Ripresi i contatti con il Galaxy 15

I tecnici di Intelsat sono riusciti a riprendere il controllo del satellite Galaxy 15, dopo ben nove mesi dall’inizio dell’odissea incontrollata sull’arco dell’orbita geostazionaria popolato specialmente da satelliti responsabili di molti servizi televisivi americani.

Il centro di controllo a terra, dopo aver effettuato un reset completo dei sistemi di controllo del satellite lo scorso 23 dicembre, riceve regolarmente la telemetria.

Intelsat, gestore del satellite, ha dichiarato che ora il Galaxy 15 non costituisce più motivo di preoccupazione per gli altri satelliti in orbita nelle sue vicinanze.

Lo scorso aprile il Galaxy aveva smesso di rispondere ai comandi del controllo missione e aveva interrotto le comunicazioni a terra.
Il satellite aveva iniziato a spostarsi alla deriva verso est allontanandosi dalla posizione operativa, continuando però a inviare potenti segnali in banda C, che avrebbero potuto interferire con le trasmissioni provenienti da altri satelliti per comunicazioni in orbita a trentaseimila chilometri sopra l’equatore.

Le reali cause che hanno provocato il tracollo del satellite non sono ancora chiare; l’ipotesi più probabile riguarda un flare solare che avrebbe compromesso i circuiti elettronici di bordo.

Tra aprile e dicembre il Galaxy 15 ha incontrato circa una dozzina di altri satelliti per telecomunicazioni gestiti dalla stessa Intelsat, ma anche da SES, Telesat of Canada e Satmex of Mexico.
Fortunatamente la situazione è stata gestita in modo organizzato e sono stati pochi i disservizi operativi causati da questo satellite “impazzito”, che tuttavia non ha risparmiato lavoro straordinario ai tecnici a terra di varie compagnie, che hanno dovuto pianificate e attuare diverse manovre orbitali evasive per schivare il satellite che si spostava lentamente verso est.

Intelsat ha avuto difficoltà nel prevedere quando il Galaxy avrebbe perso il controllo dell’orientamento (mantenuto tramite giroscopi) e avrebbe quindi esaurito l’elettricità nelle batterie di bordo.
Inizialmente il reset era previsto in agosto, tuttavia il satellite ha proseguito incontrollato fino a metà dicembre.
Dal 23 dello scorso mese, infatti, il Galaxy ha iniziato a ricevere i comandi del centro operativo e i tecnici sono riusciti a riprendere il controllo sui sistemi di guida e operativi del satellite, ponendolo immediatamente in safe mode.

Nelle prossime settimane continueranno ad essere effettuati dei test diagnostici, verrà aggiornato il software di bordo.
Il Galaxy verrà momentaneamente posizionato in uno slot orbitale dove potranno essere condotti dei test di lunga durata.

Il satellite attualmente continua a muoversi, ma Intelsat prospetta di stabilizzare il satellite entro qualche settimana.
La compagnia inoltre prevede di riuscire a ripristinare tutte le funzionalità del satellite e si augura di farlo ritornare presto in servizio.

Il Galaxy 15 (1892 kg), costruito da Orbital Sciences Corporation, è stato lanciato il 13 ottobre 2005 a bordo di un Ariane 5GS, insieme al satellite francese Syracuse 3A.
Il satellite (2005-041A) ha un’autonomia operativa di 15 anni, con EOL previsto per ottobre 2022.

Fonte: Intelsat.

Allora:Anno Nuovo, Satellite…Vecchio, ma operante!!!

un bel lavoro dei controllori di volo.

:zzz:

Sono previste sanzioni disciplinari per questo tentato ammutinamento? :stuck_out_tongue_winking_eye:

Tobias Nassif, vice presidente delle operazioni satellitari di Intelsat, ha rilasciato una dichiarazione secondo cui le investigazioni dei tecnici Intelsat, Orbital Sciences Corp. and Aerospace Corp. hanno stabilito che la causa del guasto temporaneo è stata dovuta ad una scarica elettrostatica e non ad un flare solare come creduto in un primo momento. La scarica ha provocato un errore nel software di bordo e la conseguente perdità di controllabilità del mezzo. La conferma che si è trattato solo di un problema software viene anche dal fatto che, dopo il reset completo, tutti i sistemi sembrano funzionare nominalmente, però non sono ancora stati riaccesi i trasmettitori. I tecnici stanno riportando il satellite in posizione originaria e contemporanemente eseguendo dei test simili a quelli che vengono eseguiti subito dopo la messa in orbita. La procedura dovrebbe terminare in marzo.
Si pensa che questa scarica sia di origine esterna al satellite ma non è ancora stata accertata la provenienza precisa.

Fonte NSF

Inoltre è stato caricato sul satellite un software per evitare il ripetersi di un simile ammutinamento nel caso si dovesse ripetere il malfunzionamento. Tra le istruzioni, quella di spegnere i potenti trasmettitori (che hanno portato una quindicina di satelliti a scansarsi per evitare di essere infastiditi) dopo 21 giorni dal mancato ricevimento di segnali dal centro di controllo.