Rimozione del vomito

Sicuramente non è un aspetto dei più gradevoli, ma è un qualcosa di cui tenere conto visto il potenziale pericolo che esso costituisce per l’astronauta. Si tratta del vomito, e in particolare di come espellerlo dalla spacesuit durante una EVA. È evidente che è un problema di grande rilevanza, in quanto il vomito flotterebbe all’interno del casco, ostruendo la visuale e anche il sistema di ventilazione. Ultimo ma non meno pericoloso effetto, il vomito può essere ingerito dall’astronauta il quale potrebbe così morire di asfissia. Negli anni del programma lunare, alla NASA si studiarono allora due possibili soluzioni per poter espellere il vomito dalla spacesuit nella maniera più rapida e veloce, in particolare una chiamata “open loop system-venting” e l’altro “closet loop system-venting”.

Per quanto riguarda il primo sistema (mostrato in figura) si era pensato di inserire un boccaglio montato internamente all’elmetto e passante attraverso un foro praticato nella visiera da cui poi partiva un tubo flessibile da cui veniva espulso il vomito nel vuoto dello spazio. Quanto l’astronauta doveva vomitare, avvicinava la bocca al boccaglio, girava manualmente una leva per aprire il passaggio nel tubo e vomitava. Il vomito usciva spinto dalla pressione dell’aria contenuta nella tuta e da quella espirata dall’astronauta. In questa maniera però la tuta si depressurizzava, per cui un dispositivo opportuno sentendo la pressione all’interno della specesuit attivava un sistema di auxiliary air supplì per rimpiazzare l’aria perduta. Considerazioni erano state fatte su dove posizionare il boccaglio all’interno dell’elmetto: la soluzione migliore doveva essere quella di disporlo a lato e non nella parte frontale dell’elemetto, questo al fine di non limitare la visuale frontale.

Il sistema a ciclo chiuso è simile al precedente, a parte il fatto che il vomito non viene espulso nello spazio ma è immagazzinato in un sacchetto all’interno della spacesuit. Dal boccaglio parte un tubo flessibile dotato di valvola di non ritorno al fine di impedire al vomito di tornare indietro, che porta in un “trap” dove un filtro ferma il vomito ma lascia passare l’aria così che possa essere riutilizzata.

Ognuno dei due sistemi ha i suoi vantaggi e svantaggi. Il ciclo aperto è facile da realizzare in quanto non prevede un tubo lungo nel quale il vomito potrebbe fermarsi, e poi essendo a diretto contatto con il vuoto dello spazio, l’espulsione è grandemente facilitata. Per contro se il sistema di auxiliary air supply non funziona l’astronauta potrebbe andare incontro a gravi problemi. Il sistema a ciclo chiuso elimina questo problema perché non c’è fuoriuscita di aria dalla tuta spaziale. Tuttavia potrebbero occorrere dei problemi al filtro che potrebbe intasarsi e quindi non far più passare l’aria e il vomito potrebbe fermarsi nel tubo costringendo l’astronauta a soffiare più volte per liberare il condotto.

Che voi sappiate, questo sistema è stato poi effettivamente implementato nelle tute spaziali? Quello che ho scritto l’ho letto su un paper NASA riguardante uno studio su un dispositivo del genere, però non riporta se la cosa sia poi stata ulteriormente portata avanti. Tra l’altro sapete mica se è mai successo che durante una EVA qualcuno sia stato male? So di astronauti che sono stati male quando erano nella navicella (vedi Bormann nell’Apollo 8), ma non durante EVA. Mi sapete dire qualcosa voi??

Bello alzarsi la mattina e appena finito di fare colazione leggere questi thread… :?

Bello alzarsi la mattina e appena finito di fare colazione leggere questi thread... :?

Porta pazienza…
Cosa non si fa per amore dell’astronautica :grinning: :grinning: :grinning:

Se vi può consolare in sei missioni di volo parabolico ne ho visto di gente vomitare… :wink:

Ricordo che nel mio primo volo avevo due paure: di vomitare e che qualcuno mi vomitasse addosso in microgravità (immaginavo fiumi di vomito flottanti all’interno dell’Airbus).

In realtà niente di tutto questo, ognuno era equipaggiato con dei “sick bag” (sacchetti antivomito come quelli degli aerei di lineo) ed all’occorrenza gli uomini della Novespace erano sempre pronti a rimpiazzare quelli usati.

Per quanto riguarda le EVA non mi sembra, ma qui ci vuole Spacewalker, che nessuno abbiama mai vomitato durante un’uscita extraveicolare.

Per quanto mi ricordi, non ho evidenze di astronauti che abbiano vomitato nello spazio. Carmelo che storiograficamente è preparatissimo, potrebbe confermarlo. E’ vero che alcuni astronauti hanno sofferto il “mal di spazio” in maniera più o meno ecclatante, ma il ferreo addestramento eseguito a terra (anche di tipo psicologico) ha sempre messo gli astronauti in condizioni di superare le eventuali crisi che si sarebbero potute manifestare durante la missione.
In oltre, ogni astronauta disponeva di un “Medical Kits” con medicinali che in caso di malessere avrebbero consentito il regolare svolgimento della missione.
A questo link una lista dei medicinali portati a bordo delle missioni Apollo:

http://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_18-42_Apollo_Medical_Kits.htm

ostringendo l’astronauta a soffiare più volte per liberare il condotto. Che voi sappiate, questo sistema è stato poi effettivamente implementato nelle tute spaziali?

Quello studio è rimasto solo sulla carta, le tute spaziali americane delle varie missioni, non ne hanno mai adottato uno.

Per quanto ne so,nessuno ha mai vomitato all’interno di una tuta spaziale.Dai tempi della nausea di Rusty Schweickart gli Astronauti Americani sono forniti di efficaci pillole per il mal di spazio,anche se si preferisce farne uso solo in casi estremi.Tra l’altro dopo Apollo 9 Rusty si trasformò in una specie di cavia per lo “space sickness”,e si è scoperto che generalmente la nausea sparisce dopo un paio di giorni di adattamento.Per questo si preferisce non far svolgere mai EVA nei primi giorni di missione.

Space adaptation syndrome, or space sickness, is what astronauts go through during adaptation to microgravity. It is related to motion sickness, as the vestibular system adapts to free-fall.

Space sickness was effectively unknown during the earliest spaceflights, as these were undertaken in very cramped conditions; it seems to be aggravated by being able to freely move around, and so is more common in larger spacecraft. Around 60% of all Space Shuttle astronauts currently experience it on their first flight; the first case is now suspected to be Gherman Titov, in August, 1961 onboard Vostok 2, who reported dizziness and nausea. However, the first significant cases were in early Apollo flights; Frank Borman on Apollo 8 and Rusty Schweickart on Apollo 9 both experienced identifiable and reasonably severe cases, in the latter case causing the mission plan to be modified.

As with motion sickness, symptoms can vary from mild nausea and disorientation to vomiting and intense discomfort; headaches and nausea are often reported in varying degrees. About half of sufferers experience mild symptoms; only around ten percent suffer severely. The most extreme reaction yet recorded was that felt by Senator Jake Garn in 1985; after his flight, NASA developed the “Garn scale” to measure reactions to space sickness. It runs from one to ten to cover most known cases; Garn himself rated thirteen. In most cases, it lasts two to four days.

Modern motion-sickness medication can counter space sickness, but is rarely used; it is felt that having astronauts adapt for a couple of days is better than them being drowsy and medicated for the duration of a mission. A general solution is now to ensure that any mission-critical activities (especially extra-vehicular activity, where vomiting could be fatal) are not planned in the first days of a mission; this allows crews to adapt and orient themselves properly.


.P.S. Anche se non tornò mai più nello spazio Schweickart fu presto qualificato pronto a volare.Rusty fu infatti comandante di riserva della prima missione Skylab,che tra l’altro prevedeva diversi EVA e 28 giorni in orbita.

Se per pillole efficaci intendi il composto “SCOPDEX” (Scopolamina + dexanfetamina) usato duranete i voli parabolici, bisonga tener presente che tale preparato è inefficace almeno nel 25-30% dei casi.
Dipende (molto) dalla fisiologia di chi lo assume…

In genere questi farmaci danno anche sonnolenza. Comunque confermo quanto detto dal grande Carmelo. E’ consuetudine far si che nei primi 2-3 giorni di missione il carico di lavoro per gli astronauti non sia troppo elevato (e quindi non si debbano svolgere EVAs), per evitare di scontrarsi con questo tipo di problematiche.

In genere questi farmaci danno anche sonnolenza. Comunque confermo quanto detto dal grande Carmelo. E' consuetudine far si che nei primi 2-3 giorni di missione il carico di lavoro per gli astronauti non sia troppo elevato (e quindi non si debbano svolgere EVAs), per evitare di scontrarsi con questo tipo di problematiche.

Confermo, la scopolamina (che NON E’ un parente del viagra a dispetto del nome) ha tra gli effetti collaterali la sonnolenza, tanto che il composto SCOPDEX ha come seconda componente la dexanfetamina (in piccole dosi s’intende) proprio per contrastare la sonnolenza.

L’effetto della dexanfetamina era perfettamente percebile una volta che tale composto aveva terminato la sua azione: difatti la dose della dexanfetamina era calibrata proprio per “coprire” il volo e viene espulsa rapidamente (via urine) dall’organismo, mentre la scopolamina tende a rimanere “in circolo” per più tempo, l’effetto era quello di una spaventosa sonnolenza pomeridiana.

Ma questi medicinali venivano dosati personalmente sulla base di analisi mediche o avaveno un dosaggio costante non “personalizzato”?

Capitò a molti di vomitare in missione???
Nel film apollo 13 Lowell(tom Hanks) dice a Haise(che ha appena vomitato!) che Conrad fece tutto il viaggio d andata a vomitare. è Vero??

Ma questi medicinali venivano dosati personalmente sulla base di analisi mediche o avaveno un dosaggio costante non "personalizzato"?

Capitò a molti di vomitare in missione???
Nel film apollo 13 Lowell(tom Hanks) dice a Haise(che ha appena vomitato!) che Conrad fece tutto il viaggio d andata a vomitare. è Vero??

I medicinali sono dosati in base al peso, ad esempio il sottoscritto che è decisamente pesante (circa 95 Kg, ahimé) prendeva 2 capsule di scopolamina ed 1 di dexanfetamina. Ad esempio le ragazze (in genere più leggere) prendevano mezza dose, cioé 1 scopolamina e 1/2 dexanfetamina. Lo stesso per chi volava frequentemente come ad esempio il personale della Novespace.

Su tre giorni di missione, che compongono una campagna di volo parabolico dell’ESA, l’andamento delle persone che stavano male varia in tale misura:

  • 1° giorno circa il 30% di quelli che volano
  • 2° giorno circa il 15-20%
  • 3° giorno circa il 5-10%

Queste percentuali si spiegano con il fatto che col tempo a tutto si ci abitua, quindi anche alla microgravità, e quindi scatta un effetto “assuefazione” che riduce parecchio il numero di quelli che stanno male. D’altra parte chi sta DAVVERO male il primo giorno è improbabile che voglia volare ancora, quindi c’è anche un effetto selettivo da considerare.

Nel totale delle percentuali sopraesposte sono presenti sia quelli che assumono i medicinali sia quelli che decidono di non prenderli (i medicinali sono fortemente raccomandati dall’equipe medica, ma non sono obbligatori).

Per quanto riguarda Apollo 13 mi sembra che Lovell si riferisse a Borman (che accusava i sintomi di un forte raffreddore) e non a Conrad, con il quale non ha mai volato.

I medicinali sono dosati in base al peso, ad esempio il sottoscritto che è decisamente pesante (circa 95 Kg, ahimé) prendeva 2 capsule di scopolamina ed 1 di dexanfetamina.

Ok Peppe, passami direttamente il flaconcino delle pillole che faccio prima :grinning:

Per quanto riguarda Apollo 13 mi sembra che Lovell si riferisse a Borman (che accusava i sintomi di un forte raffreddore) e non a Conrad, con il quale non ha mai volato.

Confermato Houston.

Per quanto riguarda Apollo 13 mi sembra che Lovell si riferisse a Borman (che accusava i sintomi di un forte raffreddore) e non a Conrad, con il quale non ha mai volato.

oh cavolo…
non avevo capito un benemerito C…o!!!.. :flushed:

Urge un rivisitata al film… ahahah

Ok Peppe, passami direttamente il flaconcino delle pillole che faccio prima :grinning:

Avendo avuto la fortuna di conoscerfe il nostro Admin di persona, posso dire che è senz’altro un “grosso” personaggio, ma che dal punto di vista del peso (in senso fisico) esagera un tantino nel dipingersi… :wink:

oh cavolo.....non avevo capito un benemerito C...o!!!!........ :flushed:

Tranquillo, ogni tanto capita anche a me!!! :wink:

Ok Peppe, passami direttamente il flaconcino delle pillole che faccio prima :grinning:

Avendo avuto la fortuna di conoscerfe il nostro Admin di persona, posso dire che è senz’altro un “grosso” personaggio, ma che dal punto di vista del peso (in senso fisico) esagera un tantino nel dipingersi… :wink:

Bello di mamma!
Appena vieni di nuovo “su” ci troviamo con i Frigerio’s brother per una grossa grossa “Cassola” e poi “Polenta e osei”.
D’altra parte, se combinassi la tua salita ad un periodo di permanenza dei miei mitici suoceri siciliani, potremmo fare un bel “misto” interregionale.
Speghetti al nero di seppia?
Cassatelle di ricotta?
Cannoli?

:grinning: :grinning: :grinning:

Ok, lo ammetto, era tutto OT!

Assolutamente OT!!! :smiley: :smiley:

Guarda che ti prendo in parola…io sono un GROSSO buongustaio… :wink:

P.S. A proposito di suoceri siciliani, una bella pasta con le sarde no???

Appena vieni di nuovo "su" ci troviamo con i Frigerio's brother per una grossa grossa "Cassola" e poi "Polenta e osei". D'altra parte, se combinassi la tua salita ad un periodo di permanenza dei miei mitici suoceri siciliani, potremmo fare un bel "misto" interregionale. Speghetti al nero di seppia? Cassatelle di ricotta? Cannoli?

Ok, lo ammetto, era tutto OT!

…e tutto ciò sul topic del vomito… :smiley:

Per quanto riguarda Apollo 13 mi sembra che Lovell si riferisse a Borman (che accusava i sintomi di un forte raffreddore) e non a Conrad, con il quale non ha mai volato.

Si,si riferiva a Borman.Pete Conrad non ha mai sofferto di “mal di spazio”.Nel bellissimo commento scena per scena al film Apollo 13 (sottotitolato in Italiano,nella nuova edizione DVD del film appena uscita)Lovell precisa che Borman non aveva affatto “vomitato come alla luna” come si dice nel film,nè Fred Haise era stato così male come mostrato (un pò di nausea iniziale ,ma niente vomito).