Shuttle fase II.Come dovrebbe essere secondo voi?

Contrariamente a quanto affermato da qualcuno nei vari thread di questo forum la NASA non decise di effettuare dei tagli in materia di sicurezza sulla Shuttle (stiamo parlando della sua fase di progettazione avvenuta fra il 1969 ed il 1974) tanto per questioni economiche quanto per un’eccessiva fiducia nella propria tecnologia.

All’epoca la NASA riteneva di poter disporre di un veicolo spaziale “intrinsecamente” sicuro, il che si è rivelato a posteriori una gran cavolata con tutte le conseguenze tragiche del caso.

Per contro i russi questa estrema fiducia nella tecnologia non l’hanno mai avuta ed è per questo che hanno mantenuto elevati standard di sicurezza nei propri veicoli spaziali (gli incidenti mortali occorsi alla Soyuz sono stati determinati da una svariata serie di concause).

Ma sarebbe stato possibile,con la tecnologia di allora,prevedere la separazione della cabina equipaggio?

. In un documento NASA del 17 febbraio 2004 "CREW SURVIVABILITY, si prendeva in considerazione l'idea di mettere, nella stiva della navetta, una capsula in grado di mettere in salvo l'intero equipaggio. Il documento era reperibile nella sezione: returning to flight.
L' idea non è nuova.Alla fine degli anni 70 si progettò una versione "escape" della capsula Apollo.Avrebbe dovuto essere stivata nella baia di carico dello Shuttle,e sopratutto servire da scialuppa di salvataggio per gli equipaggi delle stazioni spaziali programmate per gli anni 80.Poi,come per tutte le buone idee,la NASA non ne fece più nulla.Il vero problema è che una "escape capsule" ridurrebbe a tal punto la capacità di carico dello Shuttle che tanto varrebbe progettare direttamente un altro veicolo.Per quanto riguarda le avarie in orbita,una soluzione potrebbe essere semplicemente quella di poter disporre il lancio di un secondo Orbiter in breve tempo per una missione di soccorso.Per il resto la sicurezza assoluta non esiste;non esiste per chi esce in auto ogni giorno,figurarsi per gli Astronauti. [![](http://img22.imageshack.us/img22/6325/apcsmeac2of.jpg)](http://imageshack.us) http://www.astronautix.com/craft/aponcept.htm

Quali siano state le ragioni , per eliminare qualsiasi sistema di salvataggio sullo Shuttle, stà di fatto che ora lo hanno fatto anche con la ISS.
Non hanno forse pensato a togliere l’X-38, a causa dei costi, e spacciando la Soyuz come capsula di emergenza?
Attualmente, la Soyuz è e rimane solo il mezzo che si usa per arrivare e per ripartire dalla ISS.
A regola ci dovrebbe essere un altro veivolo li pronto come sistema di sicurezza.
Se nel momento del bisogno la Soyuz non dovesse essere operativa, cosa fanno?
Avere dei sistemi di emergenza non serve ad eliminarli, ma a cautelarsi in caso di bisogno.
Se poi qualcosa deve andare storto, che succeda, l’importante è aver cercato di prevedere il possibile .
Se confrontiamo la Soyuz con lo Shuttle, gli incidenti che ha avuto la Soyuz sono andati a buon fine grazie al sistema di fuga di cui dispone, se non lo avesse avuto…
Per lo Shuttle, qualsiasi cosa succede, si è spacciati.

Concordo pienamente con Topopesto: togliere l’X-38 (dopo aver speso come al solito un fracco di soldi in progettazione ed aver realizzato vari modelli per le prove di atterraggio con il paracadute…) è una scelta sbagliata. L’X-38 era un mezzo semplice che doveva servire soltanto in caso di emergenza. Si saltava su e via verso la Terra. Non era richiesto che fosse una nave spaziale nel senso pieno della parola (tanto che sarebbe stato portato sulla ISS all’interno della stiva di uno shuttle…).
Ma come al solito alla NASA il budget si scotra sempre con la sicurezza…

Su questo argomento personalmente credo che X-38 o Soyuz pari sono, per quanto concerne la sicurezza.
Mi spiego meglio: se il problema sta nel mezzo di salvataggio in sè, l’x-38 mi pare avere indubbi vantaggi rispetto alla Soyuz, ma visto che il discorso è partito nella prospettiva del “percorso” che gli astronauti dovrebbero (speriamo mai) impiegare per raggiungere il mezzo di salvataggio, beh, in questo senso le difficoltà permangono a prescindere.

Ma era sicuramente meglio avere una seconda possibilità… E poi non dimentichiamoci che l’X-38 prevedeva una partecipazione europea al suo sviluppo ma evidentemente anche qui gli USA non volevano saperne.
Per quanto riguarda il “percorso”, concordo Marco, era sempre troppo lungo.

Ma era sicuramente meglio avere una seconda possibilità... E poi non dimentichiamoci che l'X-38 prevedeva una partecipazione europea al suo sviluppo ma evidentemente anche qui gli USA non volevano saperne. Per quanto riguarda il "percorso", concordo Marco, era sempre troppo lungo.

Concordo al 100%.
Mi piacerebbe sapere quanto mancava alla realizzazione del vero velivolo, al momento del “taglio”… :?

Se non erro doveva ancora iniziare la costruzione del modello finale. Forse qualcuno nel forum ne sa di più?

Ad ogni modo, attualmente sull’ISS gli occupanti si mantengono periodicamente “allenati” sulle procedure d’emergenza (antincendio e fuga). Questo comprende anche le verifiche ed i checks su tutti i sistemi della Soyuz.
Quindi in linea teorica la Soyuz dovrebbe essere relativamente pronta a partire in caso di emergenza. Credo che questo sia il massimo attualmente possibile.

Per rispondere a Carmelo:

“Ma sarebbe stato possibile,con la tecnologia di allora,prevedere la separazione della cabina equipaggio?”

La risposta è affermativa, si poteva fare anche con le tecnologie degli anni '70 a patto di farne una scelta progettuale e non qualcosa da arrabbattare a posteriori tipo “retrofit”. Anche con la tecnologia dell’epoca (che puturtroppo per noi - elettronica a parte - non è così diversa dalla nostra) sarebbe bastato “scegliere” di progettare lo Shuttle con una cabina separabile e recuperabile per ottenere il risultato.

Tenete presente che i russi (a metà degli anni '60) avevano progettato un piccolo aerospazioplano denominato “Spiral” (un concorrente dell’X 20) che disponeva al suo interno di una piccola capsula eiettabile (con il pilota all’interno) in pratica il modulo di rientro di una Soyuz in scala ridotta in grado di separarsi e rientrare per conto suo!!!

Se non ci credete date un occhhiata al seguente sito:
http://www.buran.ru/htm/molniya.htm

Per quanto riguarda l’X38 concordo in pieno con Marco nel dire che non sarebbe stato ne meglio ne peggio di una Soyuz (capacità di carico a parte, visto che l’X 38 poteva imbarcare scomodamente 7 astronauti mentre la Soyuz arriva - sempre scomodamente - massimo a 3).

Ma la storia spaziale americana degli ultimi 25 anni è costellata da un’impressionante serie di progetti annullati ad un passo della loro realizzazione (X 30, HL 20/40, X 33, X 38, ecc.).
Per quanto ne so io il primo prototipo orbitale dell’X 38 è stato costruito tutto o quasi tutto.

A riguardo, penso anch’io che gli Americani inizino troppe cose e alla fine non concludono niente.
Dovrebbero, forse, concentrarsi solo su alcuni progetti e portarli a termine.
Con tutti i fondi che hanno a disposizione, riuscirebbero ad avere un programma spaziale decente e con tantissime possibilità.
A parer mio non si sanno amministrare adeguatamente e così si hanno molti sprechi.

Si scrive che , in caso di emergenza sulla ISS, la Soyuz sarebbe quasi pronta.
Bisognerebbe avere l’X38 che con un solo gesto, ad avvenuta chiusura del portello, tutto si svolga automaticamente e in una frazione di secondo.
Non bisogna stare li ad attivare tutti i sistemi, accertarsi che tutto sia a posto, ecc, ecc

Poi qualcuno dice che la NASA non taglia sui sistemi di salvataggio x gli equipaggi.
C’è anche un “bel esempio” per quanto riguarda i nuovi sistemi di fuga dalla navetta.
Dopo l’entrata nell’atmosfera Terrestre, sarebbe possibile, teoricamente, abbandonare lo Shuttle con l’utilizzo della famosa sbarra allungabile che verrebbe fatta fuoriuscire dal portello della cabina.
Io vorrei proprio vedere, in caso di abbandono celere, chi aiuterebbe gli eventuali astronauti dopo una permanenza di 6 mesi nello spazio.
Vengono già trasportati sdraiati per rendere meno stressante il ritorno alla gravità, vorrei proprio vedere chi sarebbe in grado di alzarsi in piedi e portarsi all’uscita " di emergenza".
Vi rendete conto di quali sistemi stupidi vengono adottati dalla NASA , per fare credere che è possibile mettere in salvo gli astronauti?
La stessa cosa, a parer mio, è valida anche per la ISS.

Poi qualcuno dice che la NASA non taglia sui sistemi di salvataggio x gli equipaggi. C'è anche un "bel esempio" per quanto riguarda i nuovi sistemi di fuga dalla navetta. Dopo l'entrata nell'atmosfera Terrestre, sarebbe possibile, teoricamente, abbandonare lo Shuttle con l'utilizzo della famosa sbarra allungabile che verrebbe fatta fuoriuscire dal portello della cabina. Io vorrei proprio vedere, in caso di abbandono celere, chi aiuterebbe gli eventuali astronauti dopo una permanenza di 6 mesi nello spazio. Vengono già trasportati sdraiati per rendere meno stressante il ritorno alla gravità, vorrei proprio vedere chi sarebbe in grado di alzarsi in piedi e portarsi all'uscita " di emergenza". Vi rendete conto di quali sistemi stupidi vengono adottati dalla NASA , per fare credere che è possibile mettere in salvo gli astronauti? La stessa cosa, a parer mio, è valida anche per la ISS.

Sullo Shuttle hai pienamente ragione, ma ribadisco quanto già detto da altri sull’argomento: lo Shuttle nasce su diversi “overconfidence”.
Non disponendo di sistemi di escape attivi, il punto (!) è che la NASA scommette sulla “perfezione” della macchina ottenuta con gli snervanti controlli pre lancio. Sappiamo tutti che, per l’appunto, si tratta di “overconfidence” pagata con la vita di 14 astronauti. John Young, uno con due 00 così, lo disse subito dopo STS-51L, e per premio fu “promosso” a capo dell’ufficio Astronauti. Certo, cinicamente, che avrebbero dovuto fare? Dire che STS 51L era la prova di una scommessa fallita? Forse si, ma avrebbe significato la fine dell’intero programma STS. Si decise allora di moltiplicare gli sforzi per rendere appunto perfetta la macchina prima del lancio. Considerata l’enorme enorme enorme complessità del sistema STS, trovo che lo “score” di missioni raggiunto sia eccellente.
Penso che questa “doccia fredda”, unita alla incredibile sottovalutazione della pericolosità dei frammenti di schiuma dell’ET, che prima di STS-107 sono sempre stati catalogati come “in flight anomalies”, cioè come qualcosa di accettabile, ancorchè inevitabile, abbia condotto alla scelta della configurazione a capsula del CEV. Sarebbe stato davvero sciocco non far tesoro di queste esperienze negative.

Continuo però a pensare che questi siano rischi in ultima analisi valutati come accettabili, non solo dagli headquarters NASA, ma anche dal nutrito corpo astronauti che da sempre accetta di volarci. E non stiamo parlando di scavezzacollo, ma di plurilaureati che hanno i mezzi conoscitivi e tecnici per valutarne appieno le possibili implicazioni.
In questo senso non sono ravvisabili “tagli” su dispositivi di sicurezza. E’ la prospettiva di progettazione che partiva da altri presupposti.

Per la tecnologia di oggi, a mio parere, nessun tipo di missione spaziale non ha un elevato rischio di vita.
Per il CEV, nel suo insieme con il CLV, mi pare che il fattore LOC (Lost of Crew) sia calcolato intorno all’1%…

Immagino Marco che per il volo spaziale, dopo 45 anni da Yuri, la precentuale di LOC di 1% possa essere ritenuta accettabile? Io credo proprio di no! Dobbiamo puntare ad avere una percentuale di LOC vicina a quella del volo aereo. Altrimenti la colonizzazione dello spazio rimarrà un sogno…
Certo, la macchina shuttle, così com’è nata ed evoluta ha mostrato tutti i suoi limiti e forse alla NASA già dopo il Challenger avrebbero dovuto pensarci bene se smettere e passare ad altro.
Ora che finalmente si sono decisi ecco che puntano su un concetto che sarebbe potuto andare bene nel 1975! Trenta anni fa! Insomma è possibilie che la nazione più avanzata tecnologicamente torni ad una capsula ?
La sicurezza è la cosa principale, sono d’accordo, ma una volta dimostrato che lo shuttle non avrebbe MAI potuto essere sicuro perchè non pensare di passare ad una evoluzione dello stesso, eliminando i più evidenti fattori di rischio, invece di buttare tutto nel cesso!
L’esempio di ARIES ne è una prova! Prendiamo il meglio dai sistemi alati ed aggiungiamo innovazione! Altro che una super Apollo !

Sono daccordissimo con Maxi, quella sarebbe stata l’idea giust per proseguire con un programma spaziale.
Con il CEV si riinizierà da capo con nuovi problemi .

Immagino Marco che per il volo spaziale, dopo 45 anni da Yuri, la precentuale di LOC di 1% possa essere ritenuta accettabile? Io credo proprio di no! Dobbiamo puntare ad avere una percentuale di LOC vicina a quella del volo aereo. Altrimenti la colonizzazione dello spazio rimarrà un sogno...

Sono d’accordo. Credo però che per varie ragioni la cosa sia impossibile per i profili di missione attuati dalla NASA. Mi spiego meglio: attracchi orbitali, missioni da e verso la Luna e/o Marte ecc… comportano l’utilizzo sistemi complessi e di frontiera, che sono alla portata di enti che possono permettersi di investire… “a perdere”.
Le vere potenzialità io le vedo nel mercato delle missioni private, a scopo turistico, che potranno affidarsi ad hardware più semplice, molto più testato (si, non oggi, lo so, ma presto) e specializzato in un solo “profilo” di missione. In questo solo frangente, tra qualche decennio, potranno essere raggiunti standards di sicurezza aeronautici.

Certo, la macchina shuttle, così com'è nata ed evoluta ha mostrato tutti i suoi limiti e forse alla NASA già dopo il Challenger avrebbero dovuto pensarci bene se smettere e passare ad altro. Ora che finalmente si sono decisi ecco che puntano su un concetto che sarebbe potuto andare bene nel 1975! Trenta anni fa! Insomma è possibilie che la nazione più avanzata tecnologicamente torni ad una capsula ? La sicurezza è la cosa principale, sono d'accordo, ma una volta dimostrato che lo shuttle non avrebbe MAI potuto essere sicuro perchè non pensare di passare ad una evoluzione dello stesso, eliminando i più evidenti fattori di rischio, invece di buttare tutto nel cesso! L'esempio di ARIES ne è una prova! Prendiamo il meglio dai sistemi alati ed aggiungiamo innovazione! Altro che una super Apollo !

Con tutto il rispetto, sinceramente, meglio un CEV oggi che un ARIES domani, nel senso che il CEV volerà di sicuro, mentre l’ARIES di certo non decollerà dal KSC… Speriamo bene!
Per esprimermi compiutamente sul progetto CEV e sul Programma Constellation nel suo complesso, mi riservo di vedere i progetti e le caratteristiche dei designs presentati dai due consorzi tutt’ora in gara. Si tratta di aspettare fino a Luglio… :wink:

Concordo con Marco quando dice che il futuro di certe attività spaziali passa per i privati. E per rispondere a Maxi, solo quando si sarà raggiunta una certa “massa critica” di veicoli spaziali operanti nelle varie missioni (e quindi con il forte contributo - non tanto economico quanto tecnologico - dei privati) si riuscirà a rendere il trasporto spaziale sicuro quanto quello aeronautico.

In questo Maxi ha centrato perfettamente il problema, per rendere accessibile a tutti (o quasi) lo Spazio i trasporti devono essere affidabili come aerei di linea contemporanei.
Per conseguire tale risultato, a mio avviso, il primo passo consiste nel progettare i veicoli spaziali con criteri e metodologie di tipo aeronautico.

Del resto Burt Rutan lo ha dimostrato a tutti con il suo SpaceShip One, ricordatevi che TUTTO il programma (inclusa la realizzazione del velivolo trasportatore White Knight) è costato “appena” 20 milioni di €, cioé quanto la Regione Lazio e l’Aeronautica Militare hanno speso l’anno scorso per inviare Vittori la seconda volta sulla ISS!!!

Mi sento in dovere di rispondere a Marco che è meglio un ARIES domani che il CEV oggi…ma sarei schifosamente di parte (e lo sono!!).
Quindi dico (più salomonicamente) meglio altro (qualsiasi altro) che la scopiazzatura dell’Apollo. :wink:

Mi sento in dovere di rispondere a Marco che è meglio un ARIES domani che il CEV oggi....ma sarei schifosamente di parte (e lo sono!!). Quindi dico (più salomonicamente) meglio altro (qualsiasi altro) che la scopiazzatura dell'Apollo. :wink:

Scusa Peppe, hai ragione. Sono stato brutale.
Quello che intendevo dire è che la realizzazione del CEV, per svariate ragioni già discusse, a mio parere è certa.
Per l’ARIES, cavolo, ci mancherebbe pure che non ci speri e non tifi.
E’ che sono stanco di “rimanerci male” vedendo tante buone, ottime idee finire nel dimenticatoio, o al più, in qualche pagina “storica” dei siti di appassionati di astronautica.
Io mi auguro con tutto il cuore che ARIES possa delcollare davvero, e spero che anche il nostro piccolo forumastronautico.it possa, al momento dell’“unveiling”, testimoniare il supporto degli appassionati verso questo progetto.
Diciamo, Peppe, che pecco di scaramanzia… Per il resto, spero di non averti urtato,. Non era mia intenzione! :stuck_out_tongue_winking_eye: :-#