Propulsione Nucleare Spaziale

Brevissimamente, non voleva essere una provocazione. Mi limito a rintuzzare il tuo “bias” personale col CICAP. Facendone parte convintamente volevo puntualizzare che se da un lato il peer review non e’ necessario perche’ un fenomeno/claim sia vero (ma allora va dimostrato con i fatti, come altri hanno detto, e anche cosi’ sarei prudente a derivarne una regola generale) dall’altro il CICAP cerca solo di applicare la vecchia regola che affermazioni eccezionali richiedono prove eccezionali.
Il CICAP non e’ un gruppo di ottusi oscurantisti conservatori, ma uno dei tanti sodalizi che alla sua base richiede che le affermazioni fatte pubblicamente (e non la ricerca top secret) siano veritiere (scientificamente parlando).
Guarda caso il CICAP sta antipatico a tanti che riempiono blog e forum di prolisse elucubrazioni ma se ne stanno ben alla larga dal metodo scientifico.

Grazie per la cortese precisazione: sai asserire che rifiuto il metodo scientifico era un po’ come confinarmi nel medioevo, o tra i creazionisti. Il mio post voleva manifestare la mia convinzione che l’assenza di una pubblicazione peer reviewed non significa necessariamente che l’argomento sia spazzatura, cosa che invece qualcuno tende a dare per scontato, ma che necessita di approfondimenti. Difatti del dispositivo a fusione del LM è stato possibile parlare, poco data l’assenza di dati, ma è stato possibile, come il titolo della sezione del forum giustamente suggerisce.

A volte mi capita di vedere entusiasti iscritti al CICAP che etichettano e trattano alla stessa stregua, con sfottò, ragazzini presuntuosi e ricercatori con anni di attività alle spalle. Direi che il mio post, pur meritandoselo forse, ha seguito nel piccolo un po’ la stessa sorte. Per puro caso, le volte che mi è successo era coinvolto un iscritto, ma la relazione non è ovviamente riflessiva, e l’associazione non ne ha assolutamente colpa, immagino :stuck_out_tongue_winking_eye:

concordo, a patto di avere l’umiltà di osservarle e la curiosità di capirle, anche perché in alcuni casi le prove eccezionali richiedono molto più lavoro che in altri.

spero di non essere stato prolisso :spank:
Mi scuso per ogni fastidio io possa aver provocato.

Calumet della pace :beer:

Vorrei solo far notare che a nome del CICAP possono parlare solo ed esclusivamente i SOCI EFFETTIVI ed il comitato direttivo (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100439#Soci_Effettivi) e non i Soci normali, quindi la vedo dura che un socio effettivo (e li conosco tutti personalmente) tratti con sfottò chiunque: sia il ragazzino che il ricercatore; chiunque altro, anche se socio, parla solo a titolo personale.

Ciao Raffaele

P.S.
http://www.cicap.org/new/stampa.php?id=100439#Chi_può_parlare_a_nome_del_CICAP

La derisione dell’altro non e’ mai a mio parere un modo per controbattere un ragionamento (fallacia “ad hominem”). Sono d’accordo con te che non va bene e dialetticamente e’ una doppia sconfitta: chi lo fa risulta maleducato e non entra nel merito della questione.
Quel che invece trovo affascinante nel metodo scientifico e’ proprio la sua capacita’ di annullare ogni bias: se gli argomenti sono scientificamente solidi e provati, si’ anche un ragazzino puo’ smentire un premio Nobel senza tema. Non farlo ci farebbe cadere nella fallacia “Appello all’autorita’” che e’ tanto sbagliato quanto il precedente caso.

Con suoi tempi, a volte anche più lunghi della vita dello scienziato. Io però non riesco ad identificare in senso così stretto il peer review con il metodo scientifico. Credo che l’efficacia del p.r. dipenda molto dal metodo di selezione del board dei revisori.
Ci sono studi che sostengono che il sistema di peer review è afflitto da varie forme di polarizzazione. Personalmente ho in mente un paio di casi che mi hanno portato a credere che il sistema non sia infallibile e non vada idealizzato. Né potrebbe essere diversamente, essendo gestito da uomini. Ma sono abbastanza ignorante anche su questo argomento :secret:

Se ha avuto la pazienza di capire di cosa il premio Nobel sta parlando, concordo, altrimenti è meglio che domandi.
Mi spiego, chiunque restando ancorato alla fisica classica sarebbe portato a negare soluzioni quantistiche.

Europa promette di essere molto più allettante, in termini di ricerca di vita presente e non solo passata, rispetto a Marte…

Lo era anche Marte, prima che iniziassimo a conoscerlo e ad acquisire conoscenze sempre crescenti sul nostro sistema. Europa è promettente e magari vi si troveranno davvero dei calamari alieni, ma per quanto ne sappiamo ora non esiste vita al di fuori della Terra. Questa è la sola conclusione possibile con i dati in nostro possesso, il resto sono speculazioni probabilistiche ed ottimismo.

Il peer review e’ a tutti gli effetti parte integrante del metodo scientifico, e certamente la selezione delle review board e’ cruciale. Detto questo, rimane uno strumento essenziale senza il quale ci troveremmo di fronte a migliaia di “studi” pubblicati su riviste scientifiche (anche sulla definizione di rivista scientifica e relativi criteri di accettazione potremmo discutere per ore) che solo per questo pretendono di avere una valenza sulla comunita’ scientifica, e di riflessso, sull’umanita’ tutta.
Nella mia esperienza, la quasi totalita’ di coloro che gridano al complotto del mondo scientifico che li “boicotta” quando non passano o rifiutano la fase di peer review hanno la coda di paglia.

E Europa non vogliamo iniziare a conoscerlo? Magari anche solo per scartare la possibilità?
Certo, sei anni di viaggio anziché sei mesi spaventano… e aggiungiamoci l’ambiente molto più ostile, che significa: $$$… Ecco con SLS perlomeno c’è di buono che si potrebbe arrivare in sito in meno di due anni usando una hohmann diretta…

Scusate l’OT, rientro nei ranghi!

Ne abbiamo parlato diverse volte, semplicemente non abbiamo i mezzi tecnici.

Ma come no? Ma non scherziamo! Mancano i soldi, tutto qui…

Beh, dici poco :smiley:

Cmq, per essere precisi, al momento anche mandare una sonda a scavare sotto km di ghiaccio per raggiungere l’oceano sottostante (ma anche se fossero poche decine di metri sarebbe uguale) non è fattibile dal punto di vista tecnico. Questo non vuol dire che lo sarà per sempre, ma per ora non lo sappiamo fare.

Non dico poco, dico solo che il problema è essenzialmente un altro.

Cmq, per essere precisi, al momento anche mandare una sonda a scavare sotto km di ghiaccio per raggiungere l'oceano sottostante (ma anche se fossero poche decine di metri sarebbe uguale) non è fattibile dal punto di vista tecnico. Questo non vuol dire che lo sarà per sempre, ma per ora non lo sappiamo fare.

Premesso che vista l’esistenza di geyser, si può eventualmente accedere al materiale sottostante la crosta anche solo volandoci dentro (e con a bordo un buon spettrometro di massa), non ho parlato di svelare immediatamente tutti i segreti di Europa, ma quantomeno sarebbe il caso di iniziare a mandare una sonda che mappi la superficie come si deve, anche con un subsurface radar che determini una volta per tutte lo spessore della crosta. Solo in un secondo tempo si potrebbe studiare un lander per eseguire le mansioni cui alludi.
Non dico di distrarre l’attenzione da Marte (anche se lo stiamo veramente bombardando di sonde), ma mi sembra assurdo che uno dei corpi più interessanti del Sistema Solare, e neppure a distanze così proibitive (potrei capire una missione su Tritone…) non sia interessato da una sola missione esplorativa esclusiva e che la prossima sonda NASA diretta a Giove (Juno) non sia neanche minimamente equipaggiata per dargli una guardata veloce…

Si perchè abitualmente infiliamo sonde che volano all’interno dei geyser terrestri a scopo esplorativo, per non parlare dell’esplorazione delle acque al di sotto dei ghiacci pieno così!
Le uniche sonde che si infilano a simil geyser… vabbè ci siamo capiti :flushed: :flushed:

:stuck_out_tongue_winking_eye:

Grazie per l’immagine colorita!

Però sono quasi d’accordo…le operazioni su ghiaccio sono complicate anche sulla Terra, le operazioni sotto il ghiaccio sono imprese tecnicamente complesse anche con manodopera e materiali in quantità. Concordo sul principio di avvicinarci ad Europa, io credo che dovremmo iniziare a inviare sonde automatiche in ogni angolo del sistema solare: ogni corpo celeste merita almeno una sonda, e questo ci consentirebbe di raccogliere una quantità mostruosa di informazioni con un rischio nullo (in termini di vite umane) e un costo accettabile.

Tuttavia l’esplorazione “vera” di Europa, ossia la navigazione dei suoi oceani, richiede ben altro…ho visto i rendering di sottomarini-supposta che sciolgono il ghiaccio e sguazzano tra i calamalieni, ma questa è roba davvero lontana dalle nostre attuali capacità. Manco sulla Terra riusciamo a trivellare il ghiaccio con questa serenità. Una sonda fino a Europa si può fare, una sonda fino a Europa che atterra sul ghiaccio è intrigante, una sonda che trivella x metri (10? 100?) di ghiaccio e nuota sott’acqua è fantascienza. Volare nei geyser? A me sembra probabile come la missione “al centro della Terra” del film “the core”: si scava la roccia, si nuota nel mantello, si riavvia il nucleo, FACILE! Si…

Non prendetemi per cretino… Mi riferivo alla manovra di attraversare la “plume” del geyser con una sonda orbitante, manovra che per inciso Cassini ha già eseguito presso Encelado. Che poi è concettualmente la stessa cosa di sondare gli strati alti dell’atmosfera, cosa sempre eseguita da Cassini presso Titano.

La storia dell’esplorazione lunare coi suoi vari “step” molto pragmatici dovrebbe insegnare. Prima si cerca di avvicinarsi, poi di orbitare, poi si scandaglia per vedere dove atterrare e infine si atterra. Anche per Marte si è seguito questo schema. Mariner 4, poi Mariner 9, poi i Viking. Con Europa, facendo un parallelo, siamo fermi al Mariner 4.

Tanto per dire una banalità: A che scopo scervellarsi per una trivella se manco sappiamo quanto è lo spessore del ghiaccio? Ci vuole una sonda subito.

Ah ok così è fattibile,
avevo mal interpretato!
Ciao.

Si ipotizza, dai dati magnetometrici della sonda Galileo, che lo spessore del ghiaccio su Europa vada dai 5 ai 20 km. Magari si riuscirebbe a perforare usando una trivella ad energia nucleare, che una volta arrivata contamini tutto :point_up:
Abbiamo impiegato anni a perforare il lago Vostok in Antartide, quindi come dice Marco…

Astro_Livio, ragione in piu’ per chiudere subito i rubinetti alle noiose missioni su Marte (ma cos’e’ che cercano ancora? altre prove che “un tempo” l’acqua scorreva sulla superficie?) e dirottare i fondi per lo sviluppo di queste tecnologie di trivellazione remota. Non conosco i motivi per cui perforare il Vostok abbia richiesto cosi’ tanto, ma non sarei sorpreso del fatto che abbia a che fare con il divieto piu’ o meno esplicito di portare dispositivi nucleari su tale continente.