterraggio su Marte. “E in tutto questo tempo sarà fermo lì", dice Rucker, “seduto nella polvere. Colpito da un'intensa radiazione ultravioletta. Come sarebbero ridotti i vostri mobili da giardino dopo quattro anni in queste condizioni? E tutto questo sulla Terra, dove c’è molta più protezione che su Marte”.

Come si vede non è affattto semplice (come sembrano pensare alcuni piccoli cadetti dello spazio che non vedono l’ora di accendere il motore dell’astronave come fanno quelli di Hollywood).
Inoltre considerando anche costi,durata della missione,complessità dell’impresa,sostenibilità del programma,è anche ovvio che non si potrà certo pensare di ripetere più volte lo sbarco,come se fosse un impresa lunare.
Quindi,se propio si vuole puntare su Marte ( vedremo anche cosa ne penserà la prossima amministrazione Americana) bisogna puntare su un sistema flessibile, in grado di poter proseguire il programma in una nuova direzione,con altre applicazioni,una volta conseguita l’impresa,e di performare tutta una serie di missioni non esclusivamente propedeutiche allo sbarco,prima.