Modellismo: Shinano

Triste la storia di questa portaerei nipponica, da me mediocremente evocata in 1:1200.
La Shinano, in origine, era la terza super corazzata della classe Yamato, che già comprendeva la Yamato e la Musashi.
Questi ‘mostri’ dotati di nove cannoni da 460 mm, in spregio dei trattati internazionali, ottennero pochissimi successi durante la guerra, per poi finire affondate in inutili azioni kamikaze.
Ai giapponesi ancora rode… non per niente la Yamato è stata resuscitata per l’omonima serie di anime… :roll_eyes:
Quando nel 1942, alle Midway, i giapponesi persero in un sol colpo tre importanti portaerei, pensarono di ricondizionare a tale scopo la terza Yamato, all’epoca in completamento. I lavori furono difficili, e molto lenti.
La Shinano, fra mille stop e ripensamenti, era ancora nel bacino di carenaggio nel tardo 1944. Il progetto era in se fallimentare, e gli aerei trasportabili erano relativamente pochi rispetto ad una nave pensata come portaerei dalla progettazione.
Il 28 novembre 1944 la Shinano, ancora largamente incompleta, abbandonò il bacino di carenaggio alla volta di un nuovo porto nipponico, per un ulteriore fase dei lavori.
Le testimonianze a riguardo sono pochissime.
Sembra che la nave, inadatta ancora all’appontaggio ed al lancio di aerei, trasportasse molto materiale, anche sparso per il ponte. Alcuni parlano di siluri pilotati ‘Keiten’, per attacchi sottomarini suicidi, secondo altri la nave trasportava anche un numero considerevole di ‘Ohka’, gli aereorazzi pilotati kamikaze.
Ho rischiato, ed ho messo sul ponte alcuni rappresentanti di questi oggetti.
Inoltre ho pensato potesse comunque trasportare anche dei normali aerosiluranti, e vista la data ho pensato a dei ‘Tenzan’.

Ma c’é un particolare, sembra di recente acquisizione, molto gustoso e, per certi aspetti, patetico…
Durante questo viaggio la Shinano aveva il ponte… rosa.
Era stato ricoperto di legno di ciliegio, particolarmente elastico e considerato ottimo per assorbire i colpi dati dagli aerei in atterraggio.
Il ponte sarebbe stato successivamente ricoperto di un ulteriore strato di legno più resistente, successivamente dipinto di grigio come uso.
Ma così non era quel giorno.
E quel giorno era già diventato il 29 novembre 1944.
Alle prime ore del mattino la Shinano fu silurata da un sottomarino americano.
Sembra che il capitano neppure provò ad evitare i siluri, ritenendo la propria nave inaffondabile.
Purtroppo le camere stagne non erano state completate.
All’alba del 29 novembre 1944, la Shinano colò ingloriosamente a picco, con le sue speranze ed il suo ponte rosa…

Salute e Latinum per tutti !

Bello! Non so se mi piace di più come racconti le storie e come fai i modellini :clap:

Diorama interessante come al solito Stefano, ormai ci hai abituato bene!
La Shinano è la triste detentrice di due record, quello di nave militare più grande mai affondata in guerra e quello del ciclo operativo più corto: appena dieci giorni dall’entrata in servizio (sia pure ancora in allestimento) al suo affondamento da parte del “solito” sommergibile americano in agguato nelle acque metropolitane giapponesi, in questo caso l’USS Archerfish. Per poter vedere una portaerei più grande entrare in servizio si dovranno aspettare undici anni, con il “commissioning” della USS Forrestal, prima vera superportaerei del dopoguerra.
La Shinano, nata male fin dall’inizio come conversione di uno scafo destinato ad un uso totalmente diverso, è anche uno dei tanti esempi dell’ingenuità della marina imperiale nipponica nella costruzione delle sue navi maggiori. Diversi incrociatori e corazzate furono infatti profondamente modificate per imbarcare qualche aereo in più, di solito nella zona poppiera, con 'unico risultato di peggiorare le capacità nautiche di navi già vecchie o concettualmente superate senza avere in cambio alcun vantaggio sensibile.
D’altro canto si deve ricordare che i Giapponesi avevano cominciato da poco a progettare e costruire navi da guerra (meno di una generazione) visto che il loro medioevo era finito circa mezzo secolo prima…

Bellissimo diorama Kru.

Bellissimo davvero.

Una domanda tecnica come hai simulto il mare?

Questa poi! Una portaerei con il ponte rosa!!!

Sapevo della storia della Shinano (conversione, breve vita e affondamento da parte di un sottomarino americano), ma non sapevo che avesse un ponte rosa!

Bellissimo diorama e storia molto ben raccontata!

Mi ricordo di una commedia ambientata durante la seconda guerra mondiale. All’inizio del film i protagonisti (ufficiali di sottomarino) dovevano effettuare una riparazione di fortuna al mezzo, non avendo abbastanza vernice monocromatica e per non rendere distinguibile da lontano lo scafo con due colori distinti mischiarono tra loro del rosso con del bianco rendendo la loro nave rosa. Il resto della pellicola era una serie di rocambolesche avventure in una delle quali prelevarono militari donne dando il via ad una sottotrama comico sentimentale.

Il film è Operazione sottoveste.

Paolo Amoroso

Bel film divertente!

Un unità gemella del sommergibile usato nel film è stata ceduta dalla US Navy alla nostra marina, dove ha prestato servizio (col nome di Evangelista Torricelli) dal 1960 al 1976, per poi essere radiata e demolita!

Pignol mode ON

L’US Navy negli anni '60 cedette alla nostra Marina Militare tre sommergibili della classe Balao: USS Lizardfish, USS Capitaine e USS Besugo, che ribattezzati rispettivamente Torricelli, Cappellini e Morosini, che formarono la Classe Torricelli.

Pignol mode OFF

Posto qui per gli interessati un ricordo del momento del passaggio di consegne del Sommergibile in ogetto.

Bravo Kru!

Mi auguro che la USS Besugo non abbia mai attraccato nel porto di Genova.

:stuck_out_tongue_winking_eye:

I battelli della classe Gato/Balao furono la spina dorsale della flotta subacquea americana nel pacifico, e riuscirono in quell’impresa fallita dai tedeschi in entrambe le guerre mondiali: paralizzare completamente il traffico mercantile nemico, isolando il territorio metrolpolitano giapponese dalle terre conquistate e bloccando l’afflusso di carburante e materie prime. verso la fine della guerra i sommergibili americani non avevano praticamente più bersagli, e si occuparono perlopiù del recupero degli equipaggi dei B-29 e degli altri aerei alleati che bombardavano il Giappone.
Nel dopoguerra alcuni di questi enormi battelli oceanici furono girati alla rinata Marina Militare Italiana (bellissimo il link di Luigi a questo proposito) per ricostituire un gruppo di equipaggi di sommergibilisti italiani.
Se qualcuno è appassionato di videogiochi, consiglio il monumentale Silent Hunter 4, dal quale sono ormai quasi del tutto disintossicato (e comunque smetto quano voglio! :grin: )

penso che ricadrò vittima…

In aggiunta alla vicenda della Shinano. Era troppo pesante per manovrare contro i siluri. Mancava di attrezzature per le riparazioni e l’equipaggio in sala macchine, come testimoniato da alcuni ufficiali, rimase bloccato per la deformazione delle paratie.
Sebbene lo scafo fosse identico a quello della Yamato e della Musashi, la seconda è stata affondata dopo essere stata colpita da dozzina di siluri ed alcune bombe ad alto potenziale nella battaglia delle Filippine nel '44. La Yamato ebbe la stessa sorte nel ‘45, ma c’è da credere, visto il carattere dei marinai giapponesi, che la loro esplosione sia stata voluta dai marinai stessi.
E’ incredibile, ma quando le navi si trovavano troppo gravemente danneggiate, molti marinai si riunivano nei depositi munizioni e se la situazione si faceva disperata, o pensavano che lo fosse, facevano detonare le munizioni. Sia la Yamato che la Musashi infatti somo esplose improvvisamente mentre erano inclinate, ma non in modo allarmante. Difficile pensare ad esplosioni fortuite. il fatto comunque che le due corazzate siano resistite a lungo dopo una dozzina di centri nello scafo porta a pensare che con un equipaggio al completo ed attrezzato forse la Shinano non sarebbe affondata.
quanto al carico la Shinano non era così carica di ordigni, si, ve ne erano alcuni, ma dalle testimonianze sembrava fosse praticamente vuota.
Infine, tornando alle corazzate, erano piattaforme instabili ed il tiro delle loro artiglierie fù sempre altamente impreciso, per cui non furono mai impiegate in battaglia, dove invece furono utilizzate altre navi più stabili. Sebbene il Giappone avesse una marina giovane, imparava alla svelta. Non dimentichiamoci le possenti portaerei ed i numerosi cacciatorpediniere che erano la vera spina dorsale delle marina nipponica. In particolare i siluri ad ossigeno impiegati sui cacciatorpediniere, il cui segreto fu scoperto dagli americani solo a guerra conclusa.

In effetti sembra che anche la Bismark sia stata “finita” proprio dal suo stesso equipaggio, almeno questa è la teoria di Ballard dopo una ricognizione dello scafo.
Per quanto riguarda le corazzate della classe Yamato devo osservare che in realtà la Yamato e la sua gemella furono presenti alternativamente a diversi scontri navali a partire dalle Midway, e durante la Battaglia al Largo di Samar (inserita nel più grande scenario degli scontri di Leyte) nell’ottobre del 1944 ebbe la possibilità di aprire il fuoco contro la flotta di portaerei leggere ed unità di scorta americane inviate al Largo delle Filippine per appoggiare gli sbarchi. Si tratta di una delle rarissime occasioni in cui una nave da battaglia, ultima esponente di una tradizione che partiva dall’età moderna, ebbe la possibilità di far “assaggiare” le sue bordate da 460 mm alle portaerei, nuove regine del mare. Nel tentativo di proteggere le loro navi in pericolo, gli aerei della task force americana si gettarono contro la flotta giapponese insieme ai piccoli caccia di scorta, progettati per “prendersala” con i sommergibili o al massimo altre unità sottili. Incredibilmente l’ammraglio Kurita decise di ritirarsi proprio quando il successo era a portata di mano, non prima però di aver affondato due delle piccole portaerei.
Proprio in questa occasione è stata scattata una delle pochissime foto che mostrano contemporaneamente una nave americana ed una giapponese di giorno, visto che di solito gli scontri venivano combattuti tra aerei e navi.

Ecco, guarda che bel 3D puo’ venir fuori da un piccolo pezzo di plastica.
Ancora!

Ehi ! Sono contento di aver fatto partire una discussione, colta e piacevolissima, sull’argomento !!!
Allora è vero che fra ‘navi’ ed ‘astronavi’ c’é una certa affinità…

Il mare, primo esperimento, è composto da una resina di produzione ispanica, ‘agua artificial’, moltosemplice da gestire. Graditissimo dono di un caro amico modellista piemontese.

Continuerò a rompervi le scatole con i miei pastrocchi… Ora ho in programma qualcosa di classico, che più classico non si può… Uno Spitfire Mk. Ia Airfix in 1:72…

Per ‘regolamento’ devo sottolineare che la mia Shinano partecipa alla ‘Campagna navale 2009-2010’ del forum www.modellismopiu.it (ovviamente senza nessuna velleità, andate a vedere i veri capolavori che fanno gli altri ! Da brivido…)

Salute e Latinum per tutti !

Lo penso anch’io, se non altro perché (almeno nel passato) per tenere la rotta ci si basava sulle stelle!