Scoperto esopianeta in orbita intorno ad Alpha Centauri B

Notizia che ha dell’incredibile, un pianeta in orbita intorno a una delle stelle piú vicine a noi. Che se volessimo comunicare con un’eventuale razza intelligente su quel pianeta ci vorrebbero solo 8 anni a ricevere una risposta…
E pensare che fino a 20 anni fa non si era sicuri se esistessero sistemi planetari oltre a quello solare :clap:

Qui la notizia dal sito dell’ESO: ESO’s HARPS instrument finds Earth-mass exoplanet orbiting Alpha Centauri B
E qui l’articolo di Nature: The exoplanet next door, Earth-sized world discovered in nearby α Centauri star system.

Allucinante il grado di precisione richiesto per le misure: 50 cm al secondo di velocità, rilevati alla distanza di 4 anni luce. :thinking:

Infatti la notizia incredibile è proprio questa. Riusciamo a misurare il doppler delle righe spettrali della stella attorno cui ruota il pianeta con una risoluzione di 50 cm/s, e da questo deduciamo massa e orbita del corpo che la perturba. Con l’affinamento di questa tecnica la dimensione degli esopianeti osservabili diminuisce progressivamente, come si può vedere da questo diagramma:

E quindi iniziano le scoperte dei pianeti con dimensioni paragonabili a quelle della Terra. Il che non vuol dire pianeti abitabili!

Precisamente.
Di piu’: nell’articolo di Nature si afferma che per individuare le perturbazioni provocate da un pianeta di massa “terrestre”, ma posto ad una distanza dal suo sole tale da permettere l’esistenza di acqua allo stato liquido, bisogna arrivare ad individuare fluttuazioni nella velocità di meno di 10 cm/sec., ovvero 5 volte meno di quanto ottenuto adesso.
Con un po’ di pazienza, potremmo farcela.

Con due conticini in croce è ancora più incredibile. La Terra si muove attorno a Sole a circa 15 m/s. La perturbazione dovuta all’orbita lunare sposta il baricentro terrestre a circa 6 cm/s. La Terra ruota con velocità periferica di 327 m/s (a 45° di latitudine, tanto per dare un valore). In presenza di questi e altri moti (per carità, calcolabili e periodici) abbiamo misurato la variazione di una parte in 600 milioni della lunghezza d’onda di una riga spettrale in una stella a 4 anni luce. La quale stella, oltretutto, fa parte di un sistema multiplo, quindi a sua volta la sua orbita è perturbata dalle altre componenti, giusto per citare gli effetti maggiori. Un bel problema di presa e riduzione dei dati. Qualcuno ha accesso all’articolo di Nature? Non ho tanta voglia di pagare 30 euro.

m/s?

Ach :frowning: - corretto, grazie

Ecco il paper originale.
Se vuoi, puoi ringraziare Paolo A. con un po’ di focaccia! :wink:


eso1241a.pdf (1.41 MB)

Grazie Paolo A. ! Focaccia di Recco disponibile su richiesta - dimmi dove recapitarla :ok_hand:

Posso darti il mio indirizzo? :ok_hand:

(preciso solo che in questo caso Paolo A. stava per P. Attivissimo, col quale condivido le iniziali e gli impianti bioplasmatici… :stuck_out_tongue_winking_eye:)

Temo che laggiù non ci sia nessuno (per lo meno nessuno tecnologicamente evoluto).
Se non sbaglio,il SETI aveva puntato le sue antenne da quelle parti senza rilevare nulla.

Che sfortuna non poterne sapere di più, a parte una righetta nello spettro.
Poi però penso a quando Schiapparelli parlava delle pianure e dei canali di Marte, e gli appassionati non stavano nella pelle per il desiderio di vederle… io ora le vedo.

Schiaparelli, una sola “p”.

man mano che le strumentazioni si perfezioneranno progressivamente le scoperte di nuovi pianeti saranno
sempre più interessanti come anche ben si legge nel file pdf:
“This result represents a major
step towards the detection of Earth twins in the immediate vicinity of the Sun.”

La cosa interessante è che queste osservazioni hanno distrutto una convinzione radicata negli astronomi fino a poco tempo fà, ovvero che non potevano essitere pianeti in sistemi multipli di stelle, perché le perturbazioni gravitazionali li avrebbero distrutti. Invece ci sono e sono tanti. Questo aumenta le probabilità di trovare una nuova Terra. attenzione, le aumenta, non ci dà la certezza che ipoteticamente i pianeti abitabili siano di più di quanti i calcoli fatti in precedenza già non ne ipotizzino.
Questo comunque è un altro aspetto del progresso tecnico e scientifico. Oggi si può misurare ciò che fino a ieri non lo era.

in teoria non vuol dire nulla, gli eventuali abitanti possono non aver scoperto/inventato la radio, o usare solo comunicazioni via cavo.

…o via “telepatia” :wink:

O chimica…

O bigliettini di carta… :stuck_out_tongue_winking_eye: