Riflettori accesi... sui detriti spaziali

Un nuovo progetto sostenuto dall’ESA punta a dare visibilità - in senso letterale - al problema dei detriti spaziali.
L’artista olandese Daan Roosegaarde ha dato vita nel cielo di Almere nei Paesi Bassi, durante il weekend scorso, ad una spettacolare dimostrazione del diuturno passaggio dei numerosi detriti spaziali che affollano l’orbita terrestre.
Fasci di luce led colorata sono stati contemporaneamente inviati - collimandone il puntamento mediante i dati forniti dalla Clean Space Initiative dell’ESA - verso plurimi esemplari di space junk, e da questi riflessi nel cielo notturno verso terra.
Un modo di rendere immediatamente percepibile da chiunque esistenza e consistenza dello stuolo di detriti che gravita in cielo, ed infondere nella coscienza pubblica la serietà del problema.
Nelle intenzioni dei realizzatori la spettacolare iniziativa, denominata Space Waste Lab, non dovrebbe rimanere una esibizione fine a se stessa, ma evolvere in un sistema atto a consentire, con il progredire della tecnologia, la rimozione dei detriti stessi.
Fonti:

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Oppure esaltare gli animi di chi già non apprezza lo sviluppo tecnologico.
Capisco le intenzioni di sensibilizzazione dell’artista e di ESA, ma secondo me non è all’opinione pubblica che si devono rivolgere. Quella degli space debris è una situazione delicata che non piace a nessuno. Dare ancora più enfasi verso il pubblico inerme a che cosa può portare? Un movimento dal basso che vada a scuotere qualche ente? Io ho più paura che si crei un’altra delle pericolose ondate anti-qualcosa fine a se stessa che stanno andando di moda negli ultimi anni.

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Comprensibili considerazioni.
Le ragioni che hanno portato ESA a patrocinare questa iniziativa sono peraltro ben illustrate da Franco Ongaro, D/TEC (Director of Technology, Engineering and Quality) in ESA: " I’m a strong believer in cooperation between technologists and artists. We believe in what we do as a service to society, but we are often unable to communicate its worth effectively enough… We need to speak in different ways, to convey not just the dry technological aspects of technology, but the emotions involved in the struggle to preserve this environment for future generations".
Imho trovare modi creativi ed alternativi per formare l’opinione pubblica su questo particolare problema ambientale, può contribuire in prima battuta ad una sua collettiva presa di coscienza, ed auspicabilmente ad indirizzare in prosieguo l’azione dei decisori politici sui temi della protezione e conservazione dello spazio circumterrestre, inteso come risorsa da tutelare e preservare.
Fonte http://m.esa.int/Our_Activities/Space_Engineering_Technology/Art_and_space_debris_cross_trajectories_at_Space_Waste_Lab

Un interessante video sul comportamento dei satelliti al loro rientro in orbita.
Nel video possiamo vedere un componente particolarmente pesante e voluminoso all’interno di un galleria del vento al plasma.

L’ingegnere dell’ESA Clean Space Tiago Soares spiega: “Abbiamo osservato il comportamento delle apparecchiature a differenti impostazioni del flusso di calore nella galleria del vento al plasma al fine di ricavare maggiori informazioni sulle proprietà dei materiali e sulla loro capacità di disintegrarsi.”
“Abbiamo notato alcune somiglianze ma anche alcune discrepanze con i modelli di predizione.”

Articolo completo:

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