Orion avanti a tutta forza

Lockheed Martin ha rilasciato un video sull’interno di Orion.

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Ma quindi c’è un intero vano in grado di ospitare l’equipaggio per proteggerlo dalle tempeste solari? Immagino che per la funzione che svolge in emergenza non debba essere occupato da altro (non può fungere da rack di stivaggio quando non occorre proteggere l’equipaggio) ma rimanere libero. Deve essere un volume considerevole in rapporto all’intero volume abitabile della capsula. Può essere - mia ipotesi ignorante - che il vano possa essere ricavato da una struttura ripiegabile, così da non “occupare inutilmente” un volume abitativo significativo?

Animazione interessantissima, sembra che il sistema di protezione dalle radiazioni sia composto da due rack (armadi) posti immediatamente alle spalle dei sedili, evidentemente ciascuno in grado di ospitare due astronauti (in piedi, per così dire), per il tempo necessario a far passare il Solar Flare.

Probabilmente all’interno devono essere già stivati, kit medici, acqua e razioni di cibo.

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E concordo che sarebbe una buona soluzione. Ma, in soldoni, in un veicolo come Orion ci si può permettere di avere in termini di volume due rack non utilizzati se non in caso di emergenza? Vero che potrebbero essere utilizzati come cuccette, o bagno (ma se non sbaglio non è nella stessa posizione)… però… :slight_smile:

Il bagno mi sembra a fianco sulla destra.
Il problema non è se Orion può meno “permettersi” di “sprecare” questo spazio, il punto è se lo prevedono le specifiche di progetto.
Io credo di si, pertanto si è “dovuto” trovare una soluzione ingegneristica che consentisse di ospitare gli shelter antiradiazioni.

Teniamo presenti che sia nelle intenzioni iniziali (Bush Jr.) sia nelle confuse iterazioni successive (Obama) Orion è stato sempre pensato come veicolo spaziale BEO (Beyond Earth Orbit), con puntate addirittura sugli asteroidi.
Più si allunga il tempo di missione più si è (statisticamente) sottoposti al rischio di beccarsi un bel flare nel mezzo della missione. Per cui questo degli shelter doveva essere uno dei requisiti cardine.

Del resto anche le “semplici” operazioni in orbita circumlunari sono potenzialmente soggette all’azione di un flare, questo evento (fortunamente) finora non è mai accaduto, ma un buon scenario “alternativo” in cui accade, ed ha conseguenze fatali, è ben rappresentato nel romanzo “Space” di James Michener degli anni 80 del secolo scorso, dove la fittizia missione Apollo 18 resta vittima proprio di un flare…

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Naturalmente per coloro che fossero incuriositi dal romanzo “Space” esiste un apposito thread proprio qui su FA:

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Perché dici che dovrebbero essere inutilizzati? Potranno ben esser pieni di qualunque cosa debbano portarsi appresso e solo in caso di flare solare provvederebbero a svutarli per rintanarcisi; ed intanto il “qualunque cosa” andrebbe intorno ai rack ad aggiungersi alla schermatura che male non fa.

Teniamo presente che le particelle pesanti, quelle pericolose associate ai flare, son ben più lente dei fotoni associati allo stesso fenomeno quindi i satelliti che osservano il Sole permetterebbero un allerta convenientemente anticipata, di non so quanto… giusto?

Nell’evento di carrington l’omonimo astronomo notò il cambiamento sulla superficie del Sole 24ore circa prima del manifestarsi delle conseguenze su Terra, mi pare più che basttevole per non farsi sorprendere.

Piuttosto mi preoccuperei della sua durata: si può stare tanto là dentro? Secondo Wikipedia:

L’evento produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal 28 agosto al 2 settembre.

Anche se il peggio durò meno (stessa fonte):

l’interruzione delle linee telegrafiche per 14 ore

Gli astronauti potrebbero uscire da quel ̶l̶o̶c̶u̶l̶o̶… ehm, rack per usare la toilette o prendere del cibo durante un simil tale evento?
Di cosa è fatto il rack e perché non è esso stesso l’abitacolo dell’Orion? Troppo pesao in più? Quanto? Troppo anche per un Ares?

Non voglio andare troppo OT, ma un evento come quello di Carrington capita una volta ogni 10.000 anni (o mille, devo ricontrollare su Chi ha paura del buio) ed è paragonabile come evento ad un terremoto di intensità 8 della scala Richter o l’espolosione di Yellowstone. Sarebbe come pretendere che una casa resista a terremoti di quell’intensità: si può fare, ma il rapporto costi/benefici (perchè è così, si fanno sempre dei compromessi) sarebbe maggiore dell’unità, ovvero tanti costi per pochi benefici. A mio parere, tornando ad Orion, si è tenuto conto della possibilità di un flare solare di media intensità e durata. Un evento come quello di Carrington, nello spazio profondo causerebbe molti problemi, in primis di comunicazione, mentre alla lunga potrebbero esserci problemi di tipo genetico/oncologico. Questo dipende dalla missione, dove si trova, quanto è stata esposta al flare, il tempo di permanenza nello spazio. Mi spiego meglio: se un ipotetico equipaggio umano verso Marte venisse colpito nel viaggio di andata e si stabilisse sulla superificie marziana con profitto, ci sarebbero da incrementare le percentuali di incidenza di tumori nei soggetti e di malformazioni nei futuri nascituri, più di quello che sarebbero con un viaggio senza flare. Devo ancora leggere l’articolo di ANews sulle radiazioni, per cui non mi dilungo.

Come dicevo il problema sarebbe anche comunicativo: un evento di Carrington ai giorni nostri brucerebbe letteralmente tutto l’hardware in orbita, le linee telefoniche e tutto quanto è di elettronico verrebbe severamente compromesso, dall’home banking alle borse, passando per le comunicazioni con gli astronauti.

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Beh, quasi, secondo la Wiki. inglese… :

Tempeste meno violente si verificarono nel 1921 e nel 1960, quando furono segnalate interruzioni radio diffuse. La tempesta geomagnetica del marzo 1989 ha distrutto l’energia in vaste sezioni del Quebec . Il 23 luglio 2012 è stata osservata una super tempesta solare “di classe Carrington” ( brillamento solare , espulsione di massa coronale , EMP solare ); la sua traiettoria mancava di poco la Terra.

…, che è più dettagliata,

Le stime della forza della tempesta vanno da −800 nT a −1750 nT

Il punto che ci manca allora è: per quanti nanoTesla/ora massimo è pensata efficace quella protezione della Orion?

(Ps: terremoti di intensità 9 della scala Richter sono meno rari e l’eventuale espolosione di Yellowstone o similare è un eventualità più preoccupante di quanto debbano essere per sostere il tuo paragone.)

Un veicolo che nasce per missioni “oltre LEO” deve necessariamente avere qualche misura di protezione in piu’. Potrebbe non bastare ma deve esserci.

C’e’ da essere molto preoccupati di quello che succedera’ qui sulla Terra quando ci sara’ un nuovo evento di classe Carrington… Potrebbe essere molto molto catastrofico. E gia’ il fatto che sia successo una volta e ne abbiamo schivati altri da quando si utilizza l’elettricita’ non mi lascia per nulla tranquillo sulla possibile frequenza di questi episodi. Lascerei agli esperti stimare tale frequenza con tutte le incertezze statistiche del caso, ma una volta ogni 10000 anni a naso mi pare ottimistico… qual’e’ la fonte, giusto per esaminarne le argomentazioni?

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Ma immagino che avranno una stima delle probabilità di essere colpiti da tali eventi e che il rifugio sia dimensionato di conseguenza.
Gli astronauti in BLEO sanno quello che rischiano, si fa quello che é tecnologicamente possibile fare oggi per mitigare ma il rischio rimane.
Come al lancio e al rientro.

Off topic:
Please… Magnitudo o scala di magnitudo del momento sismico, Richter é roba da giornalisti annoiati :roll_eyes:

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Sono sicuro che di questo argomento abbiamo già discusso in passato, e pubblicato il link a questo video dove attenti osservatori potranno riconoscere un volto noto…

https://www.nasa.gov/feature/scientists-and-engineers-evaluate-orion-radiation-protection-plan

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Devo ritrattare le mie affermazioni e vi ringrazio per avermelo fatto notare.

Un evento come quello di Carrington sono comuni su scala astronomica: una stella come il Sole ne produce uno ogni qualche secolo o anche meno. Essere colpiti però non è automatico perché prevede che la Terra si trovi effettivamente sulla traiettoria del flare. È quello che ci ha “salvati” dalla tempesta del 2012, che era non meno intensa di quella del 1859.

Citando una risposta di CHPDB al suo stesso post, pagina di divulgazione scientifica su FB nata proprio per informare sull’attività solare.

@bigshot Perdonami, i terremoti li ho dimenticati il giorno dopo averli studiati, anche se è passato solo un anno :joy:

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In effetti ho pensato in automatico che un volume di emergenza debba essere disponibile ed usabile nel giro di pochi minuti e quindi che un rack dedicato a questa funzione dovesse essere necessariamente mantenuto vuoto per ospitare gli astronauti. Ho pensato erroneamente senza tener conto delle tempistiche: ovvio che se ci dovessero essere diverse ore di preavviso (senza malizia ma con ignoranza… è davvero così?) un equipaggio può tendenzialmente avere tutto il tempo per prepararsi all’evento, mettendo in sicurezza l’intero veicolo e liberando i rack da ciò che contengono… :wink:

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Wikipedia inglese dice:

Il flare è stato associato a una grande espulsione di massa coronale (CME) che ha viaggiato direttamente verso la Terra, prendendo 17,6 ore per fare il viaggio di 150 milioni di chilometri (93 milioni di miglia)

17,6 ore
Considerando che con una navicella a giro ci staranno parecchio attenti, dovrebbero bastare a capire dove mira la vampa e nel caso a pararsi… i geni!

Che poi si cita un evento particolarmente forte e quindi documentato di conseguenza per aver un buon esempio ma potrebbe benissimo darsi che un evento più debole (e magari per questo meno raro) acceleri meno quelle particelle pericolose dando più tempo per reagire.

Ps:
Riguardo la mancanza di toilette ed altre cose nel rack ho poi pensato che una scappata fuori del rifugio per usufruirne se molto veloce possa non esser considerata cosa tanto dannosa, il che ridimensionerebbe molto il problema

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Anche nell’ipotesi che il flare non fosse stato identificato prima di colpire la capsula, l’evento dura molte ore.

Se c’e’ un emergenza a buttare fuori dall’armadio dei sacchi (non metterei piccoli oggetti sciolti) e infilarcisi dentro e’ questione di minuti se non secondi. Questo permette di minimizzare comunque la quantita’ di radiazione assorbita.

Ovviamente assumo che abbiano almeno uno strumento che da l’allarme quando la capsula viene investita.

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Altri scatti della prima Orion
Imgur
Imgur
(immagini credit NASA)

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Intanto a Bremen è arrivato un pacco speciale da Torino…

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ESM e i suoi pannelli solari sono stati chiusi all interno del fairing. La prossima luce che vedranno sarà direttamente nello spazio

(Immagine credit NASA)

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Applicato il logo di NASA sul Crew module di Orion.

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