Lo scorso anno la NASA ha dovuto far fronte ad un gruppo di astronomi che aveva condotto una petizione nella comunità per cambiare il nome della missione, sostenendo che l’omonimo del telescopio, l’ex capo della NASA James Webb, era stato complice della persecuzione e del licenziamento di dipendenti federali gay e lesbiche durante la sua carriera nel governo degli Stati Uniti negli anni '50 e anni '60.
Nature, sarebbe entrata in possesso di email relative alla faccenda
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Quoto, è un po come tagliare alcune scene dei film disney degli anni 50 per il politically correct degli anni 2020… di sicuro al giorno d’oggi non si possono tollerare, ma non si può nemmeno dare colpe dirette per cose che in quegli anni erano la “norma”.
Non capisco bene l’articolo di Nature, ma forse il nocciolo della questione è stata la poca trasparenza sulla decisione NASA di proseguire con quel nome.
Si’, credo che il fulcro sia mostrare che ci sia stato chi ha sollevato l’opportunità di nominare la missione in quel modo, dato che si sapeva che poteva essere una scelta discutibile.
Stabilire delle linee guida per i nomi alle missioni non è facile, e certi dibattiti in USA saltano fuori quando cominci a fare i conti con il tuo passato…
Sono sempre stato convinto che i personaggi storici vadano presi nel contesto storico in cui i loro comportamenti sono avvenuti. Negli anni 60 non c’era la sensibilità fortunatamente acquisita oggi, quindi lo scandalo per quello che fece o non fece Webb è imvho fuori luogo.
Qualsiasi personaggio storico, se si scava abbastanza, ha scheletri nell’armadio, per non dire che ha fatto cose che oggi considereremmo in un range di negatività che va dall’inopportuno all’atrocità.
Forse la lezione per NASA è che se decidono di intitolare una missione a una specifica persona, facciano bene bene i compiti prima di annunciarlo, per evitare di trovarsi travolti dalle polemiche.