Profilo di missione N1F-L3M

Visto che avete “gradito” il post sul profilo di missione N1-L3, proseguo imperterrito con il suo immediato successore il progetto L1-L3M.

Fin dal 1969, quindi in contemporanea con i primi allunaggi umani sul nostro satellite, il gruppo di Mishin (che aveva ereditato l’OKB-1 di Korolev dopo la morte di quest’ultimo) cominciò a pensare ad un successore diretto del modulo LK le cui capacità apparivano già allora troppo “minimali” per poter pensare di estendere la presenza umana sulla Luna.

L’idea che ne venne fuori fu quella di un modulo lunare, denominato L3M, che portasse in cima il modulo di rientro di una capsula Soyuz consentendo così a due cosmonauti di arrivare direttamente sulla Luna e di ritornare direttamente a Terra al termine della loro mission. Il progetto fu definito nel 1970 e prevedeva un doppio lancio di una versione migliorata dell’N1, denominata N1M, una con il modulo lunare e l’altra con uno stadio che agiva da braker e serviva a rallentare il complesso fino al contatto col suolo lunare. Una volta sulla Luna i due cosmonauti dovevano effettuare un’EVA per passare dal modulo di rientro della Soyuz alla sottostante sezione pressurizzata toroidale per rimanere sulla Luna e viceversa al ritorno.

Nel 1972, il progetto fu ulteriormente definito. Fu previsto di utilizzare una versione ancora migliorata dell’N1, denominata N1F ed equipaggiata con uno stadio superiore denominato Block Sr, ancora una volta in doppio lancio. Il lander fu migliorato ed il modulo di rientro della Soyuz fu alloggiato direttamente in una sezione pressurizzata ovoidale risparmiando così le EVA di passaggio da un modulo ad un altro, l’equipaggio inoltre saliva a tre cosmonauti.
Presso l’OKB-1 fu allestito un mock-up in scala 1:1 dell’L3M, tuttora conservato presso il gruppo RSC Energia.

I profili di missione allegati si riferiscono proprio all’ultima versione dell’L3M, quella del 1972.


:clap:
Grazie mille Peppe!
Il profilo di missione diventava decisamente più semplice nonostante il doppio lancio iniziale e il rendez-vous in orbita lunare.
Il ritorno diretto dal suolo lunare risparmiava un ulteriore rendez-vous!
Di questo sinceramente non avevo mai sentito parlare

Volo diretto quindi… non mi pare sia una configurazione molto efficiente ed economicamente conveniente. :point_up:
Ma, una Soyuz con sistema di docking e LM magliorato, no?
Se non sbaglio, i Sovietici possedevano già sistemi di docking automatico, pertanto avrebbero potuto far scendere entrambi gli astronauti sulla superfice lunare e comunque la confgurazione modulare della Soyuz avrebbe permesso di alloggiare e sostenere tre astronauti, con un profilo di missione simile a quello USA… o no?

A questo proposito, nel 2005, l’ente spaziale Russo aveva proposto la “Soyuz ACTS”;
“…a new concept for the Russian-European cooperation in manned space program… combining funds, hardware and expertise to parallel the US effort to return astronauts to the Moon.” :astonished:

http://www.russianspaceweb.com/soyuz_acts.html

Grazie Archi,peccato non aver visto realizzate queste missioni.

Progetto ambizioso, ma che, con il senno di poi, mi sembra troppo complesso.
La complessità dell’N1, con un grappolo troppo numeroso di motori da gestire, il convoglio di 2 “vagoni” diretti verso la Luna, la “pesantezza” apparente del modulo lunare, le EVA indispensabili, mi sembra tutto troppo complesso da gestire e far funzionare a dovere.
L’Apollo per quanto complesso aveva una sua semplicità di esecuzione. I punti critici erano sicuramente minori.
Sarebbe stato bello assistere a queste missioni, ma forse, già allora, il suo destino era segnato dalla sua complessità.
Come mai queste scelte? Problemi di peso? Tentativo di aggirare problemi tecnonologici?

I problemi erano a monte, nell’inimicizia (anzi odio profondo) tra Korolev e Gluskho ossia il progettista capo ed il miglior motorista disponibile. Tutti i progetti seguenti relativi all’N1-L3 sono stati tentativi di porre rimedio a questa situazione, con una serie di “pezze a colori” (come si dice a Napoli).

Lo scenario cambierà radicalmente nella terza puntata della storia, ossia il mio prossimo thread in merito, quando Glushko prende il potere ed elabora un nuovo scenario basato su di un nuovo vettore.

Stay tuned… :wink:

mi sono sempre chiesto una cosa: l’N1 usava al primo stadio 30 (mi pare) motori piccoli, il Saturn V 5 motori grandi…quali sono i pro e i contro di un sistema invece che l’altro?? Perchè gli americani hanno scelto di usare pochi motori grossi e i russi tanti motori piccoli? Che differenze ci sono?

Ciao Archi, tra il forum,Wiki,e altre fonti mi sono fatto l’idea che il problema più serio era l’affidabilità del Razzo…Quindi, è assai probabile che, se l’N1 avesse funzionato a dovere, la missione lunare ,i sovietici ,l’avrebbero potuta affrontare senza particolari patemi d’animo o sbaglio?

Per i sovietici è stata una necessità e non una scelta: non erano in grado di realizzare motori più potenti.

Paolo Amoroso

Quindi pochi motori potenti è una soluzione tecnicamente migliore rispetto a molti motori poco potenti.

Beh dipende da molti fattori
Ai tempi dell’N1 il problema principale era gestirli e coordinarli con l’elettronica del tempo, con quella moderna forse sarebbe meno complicato (vedi Falcon9 con i vari booster).
C’è da tenere presente anche che una failure di 1 su 30 è molto diversa come spinta mancante rispetto a 1 su 5 (anche se il Saturn V l’ha affrontata e superata senza problemi).
Quindi credo che il discorso su quale sia meglio, sia molto difficile da fare in senso assoluto, dipende dalle contingenze e dalle necessità

Infatti ognuno dei due sistemi avrà dei pro e dei contro…volevo capire proprio questa cosa :slight_smile:

Come ti ho detto avere tanti motori ti impone di avere un sistema per gestirli e coordinarli che deve essere per forza di cose molto complesso e potente (cosa che mancò alla Russia), oltre a questo hai 30 possibili motori che si possono guastare quindi moltiplichi anche le possibilità di rotture. Ma come detto hai il vantaggio che se si rompe uno perdi poco in spinta e presumibilmente puoi recuperare con gli altri.
Poi magari dovendo essere più piccoli e avere meno potenza, non sono così spinti come caratteristiche per cui più affidabili presi singolarmente.
Queste sono alcune considerazioni che mi vengono in mente
Di contro con pochi motori hai la semplicità

mica è detto!

il vettore della vostok di gagarin ne aveva 32 ( 20 principali e 12 per il controllo d’assetto )

ad oggi dopo le varie evoluzioni è divenuto il vettore delle soyuz, e credo che nessuno possa dire esse un vettore non affidabile anzi, è senza dubbio il migliore del mondo!

hi ha il numero di lanci e percentuale di succesi?