NASA si prepara alla missione JUNO verso Giove

NASA ha delineato recentemente alcune caratteristiche della missione JUNO, verso il pianeta Giove. Questa missione sarà la prima in cui un veicolo spaziale sarà posto in un’orbita polare altamente ellittica del pianeta gigante gassoso, allo scopo di comprendere la formazione, l’evoluzione e la struttura gioviane, nascoste nei processi del denso sistema di nubi e gas del pianeta.

La sonda JUNO verrà lanciata con un Atlas dalla Cape Canaveral Air Force Station nell’agosto del 2011 e raggiungerà Giove nel 2016. Lo spacecraft orbiterà per 32 volte attorno al pianeta gigante, per circa un anno. Un aspetto di fondamentale importanza è che l’approvvigionamento della potenza avverrà attraverso pannelli solari ad alta efficienza, cosa mai tentata prima.

JUNO utilizzerà una camera e nove strumenti scientifici per studiare cosa si nasconde all’interno e sotto la coltre nuvolosa di Giove. Verranno cercate le prove dell’esistenza di un nucleo ghiacciato, dell’origine dell’intenso campo magnetico gioviano, dell’acqua e delle nubi d’ammoniaca, oltre allo studio dell’aurora boreale del pianeta.

La missione, che ha il nome della moglie di Giove nella mitologia classica, non ha come unico scopo la migliore comprensione di uno dei pianeti più importanti e affascinanti dell’intero sistema solare, ma anche quello di capire la storia del sistema solare stesso, strettamente connessa al pianeta gigante, appunto dotato di una massa enormemente più grande degli altri pianeti.

La missione JUNO sarà la seconda progettata sotto l’egida del programma New Frontieres dell’ente spaziale americano. La prima missione è stata la New Horizons, lanciata nel gennaio 2006 e in viaggio verso Plutone e la sua luna, Caronte, che si completerà nel 2015. L’aspetto principale del programma New Frontieres è quello di portare a termine alcune missioni di “classe media” in termini di masse e investimenti collegati, allo scopo di raggiungere alcuni obiettivi prioritari per lo studio del nostro sistema solare.

La responsabilità della missione è del Jet Propulsion Laboratory (NASA, Pasadena), mentre il prime contractor industriale è Lockheed Martin.

Anche l’italia prenderà parte in JUNO: l’Agenzia Spaziale Italiana, infatti, contribuirà alla missione con lo spettrometro a infrarossi e con una parte del payload a onde radio, come conseguenza di accordi bilaterali tra le agenzie spaziali.

Non sapevo che anche l’Italia fosse coinvolta nella missione JUNO. Decisamnete una buona notizia! :clap:

Non ne sapevo nulla, quando ho ricevuto la mailing list della Nasa è stata una piacevole sorpresa.
Ciò che mi colpisce è l’alimentazione a pannelli solari: se la cosa funziona potrebbe garantire l’energia per un tempo indefinito, incrociamo le dita!

Non sarei così ottimista sulla possibile durata dei pannelli solari, non dimentichiamoci che Giove è circondato da potentissime radiazioni che potrebbero col tempo “consumare” (nel senso di progressivamente danneggiare) i pannelli solari.

A parte la durata sorge spontanea un altra domanda, riuscirà una tecnologia così innovativa (per questo genere di missione) a garantire tutta l’energia necessaria per il completo funzionamento della Sonda?

L’utilizzo di pannelli solari per JUNO è giustificato, in orbita gioviana, soprattutto per la breve durata della missione…

Beh…, ma se non ci fossero problemi di sorta e la sonda producesse dei risultati molto interessanti, nulla vieterebbe di estendere la missione come si è fatto in casi analoghi, o sbaglio?

Beh, certo :wink:

per il pubblico ecco come sara’ la sonda in questione

Leggendo un po di notizie su wiki mi sono accorto che gli scopi scientifici della missione sono interamente dedicati al pianeta e pochissimo alle sue lune…
Dopo le scoperte su Europa fatte dalla sonda Galileo mi sembra strano… :thinking:

la missione Jupiter Icy Moons Orbiter doveva stugiare i satelliti ghiacciati di Giove, Mossa da un innovativo motore a ioni, cancellata per motivi di budget

Per le lune potrebbe esserci la missione Laplace dell’ESA (in lizza insieme a Tandem) realizzata in collaborazione con NASA e JAXA.

Nel prossimo futuro ci sono un sacco di proposte di missioni veramente interessanti, quelle due che avete citato voi e se non sbaglio anche una missione sempre made in Esa per continuare lo studio di Saturno, e addirittura un paio di proposte per esplorare Urano e nettuno intonro al 2030…si prospetta un roseo futuro per l’esplorazione robotica del sistema solare, anche se poi sicuraemnte qualche sonda non varrà lanciata…