Neil Armstrong risponde ai dubbi di un giornalista

Questa settimana, il giornalista scientifico statunitense Robert Krulwich ha scritto un articolo sul sito National Public Radio a proposito delle proporzioni di un evento eclatante quale per esempio il primo allunaggio.

Krulwich, sovrapponendo la mappa della prima EVA al disegno di un campo di calcio, ha “scoperto” che in realtà Neil & Buzz si allontanarono di poche decine di metri dal LM ed afferma che il famoso “giant leap for mankind” non fu proprio così gigante.

Qui l’articolo
E vabbè, possiamo angiungere anche questa alla lista delle castronerie online. :facepunch:

Ma la cosa sbalorditiva è che ieri sera il Comandante è intervenuto direttamente.
Eggià, il buon Neil Armstrong ha scritto una lettera al giornalista che subito l’ha pubblicata sul sito qui , anche se non sembra troppo convinto.

Bravo Neil! :clap:

E’ come valutare un centro perfetto in un tiro con l’arco su una distanza di svariati km commentando “Beh, pero’ il buco della freccia nel bersaglio è piccolo…”

Articolo che è l’equivalente dei servizi sui canili e suelle gare di bellezza per gatti dei nostri TG. Riempibuchi.

Neil ha sbagliato a rispondere cosi’ dettagliatamente. E’ come se avesse detto “eh, si il buco è piccolo, ma la freccia è nuova e comunque non potevamo usarne un’altra e…” invece di rispondere “Ehi, ho appena fatto centro con una freccia e un arco in un bersaglio a 100 km di distanza. Che cosa vuoi che faccia di piu’?”

Una domanda sbagliata e una risposta sbagliata.

Ah, certo, gli USA sono abituati a fare le cose in grande, per cui, arrivare fin là per fare un giro intorno al LM non ha senso… intanto sono arrivati FIN là, poi sono stati i primi ed al momento gli unici… e poi cosa vogliono se non scuciono la grana?
Mai contenti.

Un ossimoro.

Ben svegliato, Mr. Krulwich. Quanto la pagano per scoprire qualcosa che gli appassionati sanno da decenni?

Fra i nomi di Armstrong e Krulwich, mi chiedo quale ricorderà la storia.

Sono d’arccordo con Michael, lo spunto dell’articolo è interessante: uscire dall’astratto delle distanze espresse in numeri e dare invece un raffronto concreto della portata “dimensionale” di alcuni eventi importanti.
Peccato che l’articolo si sviluppi in maniera puerile e scontata, si spara sulla croce rossa delle missioni lunari, tanto per far vedere che non si ha paura di sfidare i “mostri sacri” e si procede con argomenti di attualità, fino a scomodare l’Africa in genere.
Non concordo con Mike sulla risposta di Armstrong, semplicemente egli ha risposto come avrebbe fatto un ingegnere e un pilota collaudatore: ha elencato i problemi che erano chiamati ad affrontare ed il contesto ambientale al quale sarebbero stati esposti.
Se poi la lettera, anche troppo dettagliata e gentile, viene faziosamente misinterpretata dal giornalista perchè lui vuol far vedere che è un duro che “non la manda a dire” nemmeno ad un eroe nazionale, beh, è un problema suo e di quei (tanti) gonzi che gli crederanno.
Non faccio sparate sull’abitudine generale di trattare l’astronautica con toni da “bar dello sport”, perchè recentemente ho visto che anche persone per certi aspetti vicine alla nostra associazione non hanno un atteggiamento correttamente divulgativo al riguardo, ovviamente IMHO…

P.S. Grazie a Simone per averci riportato articolo e mail, si è trattato in ogni caso di una lettura interessante!

Invece nessuno di voi cita la parte finale della lettera di Neil:

"During my testimony in May I said, “Some question why Americans should return to the Moon. “After all,” they say “we have already been there.” I find that mystifying. It would be as if 16th century monarchs proclaimed that “we need not go to the New World, we have already been there.” Or as if President Thomas Jefferson announced in 1803 that Americans “need not go west of the Mississippi, the Lewis and Clark Expedition has already been there.” Americans have visited and examined 6 locations on Luna, varying in size from a suburban lot to a small township. That leaves more than 14 million square miles yet to explore.”

Ha sfruttato efficacemente ciò che viene in quell’articolo decantato a favore della ricerca e di una futura esplorazione lunare…

Una traduzione al volo per in non anglofoni:

Durante una mia testimonianza in maggio ho detto, “Qualcuno chiede come mai gli americani debbano tornare sulla luna. “dopo tutto”, dicono “ci siamo già stati”. Trovo questo mistificante. Sarebbe come se nel sedicesimo secolo i monoarchi avessero dichiarato che “Non abbiamo bisogno di andare nel nuovo mondo, ci siamo già stati”. O se il presidente Thomas Jefferson avesse annunciato nel 1803 che gli americani “non hanno bisogno di andare ad ovest del Mississipi, La spedizione Lewis e Clark c’è già stata”. Gli americani hanno visitato ed esaminato 6 posti sulla Luna, di dimensione diverse: da un sobborgo ad una piccola cittadina. Questo lascia più di 14 milioni di miglia quadre ancora da esporare”.

era palese che il tentativo di attacco al personaggio aveva come ultimo fine quello di ottenere anche a costo di travisare dei fatti storici un’ illogica pubblicità.

salute a tutti! leggo solo ora questo topic, (impegni di lavoro). ORA E SEMPRE GRANDE NEIL!!!