OneWeb dichiara bancarotta

Mi sono imbattuto in questo articolo… Interessante, anche se mi sembra assurdo che si siano spese miliardi di sterline in questo modo, sarebbe al limite (e forse oltre) della frode.

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Mi sono imbattuto in un articolo simile di una testata altrettanto autorevole quanto la tua:

E sinceramente stento a credere che lo abbiano scritto veramente. Ci sono un sacco di inesattezze. I cittadini del Regno Unito possono usare Galileo al posto del GPS in caso di guasto di quest’ultimo anche se sono usciti dall’ UE. Se prima di partire i satelliti non avevano un orologio atomico, sicuramente non si può più fare nulla per quelli in orbita. Non c’è traccia di un bid del governo su OneWeb. Se vogliono fare un sistema di posizionamento locale per UK e basta, possono fare una replica del BeiDou-1, molto più economico, dove bastano 4 satelliti e funziona solo alla longitudine del loro territorio. Con covid e brexit sul campo non la vedo proprio bene l’idea di investire su un’altra cosa molto dispendiosa dal ritorno non proprio scontato.

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Il problema dovrebbe essere per gli usi militari

Anche qui se ne parla (riprendendo la notizia mainstream) e neanche qui si accenna alla possibile configurazione in stile Beidou, come ha fatto notare @Vespiacic (sempre attento alle realtà orientali).

Non è quello che dice l’articolo BBC, e comunque in caso militare, se UK è contro Russia, Cina, Usa e UE… hanno fatto un bel casino :slight_smile: :white_flag:

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Neanche la UE pensa di essere contro gli USA in un conflitto, ma comunque spende miliardi in Galileo. È una questione di potere politico una volta che ti siedi al tavolo delle trattative, se sei “indipendente” hai un peso diverso che se dipendi da altri in tutto e per tutto.

Lasciando però perdere la questione politica, sarebbe interessante capire l’aspetto tecnologico riguardo la trasformazione di OneWeb in un sistema di navigazione.

Se è vero che Airbus è con il governo inglese (ricordo che Airbus UK costruisce e opera per il governo inglese la costellazione Skynet da decenni), allora mi viene da pensare che abbiano fatto uno studio di fattibilità, e forse anche una proposta, e che la cosa non sia del tutto campata in aria…

L’Inghilterra ha interessi in tutto il mondo, non so quanto questa soluzione possa essere praticabile per eventuali impieghi militari.

London and Brussels are still negotiating Britain’s future participation in Galileo.
The parties are currently in dispute over the UK’s access, and industrial contribution, to the system’s Public Regulated Service (PRS) beyond March of next year.
PRS is a special navigation and timing signal intended for use by government agencies, the armed forces and emergency responders. Expected to come online in 2020, it is designed to be available and robust even in times of crisis.
Brussels says London cannot immediately have access to PRS when the UK leaves the European bloc because it will become a foreign entity. London says PRS is vital to its military and security interests and warns that if it cannot use and work on the signal then it will walk away from Galileo in its entirety.

Ne abbiamo parlato anche qui

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Sempre sulla questione UK acquista OneWeb.

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Quindi si tratta di un acquisto che di fatto crea una rete di telecomunicazioni satellitare statalizzata, anche se venduta con le “keyword” giuste: sovranita’, innovazione, tecnologia.

Come era prevedibile, non e’ e non puo’ essere un rimpiazzo tecnologico per Galileo, ma potra’ sicuramente aiutare ad assorbire parte dei colletti bianchi rimasti a piedi o emarginati dall’esclusione (sacrosanta) dai programmi sponsorizzati direttamente dall’Unione Europea, come Copernicus e Galileo. Mi fa piacere anche per chi in OneWeb vede riaccendersi la speranza di un buon lavoro.

Come per molte cose che riguardano il Regno Unito in questi mesi, good luck.

Tra l’altro, fanno anche sapere che i satelliti verranno costruiti non più un Florida bensì nel Regno Unito.
E non mi sorprenderebbe vedere almeno alcuni di questi satelliti lanciati dalla Scozia.

All’inizio mi sembrava una cosa scellerata, ma guardando con calma alla cosa forse era l’unico tipo di soluzione possibile.

Che piaccia o meno SpaceX e OneWeb sono di fatto destinati a diventare nuovi Tier1 e questo tipo di asset/azienda può risultare fondamentale in futuro, già da decenni i vari paesi/aziende si calpestano i pieni per le varie linee transoceaniche.
Un governo questa rete può garantire al proprio paese un grado di indipendenza maggiore nelle comunicazioni intercontinentali.

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In questa ottica il fatto che un sistema sia basato in USA ed uno in inghilterra, eterni alleati, rende le comunicazioni per questi due paesi resilienti ad un attacco nella zona europea e nella zona americana. Personalmente non credo che nei prossimi anni/decenni rischiamo seriamente un conflitto mondiale, e parallelamente credo che questo affollamento di satelliti renda di contro proporzionalmente più semplice e non più difficile un blackout delle comunicazioni sat, per il noto paradigma secondo cui al crescere della densità di occupazione della LEO un attacco distruttivo produce probabilità di danno catastrofico crescente

Continuo a pensare che abbiano fatto questa azione in ottica anti cinese

Davanti ad un fallimento sarebbe stato difficile per un tribunale rifiutare, per un sistema civile, un offerta di acquisto
Avresti dovuto usare una logica golden share / executive order, dire che era per la sicurezza nazionale e giustificare perché lo fosse ecc ecc

Stessa cosa vista per Iridium nel 1999 e salvata dal pentagono nel 2000 (a quei tempi avevano paura che la comprassero i terroristi perché con solo due gateway potevi fare tutto ed il sistema permetteva le comunicazioni satellite satellite)

Si vede che stavolta Zio Donald ha chiesto una mano a Zio Boris, in fondo era un azienda inglese

ah perché no? Non che si facciano scrupoli, vedi la vicenda huawei dove si sono accorti dopo 25 anni che portando knowhow in cina per tutta la tecnologia poi gli apprati di rete dove girano le tue comunicazioni critiche te li forniscono loro. Il boicottaggio attuale è una farsa degna della commedia di bassa lega, sarebbe stato molto meglio tagliare i ponti, ma richiede tempo reindustrializzare l’occidente su tutto ciò che si è scelto di portare all’estero. In questa ottica ci sta 100 volte meglio anticipare le conseguenze con una strategia migliore

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L’analisi di un perplesso Scott Manley:

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Un’opportuna riflessione del VP di Aerojet Rocketdyne per la Space Strategy sull’amministrazione controllata di OneWeb.
Investire nello spazio rimane un’attivita’ ad altissimo rischio.

Personalmente ritengo che l’opinione di Mr. Slazer sia un po’ generica e abbia qualche fallacia argomentativa.
Chiarisco il mio pensiero:

In generale

  • Che la space economy sia rischiosa per gli investitori (tr. it. di coloro che “rejoice in the potential returns from commercial space”) è un dato di fatto a prescindere dal caso di One Web. Lo è perché si tratta di un aggregato di settori industriali differenti ma fortemente interconnessi (in prima battuta lanciatori, produttori di satelliti, gestori di satelliti per uso commerciale), perché è un fenomeno nuovo i cui business model non sono consolidati ma in corso di definizione, perché le interconnessioni di cui sopra comprendono anche la presenza di enti e fondi statali, perché è un mondo tecnicamente complesso (i razzi esplodono ancora oggi, i payload falliscono il loro obiettivo ancora oggi), perché perché…
    Se tutto questo è per caso condivisibile, gli investitori sanno bene che si tratta di un “risky business” e lo sapevano anche prima che One Web facesse ricorso al Chapter 11. Del resto, se diamo una scorsa all’elenco degli investitori della società (cfr. https://casedocs.omniagentsolutions.com/cmsvol2/pub_47378/808979_438-1.pdf) possiamo immaginare che fossero tutti piuttosto consapevoli delle loro scelte e dei rischi inerenti.

  • Il fatto che, in caso di gravi crisi aziendali, i creditori perdano gran parte degli importi investiti è ovvio e non vale solo per One Web, Iridium o altri soggetti dell’industria spaziale.

Nel caso specifico di One Web

  • Il motivo per cui la società ha fatto ricorso al Chapter 11, nelle affermazioni del CEO Adrian Steckel, è da ricondurre allo stop di un processo di finanziamento causato dall’epidemia di COVID-19 (cfr. comunicato del 27.3.2020). La causa della crisi finanziaria dipenderebbe cioè da un fattore esogeno, difficile da valutare nelle analisi di scenario proprie del risk management, e soprattutto trasversale. Hertz, la società di autonoleggio, ha fatto ricorso al Chapter 11 nel mese di maggio a causa del calo di profitti generato dall’epidemia, ma non per questo io giungerei necessariamente alla conclusione che l’autonoleggio è un business rischioso.

Fine del pippone. Forse avrei potuto dire molto più semplicemente “grazie Mr. Slazer del suo tweet, ma in così pochi caratteri è difficile condensare la complessità del mondo reale”.

Just my 2 cents, of course

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Punto assolutamente centrato da parte tua, imvho, e grazie per averlo sviscerato cosi’ bene.

Ho riportato qui quel tweet per la precisa ragione che mi pare argomenti anche tu. L’ho fatto pensando alla facilita’ con la quale, in altre discussioni, alcuni sembrano vedere lo sforzo delle compagnie New Space emergenti come un’inarrestabile cammino verso il successo che attinge a fonti apparentemente inesauribili.

OneWeb dimostra come certe imprese siano costantemente in equilibrio finanziario sul filo del rasoio, e un intoppo, un ritardo, un problema che tolga loro la fiducia degli investitori puo’ mandare tutto all’aria.
Questo perche’ tutti (salvo Bezos, che puo’ permettersi di sganciare un miliardino di tasca ogni anno senza scomporsi) operano grazie al credito di fiducia (e conseguentemente, credito finanziario) che hanno riscosso negli investitori. Quando questo credito viene meno, il razzo implode come i vecchi Atlas.

La situazione mi ricorda quella dei trapezisti del circo. Noi, seduti nel pubblico, vediamo i trapezisti volteggiare con naturale facilita’, e ci sembra quasi che sia tutto scontato, che nulla possa andare storto. Solo che questi nostri trapezisti dello spazio a volte mancano la presa, per sfortuna, per errori umani, per sopravvalutazione di se’, e allora inorridito il pubblico scopre che l’artista si esibiva senza rete…

Non sto affatto dicendo che succedera’ e non voglio gufare (prima che partano polemiche), sto solo dicendo che questo rischio e’ un fattore da tener presente.
E che i trapezisti sono pur sempre una meraviglia per gli occhi che ci porta a volare con loro, almeno con l’immaginazione.

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Aggiungo questo bell’articolo de ilPost sugli sviluppi dell’acquisto da parte del governo britannico di OneWeb.

Un passaggio abbastanza esplicativo della situazione:

Prima di concludere l’acquisto, però, il governo non aveva consultato il suo consigliere scientifico più esperto, Patrick Vallance, e nemmeno il ministero della Difesa. Sam Beckett, segretario del dipartimento per le imprese, l’energia e la strategia industriale, aveva sollevato le sue obiezioni sull’acquisto di OneWeb, richiamando le perplessità dell’Agenzia spaziale britannica. Nonostante l’obiezione, il segretario di Stato per le imprese, l’energia e la strategia industriale Alok Sharma aveva forzato la decisione di acquistare la società.

:man_facepalming:

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