Più intenso il prossimo ciclo solare

Il picco di attività è previsto per i primi anni Venti del secolo

Analizzando i cicli solari recenti, gli scienziati del National Center for Atmospheric Research (NCAR) a Boulder, in Colorado, sono riusciti a estrapolare un modello di evoluzione e a fare previsioni sui prossimi due cicli. Secondo il loro calcoli, il prossimo periodo di intensa attività solare – che avrà il suo massimo nei primi anni Venti del secolo – sarà dal 30 al 50 per cento più forte dell’ultimo.
La ricerca è stata svolta in collaborazione con la NASA, interessata al fenomeno perché il vento e i brillamenti solari sono in grado di rallentare la velocità orbitale dei satelliti, interferire con le comunicazioni e provocare interruzioni nelle forniture di elettricità. Per contro, i ricercatori hanno utilizzato nuove tecniche di eliosismologia sviluppate proprio dall’ente spaziale americano, che si basano sulla rilevazione dei riverberi delle onde sonore che si propagano all’interno del Sole e che, quasi fossero una sorta di “ecografia stellare” consentono di ricavare informazioni sulla sua struttura e sulle sue dinamiche interne. L’evoluzione delle macchie solari è infatti determinata dalle correnti di plasma, ossia di gas ionizzato carico elettricamente, che si manifestano in modo particolarmente intenso con un periodo che va dai 17 ai 22 anni.
Per testare il loro modello lo hanno applicato ai dati storici già disponibili e hanno verificato che esso ha un’accuratezza del 98 per cento.

da http://www.lescienze.it/

Se questo tipo di previsione solare sarà confermato ci sarà da tenerne di conto per le future missioni umane sulla Luna o anche nei punti Lagrangiani, posti dove il campo magnetico terrestre che ci protegge tutti dai micidiali flussi di particelle solari, purtroppo non arriva… 8)

Per l’astronautica puo’ essere un problema…ma e’ una grande notizia per chi come me e’ radioamatore.
Le frequenze delle bande HF in genere si comportano meglio da un punto di vista della propagazione durante i massimi solari…e se questo e’ un massimo massimo…ancora meglio :smiley:

Se questo tipo di previsione solare sarà confermato ci sarà da tenerne di conto per le future missioni umane sulla Luna o anche nei punti Lagrangiani, posti dove il campo magnetico terrestre che ci protegge tutti dai micidiali flussi di particelle solari, purtroppo non arriva... 8)

Di per se l’attività solare, seppure più intensa del solito, non rappresenta un vero rischio per gli astronauti in transito nel percorso Terra-Luna e ritorno, oppure in operazioni sulla superficie lunare.

Ciò che veramente è pericoloso sono i cosidetti “brillamenti” (solar flares) cioé delle potentissime e catastrofiche eruzioni solari in grado di scagliare nello Spazio, in pochi istanti, grandi masse di plasma solare.
A questi fenomeni, che accadono con una cadenza ciclica, si accompagna l’emissione di radiazione di tutti i tipi e frequenze, queste radiazioni rappresentano il vero pericolo per chiunque si trovi aldilà delle fasce di Van Allen (e quindi del campo magnetico terrestre).

Nel progettare una missione lunare bisogna, dunque, tenere in debita considerazione la possibilità di un evento solare catastrofico. Il rimedio in genere consiste nella prevenzione, ossia in genere è possibile (grazie a dei modelli matematici del Sole) prevedere tali attività, in genere legate alle presenza di macchie solari.

Per proteggere l’equipaggio impegnato in una missione lunare bisogna prevedere un ambiente del veicolo spaziale che sia specificamente schermato contro un evento del genere, una sorta di bunker “antiatomico”. Qualcuno potrebbe chiedere perché non proteggere l’intero veicolo, ciò non è possibile per ragioni di peso. L’unica cosa ragionevole è quella di predisporre un piccolo ambiente altamente protetto (la camera di decompressione, ad esempio) dove gli astronauti attendono stipati la fine dell’evento (in genere è sempre temporalmente limitato nell’arco di poche ore).

Per gli astronauti che operano sulla superficie lunare, invece, la situazione è più problematica: essere sorpresi da un brillamento con la sola tuta significherebbe una morte rapida. In questo caso è necessario predisporre un rifugio interrato nel suolo lunare (cosa comunque impossibile per le prime missioni, e quindi ritorniamo al discorso sulla prevenzione).

Comunque Archipeppe la presenza di macchie solari aumenta durante il massimo di un ciclo solare e quindi aumentano anche le probabilità di brillamenti “pericolosi”…
Te ne parla un astrofilo che ha seguito telescopicamente quasi giorno per giorno l’attività solare fra il 1984 ed il 1990… :slight_smile:
Ma effettivamente quanto “schermo” occorre per stare al sicuro all’interno di una nave spaziale durante un flares?