Quali sono le malattie segrete degli astronauti?

In orbita, anche un semplice raffreddore può diventare un problema, ma sia i medici che i diretti interessati cercano sempre di nascondere tali problemi di salute

Disturbi cardiaci, intossicazioni, infiammazioni, coliche, stress, ma anche mal di denti e colpi della strega: sono alcune delle 80 più frequenti malattie sofferte dagli astronauti in orbita. Malattie tenute segrete dai medici dei centri di controllo spaziale, ma anche dagli interessati, per questioni di orgoglio o per evitare ritorni anticipati della missione e il rischio di essere scartati per quelle successive.

A svelare i retroscena delle patologie spaziali sono ora alcuni protagonisti russi di quelle missioni, che in tre occasioni furono costrette al rientro per motivi di salute di un membro dell’equipaggio. Il primo capitò nel '75 nella stazione spaziale Salyut 5, dove uno degli astronauti, Vitalij Zholbov, subì gli effetti tossici di una fuga di combustibile, insieme a quelli psicologici di un black out elettrico.

‘‘Cominciai ad avere mal di testa - ha raccontato al quotidiano Trud - a non avere più appetito, a soffrire d’insonnia, a perdere ogni capacità di lavorare’’. Così per la prima volta nella storia spaziale russa una missione tornò a terra, dopo 49 giorni, contro i 60 previsti. Nove anni dopo toccò alla Salyut 7: '‘dovevamo stare sei mesi, restammo solo 65 giorni a causa di una mia infiammazione che non passava più, nonostante i consigli dei medici", ha rivelato Vladimir Vasintin. Nell’'87 fu il turno di Alexandr Laveikin, ingegnere di bordo della stazione Mir: ‘‘ebbi alcuni problemi di cuore, e decisero di non rischiare’’.

A volte, nelle condizioni estreme dello spazio, anche una sciocchezza può trasformarsi in qualcosa di serio: Ghennadi Strekalov, dopo una doccia, si ferì lievemente alla mano in corrispondenza di una cicatrice. La mano si arrossò e si gonfiò a dismisura, costringendolo ad un mese di cure in orbita, con tanto di iniezioni eseguite da un collega americano.
Ma c’è anche chi ha preferito tacere, come Anatolij Berezovoj: ‘‘sapevo che una delle patologie possibili sono le coliche, ma non così forti da svenire. Avevamo già trascorso sei mesi in orbita, ne mancava ancora uno e non volevo che rientrassimo prima a causa mia, né correre il rischio di essere escluso dai voli successivi. Così prima di ogni collegamento con il centro di controllo mi facevo fare un’iniezione di antidolorifici dai colleghi e mi presentavo sorridente. I medici non ci credettero fino in fondo, perché mi chiesero di firmare un documento per attestare che mi sentivo bene’’.

A celare ai medici un febbrone da cavallo fu anche un altro astronauta, che però preferisce mantenere l’anonimato, tanta era la segretezza che avvolgeva le condizioni di salute dei membri dell’ equipaggio. ''I medici che ci seguivano - racconta - erano gli unici ad aver accesso ad una stanza medica blindatissima dalla quale il collegamento avveniva tramite un canale cifrato", dal centro di controllo di Koroliov, la cosiddetta ‘‘città delle stelle’’.
La segretezza veniva giustificata con la privacy degli astronauti, ma è evidente che nella corsa allo spazio tra le due grandi superpotenze, in epoca di guerra fredda, era d’obbligo non rivelare nulla delle missioni. Gli astronauti, comunque, erano e sono tuttora addestrati a livello medico-sanitario.

Anche un veterano dello spazio come Anatolij Soloviov, due anni della sua vita tra le stelle grazie a cinque missioni, ha confessato di aver avuto qualche problemino, sfatando la leggenda che lo indicava come l’’'astronauta che non si rompe mai": ''solo un mal di denti, ma vi assicuro che nello spazio tutto si aggrava. Fui costretto a usare da solo trapano e pasta da dentisti per rifarmi una capsula".
Valerij Bogomolov, uno scienziato dell’istituto che si occupa dei problemi medico-biologici presso l’Accademia delle Scienze sottolinea che ‘‘anche una inezia come un raffreddore può diventare un rischio nello spazio, dove in assenza di gravità il sistema immunitario diventa più vulnerabile, dove lo stress legato al lavoro è fortissimo, e i rumori dei macchinari arrivano a 95 decibel. Per non parlare dei microorganismi che, mutando, hanno acquistato nuove caratteristiche.
Sulla ISS attualmente ce ne sono oltre 70’’. Ma Bogomolov rassicura i turisti spaziali: ''la brevità e le condizioni di questi tipi di viaggio non pongono grossi problemi". Un sospiro di sollievo per chi ha già comprato il biglietto al prezzo di 20 milioni di dollari.

02 gennaio 2006 da Newton

http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2006/12_Dicembre/27/astronauti.shtml

In effetti, pensandoci bene, chissa’ quali mutazioni subiscono batteri e virus che vengono riportati sulla terra veicolati dagli astronauti…
Speriamo che una volta nella nostra atmosfera vengano distrutti dalle condizioni atmosferiche… o no?

Stefo

Retroscena interessantissimi.
Uno degli aspetti che mi hanno sempre incuriosito, specialmente nelle missioni di lunga durata, è proprio il vivere quotidiano, al di là della missione e del lavoro da svolgere; insomma, le piccole cose che ci sono più familiari, compresi, purtroppo, i piccoli malanni.
Grazie della segnalazione Lady.

Vedi anche: Medical History of Spacefarers.

Paolo Amoroso

Vedi anche: [Medical History of Spacefarers](http://www.doctorzebra.com/drz/s_medhx.html).

Paolo Amoroso

Interessante Database Medico/Spaziale, grazie Paolo.
Vedo però che non mancano gli episodi divertenti:

Bobko, Karol USA, 1966: Vomited when he saw Stafford eat the eye from a ram's head at a dinner in the Soviet Union, 1975. Slayton had to leave the table "shortly thereafter"