I razzi termonucleari, ovvero quelli dove il propellente si riscalda raffreddando il reattore, sono appunto limitati dalla massima temperatura che il reattore può sopportare senza fondere. Proprio la temperatura massima sopportata dal core solido, limita la massima velocità di scarico a 8-9 km/s.
Un po meglio andrebbero i reattori a letto di sfere, dove il combustibile è contenuto in sfere di grafite che possono superare i 3000 °K: 10-12 Km/s. Magari utilizando altri materiali ancora più restsitenti come il carburo di afnio potremmo arrivare a 13-14 Km/s?
Meglio andrebbero invece i razzi a core liquido, dove il combustibile è essendo in fase liquida è limitato dalla ben più alta temperatura di ebollizione: 15-20 Km/s?
Reattori di questo tipo non sono mai stati costruiti: si pensa a una miscela di combustibile liquido e idrogeno in fase gassosa confinata in una camera per via centrifuga: l’uranio, molto più pesante si disporrebbe attorno alle pareti mentre l’idrogeno, più leggero sarebbe libero di sfuggire dall’ugello nella regione centrale.
Certamente ci sarebbero delle perdite e un simile razzo, ammesso che si possa costruire, non sarebbe utilizzabile per un lancio da terra.
Vi sono poi i razzi a core gassoso, ancora più avanzati, dove il plasma combustibile confinato in una camera magnetica riscalda l’idrogeno propellente, che a causa del più basso peso molecolare raggiunge velocità molto più alte e può quindi sfuggire dall’ugello. Fino a 30 Km/s, valgono le stesse considerazioni per quelli a core liquido.
Poi vi sono i razzi a frammentazione nucleare, dove il combustibile, ridotto in polvere e confinato per via elettrostatica, si frammenta. I prodotti di fissione sono raccolti in un toro magnetico, dove vengono diluiti riscaldando l’idrogeno propellente. La velocità di scarico varia col rapporto di diluizione: alti rapporti danno alte spinte e basse velocità di scarico, bassi rapporti alte velocità di scarico e basse spinte.
Fino a velocità di scarico dell’ordine di 50 km/s, il sistema potrebbe essere raffreddato per via rigenerativa e non aver bisogno di radiatore, necessario invece per superare questi limiti. La massima velocità di scarico raggiungibile è quella dei prodotti di fissione puri 5000-6000 Km/s, con spinte però irrisorie.
Poi vi sono i razzi elettronucleari: classica centrale a fissione che alimenta un razzo elettrico al plasma, per esempio un molto ben collaudato razzo a effetto Hall, che può dare velocità di scarico da 10 a 50 Km/s. Il problema è che per avere spinte apprezzabili a 50 Km/s, dovremmo avere una potenza dell’ordine dei gigawatt. E data l’inefficienza della conversione termo-elettrica, potenze di quegli ordini di grandezza richiederebbero dei radiatori di superficie mostruosa, due stadi Olimpici per lato, per intenderci, che sommati alla massa della schermatura limiterebbero comunque le accelerazioni.
Proprio per questi limiti, il nucleare elettrico sembra sia più adatto alle sonde inanimate che a missioni umane.
Se poi entriamo nel campo del futuribile, vi sono interessantissimi progetti di Bussard basati sui fusori compatti a confinamento inerziale magneto elettrodinamico a conversione diretta(Polywell), che potrebbero fornire razzi potenti e compatti (vedi razzi QED) con ottimi rapporti spinta/massa, adatti a decolli, aterraggi e viaggi interplanetari.
Purtroppo però il loro funzionamento dipende dal fatto se il fusore Polywell a boro11 e idrogeno raggiungerà o meno il breakeven e questo è tutto da vedere.
Un saluto
Quaoar