Maurizio Cheli

Non dimentichiamoci del “Mission Specialist” della seconda missione TSS, anche se poi ha preferito dedicarsi al più “tranquillo” mestiere di Pilota Collaudatore per l’Alenia!

Ciao, Fabio

Hai ragionissima!
Appena ho un poco di tempo preparerò anche la sua “scheda”. :flushed: :smiley:

Non dimentichiamoci del "Mission Specialist" della seconda missione TSS, anche se poi ha preferito dedicarsi al più "tranquillo" mestiere di Pilota Collaudatore per l'Alenia!

“tranquillo”?!!!

Beato lui!

Nessuno conosce il motivo della sua decisione di lasciare lo spazio?

Nessuno conosce il motivo della sua decisione di lasciare lo spazio?

Beh, diciamo che per aver pilotato il primo volo del prototipo italiano dell’Eurofighter dovrebbe avere ricevuto una “una tantum” di un milionicino di euro
Senza nessuna cattiveria… chi non avrebbe fatto la stessa cosa??

Nessuno conosce il motivo della sua decisione di lasciare lo spazio?

Beh, diciamo che per aver pilotato il primo volo del prototipo italiano dell’Eurofighter dovrebbe avere ricevuto una “una tantum” di un milionicino di euro
Senza nessuna cattiveria… chi non avrebbe fatto la stessa cosa??

Fra un volo nello spazio ed un milione di Euro? Nemmeno da fermarsi a pensare… anche perchè Tito e C. di $ ne hanno spesi 20… :wink:

Maurizio CHELI è il primo astronauta italiano che, il 22 febbraio 1996, in qualità di “mission specialist”, ha potuto prendere posto accanto ai due piloti dello Space Shuttle nella missione STS-75, meglio conosciuta come missione TETHERED, “il satellite al guinzaglio”.
Durante questa missione, per cui gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor aeronautico, è rimasto in orbita per 380 ore.
Attualmente è impegnato nello sviluppo del caccia europeo EF2000 (il famoso caccia senza pilota).

tratto da http://www.minghettiani.it/salvataggio/minghettiani/careers/cheli.htm
http://www.premiobarsanti.it/cheli2.htm
http://www.museoscienza.org/News/news/eventi/2003/giganti/cheli.htm

Attualmente è impegnato nello sviluppo del caccia europeo EF2000 (il famoso caccia senza pilota).

Perchè “senza pilota”???

Intendi forse per l’alto numero di computer a bordo che gestiscono la parte “volo” degli apparati?

Comunque a scanso di equivoci, Cheli durante un test:


Il com. Maurizio Cheli in esibizione con il Typhoon Eurofighter all’Air Show di Parigi Le Bourget in giugno 2003.
Con il suo importante lavoro di capocollaudatore, l’industria aeronautica italiana à giunta prima, tra le società del consorzio europeo, a porre in produzione e consegnare il velivolo tanto atteso dai paesi aderenti al progetto di difesa.


Typhoon_Cheli_320.jpg

Quanto mi piace sto aereoooooooo!
Dopo il mitico F104 “spillone” … naturalmente :grinning:

IO C’EROOOO!!!

Ero a Le Bourget nel 2003 ed ho potuto assistere alla spettacolare (è dire poco, credetemi) esibizione di Cheli sul Typhoon.
Roba da lasciare a bocca aperta…

Con il suo importante lavoro di capocollaudatore, l'industria aeronautica italiana à giunta prima, tra le società del consorzio europeo, a porre in produzione e consegnare il velivolo tanto atteso dai paesi aderenti al progetto di difesa.

…e soprattuto l’Aeronautica Militare Italiana è la prima forza aerea ad averlo schierato in servizio attivo per la difesa dello Spazio Aereo Nazionale (16/12/2005).

http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idnot=14448&idsez=1776&idarg=&idente=1398

Ciao, Fabio

Nessuno conosce il motivo della sua decisione di lasciare lo spazio?

Alcuni anni fa, in occasione delle celebrazioni per il centenario del volo, assistetti a Milano a una sua breve conferenza al Museo della Scienza. Era una serata per presentare il restauro della sezione aeronautica del museo. In quell’occasione Cheli disse che un pilota collaudatore ha la possibilità di seguire maggiormente – e partecipare direttamente allo sviluppo di – una macchina volante, dalle prime fasi della progettazione al collaudo. Questa potrebbe essre una delle motivazioni.

Un altro ricordo di quella serata. Nella sessione di domande per il pubblico chiesi a Cheli se, secondo lui, l’industria aerospaziale (principalmente quella americana) ha ancora le competenze, l’energia, le risorse e l’entusiasmo per portare uomini sulla Luna. Rispose che in gran parte queste cose ci sono ancora.

Paolo Amoroso