Quanta scienza sulla ISS?

Attualmente ci sono sulla ISS 7 moduli pressurizzati, che a breve diventeranno 8 con l’arrivo della parte principale del JEM. Di tutti questi elementi però solo 3 sono effettivamente adibiti a moduli di ricerca, tra l’altro mi pare di avere capito che parte dei rack scientifici presenti in Destiny verranno poi spostati nel modulo giapponese, per far posto ad altri rack necessari per sostenere un equipaggio di 6 persone. Non è un po’ poco? o meglio, non ci sono troppi moduli? abbiamo un sacco di moduli che servono o serviranno per stowage, come ad esempio il MLM (se arriverà), il DCM (STS-131), il JEM-LM (STS-123), ATV e HTV.

In sostanza voglio dire che abbiamo fatto tutta questa gigantesca infrastruttura (meravigliosa intendiamoci) ma che in fondo dedica alla ricerca solo una minima parte del suo volume. A questo punto si poteva fare una stazione più piccola che sarebbe stata operativa già da parecchio tempo…

Uhmm… si però evidentemente per supportare quella quantità di ricerca è necessario quel “fabbisogno” di logistica… se è quello che intendi… non credo ci sia molto margine fra il necessario e il previsto…

Quoto Albyz,
bisogna tener conto che siamo in orbita e per mantenere un ambiente “manned” c’è bisogno di tutta quella roba!
E poi più esperimenti ci sono e più c’è bisogno di energia, materiali, spazio, etc.

Una cosa che bisogna sempre tenere in conto è che il lavoro dedicato al mantenimento di una stazione spaziale è sempre molto maggiore a quello di qualsiasi altra attività. Fino alla Mir il 70% del tempo di lavoro era dedicato alla manutenzione della stazione. Quindi è anche logico che gli spazi adibiti a tutto il resto siano inferiori, credo che logisticamente una stazione spaziale sia molto difficile da gestire.

In altre parole le “fabbriche nello spazio” promesse all’inizio dell’era shuttle sono ancora molto lontane.

E’ un pò come negli eserciti: per ogni soldato combattente ce ne sono 4 per la logistica… poi gli spazi logistici possono sempre ospitare esperimenti e … qualche turista spaziale in piu?

Purtroppo questa è una caratteristica comune della scienza nello spazio. Basti pensare anche alle sonde robotiche. Centinaia di kg per portare pochi kg di strumenti scientifici…

Senza contare il fattore sicurezza, che esercita un ruolo predominante nella pianificazione degli spazi e dei pesi, in ogni esperimento o modulo logistico… Speriamo che con i moduli inflatable si raggiunga una affidabilità, anche se mi accontenterei di una prova generale :stuck_out_tongue_winking_eye:, per le nuove stazioni orbitanti…

Il problema dello spazio è uno dei più pressanti per gli astronauti…
Bisogna tenere conto che loro vivono per 6 mesi dentro quella scatoletta, e di conseguenza il volume pressurizzato deve essere tale da non farli sentire proprio “packed like sardines in a crushbox”.

In più aggiungerei che la stazione, oltre a essere una piattaforma per esperimenti scientifici, è essa stessa un esperimento tecnologico. I nodi 2 e 3, che non hanno niente di scientifico all’interno, sono dei gioielli di tecnologia per quanto sono complessi. Ci sono un’infinità di spin-off tecnologici che arrivano dalla tecnologia spaziale, e non si possono prevedere a priori…

Spin-offs del progetto Apollo, per esempio, sono i cellulari, i personal computers, i cristalli liquidi… forse qualcuno prima delle missioni Apollo si sarebbe immaginato di avere un impatto così grande nella vita di tutti i giorni?

Quoto in pieno!
Poi volevo fare una domanda…forse un po’ OT…
Oggi pensavo alle fotocamere digitali…è corretto vederle come uno spin-off della ricerca spaziale?
In fin dei conti tutte le sonde spaziali hanno avuto bisogno di sensori “fotografici” e non posso non pensare che l’enorme sviluppo degli ultimi anni delle macchine digitali consumer non sia legato alla ricerca spaziale svolta in questo campo…
Cosa ne pensate?

Si e no. Ormai la ricerca scientifica è così intrecciata che difficilmente un oggetto può derivare in toto dagli studi spaziali. Per altro cos’è che non si studia nello spazio?
Persino la sociologia inizia ad interessarsi ad i rapporti tra uomini con culture differenti e come possano integrarsi al meglio…
Certo, molti anni fa poteva esserci un rapporto diretto fra qualcosa nato dalle tecnologie spaziali e non. c’è poi d’aggiungere che molti degli spin-off noi non li vediamo. Metodi di lavorazione o nuovi materiali spesso sono in uso solo nelle industrie e non in casa nostra. Però le industrrie producono qualcosa che è stato realizzato grazie agli spin-off. Anche il confine tra scienza civile e militare ormai è pesantemente sfumato e non si può dire che una certa cosa è solo militare ed un’altra no.
Certo le esigenze spaziali portano ad investire in settori dove la spinta sociale e commerciale è bassa, salvo poi accendersi una volta che le tecnologie sono disponibili. Un esempio le tecnologie sul riciclaggio, indispensabili in un volo Terra Marte. Queste tecnologie sono sotto studio, ma l’eventualità di un viaggio spaziale porterebbe una ventata di denaro che farebbe compiere grossi passi in avanti, tanto per fare un esempio.
E’ forse questo il bello della scienza? Io penso di si.

Ad esempio… la prima cosa più interessante ed altamente teconologico che ti viene alla mente sui nodi? :wink:

Non so dire una cosa specifica per i Nodi così come ho scritto per Apollo…
Di sicuro la stazione è un esempio di ambiente a ciclo chiuso come non ce ne sono altri, e le tecnologie di ECLS (temperature & humidity control, air revitalization, water recovery) sono qualcosa di eccezionale secondo me