Quel misterioso lampo di raggi gamma

li astronomi individuano un’esplosione cosmica misteriosa.
La sua durata è stata di 102 secondi

Lampo di raggi gamma fotografato dal telescopio spaziale europeo Integral
Lampo di raggi gamma fotografato dal telescopio spaziale europeo Integral
Lo chiamano «lampo ibrido di raggi gamma» ma in realtà ancora non lo sanno spiegare e quindi ciò che gli astronomi hanno visto resta un’esplosione cosmica misteriosa. A registrare l’enigmatico fenomeno è stato il satellite Swift della Nasa (realizzato anche con partecipazioni dell’agenzia spaziale italiana Asi) ancora il 14 giugno scorso. La stranezza è apparsa subito e per questo il lampo da allora è stato studiato in profondità facendo ricorso sia al telescopio spaziale Hubble sia ai telescopi dell’Eso in Cile e al Gemini South Telescope. Risultato annunciato ieri: non si tratta di un lampo di radiazione gamma tradizionale ma è qualcosa di diverso; che cosa sia però è ancora da stabilire.

I lampi gamma normali rappresentano il fenomeno più violento che si conosca nel cosmo perché nel giro di pochi secondi liberano tanta energia quanta ne diffonderà il Sole nell’arco dell’intera sua esistenza di 10/14 miliardi di anni (ora siamo circa a metà vita). L’ibrido scoperto da Swift con la collaborazione di un gruppo di scienziati italiani guidati dal professor Guido Chincarini dell’Università di Milano e dell’Osservatorio di Brera-Merate, battezzato «GRB060614» si trovava a 1,6 miliardi di anni luce nella costellazione Indus. La sua durata era di 102 secondi inserendosi nella classifica dei lampi gamma lunghi. L’altra categoria è quella dei lampi gamma corti.

«Noi pensiamo – spiega Chincarini - che tutti i lampi gamma di lunga durata siano accompagnati anche dall’esplosione di una supernova mentre i lampi gamma di breve durata non lo siano in quanto dovuti (si pensa) alla collisione di due stelle a neutroni piuttosto che al collasso di una stella massiva che genera lampo e supernova. Tutti i GRB lunghi e vicini nei quali una eventuale supernova poteva essere rivelata (data appunto la piccola distanza) hanno mostrato che la supernova era presente tranne che per quest’ultimo GRB060614».

«Riteniamo – aggiunge lo scienziato - che questo sia dovuto al fatto che la supernova è troppo debole per essere rivelata. Essendo la presenza della supernova rivelata soprattutto dalla luminosità che è dovuta alla presenza del Nikel 56 il quale decade, si pensa che in tal caso il Nikel sia stato intrappolato da un buco nero massivo che ha appunto impedito al fenomeno supernova di mostrarsi in tutta la sua luminosità. La spiegazione più probabile è quella che si tratti di una nuova classe di lampi gamma».

«L’altro estremo – conclude Chincarini - è che si tratti di un lampo gamma corto e dovuto tuttavia non al collasso ma alla collisione di due stelle a neutroni. In questo caso non ci si aspetta la supernova ma solo il buco nero. Io spiegherei il tutto come dovuto a un nuovo tipo di lampo che ci aiuterà molto a capire il fenomeno nel suo complesso». Ma il mistero, dunque, ancora resiste.
Giovanni Caprara

da Corriere della Sera