Nuove missioni per Deep Impact e Stardust

Per entrambe le missioni è stato approvato un nuovo piano di missione che le riporterà in attività dopo il completamento delle loro missioni primarie.
Entrambe le estensioni porteranno a nuovi compiti per i quali l’hardware non era stato testato e progettato.
Utilizzando sonde già in orbita e con tutta l’attrezzatura disponibile i costi saranno circa il 15% rispetto a quelli di una missione con una nuova sonda dedicata a questi scopi.
Deep Impact che ha concluso la sua missione primaria nel 2005 si dedicherà alla scoperta di pianeti extrasolari e ad una prosecuzione delle investigazioni su quanto fatto precedentemente, e sono nell’ordine EPOCh (Extrasolar Planet Observation and Characterization) e DIXI (Deep Impact Extended Investigation).
Per quanto riguarda DIXI, l’obiettivo principale sarà un flyby con la cometa Boethin, mai esplorata da vicino e con un’orbita di corto periodo, ci sarà quindi l’occasione di completare gli studi che non erano stati realizzati con il fallimento della missione COmet Nucleus Tour (CONTOUR).
L’incontro è previsto per il 5 Dicembre 2008.
Per quanto riguarda EPOCh, la sonda verrà utilizzata per l’osservazione delle stelle più vicine per l’analisi di pianeti giganti già conosciuti. I dati ricavati permetteranno di individuare la presenza di eventuali anelli, lune o pianeti di dimensioni terrestri che gli orbitano intorno come sistema binario.
La sensibilità della sonda è già superiore a tutti gli strumenti terrestri e spaziali, operanti attualmente in questo campo, le attese sono molto alte per questa ricerca, che come importanza scientifica non sarà assolutamente secondaria.
Sempre in questa fase, che si svolgerà da subito e per tutto l’arco del viaggio che la separa da Boethin, verrà anche analizzato lo spettro della Terra agli IR con una definizione molto alta in modo da poter poi usare i dati per confrontarli con quelli dei futuri pianeti extrasolari simili alla Terra e poter confrontare le caratteristiche per una conoscenza più approfondita della loro composizione atmosferica.
La seconda estensione è per la sonda Stardust, che aveva riportato sulla Terra una serie di campioni raccolti durante un incontro con la cometa Wild 2 nel 2004.
La denominazione è NExt (New Exploration of Tempel 1) e sarà dedicata ad un nuovo incontro con la cometa Tempel 1, visitata da Deep Impact nel 2005. Per la prima volta una cometa verrà avvicinata per un re-incontro a distanza di anni. Si cercherà di scoprire alcune questioni venute alla luce durante il primo incontro come alcuni segni che lasciavano presagire la presenza di materiale liquido sulla superficie. Inoltre sarà la prima volta che una cometà verrà analizzata immediatamente dopo un passaggio vicino al Sole, con la possibilità di analizzare e mappare il nucleo portato allo scoperto dalla sublimazione degli strati superficiali.
L’incontro è previsto per il 14 Febbraio 2011.

Interessante! E’ un’ottima idea quella di riutilizzare sonde già collocate nello spazio e assegnare loro nuove missioni che sembrano essere di una certa rilevanza. Incredibile quanto si riducono i costi delle missioni!
Mi chiedo come mai non abbiano fatto lo stesso con la Smart 1 ad esempio…
L’impatto con la Luna è servito ad una serie di studi, ma questo comporta anche l’inquinamento del nostro satellite.

Inquinamento?? :stuck_out_tongue_winking_eye:

Vabbè, quando arriverà una delegazione di seleniti con una protesta ufficiale, inizieremo a pensarci, eh? :wink:

Il propellente era quasi finito e il destino di SMART-1 era segnato: sarebbe caduta sulla Luna in ogni caso.

Paolo Amoroso

Ah ecco, in questo caso allora…

Questo è senza dubbio un modo molto interlligente di utilizzare sonde già in fase operativa ed allungare la loro vita operativa, x proseguire o fare nuove esplorazioni.
Se una sonda è ancora in buono stato perchè non utilizzarla x nuovi studi?
Questo sistema permette di utilizzare i fondi a disposizione x altre ricerche e studi.
Per quel che riguarda la sonda SMART-1, pur trattandosi di un qualcosa di scentifico, penso anch’io che alla fine andremo solo ad inquinare un corpo extraterrestre.
Per noi appassionati tutto questo risulta utile e interessante però, non dimentichiamo, che anche questo è un modo x inquinare.
Stesso discorso x le missioni Apollo; al termine di ogni missione, per evitare eventuali problemi con la risalita del LEM era abitudine degli astronauti buttare tutto il più lontano possibile.
Con il passare degli anni e delle missioni, rischiamo di ritrovarci su una Luna discarica.
Sono del parere che bisognerebbe evitare certi sistemi e contenere l’“immondizia” in modo più civile.

Sono d’accordo con topopesto.