Perdere un anno e andare a ingegneria aerospaziale

salve a tutti,è da tanto che non scrivo su questo forum
Sono uno studente al primo anno di economia,al tempo scelsi questa facoltà per vari motivi,tra cui la possibilità di inserirmi efficacemente nel mondo del lavoro in tempi relativamente brevi.Mi sono subito reso conto che c’era qualcosa che non quadrava,l’economia in sè era pure interessante ma mancava di sostanza.Fattostà che ad oggi gli unici esami che ho dato sono stati matematica e statistica,passati con il massimo e non per vantarmi ma praticamente senza mai seguire le lezioni.Sulla base di questo sto rivalutando le mie attitudini,che avevo sottovalutato:sono sempre andato alla grande in matematica e fisica senza mai applicarmi troppo;per via immagino dei professori che ho avuto,i quali sembrava che godessero a mettere sotto torchio gli studenti,ho iniziato a dubitare di me stesso e così sono finito a economia.
Insomma ormai l’anno è andato e vi chiedo,considerando tutte le spese ecc se sia una buona idea andare a sta benedetta ingegneria.
Ho sempre avuto la passione per lo spazio fin da piccolo,solo ho due dubbi principali.il primo è: la sapienza è buona per questo percorso?
il secondo riguarda i possibili sbocchi di lavoro,ossia c’è la possibilità di fare carriera?generalmente in cosa consiste il lavoro di un ingegnere di questa branca e può fare lavori che normalmente sarebbero appannaggio di altre ingegnerie?insomma posso finire a lavorare alla fiat per esempio(nel caso il lavoro che voglio non riesca a trovarlo)?
ah,forse è una domanda stupida ma quanto è realmente impegnativa questa facoltà?io credo di farcela,solo che ho serie difficoltà in inglese e in disegno tecnico

grazie a tutti delle riisposte :grin:

Per potersi laureare in ingegneria bisogna essere indipendenti, sapere dove andare a cercare le informazioni ed avere la pazienza di leggere molti testi alla ricerca dell’informazione che serve. Che è più o meno quello che tu non hai fatto, aprendo questo nuovo topic in una sezione che ha già tutte le risposte alle domande che hai posto :wink:

Le domande che ti poni sono le stesse che si sono poste molti altri studenti, a cui abbiamo già risposto più e più volte. Fatti un giro nella sezione, leggiti tutti i mille topic sull’argomento, e poi se hai ancora domande saremo felici di rispondere :slight_smile:

Ciao, posso aiutarti solo parzialmente perché non conosco la situazione di aerospaziale alla Sapienza. Io ho fatto ing. telecom. a Pisa.

Tuttavia il mio consiglio è di seguire le proprie passioni senza preoccuparsi di ‘perdere’ eventualmente un anno. In questo anno hai peraltro maturato esperienze e acquisito competenze che potrebbero tornarti utili in futuro, sul lavoro o negli esami di economia e gestione delle imprese che potrebbero capitarti nel percorso di studi.

Tuttavia tieni presente che il corso di studi non sarà una passeggiata. E che l’inglese serve, come d’altra parte il disegno tecnico (come in tutti i corsi di ingegneria ‘industriale’).

Come sbocchi, alcuni amici aerospaziali si sono inseriti in aziende e gruppi di ricerca universitari non strettamente in ambito aeronautico-spaziale in cui hanno sfruttato con successo le loro competenze di meccanici/strutturisti. Altri son finiti a fare i manager, ma vista la tua esperienza a economia forse non è la tua aspirazione :wink:

In bocca al lupo in ogni caso!

Sono al secondo anno di aerospaziale alla sapienza quindi penso di fare al caso tuo (siamo anche vicini di facoltà, immagino).
Molti professori alla sapienza sono validi, gli esami non sono impossibili ma bisogna impegnarsici molto nonostante tutte le capacità che uno può avere; se però si è portati e si studia (molto) finire in tempo non è affatto utopistico.
Per i professori dipende molto dal canale in cui ti trovi. Sicuramente ti ritroverai Giacomelli a analisi uno o due, che è un professore fantastico. Qualche professore da strozzare c’è purtroppo, ma penso sia inevitabile.
Le strutture e gli edifici sono quello che sono, nei primi due anni (a castro laurenziano). Il terzo anno si passa a SPV ed è decisamente un’altra storia.
Purtroppo come spesso in Italia l’approccio pratico è fondamentalmente nullo, ma la preparazione teorica è solida.