PRIMA ECO DA MARTE CON IL RADAR ITALIANO SHARAD
Prima eco da Marte da parte del radar italiano Sharad, lo strumento del satellite della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) destinato a cercare ghiaccio (o acqua liquida) nel sottosuolo del pianeta rosso, a una profonditaâ massima di due metri. Il primo segnale eâ stato ricevuto nel Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA a Pasadena, dove si trovano i responsabili del radar per lâAgenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal centro operativo italiano SHOC, nella sede romana della Alcatel Alenia Space Italia. Per il presidente dellâASI, Sergio Vetrella, Sharad âeâ un altro successo dellâItalia nel settore spaziale, che coinvolge lâindustria e la comunitaâ scientifica nazionaleâ e âconferma il nostro Paese come leader del settoreâ. âSperiamo di riuscire a individuare i depositi di ghiaccio che ci si aspetta di trovare nelle zone piuâ superficiali del sottosuolo di Marteâ, ha detto il responsabile dellâunitaâ di esplorazione del Sistema Solare dellâASI e coordinatore del progetto Sharad, Enrico Flamini, che si trova al JPL insieme al coordinatore del gruppo di ricerca, Roberto Seu.
A poco piuâ di un anno dal lancio e allâindomani del dispiegamento delle sue antenne sottilissime e leggere, Sharad (Shallow Radar) ha cominciato a scandagliare il sottosuolo di Marte, lavorando in sincronia con il suo predecessore, il radar italiano Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding instrument), da oltre un anno attivo sul satellite dellâAgenzia Spaziale Europea (ESA) Mars Express e che giaâ trovato le prime conferme della presenza di ghiaccio nel sottosuolo di Marte. A differenza di Sharad, Marsis va in cerca di acqua fino a cinque metri di profonditaâ. Entrambi i radar sono stati progettati dal gruppo di Giovanni Picardi, dellâuniversitaâ di Roma La Sapienza, in collaborazione con il JPL della NASA e realizzati in Italia dallâAlcatel Alenia Space per conto dellâASI. Della squadra scientifica fanno parte anche Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e le universitaâ di Pescara, Perugia, Genova e Washington. âFin dallâinizio i due radar sono stati studiati in modo che fossero complementariâ, ha osservato Flamini. âMarsis - ha aggiunto - eâ progettato per fare una mappatura su larga scala, mentre Sharad lavora in dettaglioâ. Se quindi Marsis va in cerca di un oceano nelle profonditaâ di Marte, Sharad eâ a caccia di laghetti e fiumi vicini alla superficie.
âMettere insieme i due tipi di informazioni - ha detto ancora Flamini - saraâ particolarmente interessante per compiere analisi trasversali e aumentare le conoscenze sulle caratteristiche geografiche del sottosuolo di Marteâ. Buone le prime informazioni sulla qualitaâ del segnale che, ha detto Flamini âconferma il perfetto funzionamento dello strumentoâ.
Per lâinterpretazione geologica del segnale ricevuto oggi bisogneraâ attendere qualche mese, quando le operazioni di calibrazione saranno completate e, soprattutto, Marte riemergeraâ dalla fase di opposizione solare consentendo di ripristinare le comunicazioni tra la Terra ed MRO. Soltanto a partire da novembre, quindi, il radar potraâ funzionare a regime e si avranno nuovi elementi per risolvere la disputa scientifica in corso fra chi ritiene che Marte sia ormai arido da un tempo lunghissimo e chi eâ convinto che il suo sottosuolo sia ricco di acqua.
âLa sottosuperficie di Marte eâ un territorio ancora quasi del tutto sconosciuto, di cui abbiamo cominciato a veder qualcosa con Marsis e che potremo ora analizzare in dettaglio nelle zone in cui eâ piuâ probabile che ci possano essere depositi di ghiaccio, e forse dâacqua, prossimi alla superficie e quindi accessibiliâ, ha rilevato Seu. Per il presidente e amministratore delegato della Alcatel Alenia Space Italia, Carlo Alberto Penazzi, la strumentazione rada realizzata dallâazienda âriveste un ruolo di primo piano nello studio e nellâesplorazione del pianeta Marte. Alcatel Alenia Space, con la sua tecnologia dâeccellenza, sta fornendo un forte contributo alla conoscenza del pianeta rosso, rendendo possibili passi avanti in uno dei principali obiettivi dellâattivitaâ spaziale dei prossimi anniâ.
fonte Ansa