Richieste di aiuto per traduzioni tecniche

Ciao a tutti,
dopo lunga attesa credo sia giunto il momento di aprire questo topic per chiedere aiuto alle vostre competenze tecniche.
Succede che mi imbatta in termini specifici o concetti che a volte riesco a decriptare grazie a qualche mezz’ora su Google, mentre altre volte resto sul vago.
Vi sarò un sacco grata se mi aiutaste ad ottimizzare i tempi di traduzione e allo stesso tempo aumentare le conoscenze del volgo, senza impegno :smile:

Oggi parliamo di: “wideband gap semicounductors”
Su Wiki non c’è la pagina in italiano. Dopo un po’ di ricerca ho visto che vengono tradotti come “semiconduttori a gap diretto”, sapete se è corretto?

Dopo aver letto qualche riga della pagina Wiki per capire il contesto, mi sento di dire che potrebbe esserci una traduzione migliore. Ad esempio “semiconduttori a intervallo ampio”, o “semiconduttori a gamma ampia”.

se si tratta di questo

tradurrei con “semiconduttori ad alto voltaggio”

Ok, ho trovato la stele di Rosetta: una tesi di Aprile 2015 del Politecnico di Milano: si chiamano “semiconduttori Wide BandGap” … :grin: ecco perché non trovavo la traduzione…
Grazie per i suggerimenti però! :wink:
(E grazie Google Scholar!)

Si, infatti, é la stessa cosa che ti ha detto Corgius :smile:

Ah ok, benissimo. Grazie!

direi che mantenere il termine inglese in mancanza di altre fonti va bene, da li a dire che una tesi sia corretta è un altra ehehe
wideband gap o wide bandgap?

wide bandgap. Il bandgap è la distanza fra i potenziali delle bande di valenza e di conduzione in un semiconduttore, ed è un valore di tensione (volt).
Sono i semiconduttori delle ultime generazioni, alternativi al silicio: arseniuro di gallio variamente drogato, e carburo di silicio (SiC).
In particolare, i dispositivi di potenza in SiC delle ultime generazioni hanno minori perdite e quindi permettono rendimenti di conversione di potenza più elevati rispetto agli equivalenti in silicio.

La traduzione dovrebbe essere “ad ampia distanza fra le bande” ma se la scrivi così non capisce nessuno. Puoi scrivere “ad alta tensione” ma non vuol dire molto; anche con il silicio si fanno semiconduttori ad alta tensione. Io non lo tradurrei, al limite mettendo un link a Wiki per chi non sa di cosa si parla e voglia approfondire.

Suggerimento di IK1ODO ed Acris: approved.

Bello imbattersi in una spiegazione così chiara sui semiconduttori wide bandgap :slight_smile:

Potevo anche dire che è l’energia da dare ad un elettrone della banda di valenza per strapparlo da lì e farlo arrivare alla banda di conduzione… ma sarebbe stato più difficile.
Ecco, la fisica dello stato solido è una cosa che usiamo tutti (sennò non saremmo qui davanti ad un video), è imparentata con la fisica quantistica (in realtà la usa), ed è conosciuta davvero da pochi, anche da chi si occupa di elettronica. Al Poli il corso di materiali per l’elettronica l’avevo trovato molto interessante. Opinione scarsamente condivisa, lo so :slight_smile:

Sì avevo trovato alcune immagini esplicative mettendo in google images “wide bandgap semiconductor” e questa è la più semplice:

La fisica dello stato solido è affascinate, soprattutto da quando si parla di fisica dello stato condensato per il fatto che molti dei concetti e delle tecniche sviluppati per lo studio dei solidi si applicano anche ai sistemi fluidi. Per esempio gli elettroni di conduzione in un conduttore elettrico formano un tipo di fluido quantistico con, essenzialmente, le stesse proprietà dei fluidi costituiti da atomi. Il fenomeno della superconduttività, in cui gli elettroni condensano in una nuova fase fluida in cui scorrono senza alcun tipo di dissipazione, è intimamente connessa e analoga alla fase superfluida dell’elio 4 a basse temperature.

Per fingere di rimanere ancora in topic posso dire che wide bandgap può essere abbreviato con WBG.

Buongiorno :slight_smile:
la parolona di oggi è “solid-state power controller” (SSPC).
In pratica è un relè?
O meglio se lo lascio in inglese?

Se ne parla in merito ai fusibili di SDO. In caso di single event, si sono preferiti questi SSPC al posto dei fusibili, così da permettere la riattivazione automatica dei sistemi colpiti.

L’SSPC fa qualcosa in più di un relé.

Il relè è un sistema meccanico che, quando ci passa corrente, fa muovere una piastra metallica per via di un campo magnetico e apre o chiude un circuito. Il paragone con il relè sarebbe l’SSR (Solid State Relay), che fa la stessa cosa ma per via di semiconduttori invece che meccanicamente.
L’SSPC, oltre ad aprire e chiudere il circuito ha anche un sistema di controllo della potenza, che apre il circuito se passa troppa corrente.
Potremmo dire che un SSPC è un relè più un interruttore magnetotermico :slight_smile:

Per la cronaca, tutti gli outlet di potenza di Columbus sono controllati da SSPC.
Detto questo, non ho idea di come tradurlo. Per me è sempre stato un essesspisì, intraducibile :stuck_out_tongue_winking_eye:

Ottimo. Grazie!

D’accordo con Buzz, difficile tradurlo. In una implementazione che ho seguito l’SSPC è un dispositivo complesso ma con elevata sicurezza intrinseca che alimenta un carico controllandone l’assorbimento di corrente. Nel caso che la corrente assorbita superi una soglia prefissata e/o abbia un aumneto improvviso (non tipico del dispositivo) disconnette il carico, e poi lo riconnette automaticamente dopo qualche centinaio di millisecondi.

Un coso ben più complesso di un relè, quindi.

IK10D0, conosco questo componente come FCL (Foldback Current Limiter), che e’ installato come standard a monte della parte ricevente di un transponder radio a bordo dei satelliti ESA :wink:

Buzz, un rele’ meccanico (EMR) ed un SSR hanno caratteristiche molto diverse, non direi che uno e’ semplicemente meccanico e l’altro e’ uno a semiconduttori, sebbene in un sottoinsieme delle possibili applicazioni possano essere utilizzati entrambi.

Tornando agli SSPC: qualcuno ha il link ai datasheet dei dispositivi menzionati, utilizzati su Columbus, satelliti ESA, etc?

Io ho avuto a che fare con questo - googla neohm datasheet 1b127 - vedi i primi due pdf.

Bello, anche se pare essere stato progettato per applicazioni ben specifiche tipo la protezione da radiazioni. Questo pero’ e’ un componente totalmente analogico; mi pare di capire che in certe applicazioni, per esempio i circuiti di protezione delle automobili della ditta “Tesla”(*), tali dispositivi di protezione siano ibridi digitale-analogico, ovvero possono cambiarne i parametri con un update software.

(*) Notare che sebbene il nome, questi dispositivi proteggono le batterie e quindi funzionano tutti in corrente continua (DC)