Rivelazione da prendere con le molle...

Nell’improbabile caso che la notizia fosse confermata, la spiegazione piu’ semplice e’ che prima ci magnassero un po’.

Eliminando gli sprechi e il magna maga, e considerato che i vecchi orbiter sono ammortati e probabilmente ancora in grado di volare parecchio, in effetti sembra uno sciupio metterli in pensione… almeno possono fare da ponte fino a quando non ci sara’ un’alternativa adeguata.

Certo che se Obama con questa strategia riesce a far calare cosi’ i costi dei suoi fornitori, vorrei averlo come amministratore del mio condominio :slight_smile:

Dopo l’euforia iniziale ( :flushed: ) spero solo che non lesino sulla sicurezza per fare i tagli!
Sempre se la notizia è vera…

Personalmente non credo che la cosa si materializzerà.

una delle possibili modifiche ( e qui parlo in via del tutto utopica) sarebbe la cabina equipaggio distaccabile dall’orbiter in caso di emergenza…una grosso Crew escape system dotato di paracaduti e retrorazzi di frenata, attivabili, come sulla soyuz, in caso di un land al suolo…

Stai parlando, in pratica, di un mezzo completamente nuovo.

per il buran era prevista una soluzione simile…

ma il buran poteva anche contare sul razzo eneghia molto più “sicuro”… all’occorenza i boster ( a liquidi ) potevano esser spenti, cosi come il core ( come sappiamo i motori principali, non erano sull’orbiter ma sul “sermbatoio principale” ).
ottennendo cosi un sstema più sicuro di evacuazione zero-zero.

?!?!
zero-zero? E come mai avrebbe potuto esserlo?!

Un sistema “zero-zero”, in gergo aeronautico, significa un mezzo di salvataggio (sedili eiettabili, capsula, cabina o altro) capace di operare a quota zero ed a velocità zero. Per definizione non esiste niente di più sicuro di un sistema concepito in questa maniera ne in campo aeronautico ne in campo spaziale.

Si… la conosco la definizione… appunto per questo chiedevo come potesse essere possibile…

non so dove avevo visto i disegni… ( forse proprio su questo forum tanto tempo fa! )

in pratica tuta la cabina si poteva separare dal resto del corpo, sparata via da una batteria di razzi integrata in essa.

dopodiche ricadeva come un corpo portate con l’ausilio di un paraglider.

come curiosita, una volta separata la cabina, si aprivano da ditro di essa, quelle che sembrano delle “racchette-aereofreni” per rallentare la caduta.


il guaio del buran e che è diffile trovare info!

anzi, molto probabilmente questo sistema era solo “rogettato” e le navette costruite non ne erano provviste.
daltronde il progetto energhia doveva svilupparsi in ben più di un semplice lanciatore pesante ( pensiamo ad esempio ai boster alaati che rientravano planando alla base!)

Aspetta,questo era soltanto un progetto, poi non attuato a causa di difficoltà tecniche e costi.
Analogamente la progettazione di una cabina eiettabile per l’Hermes prese un sacco di tempo,ritardando il programma di anni,per poi essere cancellata in favore di sedili eiettabili dello stesso tipo di quelli previsti per il Buran.

Esatto, questo sistema non e’ mai stato realizzato, e i soli sedili eiettabili non sono sicuramente un sistema zero-zero…

Per la verità è proprio il contrario, tutti i sedili eiettabili moderni sono del tipo “zero-zero”, il problema con lo Shuttle (così come col Buran) è che i sedili sono efficienti solo fino ad una certa quota/velocità e quindi non riescono a coprire tutto l’inviluppo di volo delle fasi iniziali del lancio, almeno fino alla separazione degli SRB.

Quanto a sostituire la sezione pressurizzata dello Shuttle con una eiettabile è fuori luogo, così com’è non è possibile da un punto di vista strutturale ed la navetta andrebbe riprogettata ex-novo.

Si ma stiamo parlando di Buran… e proprio come lo shuttle non ha mai avuto e non sarebbe stato facilmente implementabile un qualsiasi sistema zero-zero.

Se stiamo parlando dei sedili, gli Zvezda K-36RB erano operativi da zero/zero fino a 30Km/mach 3.
Notevole vero?

http://www.zvezda-npp.ru/english/05.htm

Per quanto riguarda un possibile sistema di distacco dell’intera sezione pressurizzata l’unico sistema realistico, finora proposto, è quello dell’Ing. David Metreveli che fu anche brevettato:

http://davidmetreveli.freeservers.com/photo.html

Si… forse continuo a non spiegarmi, è chiaro e risaputo che la totalità dei seggiolini eiettabili per uso aeronautico da molti anni a questa parte sono certificati come zero-zero, tuttavia stiamo parlando di Buran (e/o di shuttle) e i relativi seggiolini, vista la particolare condizione di lancio, NON sono certificati, per entrambi i mezzi, per un utilizzo zero-zero, ma entravano in funzione diversi secondi dopo il lancio quando lo stack raggiungeva un’altezza tale da permetterne l’attivazione con l’apertura e la messa in sicurezza (tutta da dimostrare) dell’equipaggio.
Spero di aver chiarito… sia per Shuttle che per Buran quindi NON esisteva e non si è mai implementato un sistema di fuga zero-zero.

Si, sicuramente.
Come ho scritto il massimo che si può ottenere in tal senso è qualche brevetto depositato e nulla più.

Sulla limitazione dei sedili al lancio è come scrivi, il tutto supportato da quanto riportato su NASA Blog:

http://blogs.nasa.gov/cm/blog/waynehalesblog/posts/post_1226523744082.html

In cui, tra l’altro, si accenna anche ai sedili eiettabili della Gemini.
Nel caso dello Shuttle, il concetto zero-zero non si applica tanto al lancio, per le limitazioni che citi, quanto all’atterraggio laddove potevano sorgere eventuali problemi anche dopo che lo Shuttle abbia toccato con le ruote il runaway (ricordiamoci di quanto è accaduto al termine della missione STS-9, http://it.wikipedia.org/wiki/STS-9).

Esatto, penso che quello da te citato sia uno dei migliori post mai scritti da Hale sul suo blog, chiarificatore su molti aspetti e spesso citato anche da noi in altre discussioni per esporre spiegazioni.
E come giustamente dici è utile distinguere fra lancio e landing, in atterraggio sia per shuttle che per Buran i seggiolini erano effettivamente un sistema zero-zero, ma al lancio questo non può avvenire e le limitazioni intrinseche della struttura del sistema sono evidenti con l’emergere delle ormai “famose” black zones di lancio, presenti in entrambi.

Sono d’accordo, quello di Hale è un ottimo blog, soprattutto da “insider”, e la parte dedicata alla black zone dello Shuttle è la migliore spiegazione reperibile sull’argomento (persino in Jenkins non è chiarissimo in tal senso).

Questo interessantissimo O.T. sui sistemi di salvataggio di STS, Buran e spazioplani in genere mi convince una volta di più della superiorità, almeno in ambito di trasporto “manned” (e almeno con le tecno attuali), dei sistemi “capsula” (oltretutto utilizzabili oltre il LEO).

Questo mi fa riemergere un antico quesito al quale non ho ancora trovato risposta soddisfacente, ovvero:
come mai, fin dall’inizio dei programmi spaziali, ci si è interessati agli spazioplani?
Quali effettivi vantaggi presentavano (e presentano) rispetto a sitemi di rientro “balistici”, in un ottica di esplorazione spaziale ancora pionieristica?

Ovviamente i quesiti non riguardano propriamente gli “Shuttle_like” (Buran e STS) i quali erano stati concepiti anche per effettuare operazioni particolari in ambito militare (cattura di satelliti ecc…), divenuti poi inutili con la comparsa di nuove tecnologie.

Comunque, tornando in “topic”, se la notizia sopra riportata avesse anche solo un fondamento di verità… gioia e tripudio! :clap: