Il pianeta non lo vediamo in via diretta! Deduciamo solamente la sua presenza dalle perturbazioni che imprime ai moti della sua stella.
motivo in più per creare nuovi apparati d’osservazione…
p.s. perchè dici che non lo vediamo?
se fosse cosi, sarebbe ancor più complesso capire che ha una rotazione sincrona ecc…
I pianeti extrasolari sono troppo piccoli per vederli direttamente anche (per ora) con il piu’ potente telescopio, terrestre o orbitale.
Di solito vengono scoperti con metodi indiretti tra i quali i primi due che mi vengono in mente sono i transiti (quando il pianeta passa davanti alla sua stella osserviamo una piccola diminuzione percentuale di luminosita’) o le oscillazioni di tale stella (dato che un pianeta sposta anche se di poco il baricentro del sistema, quindi dal movimento oscillatorio della stella capiamo che ha un compagno). Tali metodi permettono entro certi limiti di dedurre anche molte caratteristiche orbitali, dimensioni e massa.
Mi scuso per ovvieta’, eccessive semplificazioni e inesattezze.
si, sapevo di queste limitazioni, ma penso che l’aver forti indizi di un probabile pianeta “abitabile” spingera lo sviluppo di più avanziti metodi di osservazione diretta e indiretta
Credo che i metodi osservativi usati per queste misure siano il meglio della tecnologia e conoscenza attuale.
non proprio…
sappiamo tutti ad esempio che l’elettronica ha uno sviluppo continuo e velocissimo!
quel che è in orbita è già vecchio!
è quasi come se un fotografo professionista andasse a comprare una nuova reflex, da 10 megapixel capace di 1600 iso con bassissimo rumore… compreà sapendo che l’anno prossimo uscirà una 12 megapixel capace di 3200 iso e diecimila funzioni in più.
oppure, possimo citare i radar installati sui caccia d’ultima generazione, costati l’ira di dio, quando entrano in servizio sono già vecchi ( è infatti lo sviluppo continua anche in fase di produzione )
non mi sorprenderei se oggi disponessimo di capacità migliori ( non dico al punto di vedere il pianetà, ma certamente in grado di aiutare un pò di più la ricerca di nuovi pianeti)
certo non domani, ma probabilmente le sonde per l’osservazione dei nuovi mondi aumenteranno sempre più
Hai perfettamente ragione riguardo alla rapida evoluzione tecnologica del settore, ma io considero anche l’applicabilità della stessa.
Questo Gruppo di università e ricercatori sono il meglio che si possa trovare nel settore ed i meglio finanziati.
Appena fosse possibile applicare nuove tecnologie probabilmente sarebbero i primi a farlo ed ha poterlo fare.
Non è un caso che il pianeta lo abbiano scoperto loro.
Anzi questa scoperta è soltanto la punta dell’iceberg di tutta la loro ricerca in campo esoplanetario.
Notare questo brano riportato nel comunicato stampa ufficiale:
"Our findings offer a very compelling case for a potentially habitable planet," said Steven Vogt, professor of astronomy and astrophysics at UC Santa Cruz. "The fact that we were able to detect this planet so quickly and so nearby tells us that planets like this must be really common."“With modern techniques, it is now possible to actually search for worlds that might be able to support life as we understand it,” added Seidel. “Just a few years back I wouldn’t have thought this could have advanced so fast.”
This discovery was the result of over a decade of observations on the W. M. Keck Observatory in Hawaii. “Advanced techniques combined with old-fashioned ground-based telescopes continue to lead the exoplanet revolution,” said Paul Butler of the Carnegie Institution. "Our ability to find potentially habitable worlds is now limited only by our telescope time."
Qui il comunicato ufficiale:
http://www.nsf.gov/news/news_summ.jsp?cntn_id=117765
A proprosito di nuovi sistemi di osservazione dei pianeti extrasolari:
tempo fa ho letto su Focus, l’idea di inviare nello spazio 4 telescopi dal diametro di 2 metri e un miscelatore delle loro immagini in grado di funzionare come un telescopio da 50 m!
Probabile che tu abbia letto della (futura, molto futura) missione Terrestrial Planet Finder, che in una baseline comprende l’utilizzo di mirrors formation flying con un fuoco in un altro spacecraft (http://planetquest.jpl.nasa.gov/TPF/tpf_index.cfm). Per lo stesso obiettivo (pianeti extrasolari) sarà presto implementata la tecnica interferometrica nella missione SIM, che è NET 2016/17 (http://planetquest.jpl.nasa.gov/SIM/instrument/QTFInstOverview/).
In teoria, in ottica “new space” si ipotizza di lanciare molte sonde identiche standardizzate, abbattendo il costo unitario.
Allo stesso modo, se veramente il fattore limitante e’ il tempo macchina dei telescopi, possiamo ipotizzare che in tempi non troppo lunghi a parita’ di costi potrebbero essere disponibili sciami di telescopi orbitali identici, anche se non troppo grandi l’importante e’ che siano prodotti in piccola serie. Questo permetterebbe di fare molte piu’ osservazioni.
Ovviamente e’ necessario che le agenzie spaziali pubbliche riorganizzino un po’ il modo in cui spendono i soldi per sfruttare meglio l’abbattimento dei costi per il lancio. Questa e’ ricerca di base e non possono certo farla i privati.
Interessante questo metro di paragone.
Incredibile che Proxima Centauri b, che appartiene al sistema più vicino alla Terra, sia tra i prima 10.
E anche che appartengano alla lista ben 3 pianeti orbitanti la stassa stella ossia Trappist-1.
Però non credo ci sia molto consenso su questa lista: per averne 2 completamente diverse si veda per esempio qui e qui (eltrambi link a Wikipedia). Immagino che il motivo di questa discrepanza sia che i parametri per ricavare l’ESI a volte sono solo approssimativamente stimati, e il redattore di ogni lista deciderà quali di questi abbiano un errore accettabile perché gli esopianeti vengano inclusi o no. Inoltre in alcune liste vengono inclusi pianeti non confermati.
Incredibile ma ottimo.
O forse non é incredibile, IMHO é un dato pò ottimistico. Sai come sono gli scienziati in questo settore particolare quando vogliono pubblicizzare una scoperta dopo un lavoro di anni, parlano per ipotesi, ed i giornali abboccano subito. Proxima Centauri b l’hanno volutamente cercata con tenacia, proprio in virtù della sua vicinanza, ed hanno impiegato 3 anni per riuscirci con il metodo della velocità radiale della sua stella perché non transita dinanzi al suo sole. Perciò atmosfera e temperatura di questo pianeta sono stimate, ma non é che siamo ancora così ferrati in esoplanetologia da potere fare stime attendibili. Non si é neppure sicuri della massa di questo, che secondo wiki é compresa tra 3 masse e 1,27 masse terrestri. Considerando che Proxima b ruota attorno ad una nana rossa che la inonda di raggi X 400 volte superiori a quelli che riceve la Terra, che ha una rotazione di 11 giorni attorno al suo sole mostrando quasi certamente sempre la stessa faccia per via del fortissimo effetto mareale, che se (campo magnetico) se (c’é atmosfera) e se (etc), probabilmente Marte al confronto risulta un paradiso.
Dati citati di https://it.wikipedia.org/wiki/Proxima_Centauri_b
Per noi, Livio, per noi… il difficile è sempre astrarre dalla umana fisiologia, e dalle condizioni ottimali per la nostra sopravvivenza. Certo raggi X a iosa, in quella concentrazione, non depongono comunque a favore…
Grazie della utile analisi!
Se e’ in rotazione sincrona nelle vicinanze del terminatore forse potrebbero esserci luoghi relativamente confortevoli e schermati dai flare, vento a parte. E comunque anche sul lato buio l’atmosfera sarebbe piena di fonti di energia magari sfruttabile (eolica, chimica, correnti, geotermica) … potrebbe non esserci solo la fotosintesi.
La temperatura dipende tantissimo dall’eventuale atmosfera ed effetto serra.
Dopo una rapida navigata, tra i pianeti molto vicini e vagamente interessanti io terrei in considerazione anche Barnard’s Star b, che se confermato sarebbe a soli 5.94 anni luce e avrebbe dei parametri non cosi’ sballati (3 masse terrestri, 1.36 raggi terrestri, temperatura di equilibrio -170 salvo oceani e atmosfera). E’ un po’ peggio di Gliese 581d, ma ad un terzo della distanza. E’ un po’ peggio anche di Marte ma non sapendo esattamente cosa c’e’, chi lo sa. Se avesse una atmosfera molto densa, molta acqua e fosse geologicamente attivo magari potrebbe avere luoghi non cosi’ gelidi.