Sarà caldo record anche nel 2007

Addio al 2006. Se ne va il sesto anno più caldo dal 1880. Ma c’è poco da stare allegri: il 2007 non si preannuncia diverso sul fronte delle temperature, mentre l’estensione dei ghiacciai polari artici continua a ridursi al ritmo del 9 per cento per decennio. L’allarme arriva da due dei più autorevoli centri di previsione internazionali, il Servizio meteorologico britannico e gli esperti del Noaa, l’Agenzia statunitense che si occupa del monitoraggio delle temperature in atmosfera e della situazione degli oceani.

Dalle prime stime disponibili emerge che nel 2006 la Terra ha trascorso il sesto anno all’insegna dell’innalzamento delle temperature. Quello che ci stiamo lasciando alle spalle è, a livello globale, il sesto anno più caldo dal 1880, con 0,52 gradi di temperatura media globale superiore alla temperatura media del secolo. L’emisfero nord del pianeta è stato leggermente più caldo di quello sud e gli oceani sia dell’emisfero nord sia dell’emisfero sud sono stati più caldi dei continenti. Il maggior riscaldamento si è verificato nell’area artica, nel nord America ed in particolare nel Canada nord orientale, nord Europa e nella parte più continentale dell’Asia centrale.

L’estensione dei ghiacciai polari artici continua il suo andamento di riduzione al ritmo del 9 per cento per decennio: è stata nel 2006 di 5,9 milioni di chilometri quadrati, al di sotto della media di lungo periodo che parte dal 1978 (da quando sono disponibili dati satellitari): questa estensione è stata di poco superiore al minimo assoluto che si è avuto nel 2005.

Per quanto riguarda le precipitazioni va rilevato che il 2006 è stato un anno globalmente molto piovoso, tra i più piovosi degli ultimi 50 anni, ma con una distribuzione molto disomogenea. Particolarmente piovose sono risultate le aree del centro America e quelle dell’America meridionale nord occidentale, l’India ed il sud est asiatico e l’Africa meridionale. Di contro, piogge scarse si sono registrate sull’area nord occidentale dell’America del nord, su parte della Groenlandia, su gran parte del Mediterraneo, di quasi tutta l’Asia centrale continentale, su parte dell’America meridionale, in particolare sull’Argentina e, infine, su quasi tutta l’Australia, soprattutto nella parte orientale.

Tra gli eventi climatici estremi del 2006 vanno citati: l’eccezionale ondata di calore dell’estate 2006 in California con 140 morti; il record della temperatura di luglio nell’Europa centrale; l’autunno di caldo record nell’Europa centrale ed occidentale; l’eccezionale ondata di freddo che ha colpito la Russia e la Siberia nel gennaio 2006; l’eccezionale siccità dell’Afghanistan e di parte della Cina, con circa 20 milioni di profughi; le alluvioni nel Niger e in Algeria con 100mila persone senza casa; la forte siccità da gennaio a marzo 2006 dell’Amazzonia che ha prodotto ‘minime di portata’ nel Rio delle Amazzoni.

E ancora: le anomalie del monsone indiano che è cominciato in anticipo (maggio 2006) e si è esteso fino alla fine di agosto producendo alluvioni continue in India, Bangladesh e sud della Cina; l’eccezionale intensità dei tifoni sul Pacifico occidentale che hanno colpito soprattutto la Cina orientale e le Filippine, dove si sono avuti complessivamente più di 1.500 morti; l’eccezionale ondata di calore primaverile e la prolungata siccità che ha colpito l’Australia.

Per il 2007 non si prevedono cambiamenti. Il Servizio Meteorologico britannico ha emesso il bollettino delle previsioni meteo a lunga scadenza che lascia poche speranze: l’inverno 2006-2007 (da dicembre a febbraio) sarà particolarmente caldo nell’Europa occidentale e nella parte occidentale dell’Area mediterranea.

Viceversa sarà più freddo del normale nella parte orientale dell’area mediterranea e nel vicino oriente. Piogge estese ed al di sopra della norma colpiranno il nord Europa e l’area balcanica, mentre gran parte della Spagna e tutta la sponda sud del mediterraneo andranno incontro a siccità. L’inizio della primavera 2007, invece si prospetta piuttosto freddina e piovosa per l’Italia e tutta l’area mediterranea orientale compresi i balcani.

da La Repubblica online