Un altro spunto di riflessione dall’Astronauticon, perdonate l’autocitazione. Ne parlo qui perché non mi pare che ci sia un forum più specifico.
Nel mio intervento sull’esplorazione della Luna all’Astronauticon ho ricordato che i Lunar Orbiter fotografarono il 99% della superficie, e la copertura è stata ampliata da Clementine. Ma cosa significa “fotografare” la Luna?
Provate ad esaminare le immagini dei Lunar Orbiter e di Clementine. Noterete che molte zone lunari sono state riprese con Sole alto sull’orizzonte in cui, nonostante la risoluzione elevata, sono riconoscibili pochi dettagli che non consentono di studiare la morfologia. Guardate per esempio l’allegato mosaico di immagini Clementine del cratere Keplero. E` quasi come se quelle foto non esistessero, sarebbe necessario effettuare altre riprese in condizioni di illuminazione differente.
Nonostante le numerose missioni automatiche e umane degli scorsi decenni, non conosciamo ancora adeguatamente la Luna. Volete un altro esempio? Leggete un messaggio inviato dal planetologo ed esperto lunare Chuck Wood a una mailing list, in cui descrive la nostra imprecisa conoscenza di alcune caratteristiche di base come la nomenclatura, i diametri dei crateri e le coordinate delle formazioni lunari. E conosciamo le altezze dei rilievi lunari con un’approssimazione di alcune centinaia di metri, circostanza che ha reso incerto fino all’ultimo il punto di impatto di SMART-1.
Molti si chiedono perché tornare ad esplorare la Luna, e se non sia opportuno concentrare le risorse su Marte. Dal punto di vista scientifico, credo invece che ci sia ancora molto lavoro da fare sulla Luna.
Paolo Amoroso