Missione russa Foton-M3, nell'ambito del Progetto MoMa.

Nell’ambito del Progetto nazionale MoMa, finanziato dall’AsiSpazio: sembrano dei bruchi, presto in orbita anche i piccoli tardigradi’Ospiti’ della Missione russa Foton-M3, con loro si sperimenteranno gli effetti delle condizioni di vita estrema

Roma, 15 gen. (Adnkronos) - Sono minuscoli animali somiglianti a dei piccolissimi bruchi, gli scienziati li hanno battezzati con il nome di tardigradi, sono allevati presso il Dipartimento di Biologia Animale dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia ed il prossimo autunno voleranno nello spazio. I singolari esemplari saranno ospiti della Missione russa Foton-M3, nell’ambito del Progetto MoMa.
I piccoli animali sono stati allevati dal Dipartimento di Biologia Animale dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia, sono dei minuscoli invertebrati e sono animali molto diffusi, ma poco conosciuti, che devono il loro nome ad un illustre docente reggiano Lazzaro Spallanzani.
‘‘Questi microscopici organismi -spiega Lorena Rebecchi, professore associato di Zoologia alla facolta’ di Bioscienze e Biotecnologie dell’Ateneo emiliano- possiedono la particolarita’ di sopravvivere naturalmente in condizioni di totale essiccamento, di congelamento (anche a bassissime temperature), di forti pressioni idrostatiche e di massicce dosi di radiazioni’’. Per queste loro caratteristiche i tardigradi sono uno dei pochi gruppi animali, scelti dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Agenzia Spaziale Europea per esperimenti da condurre a bordo del veicolo russo che verra’ lanciato nell’autunno del 2007.
‘‘La ricerca in campo spaziale -continua Rebecchi- si e’ resa possibile grazie alle conoscenze acquisite a livello locale su diversificati e importanti aspetti della biologia dei tardigradi: linee di ricerca, avviate dal professor Roberto Bertolani, ordinario di zoologia, che da diversi decenni identificano il nostro Ateneo come uno dei centri di eccellenza e di riferimento a livello internazionale per lo studio di questi particolari animali’’.
Il progetto universitario modenese si inquadra nell’area di ricerca dedicata agli organismi, nell’ambito del Progetto nazionale MoMa (Applicazioni Biotecnologiche dalle Molecole all’Uomo: La Ricerca Spaziale applicata al miglioramento della qualita’ della Vita della popolazione anziana), finanziato dall’Asi e coordinato dall’Universita’ di Udine.
‘‘La presenza di ricercatori del nostro Ateneo in questo strategico Progetto internazionale -commenta il Pro Rettore Rodolfo Cecchi- e’ l’ulteriore segno della qualita’ raggiunta con le sue attivita’ dall’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia e, soprattutto, fa comprendere di quale e quanto prestigio godano i nostri docenti e ricercatori, cui sempre piu’ frequentemente e’ affidato il coordinamento di studi con una forte valenza scientifica e culturale, oltre che economico-sociale’’.
‘‘Credo -aggiunge- si debba tutti quanti essere fieri di questa simbolica bandierina di Modena che porteremo nello spazio’’.
Il progetto MoMa coinvolge 38 tra le piu’ importanti istituzioni di ricerca italiane e 10 imprese del settore aerospaziale ed e’ finalizzato all’individuazione di misure per prevenire gli effetti delle radiazioni ed alla comprensione degli effetti della microgravita’ sugli organismi.
In particolare, prevede lo studio degli effetti dell’ambiente spaziale sulla struttura e sulla funzione delle molecole biologiche, sulla fisiologia cellulare, sulla fisiologia di piccoli animali e sull’uomo per raggiungere un duplice obiettivo: sviluppare contromisure innovative per la salute degli astronauti in ambiente extraterrestre e trovare soluzioni ai problemi legati all’invecchiamento.
‘‘Questi studi -sottolinea il preside della facolta’ di Bioscienze e Biotecnologie dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia, Stefano Ferrari- hanno una fondamentale importanza scientifica in quanto identificano un modello animale utile allo sviluppo delle ricerche nel settore dell’invecchiamento. Inoltre, ci si possono attendere anche importanti ritorni in ambito strategico quali spin-off industriali per lo sviluppo di biotecnologie cellulari e molecolari, collaborazioni internazionali, sviluppo della conoscenza e dell’eccellenza scientifica e occupazione qualificata’’.
Per raggiungere questi obiettivi MoMa, al quale ci si dedicano complessivamente in Italia circa 250 fra assegnisti e dottorandi di ricerca, e’ suddiviso in 3 aree e 10 linee scientifiche, che interagiranno con il settore industriale, a cui spettera’ il ruolo di sviluppare applicazioni biotecnologiche spaziali e strumenti scientifici.
‘‘Questi studi sono la chiara dimostrazione che aspetti applicativi della ricerca hanno le loro radici nella ricerca di base e, in questo caso particolare, in studi sui tardigradi che da anni vengono effettuati presso il Dipartimento di Biologia Animale.
I nostri ricercatori -chiarisce Agnese Sabatini, direttore del Dipartimento di Biologia Animale dell’Universita’ degli Studi di Modena e Reggio Emilia- utilizzeranno questa missione spaziale per sviluppare indagini sulle molecole che consentono ad alcuni organismi di sopportare stress tipici di ambienti estremi’’.
‘‘Attraverso il confronto fra esperimenti a terra in cui tardigradi attivi, o essiccati, ma in grado di tornare alla vita attiva quando reidratati, saranno esposti a microgravita’ simulata o ad irradiazione ed esperimenti condotti a bordo del Foton-M3 -dice Lorena Rebecchi-, si cerchera’ di individuare e caratterizzare molecole utilizzabili per la conservazione a lungo termine di organi e tessuti, per la salvaguardia della salute umana e come contromisure di effetti negativi di stress’’.
Le ricerche che verranno condotte in ambito modenese sono rese possibili dalla presenza di un attrezzato e qualificato Laboratorio universitario per questo tipo di indagini, dedicato allo studio degli adattamenti evolutivi, dotato di sofistica strumentazione all’avanguardia, il cui acquisto si e’ reso possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
‘‘Il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, per la quale il sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica rappresenta da sempre un obiettivo prioritario, ha consentito di acquisire strumentazioni di ultima generazione e, quindi, di attrezzare laboratori idonei a sviluppare le indagini promosse dal Dipartimento di Biologia Animale dell’Ateneo modenese-reggiano’’ commenta Ermanno Galli, consigliere di amministrazione della Fondazione.
‘‘Il nostro ente, inoltre, -conclude Galli- e’ particolarmente sensibile ai progetti in grado di favorire le sinergie tra istituzioni, potenziare lo sviluppo socio-economico e migliorare la qualita’ della vita ed il progetto nazionale MoMa, che coinvolge numerosi enti di ricerca e imprese del settore aerospaziale, con una significativa ricaduta dal punto di vista sociale, rappresenta un esempio ideale di questa attivita’’’.
Info: www.unimo.it