Scirocco soffia su IRENE: la capsula ASI supera i test previsti

A poco meno di un mese dalla campagna di prova EXPERT FLAP, il Plasma Wind Tunnel del CIRA è tornato in azione. La speciale galleria del vento – ribattezzata “SCIROCCO” - che riproduce le condizioni di rientro in atmosfera dei veicoli spaziali, è stata utilizzata per i test sul dimostratore tecnologico-funzionale di IRENE (Italian Re-Entry NacellE), la capsula italiana di rientro spaziale finanziata e concepita dall’ASI e progettata e realizzata in Campania dal Consorzio di Pmi ALI (Aerospace Laboratory for Innovative Components).

“Il programma IRENE – ha commentato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Enrico Saggese - rappresenta il successo di un modello che ASI sta promuovendo. La co-partecipazione pubblico-privata, la valorizzazione delle PMI e la presenza delle Grandi Imprese è un asse portante della politica spaziale nel nostro Paese”.

“La prova realizzata - ha dichiarato il Presidente del Consorzio Giovanni Squame - ha dimostrato che in Campania è possibile ottenere risultati straordinari grazie alla competenza, alla professionalità e all’impegno delle aziende del consorzio ALI (Astro Industry, Euro.Soft, ITS, FoxBit, SRS Engineering Design, TeS, Telespazio) che hanno creduto sin dall’inizio nel progetto ed innanzitutto al contributo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università Federico II e del CIRA”.

Alla presenza dell’ASI, dei numerosi partner del team industriale ALI e del DIAS di Napoli, il CIRA ha eseguito una prova di rientro simulato in atmosfera che ha dimostrato la validità del design, dei materiali selezionati e delle tecnologie innovative messe a punto nel progetto. In particolare, la prova ha esposto il dimostratore tecnologico in scala 1:4 della capsula per 270 secondi ad una entalpia di ca. 12 MJ/kg portandone la superficie a circa 1.800 °K; tali test tecnologico-funzionale condotto nella facility SCIROCCO del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali ha simulato realisticamente le condizioni di stress termo-strutturale di una capsula spaziale in rientro balistico dimostrando ulteriormente l’importanza di queste strutture per lo sviluppo tecnologico nazionale.

IRENE è un programma concepito e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana che ha trovato riscontro progettuale in un gruppo di Piccole e Medie Imprese Campane. Queste, tramite l’associazione in consorzio, hanno trovato la massa critica e le sinergie necessarie a dare risposta tecnica e progettuale ad un sistema innovativo e complesso quale un sistema di rientro spaziale.

ASI ed il consorzio Campano ALI hanno puntato sullo sviluppo di una capsula di rientro che potesse fornire servizi di utilità fondamentale quale il rientro di carichi utili da orbite LEO (Low Earth Orbit) o supporto a missioni scientifiche e tecnologiche che richiedono, per rendere sempre più semplice l’accesso allo spazio, un servizio affidabile, veloce e di basso costo. La “mission” del programma è verificare la fattibilità e quindi procedere alla realizzazione di un sistema di rientro di piccole dimensioni (circa 200 lt) e massa limitata (circa 150 kg) basato su tecnologie di basso costo consolidate ed affidabili.

Tra le principali caratteristiche di design della capsula, oltre alla possibilità di “refurbishing” per un limitato tempo di produzione, c’è un particolare sistema di gestione della “discesa” e di protezione – concepito da ASI - denominato “umbrella like”. Si tratta di una struttura a geometria variabile che in fase di rientro "si apre ad ombrello” al fine di aumentare la superficie esposta all’atmosfera, rallentando la discesa (aerobrake) in modo da diminuire i picchi di stress termo-meccanico proteggendo contemporaneamente la struttura portante con i carichi utili. Questa impostazione progettuale è stata selezionata in quanto risponde all’esigenza di utilizzo di materiali “off the shelf”, ovvero già impiegati in strutture non spaziali soggette ad alti livelli di stress termo-meccanico quali quelle avioniche.

L’elemento chiave del progetto è rappresentato dalla struttura e dalla configurazione dello scudo termico sul quale sono stati condotti con successo i test tecnologico-funzionali suddetti. Questi test concludono la Fase A del programma con la validazione dell’approccio progettuale.

Fonte: ASI

Veramente un’ottima notizia
Complimenti a tutto il team :clap:

immagino che questa

sia l’immagine del dimostratore tecnologico in scala 1:4 di cui si parla nell’articolo.

a vederlo sembrerebbe che lo scudo termico sia applicato soltanto sulla punta del cono e non sopra lo “ombrello” e con, evidentemente, un assetto in fase di rientro rovesciato di 180° rispetto a quello tradizionalmente adottato dalle altre capsule con scudo termico applicato alla base della forma tronco-conica.

qualcuno sa/può spiegarmi il funzionamento di questa configurazione?

Si esatto, come descritto dall’articolo viene sfruttato il sistema “ad ombrello” offrendo una superficie maggiore possibile per la decelerazione, quella nell’immagine è la “capsula” in scala e credo proprio che tutto quanto sia visibile sia fatto in materiale protettivo, flessibile per la parte superiore e in materiale rigido la punta dello stesso per sopportare le temperature più intense.

Continuiamo qui:
http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=15532.0