Phoenix inizia l'avvicinamento finale

E’ stata effettuata la prima correzione di rotta per Phoenix con l’intento di portare la sonda ad atterrare in un punto specifico del pianeta.
Per ora sembra che il luogo di arrivo possa essere “Green Valley”, una valle a fondo piatto nella zona polare a nord del Pianeta.
La decisione definitiva verrà presa dopo che Mars Reconnaissance Orbiter effettuerà ulteriori rilievi sulla zona.
Le immagini prese fino ad ora hanno consigliato al team di navigazione la traslazione di 8 miglia più a sud dal punto previsto per la presenza di una zona con molti sassi sul terreno.
L’ellisse di arrivo ha lati di 12x62 miglia e i ricercatori hanno già mappato in quest’area oltre 5 milioni di rocce con l’intento di evitarle. L’area è comunque abbastanza piatta e la concentrazione di ostacoli non molto elevata.
La zona scelta ha la maggior concentrazione di zone ghiacciate al di fuori delle calotte polari di tutto il pianeta.
L’accensione è durata 35s, prima della manovra la sonda è stata ruotata di 145° per avere il giusto assetto e al termine è tornata nella posizione iniziale per poter comunicare nuovamente con la Terra.
Ci sono ancora 3 possibili manovre da qui al 25 Maggio per poter “mirare” esattamente il punto voluto di arrivo.

Il landing è tuttora previsto per il 25 maggio!! Nel sito della Nasa non è stato cambiato il luogo dell’atterraggio, quindi dovrebbe rimanre quello di prima.
Vi allego qualche immagine del luogo previsto per l’atterraggio.
La seconda immagine, ripresa da Mars Reconnaissance Orbiter, ricopre una superfice di 250 metri per lato. Quei puntini neri sarebbe quindi dei massi, che possono risultare pericolosi per la sonda.
Buona fortuna alla sonda Phoenix e a tutto il suo team!!! :smiley:

Ma è pieno di puntini! Sarà dura fare un ammartaggio riuscendo ad evitare tutti quei massi, speriamo che tutto vada bene.
A parte tutti i massi, è comunque una zona completamente pianeggiante; non dovrebbero esserci grossi problemi!

I massi più grandi dovrebbero essere più piccoli di 50 cm.
Ma nella foto sono pochi.
La maggioranza sono circa la meta ed anche meno, cioè dai 25 cm. in giù.
Probabilmente il rischio è minimo e calcolato, almeno spero. :kissing_heart:

Certo, visto che gli airbag hanno dato sempre esito positivo…io avrei continuato su quella via.
Forse avrebbero disturbato, alterando la superficie da studiare?

Per fortuna che oggi abbiamo la camera Hirise a bordo di Mars Reconnaissance Orbiter che regala immagini così dettagliate e precise del luogo dell’atterraggio…stiamo parlando di 25cm…
Ma ai tempi dei Viking come facevano? L’atterraggio era come un colpo alla cieca, bisognava sperare e basta…Per non parlare degli Apollo, le immagini riprese per decidere l’atterraggio che risoluzione avevano?

Data la dimensione del braccio, gli airbag avrebbero ridotto, se non impedito, l’accesso al terreno da analizzare.

E’ interessante notare che per la prima volta si siano analizzate le immagini di HiRISE utilizzando metodi di computer vision. Fin’ora difatti l’analisi della prezenza di rocce ed ostacoli e’ sempre stata fatta manualmente osservando attentamente le immagini dai vari orbiters. Un mio collega ha recentemente sviluppato un algoritmo che riesce a determinare la presenza e la dimensione delle rocce presenti nelle immagini aeree e questa e’ stata la sua prima applicazione su flight projects. La stessa tecnica e’ applicata per la selezione dei candidati per landing site di MSL.

Paolo

Se le dimensioni dei massi sono quelle, non penso che si incontreranno grossi problemi per l’ammartaggio.
E’ comunque una grande incognita visto il gran numero di pietre presenti in tale zona.
La presenza di tante pietre è comunque molto utile per poter eventualmente studiare la loro composizione e ricavare informazioni molto utili.

In pratica analizza le immagini, le elabora determinando morfologia del terreno, dimensione e densità dei massi e poi determina i migliori siti per il landing?

La risoluzione era dell’ordine di qualche metro, se non ricordo male.

Paolo Amoroso

Un’immagine a colori della zona di arrivo di Phoenix ripresa da Mr.O, il sito prescelto è a circa 68°N e 127°W.
http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA10634

Il sistema di landing e il software che ottimizza la location in modo attivo è davvero una conquista :star_struck:

E’ la prima volta che si utilizza?

Ciao a tutti comunque. Nei prossimi 10 giorni ci sarò anch’io.

Non ne sono sicuro, ma mi pare che qui si sta facendo un po’ di confusione. Scusate la pignoleria, ma ci sono due tecnologie in ballo:

  1. rilevamento e misura di ostacoli da immagini aeree (rocce da immaginiHiRISE nel caso specifico)

  2. rilevamento e manovra per evitare ostacoli durante la discesa

Phoenix utilizza la prima, ed e’ la prima volta che viene impiegata una tecnica automatica per rilevare rocce nel landing ellipse. Forse MSL utilizzera’ la seconda anche se per il momento non e’ ancora inclusa (ma quando si accorgeranno che sara’ necessaria forse verra’ inclusa). Il gruppo di machine vision a JPL ha una terza tecnologia che e’ pronta per una missione e’ la “pin-point landing”, in cui le immagini riprese durante la discesa vengono confrontate con mappe del landing site e la discesa viene comandata in modo da avere un atterraggio piu’ preciso. Questa e’ una tecnica che e’ necessaria se si vuole far atterrare navette multiple in una zona ristretta (come un habitat per astronauti).

Paolo

Sul sito di Phoenix in questa pagina http://www.nasa.gov/mission_pages/phoenix/main/
Sono stati ricostruiti, almeno credo, due possibili scenari della zona di atterraggio.
Allego montaggio delle due immagini, a sinistra nella peggiore delle ipotesi, con la presenza di grossi massi ed a destra…sarebbe meglio così! :wink:

Science News Briefing - Phoenix Mission

http://www.space-multimedia.nl.eu.org/video/Conference/replay4.php

Alcune slides tratte dalla conferenza qui sopra segnalata.
fonte: http://www.nasa.gov/mission_pages/phoenix/main/

  1. la prima ci fa vedere il numero di rocce con diametro superiore al metro e mezzo per ettaro presenti nell’area di atterraggio. Sia nell’ellisse pi๠piccola (che rappresenta una possibilità d’atterraggio del 66%) che in quella pi๠grande (99%) il colore dominante è il verde cioè una presenza di rocce delle dimensioni sopracitate, all’ettaro, compresa tra 0 e 3.
  2. il sito dell’atterraggio confrontato con gli altri delle altre missioni sul pianeta rosso. Si nota come sia di molto pi๠a nord, rispetto a tutti gli altri (circa 68 gradi N). In rosso le terre sopraelevate, in blu a una quota minore.
  3. contenuto d’acqua stimato della porzione superiore del suolo marziano. Stime ricavate dalla presenza d’idrogeno misurata dallo spettrometro a neutroni di Odissey. Come si vede, è molto pi๠abbondante alle latitudini polari, sito di atterraggio di Phoenix (tra il 30 e il 60% la frazione d’acqua stimata).
  4. il luogo d’atterraggio è sito vicino al cratere Heimdall con un diametro di circa 10 km. Attorno ad esso vi è una porzione pi๠interna con rocce (area arnacione) e una pi๠esterna sembra quasi priva di rocce (area gialla). Quest’ultima condizione è comune alle terre a bassa altitudine prescelte per la zona dì atterraggio (blu). in blu scuro le aree con pi๠rocce rintracciate dall’orbita rispetto a quelle in blu chiaro.

Se tutto va bene, in genere, quanto tempo passa prima di saperlo? Qualche ora?

In tempo reale, o meglio, a meno del tempo-luce necessario per il viaggio dei segnali inviati dalle sonde di supporto:

Grazie albyz85. Quindi considerando che l’“ammartaggio” è previsto per le 1.53 ora italiana del 26 maggio si potranno avere le prime notizie già per le 2.30 di notte o anche prima! (15 minuti luce a 270 M di Km). Le fasi finali le seguiamo su questo Thread?

Apriremo magari un thread dedicato :wink: