Per chi si intende di motori: possibile un auto elettrica a turbina?

per poter avere un pò un’ idea della scarsa diffusione delle auto elettriche in Italia:

http://www.salrandazzo.it/autoelettrica/

“Perchè l’auto elettrica?
Che modelli ci sono in Italia?
Perchè l’auto Ibrida?
Cos’è l’auto Ibrida?”

Al Politecnico (Milano) ne vedo sempre parcheggiate 2 o 3.
E cominciano a comparire come taxi.
Ma niente altro…

Gli U.S.A. sono sempre un paese fenomenale visto che nonostante il petrolio a circa 130$ a barile e il dollaro sempre più deprezzato riesce ancora a far sì che una famiglia di ceto medio possegga tre e più veicoli, altro che noi poveri sfigati in Italia ove sempre più famiglie stesso ceto con anche entrambi i coniugi che lavorano cominciano gradualmente ad entrare nella cosiddetta “soglia di povertà”.

In USA hanno scoperto le carte di credito. Non e’ affatto raro che la gente si indebiti fino al collo e poi dichiari bancarotta. Gente comune che si prende l’SUV nuovo, il big-screen-tv. Qui in USA non c’e’ la cultura del risparmio.

Paolo

si può fare ben poco con la cultura del risparmio quando è un dato di fatto che la materia prima per metterla in pratica scarseggia ogni giorno sempre più (leggasi costo della vita sempre più distante dalle retribuzioni effettive della maggior parte della popolazione).

Negli usa c’è il culto dell’auto. Famiglie con il SUV che poi vivono in case tipo Favelas, come ho visto in alcune zone di Cocoa Beach vicino al KSC… Il paragone con l’italia non sta in piedi, gli status symbol in USA sono più radicati, secondo me.

Strano, io ho avuto la sensazione esattamente opposta. A me e’ sempre sembrato che in Italia in particolare l’immagine e’ molto piu’ importante che qui. Bah, magari mi sbaglio. Comunque come OT non c’e’ male!

Paolo

Su questo siamo d’accordo :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:

ritornando in tema di motori anticonvenzionali chi hai mai sentito parlare dell’ auto ad aria compressa?

“Un motore del genere è privo di qualsiasi emissione inquinante (non avendo alcun tipo di combustione) e deve essere rifornito con aria compressa. L’aria compressa è utilizzata come vettore di energia; l’eventuale inquinamento, in caso di produzione con tecniche tradizionali, viene spostato nella fase di produzione dell’energia che serve a generare il vettore, ovvero l’aria compressa.”

però pare che i prototipi ad oggi sperimentati presentino notevoli difficoltà tecniche.

e Leonardo da Vinci 500 anni fa aveva inventato l’ auto a molla

http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/curiosita-56/0/0/12055/it/ecplanet.rxdf

Ad aria compressa no, ma idraulica si. Il primo progetto a cui ho partecipato qui a JPL era di DARPA http://www.dtic.mil/ndia/2001technology/roboticsdemo.pdf e la movimentazione era idraulica (un motore convenzionale che attiva una pompa idraulica che mantiene sotto pressione il circuito idraulico il quale a sua volta aziona le ruote). E quello era decisamente molto funzionale. Piu’ di una volta abbiamo dovuto estricare degli HMMVW militari che non riuscivano ad inseguire il veicolo autonomo.

Paolo

Qualche anno fa non esistevano neppure distributori di metano in ogni città, paesino od autostrada…
E’ sufficiente che la cosa diventi economica…e visto il prezzo di benzina e gasolio adesso lo è.
Le auto a metano sono diventate molte e sempre di più ed allora i distributori nascono come funghi!
In alcune città, vedi Firenze, ci sono apposite colonnine di ricarica delle batterie…completamente gratuite.
E poi adesso ci sono anche altri mezzi oltre l’auto elettrici…tipo la bici di mio marito.
Si toglie la batteria e si ricarica comodamente in casa! :ok_hand:
Noi il nostro piccolo per l’ambiente lo facciamo…e speriamo presto di poter avere un’auto ancora meno inquinante.
Per quanto riguarda la velocità non ci interessa…ma l’autonomia quella si e molto!

spesso si dimentica che gran parte delle centrali elettriche funzionano ancora a petrolio e quindi ipotizzando un sistema di trasporti prevalentemente elettrico l’ inquinamento verrebbe solo trasferito a monte della produzione oltre al fatto che futuri notevoli aumenti del costo del petrolio non renderebbero più conveniente della benzina l’ elettricità per autotrasporto.

Il dato di fatto realmente vantaggioso delle auto elettriche è che il loro rendimento energetico e del 95% circa mentre quello dei motori a pistoni è del 22%. Ciò vuol dire che da 1 litro di benzina solo il 22% dell’ energia ottenuta arriva alle ruote ed il restante 78% viene sprecata in calore ed attriti meccanici.

L’ energia elettrica sarà vantaggiosa economicamente ed ambientalmente solo se non verrà più prodotta col petrolio ma col nucleare, il solare, l’ eolico e qualsiasi altro sistema alternativo.

Per quanto riguarda il nucleare dovremo attendere di sapere cosa fare delle scorie radioattive!
Solo allora potremo considerarlo “economicamente vantaggioso per l’ambiente” non vi pare?
Continuo a pensare alle enormi pale eoliche che ho visto in ogni Paese in cui sono andata ma così poche in Italia!
E cosa dire dei pannelli solari?
In Germani, paese notoriamente più al buio di noi…dovunque ci sono case con pannelli solari!
E noi italiani cosa facciamo?
Parliamo! :facepunch:
Basta parlare! Facciamo qualcosa di concreto! :clap:
Io nel mio piccolo lo faccio…hai ragione che per fare l’elettricità occorre sempre il petrolio…almeno per il momento…ma l’autonomia della bici elettrica è di 40 Km con una sola carica ed a mio marito basta per una settimana!
Facendo così pochi chilometri la macchina diesel non riscalda a sufficienza e quindi la marmitta catalitica di cui è dotata non serve a nulla…consumando gasolio ed inquinando.
La mia auto invece è a metano ed il petrolio non sa assolutamente di cosa farsene… :ok_hand:
Se inizieremo tutti a cercare di eliminare il più possibile l’uso di mezzi a petrolio…forse qualcosa si muoverà non vi pare?

il nucleare tradizionale, a fissione, produce sì scorie pericolose però non da poco si sta seriamente studiando il modo di realizzare centrali a fusione nucleare calda le quali non rilasciano radioattività.
Certamente sarebbe già un ottimo inizio se fosse possibile imitare l’ esempio della Germania, ma probabilmente là il governo darà forti incentivi e agevolazioni a coloro che scelgono l’ installazione dei pannelli solari. Situazione che invece non accade in Italia.
Riguardo il petrolio c’è l’ unica certezza che esso è una risorsa destinata ad esaurirsi prima o poi, chi dice tra 40 anni e chi dice tra 1 secolo.

E’ solo questione di tempo
e poichè l’ intero pianeta dipende quasi totalmente dall’ economia del petrolio è sicuro che quando sarà finito volenti o nolenti si sarà costretti ad usare energie alternative pena il ritorno alla “cultura del cavallo e delle candele”.

si parla del diavolo e spuntano le corna.

ecco qua: “Petrolio a 140 dollari spaventa, allarme Usa e Asia”

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_99160072.html

“Le quotazioni del greggio, a ridosso dei 140 dollari al barile grazie a un impressionante balzo di quasi 11 dollari in una sola seduta, sono uno choc per l’economia Usa, dice il segretario Usa all’Energia, Sam Bodman, che non vede però una crisi petrolifera all’orizzonte.”

non vede una crisi petrolifera :facepunch: e quanto dovrebbe costare per vederla? a 1400$?

pardon. dimenticavo che là una famiglia di ceto medio possiede 3 e più veicoli.

altro che fra 40 o più anni, di questo passo il petrolio potrebbe esaurirsi anche fra 4/5 anni.

Quanti di voi sanno che lo stato italiano finanzia i pannelli fotovoltaici pagando l’energia che producono?
Mediamente un impianto fotovoltaico riceve l’incentivo per venti anni e nei primi 10 si paga e in quelli successivi vi fa guadagnare tanti soldi quant’è il suo valore.
E consideriamo anche che non pagate più l’energia elettrica per almeno 40 anni.

Vi pare poco?
Ma l’hanno pubblicizzata questa iniziativa?

E’ vero, anche l’italia sovvenziona l’uso del fotovoltaico. Ma si sa, gli italiani sbraitano quando non hanno le opportunità e non le cercano quando esistono, salvo poi lamentarsi sempre e comunque. Mah…

Mi ero informato ma purtroppo l’investimento è comunque notevole, la casa è vecchia e mal orientata…
Poi da quello che avevo capito (anche se è stato un pò di tempo fa, ora non ricordo bene) le agevolazioni massime si avrebbero se si fa un doppio contatore, sennò il vantaggio massimo sarebbe dato “solo” dal costo della bolletta…

io sapevo che occorre un investimento di 15.000/20.000 ammortizzabili in 20 anni.

cmq in Germania funziona così:

http://www.ecoage.it/fotovoltaico-in-germania.htm

Il modello “a tariffa” tedesco rappresenta l’esempio da imitare sotto ogni punto di vista. Potremmo banalizzare decantando le lodi alla cultura o alla tecnologia tedesca ma in realtà quello che ci colpisce di più è l’aspetto normativo tedesco e la reale volontà politica di realizzare uno sviluppo delle energie sostenibili. La legge tedesca sulle fonti rinnovabili nasce nel lontano 1991, oggi conta un settore con oltre 130.000 lavoratori occupati. Le normative tedesche hanno sostenuto lo sviluppo del nuovo mercato soprattutto mediante il riconoscimento di tariffe incentivanti ai produttori di energia. Grazie a questa lungimiranza politica oggi la Germania è il paese leader mondiale nell’esportazione delle tecnologie ad energia rinnovabile.

Dal 2000 la normativa tedesca ha ulteriormente perfezionato il suo modello normativo vincente introducendo un sistema tariffario differenziato per incentivare in particolar modo lo sviluppo delle energie solari. Le tariffe differenziate sono una leva importante per orientare lo sviluppo dei mercati senza alcun intervento diretto dello Stato, periodicamente riviste dal Parlamento tedesco per premiare le scelte private sostenibili. Gli incentivi applicati sulle tariffe ai produttori di energia sono coperti dal prelievo in bolletta senza pesare sui conti dello Stato. L’approccio normativo della Germania ha favorito la nascita di nuove imprese e la diffusione della cultura imprenditoriale anche tra gli utenti privati, i quali da consumatori di energia sono diventati anche produttori. Nel 2004 l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici delle utenze è stata regolarmente acquistata dalle società elettriche tedesche alla tariffa di 0,457 euro per kWh per venti anni (0,574 euro per pannelli al di sotto dei 30 kW posti su edifici). Inoltre, al proprietario dei pannelli solari FV viene garantita questa entrata economica in “conto energia” per ben venti anni sulla base della tariffa prevista dalla normativa al momento della messa in servizio dell’impianto. Un rapporto duraturo fondamentale per abbattere qualsiasi rischio dell’investimento e favorire la concessione di finanziamenti privati con rapidi piani di ammortamento.

Il beneficio sociale netto è del tutto positivo. Rassicurando gli investimenti privati nel settore delle energie rinnovabili con accordi di lungo periodo la normativa ha fatto scaturire quella scintilla fatta di acquisti-produzione-occupazione. Il nascente mercato ha generato importanti risvolti occupazionali ed un crescente giro di affari in Germania proveniente dal settore delle rinnovabili, pari nel 2004 a 10.000 milioni di euro. Considerando soltanto questo aspetto, le entrate fiscali generate dall’imposta sul valore aggiunto tramite l’incremento del giro d’affari hanno compensato qualsiasi costo per lo Stato. Se poi volessimo aggiungere anche il risparmio nella spesa pubblica per effetto della maggiore occupazione nel settore delle rinnovabili l’analisi costi benefici migliorerebbe ulteriormente.