InSight Mission Log

La capacità di aggiornare il software di bordo è una delle funzioni fondamentali dei veicoli spaziali moderni. Tecnicamente chiamata OBSM (On Board Software Management) questa capacità è stata usata molte volte in varie missioni.
Come giustamente dici tu, lo sviluppo software potenzialmente non si fema (quasi) mai. Pensa che su un satellite “vecchio” come XMM cinque anni fa fu aggiornato il software di bordo per passare da una logica di controllo dell’assetto a tre ruote di reazione a una a quattro, che ha consentito notevoli risparmi di propellente.
Negli spacecraft più moderni è anche possibile estendere le funzionalità del software centrale scrivendo vere e proprie procedure/funzioni aggiuntive chiamate OBCP (On-board Control Procedures), che consentono di non toccare il codice del software centrale (che per inciso se toccato va ri-certificato) ma di estenderlo, con campagne di validazione e approvazione molto più semplici.

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Vorrei aggiungere però che, nonostante la capacità ci sia, l’attività è estremamente rischiosa, si rischia di perdere il satellite.

Spesso si divide il software in due parti, una che gestisce le funzioni vitali e il boot, che non si tocca mai, e una che gestisce la parte applicativa. In questo modo se qualcosa dovesse andare storto nell’uplink o nell’aggiornamento, la parte vitale non è stata toccata e il satellite si può recuperare. E comunque anche con questo accorgimento, per aggiornare il sw ci devono davvero essere buoni motivi, tipo bug molto importanti o l’estensione della vita operativa con nuove funzionalità, come penso sia stato il caso per XMM.

Per la ISS la storia è ancora diversa, perché in quel caso ci sono gli astronauti che possono intervenire. Il sw di Columbus è stato aggiornato 4 o 5 volte in 10 anni. Ma anche in quel caso il sw della VTC (Vital Telemetry Computer) è hard coded e non si può aggiornare.

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Pare che il vento stia ripulendo un po’ l’obiettivo dell’ICC. Questa la differenza tra i sol 4 e 5:

Sol_4___5_ICC_GIF

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Tuttavia mi sa che qualcosa non ha funzionato se hanno previsto una copertura per evitare lo sporco che invece si è accumulato comunque. Ne faranno tesoro per i prossimi lander. E comunque le immagini più spettacolari arriveranno dal braccio robotico essendo posto in una posizione più panoramica.

Due immagini ancora non presienti nel RAW Images archive postate su twitter da Jean-Yves Le Gall

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È una mia impressione oppure nelle (poche al momento) foto da Insight si nota la presenza di parecchia polvere su tutto il lander? Terreno più polveroso del previsto e quindi maggiori problemi per gli strumenti di quanti si potesse immaginare?

Il mantra di questa missione (e in realtà di tutti i lander) era evitare le rocce, per cui direi che gli scienziati possono essere soddisfatti del luogo di atterraggio. La polvere non credo sia un problema per gli strumenti. Si sa che Marte è un pianeta polveroso e di conseguenza presumo che la strumentazione sia stata progettata di conseguenza.

Lo strato di polvere dovrebbe essere anche un plus per il “mole”. Più il suolo è friabile e meglio va.

Chi ha mandato il proprio nome su Marte con InSight ora è nelimicrochip indicato dalla freccia:

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Appena arrivate altre foto da Marte!

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Si, certo, stavo solo constatando che il livello di polvere che ricopre il lander mi pare maggiore rispetto a quello visto sugli altri veicoli inviati. Dalla polvere sembra che stia li da mesi…

Esempio Phoenix Sol2:

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Deve averne sollevata parecchia atterrando.

Se non sbaglio priorio con curiosity la ridondanza dei sistemi è un buon sistema per rischiare meno. Mentre si aggiorna un computer si usa il suo gemello. Correggetemi se ricordo male

Non c’è pericolo dovuto alle escursioni termiche se WTS non copre ancora SEIS?

Arrivate nuove immagini in cui si vedono i pannelli solari


Image Credit: NASA/JPL-Caltech

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Credo che la necessità di coprire SEIS non dipenda tanto per proteggere lo strumento quanto per garantire e verificare la precisione e le circostanze delle misure, che non sono ancora iniziate.

Un mosaico delle prime immagini disponibili:

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Qualcuno di voi ha voglia di fare una ricerca incrociata?

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Strano che Phoenix non abbia sollevato polvere ed InSight si, il sistema di atterraggio é identico. Anche il terreno, più o meno.
Però i pannelli solari stanno producendo energia al massimo. Quindi, il velo di sabbia non dovrebbe creare altri problemi. Sperem. Però un soffietto sul braccio robotico potevano prevederlo.

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Ne ha parlato Marco ieri in podcast.