Le onde di Alfven sono un centinaio di volte più intense di quanto precedentemente stimato, con ampiezze di 20 chilometri al secondo
Lo strato esterno dell’atmosfera solare, la corona, è 20 volte più caldo della sua superficie, ma finora la ragione di questa enorme differenza non era stata pienamente compresa. Un nuovo studio del National Center for Atmospheric Research (NCAR) ora colma la lacuna, grazie a una serie di rilevazioni da satellite.
Le analisi hanno mostrato infatti come le oscillazioni magnetiche che trasferiscono energia dalla superficie del Sole verso la corona sono molto più vigorose di quanto finora stimato: esse sono sufficientemente energetiche da riscaldare la corona e alimentare il vento solare, un flusso di particelle cariche emesso dal Sole in grado di influenzare l’intero sistema solare.
“Ora comprendiamo in che modo le masse di materiale ad alta temperatura possano fuoriuscire dall’interno del Sole, fornendo energia sufficiente a mantenere la corona a milioni di gradi di temperatura, e a proiettare il vento solare ad alta velocità”, ha commentato Scott McIntosh, ricercatore dell’ High Altitude Observatory dell’NCAR e primo autore dello studio pubblicato su Nature. “Questa nuova ricerca ci aiuterà a risolvere misteri cruciali che riguardano l’ energia emessa dal Sole in tutto il sistema solare”.
Il flusso di massa ed energia dal Sole influenza in particolare la quantità di radiazione ultravioletta che raggiunge la Terra. Esso alimenta anche i disturbi noti come tempeste geomagnetiche, che possono causare danni a un’ampia gamma di tecnologie, dalle telecomunicazioni alle trasmissioni elettriche.
Il nuovo studio si è focalizzato sul ruolo delle oscillazioni della corona note come onde di Alfven, nella dinamica dell’energia attraverso la corona.
Le onde di Alfven furono osservate direttamente per la prima volta nel 2007: i ricercatori hanno riconosciuto in esse il meccanismo di trasporto dell’energia verso l’esterno, lungo il campo magnetico del Sole in direzione della corona. Ma le osservazioni del 2007 hanno mostrato ampiezze dell’ordine di 500 metri al secondo, un valore troppo limitato per riscaldare la corona a livelli tali da alimentare il vento solare.
Le nuove osservazioni satellitari invece mostrano che le onde di Alfven sono un centinaio di volte più intense di quanto precedentemente stimato, con ampiezze di 20 chilometri al secondo, sufficienti a riscaldare l’atmosfera estera del Sole fino a milioni di gradi e ad alimentare il vento solare.
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