MODULI LOGISTICI

Saranno in molti a criticare questa mia idea, ma l’ho subito messa in pratica inviando una e-mail alle varie agenzie interessate , prima fra tutte la NASA.
Si dispone di tre moduli logistici che, con la fine dei voli Shuttle , sicuramente, non verranno più utilizzati.
Allora perchè non lasciarli in orbita attaccati alla ISS?
Basterebbe che, al termine delle missioni logistiche già programmate, invece di riporre i MPLM nella stiva dello Shuttle, venissero lasciati attaccati.
In missioni successive, sia dello Shuttle, del CEV, della Progress o dell’ATV, si potrebbe portare in orbita il necessario per arredarli.
Per eventuali loro divisioni interne, sarebbe sufficente dividerli internamente utilizzando delle pareti in stoffa, vedi programma SKYLAB originario.
I tre moduli potrebbero venire utilizzati sia come modulo abitativo, molto utile per aumentare il numero degli occupanti, sia come magazzino, sia come laboratori.
Il suddetto utilizzo non comporterebbe nessun tipo di modifica.
Se proprio ci dovessero essere problemi termici, basterebbe rivestirli con delle coperte termiche come per i moduli Russi.
Io ritengo sia una buona idea, piuttosto che vederli chiusi in un museo ad impolverarsi.

Concordo perfettamente Topopesto e credo proprio che alla NASA ci stiano pensando seriamente. Sarebbe veramente un grosso spreco e poi ricordiamoci che con la messa in orbita dei nodi n.2 e n.3 ci saranno altri portelli liberi da poter occupare con gli MPLM.

Ottima idea.
Speriamo sia fattibile, rispetto alle esigenze strutturali e di funzionamento degli MPLM, che non conosco approfonditamente. (Amici in Alenia Spazio cui chiedere?? :smiley: )

Ti ho preso in castagna, Marcozambi!
Non conosci le caratteristiche dei nostri moduli logistici?!
Ma che esperto sei?
Tutte le informazioni che cerchi, con relativi disegni, schemi e foto, le puoi trovare sul seguente libro:
L’ITALIA E LO SPAZIO
I MODULI ABITATIVI

FINMECCANICA
McGraw-HILL libri Italia s.r.l.
aut: Ernesto Vallerani

Marco, se ti interessa ho questo libro, se vuoi te lo posso prestare, anche se su deepspace.it c’è la mia recensione… 8) . http://www.deepspace.it/index.php?option=com_content&task=view&id=99&Itemid=69

Non si parla esplicitamente dei MPLM, anche se ovviamente almeno concettualmente derivano dall’idea dello Spacelab.
Comunque credo che Leonardo ed i suoi fratelli non abbiano una grossa autonomia di volo, anche se nulla vieta la loro implementazione per certificarli come moduli permanenti per l’ISS.
E’ comunque una buona idea.

Ti ho preso in castagna, Marcozambi! Non conosci le caratteristiche dei nostri moduli logistici?! Ma che esperto sei? Tutte le informazioni che cerchi, con relativi disegni, schemi e foto, le puoi trovare sul seguente libro: L'ITALIA E LO SPAZIO I MODULI ABITATIVI

FINMECCANICA
McGraw-HILL libri Italia s.r.l.
aut: Ernesto Vallerani

Non mi è mai piaciuto millantare le conoscenze che non ho, per cui non mi vergogno minimamente di ammettere che non ho una conoscenza approfondita delgi MPLM in ogni loro caratteristica.
Chi è senza “peccato”, scagli la prima pietra.

Quello che intendevo dire è che non è scontato affermare che un modulo progettato per essere trasportato sulla ISS dallo Shuttle, e che quindi ne segue i ristretti tempi di missione, sia adatto a permanere sull’avamposto obitale per sei mesi, come farà il CEV.

In questo contesto, sei in grado di darmi delle maggiori informazioni, o devo leggermi tutto il libro da mè?

Cercando di colmare questa mia lacuna, mi sono imbattuto in questa bella pagina del sito ESA, http://www.esa.int/esaCP/ESAKZNGBCLC_Italy_0.html, di cui riporto un interessante stralcio, a beneficio della discussione in corso.

Le mie domande “esistenziali” non erano quindi del tutto peregrine…

Uno degli aspetti interessanti dei moduli logistici come Leonardo è che dalla loro struttura sia derivata anche quella per la costruzione del laboratorio europeo Columbus, l'elemento chiave della partecipazione europea, e dunque anche italiana, alla Stazione Spaziale Internazionale…

Le dimensioni di Columbus sono le stesse di Leonardo, inoltre il controllo termico e la struttura sono sviluppati proprio dall’Alenia Spazio. Columbus, però, ha pareti più spesse: 4.8 millimetri contro i 3.2 millimetri di Leonardo. Questo perché il laboratorio europeo sarà una struttura permanente della Stazione Spaziale, e dunque più esposto al bombardamento delle particelle di quanto non siano i moduli logistici italiani. Come il laboratorio Destiny, anche Columbus è stato organizzato in modo da accogliere dieci armadi dedicati alla ricerca, di cui 5 riservati agli esperimenti europei.

Ne deduco che considerare gli MPLM automaticamente pronti e adatti a restare in orbita per lunghi periodi non sia poi tanto scontato…

Sapevo delle differenze di spessore tra i vari moduli, è per questo che dicevo che se c’erano problemi di isolamento termico, si poteva ricorrere a delle coperte termiche.
Comunque, già qualche tempo fa, avevo letto che era stato proposto di modificare e quindi adattare uno dei tre moduli logistici per trasformarlo in un modulo abitativo.
Altra cosa da fare presente è che il NODO 2, rispetto al NODO 1 , è stato modificato dagli Italiani e allungato per renderlo più funzionale.
Questo allungamento è stato fatto utilizzando una sezione di un modulo logistico.
Da questo risulta che è quindi possibile effettuare le modifiche per permettergli una permanenza in orbita uguale a quella dei moduli della ISS.
ps: leggi il libro è molto interessante!
Non era mia intenzione offenderti nel tuo sapere, solo che un super come te dovrebbe sapere tutto dell’astronautica.

Per lo spessore delle pareti si potrebbe senz’altro ovviare con coperture “rabberciate” tipo Skylab. Cosa più complessa potrebbe essere il lancio con un sistema diverso dallo shuttle…
Visto come vanno le cose ora mi sembra difficile che i modulo MPLM possano volare di nuovo verso la ISS (tranne il prossimo volo ormai deciso).
Peccato però perchè sarebbe stato bello… ed anche utile in vista del futuro.

ps: leggi il libro è molto interessante! Non era mia intenzione offenderti nel tuo sapere, solo che un super come te dovrebbe sapere tutto dell'astronautica.

Non dubito che la lettura del libro, una volta acquistato, sarà stimolante.
Per il resto, credimi topopesto, sono più le cose che non so di quelle che so. Non mi hai offeso nel mio sapere, solo mi dispiacerebbe se avessi dato l’immagine del saccente.
Il fatto di essere l’admin di questo sito, non mi rende affatto migliore di voi, ma solo desideroso di essere all’altezza dei migliori tra noi.
Ora continuiamo pure ad approfondire i contenuti di questo thread, sicuramente interessanti in prospettiva futura.
Buona discussione!

Maxi, non riesco a capire perchè sei convinto che non si possano lanciare con un’altro vettore.
Ho questa mia fissa, perchè, tempo addietro, ho letto che i Giapponesi stavano discutendo la possibilità di lanciare il loro modulo KIBO con l’utilizzo del vettore Ariane 5.
Se per quel modulo è possibile, perchè non dovrebbe esserlo x i nostri?
Ricordiamoci, che le leggi fisiche , e strutturali, sono uguali x tutti , sia sulla Terra che nello spazio.
Stessa cosa dicesi per alcuni satelliti che in origine erano stati progettati per lo Shuttle, poi sono stati adattati e lanciati con un’altro vettore.
I Russi adattano sempre tutto a tutto.

Maxi, non riesco a capire perchè sei convinto che non si possano lanciare con un'altro vettore.

Non ho detto che non sono convinto, ho parlato di cosa più complessa…
E rimango convinto che l’ESA comunque non procederà nemmeno a questa alternativa e magari fra qualche anno andremo a visitare il modulo Leonardo in un bello stand dell’Alenia a Torino…

I moduli sono stati tutti costruiti in relazione al loro lanciatore (in questi caso la stiva di carico dello shuttle) ed una loro modifica per adattarli al lancio con un altro vettore (senza parlare del sistema di guida e dei motori per controllarlo…) sarebbe senz’altro più costoso e rischioso che farne di nuovi.
Aspetto ulteriori pareri in merito anche da persone più esperte di noi…

Gli unici miei dubbi riguardano l’alimentazione elettrica che dovrà essere necessariamente fornita dai pannelli dell’ISS, con i dovuti adeguamenti impiantistici; oltre alla protezione dalle micrometeoriti e dai brillamenti solari…sarà sufficiente una copertura termica esterna in tessuto???

Per quanto riguarda gli impianti elettrici, come per gli altri moduli, quando sono attaccati alla ISS, prendono da lei tutto il necessario, sia luce, che aria ecc.
A parer mio si, sarebbe sufficente una coperta termica, lo fanno per le capsule Soyuz.
Se poi invece, cerchiamo di proteggerli da un brillamento solare fortissimo…
Ricordiamoci, che per lo SKYLAB, per sopperire alla perdita dello scudo termico, avevano messo un telo speciale , ed è durato il necessario.