PIERO BIANUCCI
E’ rinviato sine die l’esperimento più importante per la ricerca di antimateria nello spazio: l’apparecchiatura AMS, Alpha Magnetic Spectrometer, una massa di ben 6,8 tonnellate, non potrà essere spedito sulla Stazione Spaziale Internazionale con un volo dello Shuttle, come finora era previsto. L’annuncio viene dallo stesso amministratore della Nasa Michael Griffin. Quasi nulla, quindi, è la speranza in un ripensamento. Tutti i voli Shuttle, ha spiegato Griffin, devono essere consacrati al completamento della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), impresa che, come ben sappiamo, ha già accumulato un forte ritardo in seguito alla perdita della navetta “Columbia” con a bordo sette astronauti nella fase di rientro il 1° febbraio 2003.
La missione AMS è diretta dal premio Nobel per la fisica Samuel Ting del Massachusetts Institute of Technology e ha un costo di un miliardo e mezzo di dollari, uno dei più alti per un’impresa spaziale singola destinata alla ricerca pura. Il rivelatore, ancorato alla ISS per un lungo periodo di tempo, avrebbe dovuto catturare le rare particelle di antimateria che vagano nello spazio con l’obiettivo di chiarire i motivi della fortissima disparità tra le quantità di materia e di antimateria oggi osservate nell’universo. Un fatto difficilmente comprensibile: nel Big Bang materia e antimateria dovrebbero essersi formate in quantità uguali; invece non sembra che esistano stelle, galassie, nebulose di antimateria. Inoltre con AMS i fisici speravano anche di raccogliere dati sulla materia oscura.
Un prototipo di AMS – ricorda l’ultimo fascicolo della rivista “Science” – ha volato nel 1998 (foto). Ora si esamina la possibilità di un lancio con il razzo giapponese H-2, seguito da un difficilissimo aggancio in orbita. Soluzione molto esposta al fallimento e molto costosa: tra lancio e aggancio, servirebbero altri 500-800 milioni di dollari.