Roboetica

La robotica avanza spedita. In un futuro non troppo lontano, conviveremo con nuove specie di automi: umanoidi, sistemi intelligenti multifunzionali, robodomestici factotum, pet-robot, veicoli autonomi e perfino robot per il sesso. Questa presenza, sempre più massiccia in futuro, di creature artificiali costringe ad una riflessione “roboetica”.

Durante il convegno europeo di robotica Euros 2006 (European Robotics Symposium), svolosi a Palermo nei giorni scorsi, è stato elaborato il primo documento al mondo sulla questione, almeno dopo le fanta-leggi di Isaac Asimov. L’uso militare dei robot, la dipendenza psicologica da macchine sempre più intelligenti e dall’aspetto simile a quello umano, la possibilità che robo-badanti o robo-baby sitter vengano sabotate a distanza. Sono questi alcuni punti controversi su cui si è concentrato il dibattito. Il documento, prodotto da un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dalla Scuola di Robotica, Robotlab-Cnr di Genova, sarà consegnato alla Commissione Europea entro aprile.

“La roboetica è un tema considerato molto seriamente dalla comunità scientifica internazionale”, ha spiegato Gianmarco Veruggio, presidente dell’Istituto genovese e del comitato di roboetica della Società Internazionale di Robotica IEEE. Il dibattito intende non solo analizzare le problematiche legate ai robot e alla loro interazione con l’uomo e il mondo in generale, ma anche le possibili azioni educative rivolte ai più giovani. “È importante educare i ragazzi a controllare le macchine per evitare il rischio di incidenti”, ha osservato la coordinatrice del gruppo di lavoro che ha redatto il documento, Fiorella Operto.

Gianmarco Verruggio, che aveva già organizzato in precedenza la settimana di lavori detta “Roboethics Atelier”, insieme a Enron (European Robotics Research Network), ribadisce: “Si tratta di un approccio fondamentale per la ricerca perchè abbiamo bisogno del consenso della pubblica opinione. La robotica riguarda davvero tutti”. Al Roboethics Atelier sono intervenuti il giapponese Atsuo Takanishi, specializzato in robotica umanoide, il padre di Wabian2, il “cyborg” Kevin Warwick, David Levy e Ronald Arkin, il direttore del Mobile Robot Lab del Georgia Institute of Technology di Atlanta.

Per farsi un’idea dell’importanza che la roboetica,sta assumendo all’interno dello sviluppo tecnologico mondiale, è sufficiente un’occhiata alle cifre: «In un anno dice Gianmarco Veruggio, fondatore della Scuola di Robotica di Genova nel mondo sono stati prodotti 1.120.000 robot industriali, 25.000 robot per uso professionale, 1.200.000 robot per uso personale». Il giro di soldi che ruota intorno alla robotica ha numeri con così tanti zeri da far girare la testa. «In Giappone», racconta Naho Kano, studiosa di scienze sociali dell’Università Waseda di Tokyo, «la crescita del mercato della robotica nel 2005 ha fatturato circa 150 miliardi di yen e il governo ha stanziato 3 miliardi di yen per NEDO, un progetto dedicato allo sviluppo di 70 robot altamente evoluti».

Non da meno sono gli americani: «Gli Stati Uniti», dice Ronald Arkin, «hanno destinato 127 miliardi di dollari, il più grande investimento di tutta la storia della ricerca militare, in un progetto di ricerca che punta a modernizzare la US Army». Secondo il piano, entro il 2010 un terzo di tutte le operazioni militari americane dovranno essere compiute da robot. Si parla di UCAV (aerei privi di pilota a bordo), carrarmati robotizzati, TUGV (veicoli terrestri mandati in avanscoperta per sgombrare il campo ai soldati che lo seguono a poca distanza) e Spawar (apparecchi che lanciano autonomamente da terra piccoli velivolirobot).

Giapponesi, americani ed europei non la pensano allo stesso modo. Le priorità che i laboratori attribuiscono ad una ricerca piuttosto che a un’altra variano. Per questo è necessario e urgente un manifesto di intenti comune.

Ecco, in sintesi, i principali temi individuati nel documento:

  • ROBOT MILITARI: si calcola che l’80% della ricerca Usa nella robotica sia finanziata dal Dipartimento della Difesa ed è stato annunciato che nel 2010 sarà pronto il primo prototipo di un esercito robotico. “È una situazione che solleva enormi problemi”, ha osservato Fiorella Operto. Che cosa succede se un robot viene programmato per uccidere ? In vista di uno scenario come questo gli esperti auspicano una legge che preveda misure di sicurezza nella progettazione dei robot attraverso il blocco di alcune funzioni, come quella di uccidere. “Intorno a questa proposta - ha detto la Operto - il dibattito è ancora aperto e le posizioni di Stati Uniti e Giappone sono lontane”.

  • BIONICA: arti robotici ai biochip impiantati nel cervello possono aprire nuove questioni. Per esempio, se un chip nel cervello controlla una mano robotica, questa può provare sensazioni ? E se invece fosse la mano ad avere il controllo sul cervello ? L’ultima domanda nasce dal fatto che i movimenti dei topi con protesi del genere possono essere controllati a distanza con un joystick.

  • NANOROBOT: sono minuscoli congegni che possono essere introdotti nell’organismo per fare diagnosi, acquisire dati o rilasciare farmaci. Secondo gli esperti sono opportune garanzie affinché non siano utilizzati per interventi non leciti.

  • HACKER: la minaccia può facilmente passare dai computer ai robot, che potrebbero essere controllati a distanza. Un problema tanto più rilevante se si immagina che ai robot potrebbero essere affidati compiti di sorveglianza e sicurezza di strutture critiche, così come potrebbero essere affidati loro anziani, malati o bambini.

  • ROBO-DIPENDENZA: è un rischio, anche considerando che i robot dovranno avere aspetto e modi piacevoli. Si teme che molti, soprattutto anziani, possano cedere psicologicamente a un robot bello, gentile, paziente, servizievole e in grado di rispondere a moltissime domande, connesso com’è a Internet.

  • ROBO-SESSO: le bambole robotiche non ci sono ancora, ma il successo delle bambole meccaniche già in commercio lascia immaginare che potranno avere un successo ancora maggiore le bambole automa capaci di sorridere, guardare, interagire, riconoscere la voce e simulare comportamenti sessuali. Saranno ancora più belle delle loro colleghe attuali, le bambole meccaniche, il cui aspetto ha ormai molto poco della macchina, rivestite come sono di pelle di silicone. Anche in questo caso si rischia la comparsa di nuove forme di dipendenza.

  • COSTI E ACCESSO: il problema si pone già per le protesi bioniche, che molto spesso sono costose e quindi inaccessibili ai Paesi in via di sviluppo. Gli esperti chiedono di promuovere azioni per favorire la produzione di protesi e altri ausili di questo tipo di ottima qualità e realizzate con tecnologie all’avanguardia, ma semplici da usare e a basso costo.

da ecplanet.com

Io sono convinto che bisognerebbe applicare le tre leggi della robotica di Avimov 8) :

1)Un robot non può recar danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

  1. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

3)Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda legge.

Io sono convinto che bisognerebbe applicare le tre leggi della robotica di Avimov 8) :

1)Un robot non può recar danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

  1. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

3)Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda legge.

Hai visto il film di Will Smith “Io, robot”? Ovvero come infrangere in un botto solo, tutte le 3 leggi? 8)

Il fatto e’ che una delle applicazioni piu’ in voga delle tecnologie robotiche e’ quella degli aerei da combattimento senza pilota. E buonanotte alle leggi di Asimov.

Hai visto il film di Will Smith "Io, robot"? Ovvero come infrangere in un botto solo, tutte le 3 leggi?

Effettivamente non lo visto ,ma credo che questo si possa dire per molte cose .Sicuramente se venissero applicate le leggi della robotica sarebbe un grosso passo in avanti .

Effettivamente non lo visto

l’HO visto!

Dalla guerra al sesso, fissate le regole della roboetica

Per la prima volta al mondo, un documento della Società internazionale di Robotica ha codificato le leggi alle quali gli automi dovranno attenersi per fare il loro “ingresso nelle società”

Ad alcuni decenni di distanza dalle famose “tre leggi della robotica” fissate dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov, è stata ora scritta nero su bianco la prima bozza delle leggi etiche per governare l’ingresso dei robot nella società. Il primo documento, punto di riferimento del dibattito internazionale in questo settore, è pronto ed entro aprile sarà presentato alla Commissione Europea. Il documento è stato infatti elaborato nell’ambito della rete europea di robotica Euron (European Robotics Network) da un gruppo di esperti di Giappone, Stati Uniti ed Europa, ma anche da Paesi che si stanno affacciando adesso alla robotica, come l’India, e alcune Ong.

E’ stata l’Italia, con la Scuola di Robotica di Genova, a coordinare il gruppo di studio, nel quale gli esperti di robotica si sono confrontati con filosofi, giuristi, psicologi e sessuologi.
‘‘Sono convinto che i robot saranno una delle chiavi per lo sviluppo tecnologico ed economico della società’’, ha detto il presidente della Scuola di Robotica e presidente del comitato di roboetica della Società internazionale di Robotica (IEEE), Gianmarco Veruggio.

''I robot - ha sottolineato Veruggio - cambieranno la società, portando benefici ma anche problemi.
Per questo motivo bisogna cominciare fin da ora a discutere, passando in rassegna possibili scenari ed eventuali problemi". Obiettivo ultimo del dibattito, secondo Veruggio, è ‘‘stilare una lista di priorità’’, selezionando le questioni che fin da ora è urgente risolvere, come quelle relative all’uso dei robot in guerra o nella medicina.

Ecco, allora, i principali temi individuati nel documento:

  • Robot militari: si calcola che l’80% della ricerca Usa nella robotica sia finanziata dal Dipartimento della Difesa ed è stato annunciato che nel 2010 sarà pronto il primo prototipo di un esercito robotico. '‘E’ una situazione che solleva enormi problemi", ha osservato la coordinatrice del gruppo di lavoro che ha redatto il documento e vicepresidente della Scuola di Robotica, Fiorella Operto.
    Che cosa succede se un robot viene programmato per uccidere? In vista di uno scenario come questo gli esperti auspicano una legge che preveda misure di sicurezza nella progettazione dei robot attraverso il blocco di alcune funzioni, come quella di uccidere. ‘‘Intorno a questa proposta - ha detto Fiorella Operto - il dibattito è ancora aperto e le posizioni di Stati Uniti e Giappone sono lontane’’.

  • Bionica: arti robotici ai biochip impiantati nel cervello possono aprire nuove questioni. Per esempio, se un chip nel cervello controlla una mano robotica, questa può provare sensazioni? E se invece fosse la mano ad avere il controllo sul cervello? L’ultima domanda nasce dal fatto che i movimenti dei topi con protesi del genere possono essere controllati a distanza con un joystick.

  • Nanorobot: sono minuscoli congegni che possono essere introdotti nell’organismo per fare diagnosi, acquisire dati o rilasciare farmaci. Secondo gli esperti sono opportune garanzie affinché non siano utilizzati per interventi non leciti.

  • Hacker: la minaccia può facilmente passare dai computer ai robot, che potrebbero essere controllati a distanza. Un problema tanto più rilevante se si immagina che ai robot potrebbero essere affidati compiti di sorveglianza e sicurezza di strutture critiche, così come potrebbero essere affidati loro anziani, malati o bambini. -

Robot-dipendenza: è un rischio, anche considerando che i robot dovranno avere aspetto e modi piacevoli. Si teme che molti, soprattutto anziani, possano cedere psicologicamente a un robot bello, gentile, paziente, servizievole e in grado di rispondere a moltissime domande, connesso com’è a internet.

  • Sesso: le bambole robotiche non ci sono ancora, ma il successo delle bambole meccaniche già in commercio lascia immaginare che potranno avere un successo ancora maggiore le bambole automa capaci di sorridere, guardare, interagire, riconoscere la voce e simulare comportamenti sessuali. Saranno ancora più belle delle loro colleghe attuali, le bambole meccaniche, il cui aspetto ha ormai molto poco della macchina, rivestite come sono di pelle di silicone. Anche in questo caso si rischia la comparsa di nuove forme di dipendenza.

  • Costi e accesso: il problema si pone già per le protesi bioniche, che molto spesso sono costose e quindi inaccessibili ai Paesi in via di sviluppo. Gli esperti chiedono di promuovere azioni per favorire la produzione di protesi e altri ausili di questo tipo di ottima qualità e realizzate con tecnologie all’avanguardia, ma semplici da usare e a basso costo.

http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2006/04_Aprile/10/robot_sexy.shtml