Oggi,Mercoledì 6 Dicembre 2006,ampio articolo del “Corriere della sera” sul ritorno sulla luna nell’ambito del progetto Orion.Il Corriere parla della base nel cratere Shackleton,ma ad un certo punto dice che il modulo di discesa del LSAM sarà dotato di una cabina pressurizzata (presumibilmente la sezione airlock) destinata a rimanere sulla luna come primo componente dell’avamposto.Successivamente ogni nuova missione lascerà un elemento.A questo punto c’è qualcosa che mi sfugge:Ma tutte le missioni lunari del programma Orion avranno come destinazione il cratere Shackleton??? Sarebbe come se ogni missione Apollo fosse scesa nel mare della tranquillità a poca distanza da “Eagle”! Qualcuno può spiegarmi la cosa?
A quanto ho capito leggendo la notizia anche a me pare così…
Del resto nello scenario Moonlight è previsto che tutti i voli (almeno i primi 10) siano diretti verso la stessa parte. Anche se nel nostro scenario noi abbiamo scelto come punto di approdo la “baia centrale” posta esattamente a latitudine e longitudine zero rispetto al sistema di riferimento lunare. Il posto risulta comodo perché è il luogo per cui passano (virtualmente) tutte le orbite lunari.
Immagino già la montagna di critiche.Al “A che serve tornare sulla luna”? seguirà il “A che serve esplorare solo una limitata zona della superficie lunare”?
SI beh…
In proporzione le missioni Orion saranno meno affascinati delle apollo in generale, ma sicuramente più concrete
SI beh...In proporzione le missioni Orion saranno meno affascinati delle apollo in generale, ma sicuramente più concrete
Speriamo, perchè ad oggi, con tutto l’entusiasmo che provo per l’idea di un ritorno alla Luna in sè, una giustificazione credibile diversa dal mantenimento di una posizione di leadership tecnologica non l’ho sentita.
Manca del tutto un piano scientifico credibile, e un concreto supporto motivazionale in grado di far superare alla nave delle idee le tempeste di 2/3 amministrazioni presidenziali diverse…
Immagino già la montagna di critiche.Al "A che serve tornare sulla luna"? seguirà il "A che serve esplorare solo una limitata zona della superficie lunare"?
Quando la cosa verrà digerita dalla comunità scientifica e dai media vedrai che non tarderanno molto a farsi sentire …
Immagino già la montagna di critiche.Al "A che serve tornare sulla luna"? seguirà il "A che serve esplorare solo una limitata zona della superficie lunare"?
Devo dire che l’unica cosa che davvero approvo di quest’architettura consiste proprio nel fatto di aver scelto “un” luogo preciso verso cui dirigere il grosso dei voli.
Secondo me, il problema sta proprio nel “non rifare” il progetto Apollo, dato che comunque sei missioni sulla Luna, ed in posti diversi, sono state già condotte credo sia il caso di concentrarsi su un’unica zona e di realizzare un primo avamposto. Cosa che risulterebbe impossibile se ci fosse una dispersione delle già non tantissime missioni sulla superficie lunare.
Del resto oramai la stessa NASA parla sempre più di “exploitation” (sfruttamento) al posto di “exploration” (esplorazione), e questo mi sembra sensato. Infatti, solo una volta che ci si sarà stabiliti in via definitiva sulla superficie lunare si potrà condurre (compatibilmente con le risorse disponibili) un esteso programma di esplorazione della Luna, magari con una serie di missioni che si dipanino a “raggiera” proprio dalla base lunare utilizzando sia mezzi di superficie (rover e affini) sia mezzi per così dire “aerei” cioé veicoli volanti con capacità suborbitale.
Quindi qui non si parla più di esplorazione “tanto per” quanto di insediamento e questo mi sembra condivisibile.
L’articolo del corriere non lo trovato ma ne ho trovato altri interessanti :
NASA L’Italia con altri 13 Paesi pronta a colonizzare la LunaWASHINGTON — I primi alloggi sperimentali avranno l’aspetto un pò precario di una casa mobile della protezione civile, ma quantomeno saranno più ampi di quelli della Stazione spaziale internazionale. La Luna sta per essere colonizzata e dalla Nasa arrivano le prime indicazioni su come sarà la base permanente che gli uomini potrebbero cominciare ad abitare in modo stabile dal 2024. L’agenzia spaziale americana preme l’acceleratore sul futuro dell’esplorazione e da Houston, dove ha riunito in questi giorni scienziati di ogni parte del mondo, la Nasa rompe gli indugi e annuncia: «La decisione è presa, ci sarà una base sulla Luna». Il progetto viene definito ad 'architettura apertà, pronto a raccogliere i contributi delle altre agenzie spaziali. I rappresentanti di 13 paesi - tra cui l’Italia - e un migliaio di esperti sono coinvolti nella nuova conquista della Luna.
iltempo.it
Nasa progetta di costruire base permanente sulla Luna martedì, 5 dicembre 2006 11.48 Versione per stampaCAPE CANAVERAL (Reuters) - La Nasa ha annunciato ieri che prevede di costruire una base permanentemente sulla superficie lunare, possibilmente sul polo Sud del satellite.
La base spaziale servirà come avamposto scientifico e come banco di prova per le tecnologie necessarie per i futuri viaggi su Marte, e la sua costruzione avverrà dopo una serie di voli sulla luna previsti per il 2020.
“Progettiamo di costruire una base sulla luna”, ha detto ai giornalisti Scott “Doc” Horowitz, amministratore associato per le esplorazioni della Nasa, nel corso di una videoconferenza nel Centro Spaziale Johnson, a Houston.
I progetti che riguardano il funzionamento della base e l’impiego sul posto degli astronauti devono essere ancora determinati. Allo stesso modo, la Nasa non ha stabilito una data in cui iniziare le operazioni nella base.
I poli lunari sono preferibili alle regioni equatoriali perché possiedono temperature più moderate e periodi più estesi di luce solare, un fattore vitale per i sistemi elettrici a energia solare come quello che la Nasa progetta di sviluppare.
Gli scienziati ritengono che nei poli lunari esistano risorse come idrogeno, acqua e altri materiali che potrebbero essere usati come supporto vitale.
“E’emozionante”, dice l’amministratrice interna della Nasa, Shana Dale. “Non sappiamo molto sulle regioni polari”.
In precedenza gli Stati Uniti hanno annunciato progetti di sviluppo di nuove navicelle spaziali per viaggiare sulla Luna e atterrare sulla superficie per la prima volta dopo l’ultima missione, denominata Apollo, nel 1972. Gli Usa stanno pensando anche a sviluppare un sistema di comunicazioni che connetta la Terra e la Luna.
Ma la Nasa non prevede di andare sulla Luna da sola. Gli Usa cercheranno soci internazionali e commerciali per condividere le spese.
La Nasa riceve circa 16.000 milioni di dollari all’anno.
Reuters
LA NASA SULLA LUNA, SIAMO VICHINGHI di Marco BardazziPrima gli uomini, che si avventureranno in esplorazioni di vari giorni. Poi i robot, chiamati a dare la caccia alle risorse naturali e a fare il lavoro pesante. La prossima conquista della Luna sarà un’ avventura congiunta uomo-macchine, con caratteristiche assai diverse dalle missioni Apollo degli anni Sessanta e Settanta.
I cervelli della Nasa sono riuniti per tre giorni a Houston, in Texas, per definire l’architettura dell’ambizioso programma di esplorazione spaziale deciso dall’amministrazione Bush e finanziato dal Congresso americano. Entro il 2020 l’uomo rimetterà piede sul suolo lunare, ma stavolta per restarci a lungo e per utilizzarlo anche come base per future missioni verso Marte e altre parti del Sistema solare. Nel frattempo però c’é da completare la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), il gigantesco ‘meccano’ orbitante da 100 miliardi di dollari in ritardo sui tempi, per lo stop agli shuttle deciso dopo la tragedia del Columbia nel 2003.
Giovedì l’agenzia spaziale americana dovrebbe lanciare da Cape Canaveral il Discovery, in un raro conto alla rovescia notturno, per una delle 14 missioni che la Nasa spera di completare prima che le navette vadano in pensione nel 2010. Per la Nasa, come ha spiegato l’amministratore Michael Griffin, il momento attuale è paragonabile nella storia dell’ umanità all’epoca dei Vichinghi e alle loro incursioni, giunte forse fino a toccare il continente americano.
“Cinquant’anni dopo l’inizio delle avventure dei Vichinghi - ha detto Griffin al Washington Post - i progressi che avevano fatto non erano considerati molto rilevanti ed è la situazione a cui siamo nell’ esplorazione spaziale di oggi”. I Vichinghi in realtà avevano messo le basi per tutto lo sviluppo successivo, ma all’ epoca, per Griffin, non erano neppure sicuri di cosa cercassero, né di quando sarebbero tornati a casa. La visione della Nasa, condivisa dal presidente George W. Bush, è quella di far espandere il genere umano nello spazio ed “incorporare le risorse del sistema solare nella sfera d’ influenza dell’umanità”. “Sappiamo che alla lunga le risorse della Terra sono finite - spiega Griffin - mentre ci sono risorse disponibili nello spazio: energia solare, materiali, metalli preziosi o acqua e carburanti che possono essere di grande valore in un’economia basata sullo spazio”. La Luna è una tappa decisiva in questa strategia: se Marte può essere visto come il Nord America dei Vichinghi, il satellite terrestre è una sorta di Groenlandia che offre una tappa intermedia e una fonte di risorse per le esplorazioni successive.
Gli studiosi della Nasa ipotizzano che gli astronauti si avventurino da basi fisse in brevi esplorazioni di 6-7 giorni sul suolo lunare (rispetto ai tre giorni massimi dell’Apollo), visitando i poli e forse anche la faccia invisibile da Terra. L’idea è quella di riuscire, con l’ausilio anche di robot, ad analizzare e sfruttare le risorse lunari per produrre tra l’altro ossigeno e acqua o per collezionare materiali da costruzione. Tutte esperienze che vengono ritenute decisive per tentare, in futuro, il salto verso una missione umana su Marte. L’ambizioso scenario ipotizzato dalla Nasa e appoggiato dalla Casa Bianca dovrà però fare i conti con un intenso dibattito politico e scientifico. Il Congresso Usa passerà da gennaio sotto il controllo dei democratici e non è chiaro se il clima resterà favorevole per le esplorazioni umane dello spazio. Nella comunità scientifica ci sono forti pressioni per destinare più fondi allo studio dello spazio, alla scienza pura o all’invio di robot, invece che a missioni con astronauti, che sono estremamente più costose.
Attualmente la Nasa cerca di dividere in modo equo il proprio bilancio di 17 miliardi di dollari l’anno tra esplorazioni e scienza pura, ma astronomi e altri studiosi temono che ci saranno sempre più tagli a favore delle missioni umane. Importante sarà, per l’agenzia americana, dimostrare nei prossimi anni di poter completare senza ulteriori ritardi o disastri il programma degli shuttle. Griffin ha fatto nelle scorse settimane un ‘regalo’ agli scienziati, promettendo che una delle ultime missioni delle navette sarà destinata alla manutenzione del telescopio Hubble, per garantirne la sopravvivenza ancora per anni. A Cape Canaveral è partito il conto alla rovescia per il lancio del Discovery, previsto giovedì alle 21:35 ora della Florida
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/approfondimenti/visualizza_new.html_2051866625.html
Devo dire che l'unica cosa che davvero approvo di quest'architettura consiste proprio nel fatto di aver scelto "un" luogo preciso verso cui dirigere il grosso dei voli.Secondo me, il problema sta proprio nel “non rifare” il progetto Apollo, dato che comunque sei missioni sulla Luna, ed in posti diversi, sono state già condotte credo sia il caso di concentrarsi su un’unica zona e di realizzare un primo avamposto. Cosa che risulterebbe impossibile se ci fosse una dispersione delle già non tantissime missioni sulla superficie lunare.
Del resto oramai la stessa NASA parla sempre più di “exploitation” (sfruttamento) al posto di “exploration” (esplorazione), e questo mi sembra sensato. Infatti, solo una volta che ci si sarà stabiliti in via definitiva sulla superficie lunare si potrà condurre (compatibilmente con le risorse disponibili) un esteso programma di esplorazione della Luna, magari con una serie di missioni che si dipanino a “raggiera” proprio dalla base lunare utilizzando sia mezzi di superficie (rover e affini) sia mezzi per così dire “aerei” cioé veicoli volanti con capacità suborbitale.
Quindi qui non si parla più di esplorazione “tanto per” quanto di insediamento e questo mi sembra condivisibile.
Per prima cosa noto con piacere che ti si è “ingrossato” l’avatar …
Venendo all’argomento oggetto di discussione, credo che focalizzare gli sforzi in unico sito al fine di gettare le basi della prima “colonia” umana, sia la prerogativa necessaria per il successo del programma. Del resto concordo con te riguardo il discorso di “sfruttamento” del nostro satellite.
Del resto oramai la stessa NASA parla sempre più di "exploitation" (sfruttamento) al posto di "exploration" (esplorazione), e questo mi sembra sensato. Infatti, solo una volta che ci si sarà stabiliti in via definitiva sulla superficie lunare si potrà condurre (compatibilmente con le risorse disponibili) un esteso programma di esplorazione della Luna, magari con una serie di missioni che si dipanino a "raggiera" proprio dalla base lunare utilizzando sia mezzi di superficie (rover e affini) sia mezzi per così dire "aerei" cioé veicoli volanti con capacità suborbitale.
Lucidissimo, Peppe, come sempre.
In definitiva hai ragione; speriamo che riescano a spiegarci bene COSA faranno nella “Shoemaker Base”.
In definitiva hai ragione; speriamo che riescano a spiegarci bene COSA faranno nella "Shoemaker Base". :roll_eyes:
ehi, ma qui mi si rubano le frasi!!
Si ragazzi,ma dieci missioni al cratere Shackleton… P.S: Non è che poi i nostri “amici” di luogocomune.net accuseranno la NASA di aver voluto risparmiare sulle locations dei finti allunaggi?
Si ragazzi,ma dieci missioni al cratere Shackleton..... :scream: P.S: Non è che poi i nostri "amici" di luogocomune.net accuseranno la NASA di aver voluto risparmiare sulle locations dei finti allunaggi? :wink:
Tranquillo Carmelo che i “signori” di luogocomune troverebbero da ridire in ogni caso…
Io invece la vedo bene questa scelta di concentrarsi su qualche punto preciso, primo perchè penso che si andrebbe a finire come con gli Apollo, aver esplorato molti luoghi e non aver lasciato “traccia” di dove si è passati… secondo perchè se si vuole “stabilizzarsi” sulla Luna bisogna cominciare a costruire seriamente qualche cosa, e visto che i soldi sono quelli che sono se ci si concentra sull’obiettivo della base stabile e delle due missioni all’anno risulta tutto più fattibile…
Una serie di missioni esplorative sparse, non servirebbero a molto in termini di “risultati scientifici”, per quello ci sono le sonde, e porterebbero via molte missioni che con il ritmo di due all’anno farebbero ritardare tutto il programma di parecchi anni, trovandosi poi con un nulla di fatto in termini di “stabilità”…
Rispetto a quello che si dice e si scrive, penso che la NASA, nel suo ritorno alla Luna, la prima cosa che farà sarà quella di procedere con un’esplorazione sommaria tipo Apollo e solo successivamente si deciderà dove stabilire il rpimo avamposto .
Rispetto a quello che si dice e si scrive, penso che la NASA, nel suo ritorno alla Luna, la prima cosa che farà sarà quella di procedere con un'esplorazione sommaria tipo Apollo e solo successivamente si deciderà dove stabilire il rpimo avamposto .
Beh ma penso che il programma annunciato qualche giorno fa non sia buttato lì solo per dire qualche cosa, forse ci saranno ritardi forse altri imprevisti lungo il cammino ma se si è annunciata una serie di 10 missioni in un luogo preciso… non penso sia a caso e non penso neanche che il programma venga stravolto con delle missioni in luoghi sparsi sulla Luna…
Rispetto a quello che si dice e si scrive, penso che la NASA, nel suo ritorno alla Luna, la prima cosa che farà sarà quella di procedere con un'esplorazione sommaria tipo Apollo e solo successivamente si deciderà dove stabilire il rpimo avamposto .No,no,pare propio che concentreranno gran parte delle missioni Orion in un solo sito,il cratere Shackleton e zone limitrofe.
Non credo che le prime (10) missioni avranno grandissimi scopi scientifici,più che altro saranno missioni di “insediamento”,missioni primariamente di ingegneria il cui scopo sarà cercare di stabilire quali tecnologie sono necessarie ad una “colonizzazione” (il termine per ora è eccessivo,ma è per capirsi) e da li creare delle infrastrutture da cui fare esplorazioni sempre più lontane creando altri insediamenti (penso a qualcosa tipo caravanserraglio).
Non contraddico quello che è stato detto dai grandi scienziati NASA, ma a parer mio, come rigore di logica, prima mi faccio un’idea delle zone e poi decido quale è più idonea ad un insediamento umano.
Sarebbe illogico stabilirsi in un posto e poi scoprire che quello più indicato è lontano km dalla base.
Se poi si guarda al programma ISS, bisognerà vedere anche gli stanziamenti che verranno fatti; all’inizio c’è sempre molta disponibilità poi, con il passare del tempo, si fanno tagli su tagli.
Non contraddico quello che è stato detto dai grandi scienziati NASA, ma a parer mio, come rigore di logica, prima mi faccio un'idea delle zone e poi decido quale è più idonea ad un insediamento umano. Sarebbe illogico stabilirsi in un posto e poi scoprire che quello più indicato è lontano km dalla base. Se poi si guarda al programma ISS, bisognerà vedere anche gli stanziamenti che verranno fatti; all'inizio c'è sempre molta disponibilità poi, con il passare del tempo, si fanno tagli su tagli.
Si ok, ma inviare una missione umana in un luogo solo per vedere se va bene mi sembra un po’ eccessivo… e considerando un ritmo di 2 missioni all’anno ci vorrebbero anni e una montagna di soldi solo per decidere dove stabilirsi… e questo compito può essere benissimo demandato alle sonde che ormai sono in grado di rilevare l’orografia e le caratteristiche del terreno ad una definizione molto elevata non richiedendo l’intervento dell’uomo per questo tipo di missioni…
insomma… come giustamente dici i soldi sono/saranno pochi quindi perchè “buttarli” in missioni dispendiose quando sono evitabili? senza contare il ritardo in tempi che il programma subirebbe…
Concordo poi con mac riguardo agli obiettivi che saranno soprattutto ingeneristici in queste missioni, cosa non testabile con le sonde automatiche, che invece non hanno rivali nell’esplorazione scientifica.