Proposta per domani 8 marzo "Festa della donna"

Salve a tutti.
Va bene lo so la solita solfa…la Festa della donna!! :smiley:
Vorrei lanciare però una proposta per domani: su questo Forum sarebbe possibile parlare un po’ di cosa hanno fatto le donne in campo astronautico, scientifico, astronomico, etc.?
Almeno per un giorno portare alla luce queste conoscenze potrebbe, magari, avvicinare anche altre persone del mio sesso a questo argomento per ora tipicamente maschile.
Lancio la proposta all’ammiraglio Marco ed al suo vice Dario…per una giornata diversa.
Veramente! :smiley:

Niente in contrario, anzi!
Non so se riuscirò già questa sera a preparare qualcosa.
Accetta la promessa per domani :smiley:.

da “La Voce del GAMADI” di settembre 2003
Questioni della scienza a cura di A. Martocchia

Donne nello spazio
Sono passati quarant’anni da quando Valentina Vladimirovna Tereshkova effettuo’ il suo storico volo a bordo della navicella Vostok-6, lanciata dalla base di Baikonur. Era il 16 giugno 1963, e la missione in orbita, che duro’ tre giorni, era la prima in assoluto per una donna.
Inizialmente programmata per una durata di sole 24 ore, la missione fu prolungata di due giorni su richiesta della cosmonauta, che si sentiva perfettamente a suo agio… Al punto che trascorse delle ore in collegamento video ed audio con un suo collega, Valery Bykovsky, anch’egli a spasso nello spazio quei giorni a bordo di una navetta “sorella”, la Vostok-5: la Tereshkova ricorda ancora che ebbero occasione di ridere, scherzare, e persino di cantare assieme via radio.
Valentina Vladimirovna Tereshkova nasce il 6 marzo 1937 da una famiglia dedita all’agricoltura collettiva nel paese di Maslennikovo, nel distretto di Tutayevsky, regione di Yaroslavl, Unione Sovietica. Il suo primo lavoro e’ in un reparto di montaggio di una fabbrica di gomme; nel 1955 si trasferisce in una industria tessile, e diventa segretaria della Lega dei Giovani Comunisti della fabbrica. In quel periodo riesce anche a frequentare un istituto tecnico ed a diventare membro del locale Club Aereonautico, effettuando 163 lanci col paracadute. Entra nel novero dei cosmonauti sovietici nel 1962: di qui a pochi mesi la sua impresa. Nel 1964 Valentina Vladimirovna ha una figlia, Yelena. Si laurea nel 1969, come ingegnere-pilota spaziale, e consegue anche un dottorato.
Con quella missione, nel 1963 l’URSS aggiungeva un altro primato alla lista delle imprese astronautiche: dopo il primo essere vivente nello spazio - il povero cagnolino dello Sputnik - e dopo il primo uomo nello spazio - il sorridente Yurij Gagarin - ecco anche la prima donna nello spazio. Ma a parte l’aspetto simbolico, la missione della Tereshkova ebbe grande rilevanza scientifica trattandosi della prima sperimentazione delle reazioni del corpo femminile, sottoposto alle forti accelerazioni del lancio e del rientro in atmosfera, ed alla totale assenza di gravita’ per molte ore.
L’entusiasmo nell’URSS di quell’epoca e le speranze per il futuro erano tali che si progettarono missioni spaziali ancora piu’ impegnative, verso la Luna e forse verso Marte. Queste avrebbero comportato permanenze molto lunghe nello spazio, sopportabili solamente se a bordo delle navicelle si fosse imbarcata un piccola comunita’ di esseri umani di ambo i sessi. Per questo, su di una rosa di centinaia di candidate, fu selezionato un gruppo di cinque cosmonaute veramente in gamba: oltre alla Tereshkova, Irina Solovyova, Valentina Ponomareva, Zhanna Yerkina and Tatyana Kuznetsova. Si penso’ anche di lanciare una missione con solamente donne a bordo. Purtroppo, una serie di tragici incidenti, nei quali persero la vita alcuni colleghi uomini nella fase di sperimentazione delle navicelle di nuova generazione - le Soyuz - comportarono l’abbandono di molti dei progetti.
Cionondimeno, una nuova missione femminile vide protagonista Svetlana Savitskaya nel 1982; e fu lei, spedita nuovamente in missione insieme con due compagni a bordo del Soyuz T12, ad effettuare anche la prima “passeggiata fuoribordo” di una donna nello spazio, il 17 luglio 1984. La medesima astronauta fu anche la prima donna a compiere due voli spaziali. Infine, un vero record di resistenza fisica e psichica fu quello di Yelena Kondakova, che trascorse ben 169 giorni a bordo di una Soxuz TM-17.
La prima cosmonauta statunitense, Sally Ride, viaggio’ invece sullo Shuttle nel 1983. Le statunitensi, da allora, furono un discreto numero; qualcuna fu purtroppo tra le vittime dei noti incidenti in fase di lancio o di rientro in atmosfera - i momenti piu’ delicati in ogni missione spaziale. Per inciso, negli USA gia’ nel 1960 ben tredici donne avevano superato gli stessi test dei colleghi uomini della missione Mercury 7, eguagliandone i risultati nelle prove fisiche e superandoli in quelle psicologiche. Ma le americane del gruppo “Mercury 13” non avrebbero mai volato nello spazio: sconfitti per la terza volta nella corsa per lo spazio, gli USA interruppero i test e chiusero il programma “Mercury 13”, per dirottare tutte le energie su un’altra sfida: la conquista della Luna. Sono stati recentemente svelati alcuni retroscena di questo fallimento del “Mercury 13”, che non fu solo conseguenza della tempestività dell’URSS, ma anche di pregiudizi e giochi di potere all’interno della comunità scientifica e della stessa NASA. A differenza dei loro colleghi maschi, piloti militari che potevano contare sull’appoggio dell’esercito, le astronaute statunitensi erano normali cittadini, e dovevano chiedere permessi ai loro datori di lavoro, senza però poterne spiegare il motivo data la segretezza del progetto. Una di loro, Mary Sloane, arrivò a perdere il marito, geloso della sua passione per lo spazio. Una situazione, quella del progetto Mercury 13, che non resse alla notizia dell’impresa di Yuri Gagarin, in seguito alla quale il presidente John Kennedy annunciò ufficialmente che il prossimo obiettivo sarebbe stato la Luna.
A quarant’anni dalla sua storica impresa, Valentina Vladimirovna Tereshkova continua a svolgere la sua professione incontrando, in giro per congressi e meeting, le sue omologhe americane, britanniche e francesi. Attualmente Direttrice del Centro Russo per la Cooperazione Internazionale Scientifica e Culturale, la Tereshkova ha sostenuto negli anni un crescendo di impegni ed incarichi ufficiali, ed ha ottenuto ovviamente altissimi riconoscimenti, che non stiamo qui ad elencare. Tra le altre cose, c’e’ un cratere delle Luna porta oggi il suo nome. Valentina Vladimirovna ha anche un nipotino, che frequenta la scuola elementare.

(Fonti:

Per chi fosse interessato alla storia delle “Mercury 13” posto il link al sito ufficiale:

http://www.mercury13.com/

La “Record-Woman” dello Spazio Shannon W. Lucid:

STS-51G - 17jun85/24jun85 - 7gg

STS-34 - 18oct89/23oct89 - 5gg

STS-43 - 02aug91/11aug91 - 9gg

STS-58 - 18oct93/01nov93 - 14gg

STS-76/MIR/STS-79 - 22mar96/26sep96 - 188gg

Beh, in campo femminile, come non ricordare anche Sally Ride, la prima donna americana nello spazio…

http://www.jsc.nasa.gov/Bios/htmlbios/ride-sk.html

La stazione spaziale compie un anno di vita abitata il 2 Novembre, tre equipaggi di tre astronauti ciascuno si sono altrenati a bordo per periodi di circa quattro mesi, alternando attività di carpenteria spaziale per assemblare e mettere in funzione i diversi moduli, portati da terra, ad altre attività legate alla sperimentazione scientifica nell’ambiente tutto speciale dello spazio extra-atmosferico. Il Comandante Culbertson e i suoi due ingegneri di volo russi celebrano questa ricorrenza in solitudine perché è ormai in viaggio verso terra la capsula soyuz con i tre visitatori europei - due russi e una francese - che hanno recentemente trascorso una settimana a bordo della stazione spaziale. Non c’è più a bordo neppure l’orsetto che Claudie Haigneré ha portato lassù per la sua bambina Carla, di tre anni, impaziente (la bambina) di vedere come si sarebbe comportato il suo orsetto di pelouche, catapultato nel kit personale della mamma fin lassù, alle prese con l’assenza di peso. Claudie è già un personaggio della cultura francese: è un medico dedicato alla ricerca, ma frequenta i media ed è a suo agio con i politici; ci siamo trovati assieme invitati qualche anno fa a rappresentare il significato del volo spaziale per l’Europa ad una audizione del Senato francese ed ho ammirato la sua famigliarità con queste situazioni.
D’altra parte l’esperienza del volo spaziale è ormai pratica frequente in casa Haignerè, dove, senza contare l’orsetto volante, il padre Jean-Pierre è un veterano dei voli sulla Mir e la stessa Claudie è alla sua seconda esperienza di volo nello spazio.
Jean-Pierre, lasciato il training attivo del volo qualche anno fa, è ora il capo dell’ufficio degli astronauti dell’ESA, a Colonia; al centro di controllo spaziale russo Jean-Pierre c’è di casa ogni volta che “uno dei suoi uomini” si prepara a prendere la via del cielo con le Soyuz, ma è facile immaginare che abbia seguito questa missione della moglie-astronauta con un unattenzione ed emozione tutte particolari.
La politica francese per il volo umano nello spazio è molto particolare: prima potenza spaziale europea, la Francia ha storicamente assegnato poche risorse alle tecnologie del volo abitato, e ha sempre concentrato la sua strategia di investimento sullo sviluppo del razzo Ariane, con la sua base di tiro a Kourou in Guiana, e sull’osservazione della Terra.
Eppure la Francia è riuscita strappare quasi tutti i record astronautici nell’Unione Europea. Primo nello spazio fu Jean-Loup Chretien nel 1982; eccellente pilota dell’Aeronautica Militare, fu speditamente assegnato alla missione spaziale, senza le tediose selezioni dell’ESA, dall’Agenzia Spaziale francese (CNES), che aveva messo in piedi una coperazione scientifica con l’Unione Sovietica. Salutato come eroe nazionale direttamente dal Presidente Mitterand nel 1982, Jean-Loup seppe afferrare anche il record della prima passeggaita extraveicolare, sempre con i russi, in occasione di una sua seconda missione, in visita alla stazione Mir, nel 1988.
Curiosamente, la prima donna nello spazio dell’Unione Europea non viene, neppure lei, dal corpo degli astronauti dell’ESA, ma non è francese; si tratta di Helen Sharman, un’inglese a bordo della Mir nel 1991. Senza credenziali nel programma ESA delle infrastrutture spaziali e del volo abitato, dal quale è sempre stato assente, il governo inglese affidò negli anni ottanta l’organizzazione del primo volo di un cittadino britannico nello spazio ad un’organizzazione privata. Helen Sharman fu selezionata a mio avviso anche per le sue grandi qualità pedagogiche e di comunicazione, qualità che ha poi messo a buon frutto dopo la missione; si narra che a bordo della Mir non ebbe vita facile, ma il record della prima donna europea occidentale nello spazio è il suo. Mi verrebbe di scommettere maliziosamente che il governo francese puntava anche al record del primo astronauta dell’Unione Europea sulla stazione spaziale internazionale, ma ci è arrivato prima un italiano, il nostro Umberto Guidoni: l’investimento straordinario dell’Italia sulla stazione spaziale e la collaborazione stretta e diretta con la NASA su questo progetto non sono stati disattesi.
Claudie Haigneré resta nella storia dello spazio come la prima astronauta donna dell’Unione Europea a bordo della stazione Alfa e Mr. Jospin, dal centro russo di controllo della stazione, dialogando con la stazione Alfa, ha buone ragioni di considerarsi soddisfatto.cooperazione scientifica con l’Unione Sovietica. Salutato come eroe nazionale direttamente dal Presidente Mitterand nel 1982, Jean-Loup seppe afferrare anche il record della prima passeggiata extraveicolare, sempre con i russi, in occasione di una sua seconda missione, in visita alla stazione Mir, nel 1988.
Curiosamente, la prima donna nello spazio dell’Unione Europea non viene, neppure lei, dal corpo degli astronauti dell’ESA, ma non è francese; si tratta di Helen Sharman, un’inglese a bordo della Mir nel 1991. Senza credenziali nel programma ESA delle infrastrutture spaziali e del volo abitato, dal quale è sempre stato assente, il governo inglese affidò negli anni ottanta l’organizzazione del primo volo di un cittadino britannico nello spazio ad un’organizzazione privata. Helen Sharman fu selezionata a mio avviso anche per le sue grandi qualità pedagogiche e di comunicazione, qualità che ha poi messo a buon frutto dopo la missione; si narra che a bordo della Mir non ebbe vita facile, ma il record della prima donna europea occidentale nello spazio è il suo. Mi verrebbe di scommetere maliziosamente che il governo francese puntava anche al record del primo astronauta dell’Unione Europea sulla stazione spaziale internazionale, ma ci è arrivato prima un italiano, il nostro Umberto Guidoni: l’investimento straordinario dell’Italia sulla stazione spaziale e la collaborazione stretta e diretta con la NASA su questo progetto non sono stati disattesi.
Claudie Haigneré resta nella storia dello spazio come la prima astronauta donna dell’Unione Europea a bordo della stazione Alfa e Mr. Jospin, dal centro russo di controllo della stazione, dialogando con la stazione Alfa, ha buone ragioni di considerarsi soddisfatto.

Franco Malerba

vecchio articolo della Stampa

Amalia Ercoli Finzi
Cenni biografici

Laureata al Politecnico di Milano in Ingegneria Aeronautica con la votazione di 100/100 e lode, medaglia d’oro dell’Associazione Italiana di Aeronautica, Professore Ordinario di Meccanica Orbitale presso la Facoltà di Ingegneria Industriale del Politecnico di Milano, Amalia Ercoli Finzi si occupa di Dinamica del Volo Spaziale, Progetto di Missioni Spaziali e Sistemistica Spaziale da oltre 25 anni ed ha portato contributi significativi, apprezzati a livello internazionale, su tematiche inerenti i satelliti e le sonde per l’esplorazione planetaria.
Ha partecipato a molti programmi nazionali ed internazionali quali il programma TSS (Tether Satellite System), condotto congiuntamente da ASI e NASA; il programma nazionale SAX per l’astronomia a raggi X; la realizzazione dell’esperimento MITE, per la misura di tensioni interfacciali; il programma SPIDER dell’Agenzia Spaziale Italiana per lo sviluppo di un free flyer robotico.

Partecipa come responsabile del Politecnico di Milano al progetto universitario UNISAT per lo sviluppo di un microsatellite con finalità didattiche ed è responsabile del progetto di un microsatellite dimostrativo, PalaMede, sviluppato dagli studenti di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano.
E’ Responsabile Scientifico sia dell’esperimento SD2 della missione europea Rosetta sulla cometa Chyrimov-Gerasimenko, destinato alla perforazione del nucleo cometario e alla raccolta di campioni, sia dell’esperimento DEDRI che permetterà la raccolta e il trasferimento verso la Terra di campioni del suolo marziano.
E’ stata relatore di circa 110 tesi di laurea di argomento aerospaziale ed autore di oltre 150 tra pubblicazioni scientifiche e comunicazioni a congressi.
E’ stata Direttore del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano e, per alcuni anni, membro del Consiglio di Amministrazione dell’ente Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci”, nonché membro esperto dell’Human Spaceflights Vision Group (HSVG) dell’Agenzia Spaziale Europea per la programmazione di voli spaziali con equipaggi.

Attualmente è membro del Consiglio Tecnico Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Exploration Program Advisory Committee dell’Agenzia spaziale Europea per l’esplorazione di Marte. Inoltre è consigliere dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica e membro di numerose associazioni scientifiche nazionali e internazionali tra cui l’American Astronautical Society, la British Interplanetary Society e l’Internatiomal Academy of Astronautics. E’ Presidente del Comitato per le Pari Opportunità del Politecnico di Milano e Delegato Rettorale per le politiche di genere; è membro dell’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto, di cui è stata Presidente nazionale.

E infine qualche nota triste.
Rispetto al totale di donne che hanno volato nello spazio, il numero di astronaute decedute è impressionantemente alto.

Un ricordo a queste eroine del cosmo…

Judith Resnik - Challenger - 1986
Christa McAuliffe - Challenger - 1986
Kalpana Chawla - Columbia - 2003
Laurel Clark - Columbia - 2003

E’ giusto,per l’otto marzo ricordare anche le “altre” signore del programma spaziale:le mogli.

Ah,i bei tempi in cui le mogliettine stavano nelle loro deliziose casette a Langley,e poi a Houston,mentre i “ragazzi” se la spassavano giù al Capo con segretarie,camerierine,cheersleaders,ecc,ecc,ecc.Naturalmente sto scherzando,non crederete mica che io sia un maschilista?

Ringrazio tutti per lo sforzo.
Adesso fatevi una risata! :smiley:

Ringrazio tutti per lo sforzo.

Quale sforzo…
E’ sato un piacere! :wink: