Non ho parole

Le notizie scientifiche, se non sono sponsorizzate, sono trattate come curiosità. Quelle economiche e politiche sono tutte pilotate.
Quanti verificano le notizie che leggono?
Alla fine i giornali servono solo per fare opinione: quella dei finanziatori.
Riprendendo quanto sopra, se voglio info sugli Ittiti mi servo di una rivista specializzata in archeologia o di un saggio sull’argomento.
Se cerco notizie astronautiche… le trovo solo qui.

Questo vale per tanti giornali, ma non per tutti. Ci sono molti giornali americani che hanno delle ottime sezioni dedicate allo spazio (e hanno i feed RSS, il che li rende molto facili da consultare ;))

all’ epoca, di preciso nel maggio 2010, secondo quella classifica planetaria pare risultasse:

http://www.newnotizie.it/2010/05/03/liberta-di-stampa-italia-72%C2%B0-come-il-congo/

“i Paesi con maggiore libertà di espressione sono la Finlandia, l’Islanda, La Norvegia e la Svezia. Solo al 24esimo posto troviamo gli Stati Uniti, mentre la Gran Bretagna si classifica 26esima e l’ Italia 72° come il Congo.”

Il problema nasce dalla informazione generalista che, purtroppo, è quella che crea l’opinione comune.
Il problema è “l’informazione” che viene recepita senza fatica.
Se mi interessano davvero gli Ittiti ( boh è il primo esempio che mi è venuto in mente) ovvio che faccio fatica, ovvio che cerco le fonti che ritengo ( in modo soggettivo e assolutamente insindacabile ) più attendibili e, probabilmente, sono soddisfatto, nonostante la fatica, proprio perchè finisco con l’appagare la mia sete di conoscenza su un argomento specifico.
Adesso immagina che al Tg venga detto che la cultura Ittita è stata influenzata da quella di Atlantide magari citando frasi tipo “eminenti scienziati hanno affermato” … beh, il giorno dopo la “verità” saranno le relazione tra Atlantide e gli Ittiti.
Tu, vero esperto di Ittiti, potrai così dannarti e cercare di far capire che sono panzane ma ci sarà poco da fare …
Ora, l’eventuale opinione comune sugli Ittiti può far arrabbiare i veri archeologi ma in fondo non è un grosso danno per la società … immagina lo stesso procedimento su faccende che coinvolgano più direttamente i futuri usi e consumi basati su quanto deciso sulla base dell’opinione comune …
I

Questo è il punto. L’informazione minima per fare opinione. Anzi, il mercato dell’opinione, perché il lettore/consumatore può scegliere pure l’opinione. Quindi, non è vero ciò che è vero, ma è vero ciò che piace.
Commentavo ieri sera con mia moglie una notizia di un evento di cui sono venuto a conoscenza che è finito pure al TG. Alla fine, se vuoi sapere realmente come sono andate le cose, devi andare in tribunale e sentire le due campane. Solo lì puoi farti un’idea grossomodo precisa di come si sono svolti i fatti, perché ho provato che i giornalisti raccontano le notizie solo per fare sensazione, alla faccia della verità, della completezza dell’informazione e dell’obiettività. Certo, non tutti sono così, eppure quelli che hanno raccontato balle sono ancora al loro posto. Forse perché non importa cosa racconti, basta che “tira”? Allora devo considerare i notiziari come esercizi di narrativa?

A mio parere è questo il problema principale: contano gli ascolti e non la verità. Qui però dobbiamo metterci una mano sulla coscienza noi “pubblico”: bisogna non guardare e far capire a più persone possibile di non guardare programmi non degni di tale nome, se un programma non ha ascolti non va in onda. Solo con una buona cultura di base (che non si costruisce solo a scuola ma anche in famiglia) si può migliorare la situazione.

Altro problema importante su cui però dovrebbe vigilare l’ordine dei giornalisti che dovrebbe essere lì per garantire che chi si fregia del titolo di giornalista è un professionista serio. Non si tratta di censura (lasciamo perdere i vari Ministeri…), ma di semplice professionalità che va tutelata.
Ricordo per esempio Maurizio Mosca (scusatemi se tiro in ballo una persona morta) che si inventò di sana pianta un’intervista, venne cacciato (giustamente) dalla Gazzetta dello Sport ma l’ordine dei giornalisti non fece una piega e lui potè tranquillamente far spiccare il volo alla propria carriera forte della ribalta mediatica conquistata…

Ares Cosmos, condordo pienamente su tutto! I TG dovrebbero essere mezzi di informazione, ma i giornalisti se ne infischiano di questo termine e ne fanno un mezzo di disinformazione il cui unico scopo è creare scoop e chissene se la gente rimane disinformata, tanto quando hanno dato un’informazione anche se è sbagliata penseranno “sto facendo il mio lavoro, a chi può importare se fatto bene o tirato via?”.
Scusate se ho un pò utilizzato termini non proprio adatti al luogo, ma il fatto è che sono stufo di vedere circa 60 milioni di persone in balìa di giornalisti che conducono un mezzo di informazione rendendolo esattamente il contrario! Mi piacerebbe disporre di mezzi di informazione che dicono le notizie così come stanno, e non aggiungono chissà quale castroneria per fare più audience!
Ora è veramente tutto. Chiedo di nuovo scusa per lo sfogo.

Un esempio che calza a pennello perché è ritornato alla ribalta in questi giorni è la questione della legge 40.

La politica, invece di farsi promotrice d’idee si fà portavoce dell’umore popolare.
E’ alla frutta.